L'ultimo giorno L'ultimo giorno

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    12 Luglio, 2018
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Assalto francese e ritirata spagnola

Un romanzo dal filo conduttore insolitamente diverso. Come nelle più classiche trame del tenente Colombo, sin dall'inizio il lettore è a conoscenza sia dell'assassino, sia del movente. L'interesse si sposta quindi sulle indagini, ma come si noterà, tutto questo è a scapito della suspense.
L'idea è molto interessante ed anche l'inizio è intrigante ma per me è un fuoco di paglia. L'interesse si spegne man mano che le pagine scorrono e quello che resta è la disquisizione filosofica sulla vita e la morte. Il concetto di morte ravvicinata e vita ultraterrena, sebbene sia interessante e stimolante, è un argomento difficile da affrontare e l'autore non sembra però lasciare troppo spazio che dedica all'azione ed allo svolgimento delle indagini.

L'assunzione della bliss provoca un'esperienza extra corporea che porta, chi l'assume, al confine del tunnel che separa il mondo dei morti da quello dei vivi.
Probabilmente questo può funzionare con chi fortemente crede nell'aldilà ed è probabile che l'allucinazione funzioni anche su atei, ma questo perché la luce in fondo al tunnel è una rappresentazione che ormai è entrata nell'immaginario comune. Funzionerà anche con persone prese dall'altra parte del mondo che non hanno subito questa l'influenza occidentale?
E semmai fosse vero, mi domando "Quando sarò morto passerò tutto il tempo all'estremo del tunnel in attesa che qualche parente venga a farmi visita?".

E' il nono romanzo di Glenn Cooper che leggo e, nonostante insista col tema della morte – a cui sembra particolarmente affezionato - , l'unica opera degna di nota resta, secondo la mia modesta opinione, la tetralogia del "La biblioteca dei morti".

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luk74 Opinione inserita da luk74    06 Dicembre, 2016
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Emozionante, commovente, intrigante...

Questo è un romanzo atipico se vogliamo, visto i precedenti a cui ci aveva abituato Glenn Cooper.
Non ci sono riferimenti storici, intrighi che riportano ad antichi manoscritti o luoghi segreti, né a tempi passati. Tutto si svolge nei nostri tempi, ed è lo specchio di una società sempre più disorientata.
Pensate cosa fareste voi, se vi prospettassero l'opportunità di rivedere i voistri cari defunti, di rivivere anche solo pochi istanti in loro compagnia, con la promessa di poterli, in un breve futuro, raggiungere per trascorrere del tempo con loro, per poi poter tornare sulla Terra alle vostre faccende quotidiane. Se scopriste insomma, che dopo la morte c'è qualcosa, con assoluta certezza!
Questo è ciò che accade in questo libro, e visto che ognuno di noi ha almeno una persona nell'aldilà, e farebbe di tutto per poter trascorrere un ultimo momento in sua compagnia, non può che affezionarsi a questa vicenda, trattata in maniera sublime dallo scrittore.
Ma veniamo ai fatti: nel 1988 a Londra durante il ritorno da un partita di calcio, l’auto sulla quale viaggiava il piccolo Alex Weller con il fratello e i genitori viene coinvolta in un tremendo incidente, del quale lui rammenta solo un lampo di luce che lo separava dal padre, in piedi, sull’altra sponda di una sorta di fiume, e pronto ad accoglierlo a braccia aperte.
Poi, il risveglio improvviso tra le lamiere contorte del mezzo, la scoperta della morte dei genitori, e il bisogno mai sopito di riviere l’esperienza di premorte.
Questi gli antefatti che portano alla vicenda odierna,
Negli Stati Uniti si sviluppano una serie di omicidi di uomini e donne sempre più giovani, tutti accomunati dalla presenza di un forellino alla base del cranio.
Le morti sono il segno concreto della presenza di un serial killer a Boston, e il detective Cyrus O’Malley comincia una serrata indagine che lo porterà a sommare tutti i suoi sospetti attorno alla inquietante figura di Alex Weller.
Una intuizione che travolgerà O’Malley e la sua famiglia, sconvolgendone il già fragile equilibrio, mentre nel resto dell’America e del mondo prenderà il sopravvento una strana droga chiamata “bliss” che ha il potere di far vivere alle persone che la assumono, un viaggio allucinante, al termine del quale rivedono i loro cari defunti, pronti ad accoglierli a braccia aperte.
Seguiranno una scia infinita di suicidi, dovuti agli effetti di questa droga, che convince sempre più persone dell'esistenza di un aldilà migliore.
L’ultimo giorno è un thriller ad alta tensione, nel quale Cooper inserisce diverse riflessioni su quello che caratterizza la nostra società contemporanea afflitta da un decadenza tale da destabilizzare l’economia e le relazioni sociali.Un romanzo che fa riflettere, una lettura impegnativa, una trama geniale, come solo Glenn Cooper e pochi altri sanno elaborare.
Un romanzo che fa riflettere, una lettura impegnativa, una trama geniale, come quelle che solo Glenn Cooper e pochi altri sanno elaborare.

