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Manuale del bambino vero
Come dice Calvino: “...viene naturale pensare che Pinocchio ci sia stato sempre, non ci si immagina un mondo senza Pinocchio”.
Tutto vero, giovani e meno giovani, tutti, siamo stati accompagnati nella crescita dallo sventurato burattino, presentatoci in tutte le salse, con svariati film, serie tv, cartoni animati(come dimenticare il capolavoro Disney?), ed infine anche a scuola, in infanzia, essendo un racconto leggero, piacevole ed educativo. Certo è che se ognuno di noi avesse avuto le stesse conseguenze che ha Pinocchio ogni volta che marina la scuola, molti di noi non sarebbero sopravvissuti. Eppure a un certo punto mi sono chiesto: “Se qualcuno mi chiedesse se ho mai letto Pinocchio, potrei rispondergli di si?”. La risposta era no, sapevo tutto di lui, eppure non potevo rispondere affermativamente. Soffermandomi su questi pensieri e considerando la mia mancanza un sacrilegio, ho deciso infine di aprire e scorrere tra le pagine di questo capolavoro senza tempo, che mi ha fatto fare un tuffo nel passato, rievocando nella memoria le tante immagini collegate alle avventure del burattino di legno, che avevo ammirato ma non in carta stampata.
Pinocchio come sempre fa sorridere, anche di più dalla penna del suo creatore, ispira tenerezza ma anche irritazione (seppur come quella di un padre verso un figlio monello) con le sue innumerevoli birichinate che sono la causa delle sue disavventure. E’ un libro perfetto per istruire, contiene molte delle norme morali di base dell’essere umano, da trasmettere ai bambini, tramite un canale così perfetto quale è quello sventurato burattino, insieme ai suoi comprimari, buoni o cattivi che siano, in scena in una bellissima storia ed anche, a mio parere, originale. Sono rimasto infatti sorpreso che qualcuno potesse considerarla banale, ma secondo me potrebbe apparire tale perché, come dicevo all’inizio, sembra che Pinocchio sia sempre esistito. Ma se vi soffermate un attimo sulla originalità della storia ai tempi della sua scrittura, non credete come me che sia bella ed estremamente originale? Siamo bravi a sparare giudizi senza riflettere, ma a mia opinione è un errore non riconoscere la grande fantasia di Collodi, non mi pare infatti che qualcuno prima di lui abbia ideato una storia di tal genere. Non vi sono personaggi in Pinocchio che non si imprimano nella memoria, nel bene o nel male, ma appare infine chiaro quali di questi godano della miglior sorte. Ebbene caro Collodi, con il tuo capolavoro mi sono sentito a tratti tornare bambino, mi hai ricordato che c’è un Pinocchio in ognuno di noi, da bambini, ma anche da grandi. Quell’ingenuità, quel lamentarci di qualsiasi inezia, talvolta la scarsa voglia di fare, accompagnata però alla fine da quella voglia di rivalsa, di riscatto, di amore verso i nostri cari, raggiungendo la nostra piena maturazione, trasformandoci infine in dei “bambini veri”.
“Che nome gli metterò? Lo voglio chiamar Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna. Ho conosciuto una famiglia intera di Pinocchi: Pinocchio il padre, Pinocchia la madre e Pinocchi i ragazzi, e tutti se la passavano bene. Il più ricco di loro chiedeva l’elemosina.”
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Pura magia...
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Una storia bellissima.