Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde

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cristiano75 Opinione inserita da cristiano75    13 Marzo, 2020
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Il bene e il male che è in ognuno di noi

Al pari di Frankenstein e di Dracula, questo immortale, gotico, sanguinario romanzo ha attraversato epoche e generazioni, ma ha sempre mantenuto un fascino oscuro sull'immaginario collettivo.
Questi tre romanzi, hanno un filo conduttore che li lega e per certi versi li rende similari: la lotta senza tempo tra bene e mane, la sete di potere e il desiderio di vendetta e morte che aleggia nel cuore delle persone (o dei mostri) quando vanno in lotta con i propri simili per appagare i propri desideri e bramosie.
E' un romanzo, abbastanza breve, che si legge quasi di un fiato, da cui sono state ricavate infinite opere teatrali, musicali, televisive e cinematografiche.
Chi tra di noi, almeno una volta nella vita, vedendo il comportamento di una persona non ha pensato di essere di fronte a un classico esempio di dr Jekyll e Mr Hyde.
Chi non si è meravigliato per il proprio modo di agire o di pensare, che magari un momento ci si sente in armonia con il mondo tutto e subito dopo si è in lotta con ogni essere vivente.

Il romanzo assume i toni del giallo e lascia con il fiato sospeso fino alla fine, portandoci in un'atmosfera da incubo, dove da un momento all'altro sembra che qualcosa di veramente brutto possa accadere.

Meravigliosa è la descrizione dei luoghi in cui si svolge l'azione, talmente dettagliata che ci si trova subito catapultati nell'atmosfera disturbante del racconto.
La cupa, tetra, orgiastica Londra del XIX secolo. I vicoletti bui della città, dove di notte sembra poter accadere qualsiasi nefandezza.
Sporca, spietata, austera, umida e impregnata da un odore di putridume e dissolutezza la grande città si determina al comportamento dei sui abitanti, li fa vivere nell'ansia, li avvolge in un'atmosfera di mistero e di oblio che portano i vari personaggi che si incontrano nel racconto, quasi alla soglia della follia e a quello sdoppiamento della personalità che è il sintomo sinistro che fa si che ci si possa aspettare qualunque comportamento da una persona.
Non esisterebbe il bene, se non vi fosse il male, come d'altronde non ci sarebbe salita se poi subito dopo non si incontrasse una discesa. Tutta la storia dell'uomo è un contrapporsi di situazioni e stati d'animo e come dice anche l'autore in una parte del romanzo:
"Se sono il primo dei peccatori, io sono anche il primo a soffrire".





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Beatricenevolo Opinione inserita da Beatricenevolo    05 Marzo, 2020
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LA CONTINUA LOTTA TRA BENE E MALE.

Ambientato nel 1866 nella Londra turbata dalla presenza di Jack lo squartatore ,l'opera rappresenta un intreccio tra un romanzo giallo e un horror,con vari colpi di scena che legano il lettore al ritmo incalzante dell'opera.
Nel testo Stevenson non si sofferma solo a raccontare gli eventi che accadono,ma va oltre. Analizza gli aspetti fisici,psichici e le abitudini dei suoi personaggi con molta abilità e leggerezza, ma ciò non vuol dire che che egli cada in errore o che le contraddizioni spesso presenti siano casuali ,in quanto tutto nel suo lavoro ha un senso ben definito.
Dopo la pubblicazione dell'opera e l'arrivo di Jack lo squartatore ,molti furono i parallelismi o per meglio dire le teorie che vennero portate a galla. Si pensava che in realtà il serial killer non fosse altro che un medico divenuto pazzo e questo poiché le ferite presenti sulle vittime indicavano come l'assassino conosceva bene l'anatomia umana. Un'altra teoria è quella che probabilmente a causa dell'opera fosse nato questo omicida seriale,tutte idee che alla fine si rivelarono illusorie e si allontanarono completamente dal tema e nucleo centrale dell'opera:il dissidio interiore causato dal dualismo dell'animo umano ,la lotta perenne tra il bene e il male ,che attanaglia l'uomo e non gli da scampo.
Il dottor Jekyll ne è l'esempio portante.Molti saranno i tentativi da lui portati avanti per superare ciò,ma che lo condurranno alla morte ,aggravata dal comprendere con immenso dolore come le persone a lui più vicine non capiranno la sua sofferenza e con il loro essere impiccioni la peggioreranno .
Stevenson con la sua opera ci spinge sempre più,molti secoli prima,a cercare di non soffermarci come il dottor Jekyll sul dualismo interiore,ma di concentrarci su altro,per evitare di perdere tutto ciò che la vita ci ha donato e noi conquistato .Inoltre dobbiamo essere in grado di leggere oltre ciò che è scritto e comprendere cosa effettivamente egli ci ha lasciato tra le mani.