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aeglos Opinione inserita da aeglos    02 Luglio, 2014
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UN VIAGGIO PER SCOPRIRE

Nonostante ho letto qua e là alcune recensioni negative su questo libro, non potevo lasciarmelo sfuggire. E' passato un pò di tempo da quando Cooper lo ha scritto, ma forse l'ho preso in mano nel periodo giusto, in cui ho potuto meglio capire il significato del libro. In sostanza, non è il solito libro in cui ognuno, pagina dopo pagina, può intuire o comunque cercare di indovinare chi è l'assassino. Chi uccide lo si scopre subito. Per questo motivo credo che lo scrittore abbia voluto comunicarci qualcosa di più. Cosa siamo disposti a fare pur di rivedere una persona a noi cara, ma che purtroppo ci ha lasciati? Cosa c'è dopo la morte? Un argomento a tutti caro, un discorso assai lungo e intricato da intraprendere, un mistero che da sempre mette in crisi persino la Chiesa.
Cooper si destreggia, a mio parere, molto bene anche in questo libro, pur non essendo il solito romanzo storico in cui lui si identifica meglio. Mette i protagonisti davanti a delle scelte, non certo obbligate, ma dettate solo dal cuore; a volte però seguire il cuore non basta o non serve, bisogna ragionare e capire, prima di fare scelte avventate e sono in pochi a resistere alle tentazioni e a capire che comunque dobbiamo vivere, aspettando comunque la nostra ora che, prima o poi, purtroppo, arriva per tutti. Mi ha lasciata con mille interrogativi ai quali non avevo mai pensato, un libro sicuramente che a suo modo può far riflettere e che comunque parte dall'idea di un film a me caro, LINEA MORTALE, di Joel Schumacher.

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Non un libro ma un film.
LINEA MORTALE, di Joel Schumacher.
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Gondes Opinione inserita da Gondes    05 Mag, 2013
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IL DOTTORE DELLA MORTE

Con questo libro ho ritrovato il Glenn Cooper che avevo conosciuto ed apprezzato con il suo primo di libro. Evidentemente la morte affascina questo autore a tal punto da dedicargli quasi tutti i suoi libri.

