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Legno vivo!
Dove trovare miglior storia per raccontare l'iniziazione alla vita?
Pinocchio nasce bambino imperfetto – non a caso simboleggiato da un burattino tozzo e spigoloso – per potersi tramutare via via in un piccolo uomo. Dall'asprezza del legno alla sensibilità della carne.
In questa sua metamorfosi lo accompagna una coscienza esterna (il mitico grillo parlante), che egli, nel suo percorso, dovrà dimostrare di aver interiorizzato. Passando per i classici pericoli disseminati sul percorso dalla fanciullezza all'età adulta: le cattive compagnie, l'ignoranza e l'inesperienza, l'incapacità di sottostare alle regole, la bugia come arma di difesa, e via dicendo.
In questo modo, “Le avventure di Pinocchio” diventa un luogo di potentissimi simboli: “il gatto e la volpe”, “il paese dei balocchi”, “Lucignolo”, da luoghi e personaggi dell'immaginazione divengono citatissimi modi di dire e termini di paragone.
L' "inganno” e il divertimento di Collodi è raccontare la storia di un burattino alla ricerca della sua umanità, quando poi essa è evidente nel personaggio sin dall'inizio del racconto, specie ogni qual volta Pinocchio si allontana dalla strada maestra: umano è il piagnucolio del burattino che ha incenerito i suoi piedi nel fuoco, il rabbioso e ripetuto tentativo di spiaccicare al muro il grillo parlante, il dolente penzolare dalla Quercia grande a cui si ritrova impiccato, l'ansia di seguire il compagno di sventure Lucignolo; per toccare il suo punto più alto in quel naso che – come un distintivo “mobile” di immaturità – si allunga, e si allunga, e si allunga...
Un libro meraviglioso nella sua imperfezione – esattamente come chi ne è protagonista –, rapido quando introduce con pochi tratti situazioni e personaggi, colorato di tocchi lievi ma efficacissimi (la pentola sul fuoco che, nella casa di mastro Geppetto, è solo disegnata sul fondo del camino, poiché quest'ultimo si è ridotto senza nemmeno la legna per accenderlo), a volte argutamente surreali, come nel famoso consulto medico dei dottori Corvo, Civetta e Grillo attorno al burattino (“Quando il morto piange, è segno che è in via di guarigione”; "Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega - soggiunse la Civetta - ma per me, quando il morto piange, è segno che gli dispiace morire" ).
Non è un caso se il burattino di legno è stato omaggiato da varie trasposizioni cinematografiche (da Comencini – con Nino Manfredi nei panni di Geppetto – a quella, meno fortunata, del regista Francesco Nuti – “Occhiopinocchio” – passando per tante altre).
La verità è che Pinocchio è magia! Leggerlo da bambini quasi un imperativo; rileggerlo ogni volta che capita tra le mani, una continua conferma.
Indicazioni utili
Commenti
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Hai ragione : un libro da rileggere e rivedere sicuramente!
Ciao.
Pia
A Emilio: è una storia che rapisce da piccoli ma piacevole anche per gli adulti. Pinocchio non ti deve mancare. Ciao.
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