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leogaro Opinione inserita da leogaro    25 Marzo, 2019
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Il lato oscuro di ognuno di noi

Il testo CONTIENE SPOILER …d’altro canto, la trama è talmente nota che sarebbe inutile tenerla segreta!

La storia, riconducibile al filone horror-fantastico, si svolge a Londra nel XIX secolo, nell’arco di 2-3 anni.
Durante una passeggiata in un quartiere borghese, Enfield racconta a suo cugino, l'avvocato Utterson, uno strano episodio avvenuto tempo addietro: una bambina che correva lungo la strada e si scontrò con un signore, tale Mr. Hyde, che la calpestò con disprezzo salvo poi offrire ai familiari un risarcimento tramite un assegno firmato dal rispettabile Dr. Henry Jekyll. Utterson rimane sbigottito: come amico di vecchia data e avvocato personale di Jekyll, egli ne custodisce anche il testamento in cui si sancisce che, in caso di sua morte o scomparsa, un fantomatico Mr. Hyde erediterà tutto!
Utterson va a chieder spiegazioni da Jekyll: in che rapporti è con questo Hyde? Il legale teme infatti che Hyde abbia irretito il mansueto Jekill, ma il domestico Poole conferma che Hyde ha libertà di entrare nel laboratorio di Jekyll tramite una porta sul retro e la servitù ha ordine di obbedirgli in tutto.
Un anno dopo viene barbaramente ucciso a bastonate Sir Danvers Carew; una cameriera, testimone oculare, descrive l’aspetto dell’assassino, in tutto coincidente con Mr. Hyde. L'avvocato va a parlare con Jekyll e lo trova col morale a pezzi: il dottore afferma di non voler più rivedere Hyde.
Jekyll riprende così a frequentare i suoi amici, in particolare Utterson e Lanyon ma solo per un breve periodo, poi ritorna più solitario che mai. Utterson, preoccupato, si insospettisce ancora di più, mentre Jekyll si fa negare alla porta. Alcuni giorni dopo Lanyon muore, lasciando a Utterson una lettera da aprirsi solo dopo la morte o la scomparsa di Jekyll.

(---inizio spoiler---) Pochi giorni dopo, Utterson riceve una visita dal domestico Poole, che gli racconta come, da tempo, la porta del laboratorio sia chiusa a chiave e qualcuno, dall’interno, chieda continuamente un certo farmaco, lamentandosi ogni volta perché ciò che gli veniva portato non faceva effetto. I due vanno insieme al laboratorio. Utterson è ormai convinto che Jekyll sia stato ucciso da Hyde, barricatosi lì dentro: i due sfondano la porta e trovano il cadavere di Hyde, suicidatosi. Sul tavolo, l’avvocato trova una lunga lettera di Jekyll. Utterson inizia così a leggere i memoriali dei defunti Lanyon e Jekyll.
La lettera di Lanyon racconta di una sera in cui il Dr. Jekyll gli chiese di recuperare una polvere salina dal suo laboratorio, per consegnarla poi a un misterioso uomo. Lanyon fece quanto richiesto e, la sera, a casa sua si presentò Mr. Hyde per prendere in consegna l'ingrediente desiderato. “In questa stanza, in questo stesso attimo…la vostra vita sarà abbagliata da un prodigio tale da scuotere l'incredulità di Satana “, dirà Hyde. Preparatasi una pozione, la bevve trasformandosi all’istante in Jekyll davanti all’incredulo Lanyon! Sconvolto, Lanyon si ammalò e redisse la lettera per Utterson, per informarlo dell’orribile scoperta che tanto l’aveva sconvolto e che, in breve, l’avrebbe portato alla tomba.
Infine, Utterson legge la lettera di Jekyll. Egli, dopo anni di studi sulla psiche, era giunto a preparare una pozione che permetteva di trasformarsi nella propria parte malvagia, libera di sfogare gli istinti repressi. Jekyll teneva Hyde sotto controllo, potendosi ritrasformarsi bevendo nuovamente. Per mesi, Hyde imperversò per Londra commettendo piccoli crimini ma, una volta ucciso Carew, Jekyll giurò a se stesso di non trasformarsi più. Poco dopo, però, cedette nuovamente al suo malvagio alter ego mentre per la metamorfosi erano necessarie dosi sempre più forti, con un ingrediente salino divenuto introvabile. Rimasto suo malgrado sotto le sembianze di Hyde, ormai un omicida ricercato ovunque, Jekyll incaricò Lanyon di recuperare i sali della pozione dal suo laboratorio, svelandosi poi all’amico e decretandone, suo malgrado, la malattia e la prossima morte. Esaurita ormai la reversibilità del processo, Jekyll ha un’unica possibilità di sopprimere Hyde: suicidarsi nel suo laboratorio, dopo aver scritto queste parole: “Morirà Hyde sulla forca? O troverà all'ultimo momento il coraggio di uccidersi? Lo sa Dio: a me è indifferente. Questa è la vera ora della mia morte, e quel che seguirà riguarda un altro, non me. Ecco dunque: nell'atto stesso di deporre la penna e di imprimere il sigillo alla mia confessione, metto fine alla vita dell’infelice Henry Jekyll.” (---fine spoiler---)