Questa volta non siamo di fronte alla possibilità di conoscere il giorno esatto della nostra morte, ma sapere cosa ci aspetta nei primissimi istanti dal nostro decesso. Il romanzo gioca proprio su quest’aspetto che da sempre ha interessato ed affascinato ogni popolo ed ogni religione.
Anche in questa occasione Glenn Cooper ha saputo orchestrare una bella storia di fantasia riuscendo a mantenerla nel binario “impossibile, ma non troppo”.
Per far questo, ha sfruttato la nostra inclinazione nell’accettare le più svariate scoperte nel campo della ricerca scientifica, da cui ogni giorno siamo bombardati. Ormai non ci stupiamo più, visto i grandi passi che la scienza sta facendo. Quindi se un ricercatore, di nome Alex Weller, riuscisse a sintetizzare una sostanza presente nel nostro cervello a pochi secondi dalla morte, e ci raccontasse che finalmente possiamo provare la stessa sensazione che prova una persona al momento del “trapasso”, saremo stupiti? Forse no. E’ per questo motivo che questo libro è da apprezzare, ma sempre da accettare con le dovute attenuanti.
Il romanzo si tinge di giallo quando il protagonista, per poter portare avanti questi studi, a dir poco sconvolgenti, dovrà diventare uno scaltro omicida per procurarsi “la materia prima” di cui ha bisogno. Un scaltro poliziotto dovrà cercare di incastrare con prove certe questo “dottore della morte”, prima che l’umanità impazzisca, facendo uso di questa sostanza, diventata per molti una droga vera e propria.

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Zine Opinione inserita da Zine    18 Aprile, 2013
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Oltre il tunnel

*ll testo può contenere spoiler*
Cosa si cela oltre il baratro della morte? Davvero la nostra esistenza si riduce ai giorni che vengono concessi da vivere qui, sulla Terra, per poi cessare definitivamente e tornare al nulla nel momento del trapasso? Eppure, innumerevoli testimonianze, in ogni cultura, ci raccontano di esperienze straordinarie vissute da chi è stato ad un passo dalla morte. La sensazione di fluttuare fuori dal proprio corpo, in grado perciò di vedere tutto quanto accade intorno. L’ingresso in un lungo tunnel buio, oltre il quale brilla una luce più forte di qualunque altra. Immergersi quindi nella luce e ritrovarsi a camminare sotto un limpido cielo azzurro, verso il suono gioioso di acqua corrente oltre la quale attende una persona cara, come se ci stesse aspettando da tempo.
Su questa visione tanto diffusa quanto straordinaria, che forse cela ciò che ci attende al momento del trapasso, si fonda e si costruisce il romanzo di Glenn Cooper, autore della trilogia della Biblioteca dei Morti, edito da Nord.
Amante dei misteri, anche stavolta Cooper sceglie un tema strettamente legato alla morte e al destino dell’anima, costruendovi sopra un’indagine dell’FBI che lega i fatti soprannaturali ad altri molto più terreni.
Cyrus è un agente FBI dalla vasta cultura letteraria, la cui vita è straziata dal tumore al cervello della figlia, Tara, una bambina che è ormai allo stadio terminale. Alex è un brillante scienziato, specializzato nello studio del cervello umano, il quale porta avanti rischiosi esperimenti volti a scovare e utilizzare la sostanza che si attiva nel cervello al momento della morte fisica e che, forse, mette in contatto con l’esperienza del viaggio nell’Aldilà.
Alex, infatti, ha vissuto in prima persona l’esperienza da bambino, in un incidente stradale in cui ha perso entrambi i genitori, e da allora non pensa ad altro che a trovare il modo di ricongiungersi con loro. Per fare ciò, si spinge pian piano all’omicidio, diventando quindi l’indagato numero uno per Cyrus anche in mancanza di prove.
Alex riesce nel suo intento, sintetizza una sostanza capace di offrire l’esperienza di pre-morte e questa si diffonde come una droga micidiale, sotto il nome di “bliss”. Il suo impatto sulla società è tremendo: la gente perde la voglia di vivere, i suicidi aumentano vertiginosamente e Alex, in un delirio di onnipotenza, diventa profeta di una setta che predica l’abbandono della vita terrena. Cyrus, insieme a una psicoterapeuta specializzata nel trattamento dei casi terminali, dovrà riuscire a fermare il suo delirio di onnipotenza prima che avvenga una strage.
Come gli è abituale, Glenn Cooper sceglie di imbastire la sua trama su un argomento controverso e di fortissimo impatto emozionale. E’ capitato a tutti di chiedersi cosa si cela oltre la morte. Cosa accadrebbe, però, se avessimo la certezza di un aldilà, di un luogo migliore in cui ricongiungerci con i nostri cari ed essere ammessi alla presenza di Dio? Non perderemmo interesse per una vita in fin dei conti difficile, costellata di perdite e disgrazie?
Il messaggio che dovrebbe filtrare è che, probabilmente, se non possediamo risposte certe è proprio perché la vita terrena ha uno scopo; deve essere, perciò, vissuta fino in fondo, cosa che non accadrebbe se fossimo costantemente tormentati dal desiderio di raggiungere un luogo migliore.
Purtroppo Cooper, come ormai pare sia sua prerogativa, parte da presupposti eccellenti per confezionare un romanzo a conti fatti semplicistico. I suoi personaggi sono piuttosto bidimensionali, poco profondi per quanto ben ritagliati per ricoprire i ruoli prescelti. Il tema - che aprirebbe innumerevoli possibilità di sviluppo sul piano spirituale, sociale e scientifico – viene a conti fatti lasciato un po’ allo sbaraglio, trattato in modo superficiale nonostante la presenza di dettagli scientifici, senza contare l’approccio fondamentalmente cristiano/cattolico alle visioni dell’aldilà, cosa non precisa se si riferisce alle esperienze di pre-morte conosciute.
Cooper scrive bene e ha ottime idee. Purtroppo sembra aver preso per vizio un certo atteggiamento “di comodo”. Si avverte la sensazione che l’autore non si sia impegnato più di tanto, adagiandosi sulla buona idea iniziale per poi darle una direzione piuttosto scontata e corredandola di un finale deludente e pressapochista. Un vero peccato, in quanto ritengo che Cooper potrebbe essere capace di cose migliori.
Un romanzo senza grandi pretese, per chi ama questo genere di argomenti o vuole trascorrere qualche ora piacevole immerso nella lettura.

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La Biblioteca dei Morti
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    20 Ottobre, 2012
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Chi ha il pane...

Un vero peccato, l'idea di partenza è di quelle davvero intriganti, il tema della vita dopo la morte ha trovato uno spunto originale dal grande fascino, ma Cooper è riuscito a perdersi in una trama sempre più scialba ed inconcludente, con personaggi da stereotipo del genere, il poliziotto fenomenale ma ferito nell'anima, la bella dottoressa innamorata del succitato eroe, un geniale scienziato invasato e delirante...manca qualcosa ? Ah si una trama degna di un'idea così brillante e un pò più di analisi delle conseguenze dello scenario che si andava via via creando. Peccato davvero ma ormai al quinto libro mi sono rassegnato , Cooper ha degli spunti iniziali notevoli ma poi non ce la fa...non dico che il libro non si legga d'un fiato ma manca di mordente , un argomento del genere meritava più "spessore", poteva essere qualcosa di memorabile .

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alessio Opinione inserita da alessio    03 Ottobre, 2012
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Bello ,interessante, ma.....

Ho letto tutti libri di Glenn Cooper, e a parte La biblioteca dei Morti (che secondo me rimane il piu bello),
tutti gli altri non sono all'altezza del primo libro.Anche questo libro è scritto in modo fluido e scorrevole,(per fortuna senza viaggi nel tempo) ma è proprio la bravura dell'autore a far si che il lettore si incuriosisca a leggere il capitolo sucessivo "divorando " il libro pagina dopo pagina.Il tema trattato in questo romanzo fa riflettere parecchio se è veramente cosi l'aldilà,e di chi incontreremo dall'altra parte infatti la storia che l'autore ha scritto è molto interessante e originale, peccato però che mancano dei veri e propi colpi di scena, un finale scontato e frettoloso,e alcuni capitoli inutili.Adesso rimango in attesa del prossimo libro e vediamo cosa succede.