Libro avvincente, scritto a fine Ottocento ma che conserva un fascino ancora attuale e, per certi versi, inspiegabile. La forza dei personaggi è tale che sono da tempo entrati nell’immaginario collettivo e nei modi di dire, hanno dato ispirazione per rappresentazioni teatrali, cinematografiche, letterarie. Insomma, Jekill e Hyde fanno parte di noi, della cultura del mondo. E tale pilastro della letteratura va letto, almeno una volta: bastano poche pagine per accorgersi che conserva ancora uno stile fresco, coinvolgente. Stevenson indaga nelle pieghe dell’animo umano, mettendo in luce quel lato oscuro che, comunque la pensiamo, non finisce mai di affascinarci, in un sottile magnetico gioco di attrazione e repulsione.

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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    05 Novembre, 2016
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L'eterno e silenzioso dualismo dell'anima

Che l'uomo sia un essere strambo, carico di sfaccettature che il più delle volte risultano oscure anche a sé stesso, è un fatto risaputo.
Robert Louis Stevenson, con questa sua opera che é senz'altro una di quelle più celebri, mette in risalto la dualità dell'essere umano nel suo contesto più delicato, quello che vede contrapporsi bene e male.
Non mi stancherò mai di dirlo, un'opera, un personaggio, una vicenda, non passano alla storia per puro caso, ed è stato così anche per il curioso dottor Jekyll e per la sua controparte. E dire che questa storia è stata scritta in fretta e furia, per un bisogno impellente dell'autore di ricevere denaro, venduta al modico prezzo di uno scellino.
Ma non è così che sono nati tanti capolavori?

Quello che ci attraversa la mente ogni giorno non è certo un esempio di coerenza. Una moltitudine di pensieri, spesso contrastanti, affollano ogni giorno il nostro cervello. Eppure siamo abituati a considerare noi stessi come un individuo unico. Da cosa scaturisce, allora, una così consistente varietà di pensieri?
È questo, bene o male, l'interrogativo che tormenta il dottor Henry Jekyll, domanda alla quale il medico non sa che dare una risposta: un singolo uomo racchiude in sé due personalità agli antipodi, e ciò che il mondo può osservare all'esterno non è che la mescolanza di queste ultime. Isolare l'una dall'altra e l'obiettivo che il dottore si pone, ma il dilemma sta nella scelta: meglio il bene o il male assoluto? La scelta non è così facile come può sembrare e non è detto nemmeno che possa esserci. Il dottor Jekyll infatti, una scelta non l'ha avuta, e il risultato è stato il disgustoso signor Hyde, la parte peggiore di sé, che si è gradualmente impossessata del palcoscenico della sua vita, con conseguenze disastrose.
Un'opera piacevolissima da leggere, ricca di tensione e che lascia spunti per riflettere sull'argomento che da sempre ci affligge è sempre lo farà: noi stessi.

"[...] per singolari che fossero le circostanze, i termini del dilemma erano dunque banali e antichi quanto l'uomo: ogni tremante peccatore, nell'ora della tentazione, si trova di fronte alle stesse lusinghe come alle stesse paure, e sono poi sempre queste a gettare i dadi per lui. Ciò che del resto m'accadde, come quasi sempre accade, fu di scegliere la strada migliore, ma senza poi avere la forza di restarvi."

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    26 Novembre, 2015
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Io, non io, eppure ancora io.