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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    15 Settembre, 2012
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IMPONE RIFLESSIONI PROFONDE

Ho letto diversi libri di Glenn Cooper e mi è sempre piaciuto molto il suo modo di scrivere; traspare dalle sue pagine la cultura, sicuramente al di sopra della media; la sua scrittura è “piena”: piena di particolari, di informazioni, di citazioni, di storia e di racconto vero e proprio nato dalla fantasia dell’autore.
Leggere un libro di Cooper, equivale a mangiare in un buon ristorante piatti eccellenti accompagnati da un ottimo vino.
Ma torniamo a Noi! “l’ultimo giorno” deve essere digerito con calma e metabolizzato. La storia in sé risulta meno articolata di altri scritti dell’autore; Alex Weller ricercatore all’ Harvard Medical School, in forze anche all’ Ospedale Pediatrico, compie ricerche sui traumi cerebrali, in nome delle quali uccide, asserendo a gran voce che “il fine giustifica sempre i mezzi”; attraverso il prelievo del liquido cefalo-rachidiano scopre, che negli attimi in cui la persona lascia la vita terrena, viene prodotto un peptide molto particolare, che permette di vivere l’esperienza di passaggio da questo mondo all’altro, con la visione di un caro defunto che ti attende oltre un torrente, la conseguenza è quella di provare una grande gioia, unita alla sensazione che alle spalle del defunto ti attenda la grazia di Dio.
Cyrus O’Malley, detective dell’FBI è chiamato ad indagare in merito ad omicidi molto particolari, nei quali, le vittime vengono strangolate, ed inoltre su tutte viene riscontrata la presenza di un piccolo foro alla base del cranio. Il destino vorrà che le strade del ricercatore e del detective si uniscano, non solo per le conseguenza delle indagini, ma anche per la figlia stessa del detective, ricoverata presso l’Ospedale Pediatrico con una forma di tumore cerebrale particolarmente aggressiva, per la quale non è più possibile intervenire…
Le figure principali che si fronteggiano sono: da una parte il ricercatore che fa sintetizzare in laboratorio la sostanza in questione, così da iniziare un vero e proprio mercato che assume dimensioni mondiali, con tutta una serie di conseguenza spaventose che lascio al lettore il piacere di scoprire,e dall’altra, il detective acuto e sensibile che sospetta immediatamente di Weller, e comincia la caccia.
Pensare di pubblicare solo 100 anni fa un libro simile , sarebbe stato impensabile, o, nel caso fosse stato possibile, sarebbe stato uno scritto che avrebbe dato scandalo.
La riflessione che ha innescato in me è inerente al nostro vivere di oggi.I valori si stanno perdendo,non ci sono più certezze di nessun tipo, dal lavoro, alla stabilità della famiglia, al rispetto dei ruoli e degli altri, non ci sono forse più speranze (generalizzando molto, ovviamente). Ecco che l’esigenza dell’uomo che parte dalla sua anima, di qualcosa di più, della felicità, del sapere che non finisce tutto qui, del sapere di essere amati e voluti incondizionatamente, si manifesta. L’autore ha semplicemente tradotto quello che si respira oggi nel mondo, in qualunque cultura, a tutti i livelli sociali, il desiderio di ogni essere umano di amore incondizionato che solo nelle braccia di Dio si può trovare.
Bellissime le citazioni da “Le confessioni” di S.Agostino. Possiamo scegliere cosa fare, se leggere o non leggere “l’ultimo giorno”, se incuriositi dare una scorsa allo scritto di S.Agostino, se mettere a tacere il nostro cuore, certo è che Cooper ha colpito nel segno nuovamente, ed ha romanzato e trasformato in paradossale quello che,almeno una volta, ci siamo chiesti tutti noi…

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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    13 Agosto, 2012
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Viaggi mirabolanti nell'aldilà

In attesa dell’uscita (prevista a breve) di “I custodi delle anime” (dovrebbe essere il seguito di “La biblioteca dei morti” e “Il libro delle anime”), ecco un nuovo romanzo di Glenn Cooper, che rivela la sua buona preparazione scientifica, documentata dalla Laurea in Archeologia, da un dottorato in Medicina e dall’essere stato presidente di una industria di biotecnologie in Massachussets. Un ricercatore neurologo ambizioso e sull’orlo della follia scopre una sostanza (un polipeptide) presente nel liquido cefalorachidiano che ha singolari proprietà : estratto da individui prossimi al decesso e somministrato ad un soggetto qualsiasi, funge da droga allucinogena e lo trasporta temporaneamente nell’aldilà, sino all’incontro struggente con parenti defunti e, in extremis, alla visione di Dio. Vi si narra anche come lo psicopatico protagonista si procuri continuamente il suddetto composto chimico (omicidi in serie, e particolarmente efferati) e come la nuova droga, raffinata e prodotta industrialmente in laboratori clandestini, sconvolga a poco a poco l’intera umanità, promettendo pace interiore e visioni celestiali. Ed inducendo i soggetti più deboli ed emotivamente fragili al suicidio, nella speranza di un incontro con i defunti amati. Il libro piacerà ai lettori sensibili alle tematiche del post-mortem, forse anche a qualche religioso che intravede nel romanzo argomenti che potrebbero indurre a credere in una vita ultraterrena. A me, sinceramente, non ha suggerito nulla di costruttivo. Anche perché , in questo genere di romanzi, amo il lieto fine : purtroppo non c’è, poiché il poliziotto che indaga riesce sì a bloccare in extremis la diffusione dell’allucinante pandemia, ma assume a sua volta con l’inganno la fatale droga, restandone estasiato. Che sia il prologo di un seguito ? Forse Glenn Cooper ci sta pensando…
Consiglio ai colti frettolosi (che non vogliono sorbirsi l’intero romanzo) di limitarsi a leggere una diecina di pagine (256-267, ed. Nord del gruppo Mauri Spagnol): tre teologi ( un rabbino, un islamico ed un gesuita) analizzano l’azione della droga, disquisendo con dotte citazioni su Sant’Agostino, sulla Bibbia e sulle rivelazioni a Maometto. Bastano queste pagine per comprendere la cultura non superficiale di Cooper, e per chiedersi anche come mai non la indirizzi verso mete più cònsone alla sua preparazione scientifica.

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I romanzi di Glenn Cooper
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JadeKim Opinione inserita da JadeKim    13 Agosto, 2012
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Molto bello, ma non il migliore

Glenn Cooper è riuscito a sfruttare un punto che secondo me è fondamentale per chi si cimenta nella lettura di un libro: la riflessione.
Ciò che a un certo punto il lettore si chiede, leggendo questa storia, è... "Ma che farei io, se fossi al loro posto?"
Gli abitanti della Terra si trovano catapultati in un destino che non stavano cercando: hanno l'occasione di vivere delle esperienze premorte e di rivedere i parenti defunti, salutarli, parlare con loro... per un breve periodo di tempo.
Che succede se si decide di intraprendere questo viaggio? Chi accetterebbe di farlo, con tutti i rischi che comporta? E cosa succederebbe dopo? Queste esperienze premorte significano che Dio e l'aldilà esistono?
Sono tutte domande che chi è dentro il romanzo finisce per porsi, e ognuno ha delle reazioni diverse.
Non è il miglior lavoro di Glenn Cooper. Mi piaceva di più quando faceva quei "viaggi nel tempo" e andava a ripescare i personaggi storici qui e lì. Tuttavia, il libro mi è piaciuto moltissimo e ho apprezzato che l'autore abbia (volutamente, da come dichiara in un'intervista) riservato maggior spazio all'antagonista. Il lettore riesce a comprendere meglio la mente perversa e il pensiero contorto del personaggio che compie le azioni "cattive" in questo caso.
In conclusione, se volete cimentarvi nella lettura dei romanzi di Glenn Cooper, questo è da leggere, tuttavia sarebbe meglio iniziare dagli altri, quelli un po' meno recenti.