Considerata l’opera di maggior rilievo di Robert Louis Stevenson e pubblicata per la prima volta nel 1886, “Lo strano caso del Dottor Jekill e del Signor Hyde” è l’esempio letterario perfetto del dualismo tra bene e male, è la dicotomia per definizione di due entità distinte ma indissolubili talmente agli antipodi da non risultare plausibile la loro contemporanea esistenza, forti di escludersi e riattrarsi l’un l’altra.
Come noto le vicende sono ambientate nella Londra del XIX secolo e vedono quali protagonisti il Dottor Henry Jekill e la tetra e repellente figura di Edward Hyde; personalità tra loro intrinsecamente legate da un rapporto ben poco chiaro a sua volta accompagnato dal susseguirsi di una serie di atti violenti culminanti nell’omicidio dell’avvocato Utterson.
Fin qui la storia, bene o male, è conosciuta da tutti, in parte perché fortemente utilizzata come testo di studio nel percorso scolastico, in parte grazie ai vari adattamenti che negli anni si sono susseguiti. Qual è dunque la peculiarità dello scritto?
Sicuramente l’elemento caratterizzante dell’elaborato è dato dal connubio sussistente tra tematiche trattate e erudizione linguistica. La stessa ambientazione muta e si evolve con lo svilupparsi dello stato delle cose.
Si pensi alle prime pagine dove quella che ci viene descritta è una Londra fumosa inquadrata semplicemente facendo riferimento a vie e quartieri tanto che il lettore potrebbe tranquillamente scambiarla per qualsiasi altra città nord-europea, o ancora ai rapporti tra i personaggi che non sono mai delineati se non nel finale con la missiva utilizzata dal signor Jekyll per chiarire il mistero.
A questo si aggiunge il binomio bene-male, entità distinte ed indistinte al tempo stesso poiché racchiuse nella medesima personalità. L’essere umano ha infatti bisogno di mostrare le proprie virtù, di conformarsi a quello che è lo stereotipo apprezzato e dettato dalla società anche se di fatto resta affascinato da quella parte oscura insita al suo interno, quell’ombra dove pensieri malvagi, violenti, meschini, gli offrono un’alternativa al perbenismo. E tra le due, quale vita scegliere? E’ preferibile un’esistenza improntata ai valori della collettività o quella più abietta della crudeltà, dell’egoismo? O sarebbe, forse, ancora meglio imparare a conoscersi e ad accettare anche le parti più oscure della nostra indole, quelle che spesso temiamo tanto da rifiutarne persino la presenza?
Tra tutti il personaggio più coerente è Hyde che consapevole del proprio essere non è disposto a scendere a compromessi e a conformarsi con gli altri, a suo dire, finti.
Lettura piacevole, capace di suscitare riflessioni nel lettore e da non sottovalutare vista la notorietà. Ne consiglio la versione in lingua originale, ottima per approfondire la conoscenza linguistica ma anche per apprezzarne ulteriormente le qualità.

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Vita93 Opinione inserita da Vita93    11 Ottobre, 2015
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Hide and seek

La dicotomia, per definizione, è la scissione di un’entità in due parti che possono non manifestarsi contemporaneamente e che sono in grado di soddisfare il criterio dell’esaustività, non lasciando in tal caso spazio ad un terzo elemento.
Un esempio tradizionale è quello del dualismo tra bene e male, che trova la sua manifestazione letteraria più celebre in un’opera del 1886 dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson, “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”.

Nella Londra vittoriana del XIX secolo viene narrata la misteriosa vicenda che vede protagonisti Henry Jekyll, stimato medico e scienziato, e la sfuggente figura di Edward Hyde, antagonista tetro, primordiale, repellente, in rapporti poco chiari con il dottore e su cui ricadono i sospetti di una serie di atti violenti, culminati in un omicidio su cui indaga l’avvocato Utterson.

È un testo conosciuto da tutti, entrato nel linguaggio comune, ma che spesso viene banalizzato. Eppure siamo di fronte ad una storia che, per spessore linguistico e profondità delle tematiche trattate, offre nuovi spunti di riflessione ad ogni rilettura.
All’inizio tutto risulta sfuggente, dall’ambientazione di una Londra buia e fumosa ai rapporti tra i protagonisti. E questa tensione palpabile durerà fino alla fine del romanzo, con la soluzione del mistero.

Il bene e il male, simboli delle personalità contrapposte di Jekyll e Hyde, sono due entità distinte ma racchiuse in uno stesso involucro, nella medesima persona, bisognosa di mostrare virtù socialmente e convenzionalmente lodevoli ma altrettanto affascinata da azioni e pensieri malvagi, persino violenti.
Stevenson, anticipando alcuni temi che saranno propri anche di Oscar Wilde, è attratto dall’ambiguità dell’animo umano e lascia numerosi interrogativi.
Si può condurre un’esistenza votata al perbenismo (elemento ricorrente nelle descrizioni della società vittoriana) e alle buone, per quanto spesso finte, maniere, senza dare sfogo a piaceri, lussurie e desideri segreti di altro tipo? Dov’è il confine? Non sarebbe meglio imparare a conoscerci il più velocemente possibile per quello che siamo, per far coesistere pacificamente vizi e virtù, in modo da non avere rimorsi come quelli che spingono Jekyll a voler scoprire l’altra faccia, quella sopita, che ha sempre rinnegato?
E come agiremmo se scoprissimo di poter compiere qualunque tipo di misfatto con la certezza di restare al di sopra di ogni sospetto?
Che è esattamente quello che fa il dottor Jekyll. È curioso il fatto che l’unico personaggio veramente coerente con se stesso sia Hyde, l’antagonista, che proprio perché sa chi è, si cura soltanto delle proprie necessità e non del pensiero altrui.
Al contrario di Utterson, la cui tanto decantata onestà è smascherata dai propri comportamenti, e che offre al lettore una versione piena di filtri e sovrastrutture. Contraddizioni e mezze verità alle quali porrà rimedio la verità finale di Jekyll.

Concludo con una riflessione finale sullo specchio. Potrebbe sembrare un elemento banale, accessorio. Ma è l’emblema principale dell’intera storia. Strumento con il quale possiamo tanto riconoscerci quanto ingannarci.

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Fabricius Opinione inserita da Fabricius    09 Mag, 2015
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Le due facce dell'animo umano

"Quello non somigliava a un uomo; era una creatura infernale".
La nebbia avvolge le vie di Londra in una scura mattina d’inverno. L’assoluto silenzio rende tutto più inquietante. È in questa atmosfera tetra che si svolge la prima apparizione di un uomo dall’aspetto alquanto strano e sgradevole, che provoca repulsione a prima vista. È un uomo che in breve tempo diventa protagonista di fatti orribili, un uomo che si macchia di un omicidio insensato. È un uomo che provoca in molti una strano brivido gelido, Edward Hyde.
Hyde è un uomo che, all’apparenza, sembra non avere nulla a che fare con un uomo di cultura, un uomo rispettabile e stimato per la sua intelligenza e per la sua gentilezza come il dottor Jekyll. Eppure Jekyll e Hyde sembrano avere molto in comune, sembrano avere un legame molto forte, che non tarda a far nascere sospetti all’avvocato Utterson, amico e legale del dottor Jekyll. Inizia perciò la sua indagine, che lo porterà a venire a conoscenza di una strana, quasi paradossale ai nostri occhi, verità: Jekyll e Hyde non sono altro che le due facce della stessa persona. Due aspetti della stessa persona nati da un’ambizione e un gesto, che probabilmente considereremmo ipocrita, ovvero quello di poter dare libero sfogo a tutte le nostre tentazioni e a tutti i pensieri malvagi, insiti nel nostro animo, senza veder macchiata la nostra immagine.
Quella di Jekyll e Hyde è sicuramente una storia affascinante e coinvolgente, con cui Stevenson vuole analizzare l’animo umano, soffermandosi specialmente su un aspetto particolare. Stevenson vuole farci comprendere come in noi esseri umani coesistano, in maniera spesso incongrua, due entità distinte: il bene e il male. Questa dualità, così come vuole dirci l’autore, è talmente radicata nella natura di ciascun uomo che le due entità sono inscindibili. Jekyll, infatti, non rappresenta affatto solo la parte benevola, ma la normale coesistenza delle due entità in un uomo, a differenza di Hyde, che, invece, rappresenta il puro male. Quindi Stevenson ci comunica come sia impossibile discernere il bene dal male, cosa che capirà anche il dottor Jekyll, ma a sue spese. Quando comincia a riflettere sul fatto che si sia avviato verso una strada senza possibilità di ritorno, è troppo tardi e Hyde, il male puro, si libera dalla “prigione” che lo incatenava negli antri dell’animo umano e prende definitivamente il sopravvento, ponendo fine alla vita di Jekyll.
Stevenson mette in evidenza questa dualità attraverso la metamorfosi, tematica particolarmente diffusa nella letteratura di tutti i tempi. Quella di Jekyll in Hyde è principalmente una metamorfosi fisica, ma riguarda soprattutto l’aspetto psicologico del personaggio. La trasformazione fisica potrebbe infatti essere considerata benissimo un semplice riflesso della metamorfosi psicologica e morale del personaggio. È una metamorfosi causata da Jekyll stesso e resa da lui evidente attraverso una miscela di elementi, quasi “magica”, che ben presto però si trasforma in una “droga”. È una metamorfosi che spesso avviene anche in molte persone che, all’apparenza, sembrano rispettabili e stimabili come Jekyll, ma che nascondo al loro interno un Hyde desideroso di manifestarsi. È una metamorfosi, a mio parere, metafora della diffusissima ipocrisia umana.