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spanish77 Opinione inserita da spanish77    16 Luglio, 2012
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Chi non vorrebbe rivedere i propri cari defunti?

Questo Cooper non me lo dovevi proprio combinare!!!! No, in effetti dopo quattro libri letti tutti d’un fiato , questa volta l’interesse da parte mia è stato minore o meglio è scemato velocemente . A parer mio la scelta di ambientare la storia all’interno di un unico flusso spazio-temporale – la trama si svolge perlopiù negli Stati Uniti ai giorni nostri – fa perdere gran parte del fascino a questo romanzo che di per sé non è poi così male. In effetti il nocciolo della storia è originale ed intenso come sempre . Guerra tra buoni (il detective Cyrus O’Malley) e cattivi (capitanati dallo scenziato-santone Alex Weller). Quest’ultimo , in seguito ad un trauma infantile dovuto alla morte del padre durante un incidente stradale, ha speso tutta la sua vita e la sua carriera alla ricerca di qualche metodo o qualche sostanza che permetta a lui per primo e poi a tutta l’umanità di riaprire quello “Stargate” che consenta agli umani di comunicare e magari riunirsi con i propri cari defunti. Tutto lecito, se non fosse che tale sostanza risiede nel liquido cerebrale di persone (meglio se giovani) che stanno per morire e deve essere prelevata pochi secondi prima della morte. Al cinico Weller si oppone la figura di un detective scaltro e risoluto che perderà sua figlia ( già malata ) nel corso della storia. Il tutto è condito da assalti polizieschi , trafficanti di droga, tradimenti e omicidi a bruciapelo, il tutto in perfetto stile Hollywood. Beh…. devo dire che nonostante la storia sia a tratti interessante e commovente, ho sinceramente sentito la mancanza di quei cenni storico-culturali fortemente evocativi che rendono le opere di Cooper di alto livello. Un buon lavoro , ma niente di più.

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Thriller
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Opinione inserita da Alex    03 Luglio, 2012

Un nuovo Glenn Cooper!

Un nuovo Glenn Cooper senza ombra di dubbio, non vi sono più salti temporali di secoli e millenni, questa volta si limita ad un piccolo preambolo e a differenze temporali che non vanno oltre l'ordine dei mesi, questo può alleggerire ulteriormente la lettera per coloro i quali preferiscono una fluida scorrevolezza e senza intoppi.
La trama è senz'altro geniale, uno stile sempre 'Cooperiano' ma questa volta davvero più fresco, non ci sono più quei pesanti riferimenti all'archeologia che spesso diventano ridondanti e troppo tecnici per i non esperti, ma la trama si ingroviglia questa volta sulla medicina, sulla scienza e qualcosa che va oltre la fede religiosa.
C'è vita oltre la morte? E come sarà dopo? Lo si può sperimentare scientificamente? La trama si trova tutta nelle tre domande, una trama originale e avvincente che rende questo libro un magnete particolare, sarà difficile stancarsi o annoiandosi nel leggerlo, credo sia il romanzo più intenso dopo 'La biblioteca dei morti', e il più lungo in assoluto nella bibliografia di Cooper.
Cosa può accadere al mondo se l'aldilà potesse diventare una meta comune attraverso le esperienze di pre morte e se la presenza di Dio si potesse dimostrare empiricamente? Come reagirebbe il genere umano? Vi basterà scoprirlo leggendo questo nuovo gioiello Cooperiano!

Buona lettura

Alex

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I romanzi di Glenn Cooper.
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Cavie
Ali di vetro
Le lupe
La violenza dei vinti
Appuntamento fatale