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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    09 Luglio, 2014
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ACRONIMO – Due in uno

La natura umana
O la personalità

Si può sdoppiare, anche fisicamente? Stevenson
Trasforma le due componenti in
Ritratti
Antropici che si
Negano e si
Oppongono.

Così le metamorfosi si
Alternano
Sotto l’effetto di un intruglio che
Opera nel corpo del suo inventore, così

Dottor Jekyll
E Mr Hyde
Lottano in una

Dialettica non soltanto psichica, ma corporea e
Reale.

Jekyll
E’ benigno e pacato, Hyde è un mostro, potrebbe assomigliare al
Kappa della mitologia giapponese o allo
Yeti,
Le descrizioni non
Lasciano capire

Esattamente quale sia l’aspetto… Il

Dualismo poi diventa
Ingovernabile

Mentre l'avvocato Utterson e il cugino Enfield
Ricercano la verità anche presso il dottor

Hastie Lanyon e in un manoscritto:
Yes, “l’uomo non è certamente uno, ma veracemente
Due”. Questa è la verità del dottor Henry Jekyll.
E la nostra?

Bruno Elpis

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Le altre tappe del percorso "Metamorfosi letterarie"
1) Le metamorfosi di Apuleio
2) Le metamorfosi di Ovidio
3) Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde di R.L. Stevenson
4) La metamorfosi di F. Kafka
5) Il rinoceronte di E. Ionesco
6) Pinocchio di Collodi
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FrankMoles Opinione inserita da FrankMoles    03 Luglio, 2014
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La scoperta dell'oscuro

Il fascino di questo libro è senza dubbio, a mio parere, la base psicologica. E' curioso notare che Stevenson sembri giocare d'anticipo sugli studi di SIgmund Freud, che di lì a poco avrebbe fondato la psicanalisi e lo sdoppiamento della personalità, centrale in quest'opera.
Il protagonista è infatti un dottore di buona reputazione che ha sentito la necessità di svincolarsi dai desideri che irrompevano nel suo animo e lo tentavano; pertanto li ha proiettati in un secondo essere, descritto terribilmente, quasi con sembianze animali, a sottolineare l'assenza in lui della ragione, annientata dagli istinti repressi. Attraverso le sensazioni dei vari personaggi che incontrano Hyde, si ha il sentore di compiere un viaggio tra i desideri, filtrati dal loro sguardo esterno ma anche da quello interno del dottor Jekyll. Ciò che quest'ultimo scoprirà è che non sempre si possono tenere a bada i propri istinti, per quanto socialmente e moralmente talvolta auspicabile. "Il miglior modo per liberarsi di una tentazione è cedervi", diceva il contemporaneo Oscar Wilde. E' vero, perchè ciò che trattieni ti corrode dentro e prima o poi esploderà. Per questo bisogna conoscere anche il proprio lato oscuro. Conoscerlo per dominarlo, ma soprattutto per conviverci, nel rispetto della società, della morale comune, ma soprattutto di sè stessi. E se non si impara a far ciò e ci si "dimentica" di una parte di sè? Leggete il libro e vedete cosa succede al dottor Jekyll!

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LunaCalante Opinione inserita da LunaCalante    14 Marzo, 2014
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Un racconto fenomenale

Vagavo piuttosto annoiata nello stand dell'immensa libreria quando incappai in un libro da 0,99 centesimi intitolato: LO STRANO CASO DEL DOTTOR JEKYLL E DEL SIGNOR HYDE.


Lessi la trama e piuttosto scettica lo acquistai lo stesso.

Invece mi stupì. Ti avvinghia già dalle prime parole gettate nella carta, con lo stesso effetto ipnotico del pifferaio magico.
E' sconcertante perché non capisci immediatamente la situazione, non è scontato né prevedibile, originale.
Colpi di scena veramente belli, nessuna banalità, nessun protagonista gonfiato ad arte.
Tutto è pervaso da un senso crescente di ansia, panico, dubbi, curiosità, stupore.

In questo libro scorre vera adrenalina, scritto in modo lucido e deciso.
Credo non serva prolungare la recensione, è un libro bello fatto. Né credo sia utile svelare oltre la trama.

Leggetelo e vi stupirà. Assicurato.






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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    18 Gennaio, 2014
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Good morning Dr. Jekyll, good morning Mr. Hyde

Un denso strato di nuvole scure satura i vicoli di Londra. 
In eterna antitesi come saranno il bene ed il male, cosi' e ' anche la scenografia : dalle vie piu' eleganti con vetrine scintillanti colme di ninnoli, a stradine maleodoranti di gyn scadente e rifiuti.
Il buono ed il cattivo, Dr. Jekyll e Mr. Hyde. 
Non basta, ci vuole un intruglio di sali e pozioni per compiere la mutazione, alchimia che da acceleratore diviene freno. Una miscela per concretizzare il lato oscuro quando esso e' piu' debole, un intruglio per drenarlo quando il suo incedere prevarica sull'emisfero benevolo di Jekyll.

Il romanzo di Stevenson e'il tipico esempio di libro a diffusione assoluta, nel senso che chiunque non l'abbia mai letto ritiene, piu' o meno inconsapevolmente , di averlo letto. Effettivamente non e' nessario sfogliarlo per conoscere l'intramontabile storia di questi due cupi personaggi. 
Ebbene il lato negativo di tanta onniscenza sta nel fatto che quando ti decidi veramente - finalmente - ad affrontarlo sai troppo e ti rendi conto che la saccenza non e ' immune da controindicazioni: che bello sarebbe stato essere all'oscuro di ogni dettaglio! 
Cio' non toglie che sia una piacevole e rapida incursione in un classico di valore, sia per la gradevole trama e per l'eleganza della penna e delle ambientazioni, che per lo spunto di riflessione offerto dall'autore.
Scontato constatare al di là di ogni trasposizione cinematografica e leggenda popolare, che la letteratura  sa andare oltre il tangibile, mostrandoci un Mr. Hyde inedito. Non il mostro deforme insito nelle nostre menti di non lettori , ma un'entita' inquietante che incute timore senza cadere in tratti banali . Ma per questo c'e'  il romanzo di Stevenson, e per conoscerlo bisogna leggerlo.

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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    07 Gennaio, 2014
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Due in uno

Pubblicato nel 1886 questo romanzo può essere definito uno dei più grandi classici della letteratura fantastica. Però, pur se questo è vero, sono dell’opinione che esuli dalla pura invenzione letteraria, ma finisca con il costituire un’analisi profonda della psiche umana. Non si dimentichi inoltre che all’epoca dell’uscita dell’opera Sigmund Freud, pur già laureato, non aveva ancora dato alle stampe il suo primo trattato, L’interpretazione dei sogni, che giustamente lo rese famoso. Studi sul comportamento dell’uomo erano già stati tuttavia avviati dal medico tedesco Franz Mesmer circa un secolo prima.
Ora non è che Stevenson avesse intuito e studi per poter dissertare in proposito, ma è indubbio che la sua analisi dell’animo umano, così ben espressa nel romanzo, costituisca di per sé un elemento rivoluzionario, anche se non ancora (all’epoca) suffragato da prove scientifiche.
In ogni uomo esiste una duplice natura, o se vogliamo anche due aspetti, uno concernente il bene e l’altro il male. Non è un caso se nella Bibbia vi è l’episodio di Caino che sopprime il fratello Abele, due soggetti certamente diversi, ma che essendo consanguinei rivelano queste duplici identità. Del resto la storia è tutta una serie di testimonianze di esseri miti e di altri violenti, nonché di esseri miti che si trasformano in esseri violenti. La guerra è spesso il catalizzatore che porta ogni essere umano a svelarsi, così nel bene come nel male.
Nel caso del romanzo in questione il rispettabile Dr Jekyll si trasforma nel brutale Mr Hyde s seguito di una ricerca, all’invenzione di una sostanza che, allentando i freni inibitori, mostra il peggio, trasformando un essere umano in un essere bestiale. Ecco, quella sostanza è il catalizzatore, in grado di impedire alla ragione di contrastare il male che c’è in ognuno di noi.
L’aver posto in evidenza questa duplice natura, per quanto arricchendola della creatività propria di un grande scrittore, è senz’altro il merito maggiore di questo romanzo, talmente ben congegnato e strutturato da stupire ancor oggi.
Il racconto a tutti gli effetti si può considerare una parabola del male e vuole indicarci che come non esiste un uomo assolutamente buono, non ne esiste uno assolutamente cattivo. Sotto la nostra pelle esistono due distinte personalità, di cui una spesso soffocata dall’ambiente in cui si vive, ma poi basta poco, è sufficiente che un qualche cosa si inserisca nella vita perché quella latente venga allo scoperto.
Bello, anzi un capolavoro, Lo strano caso del Jekyll e del signor Hyde è uno di quei romanzi che si leggono con piacere, ma che lasciano l’amaro in bocca, perché la verità che ci riguarda, o almeno questa verità, ci fa comprendere quanto ancora sia lungo e forse infinito il cammino della nostra evoluzione.

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lucrezia_ Opinione inserita da lucrezia_    06 Gennaio, 2014
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Lo strano caso di un libro fantastico

IL TESTO CONTIENE SPOILER

L' avvocato Utterson indaga su alcuni strani avvenimenti che sembrano legare l'amico, il Dottor Jekyll, stimato scienziato, con un assassino, il Signor Hyde, che vaga per Londra commettendo omicidi e seminando terrore. Utterson scopre, grazie ad una sua confessione, che Jekyll ha inventato una pozione per duplicare la sua personalità e che, dunque, Hyde è l'incarnazione malvagia dell'amico. Il bisogno di compiere atti malvagi induce Jekyll a bere sempre più frequentemente la pozione, fino a quando perde il controllo di Hyde. Si trasforma in Hyde non più grazie all'uso della pozione, ma spontaneamente, mettendo Jekyll in grave pericolo. La pozione però finisce e Hyde ha bisogno di ritornare in Jekyll. La farmacia in cui aveva acquistato le sostanze chimiche per la realizzazione della pozione, non le possedeva più. Hyde perde totalmente il controllo e, proprio mentre Utterson fa irruzione nel laboratorio di Jekyll, lo ritrova morto suicida.

Tralasciando il fatto che Stevenson ha utilizzato una tecnica narrativa semplice ma esaustiva, il libro è scritto molto bene. Se non altro questo libro è ritenuto il maggior successo dello scrittore. Il libro è scritto in terza persona, salvo per l'ultimo capitolo ("La confessione di Henry Jekyll") in cui il narrattore è il Dottor Jekyll che parla in prima persona. Grazie a delle metafore semplici da comprendere, Stevenson ha spiegato perfettamente i lati dell' uomo: quelli positivi e quelli bui. Devo solo dire che le descrizioni nei particolari mancano e, purtroppo, solo le descrizioni riescono a farsi immaginare meglio un personaggio, un ambiente, un oggetto. Nel libro non ho trovato nessuna descrizione ma ritengo che con una storia del genere siano abbastanza superflue. In ogni modo, ovviamente, leggete questo libro poichè, una volta finito, vi farà molto riflettere sull'essere umano.

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Davi1990 Opinione inserita da Davi1990    29 Ottobre, 2013
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Lo strano caso... del doppio!

Sempre grazie alla Newton Compton ho potuto leggere un classico assai conosciuto e considerato come uno dei più grandi romanzi del fantastico a soli 0.99 centesimi. Dunque ne ho approfittato e l'ho acquistato, ma solo negli ultimi giorni ho affrontato la lettura e, oggi stesso, l'ho concluso.

Avete mai immaginato cosa potrebbe accadere se la vostra parte malvagia prenda il sopravvento manifestandosi nel vostro stesso corpo dando sfogo a tutti i vostri più oscuri e proibiti desideri? Vi abbandonerete ad essa oppure cercherete di ripudiarla esiliandola in qualche angolo buio della vostra anima? O peggio: vi piacerà e proverete attrazione da questa vostra parte cosi malvagia e raccapricciante tanto da goderne? Chissà...

La storia, di non lunghissima durata, si fa leggere molto piacevolmente riuscendo ad interessare il lettore alla vicenda, vicenda quasi simile ad un giallo grazie alla sua suspance e che, come viene detto da altri, "sottopone il lettore al manifestarsi degli istinti, pulsioni, manie e comportamenti spregiudicati di mister Hyde".
Lo stile utilizzato dall'autore sa quindi intrigare alla lettura senza alcuna difficoltà apparendo fluido e non noioso. In certi tratti, l'autore sa trasmettere inquietudine e generare delle descrizioni che hanno saputo veramente farmi immaginare alcune situazioni in maniera limpida e precisa - come ad es. la "trasformazione" in Mr.Hyde - quasi da farmele vedere davanti agli occhi proprio come in un film.
Quello che comunque spicca - e che rende questo racconto di elevata caratura - è certamente il contenuto che appare in tutta la sua potenza nella tematica famosissima e centrale del doppio inteso non tanto a livello fisico, ma interiore: un doppio della propria morale, un doppio della propria anima.
Credo qui ci sia un fibra di genio da parte di questo famoso autore, il quale ha saputo portare in evidenza le debolezze dell'essere umano ed il suo desiderio di voler compiere del male - provando gioia e insensibilità alle sofferenze altrui causate - creandone un orribile personificazione tangibile, viva e concreta quanto il nostro stesso IO. Qualcosa di veramente fantastico che merita obbiettivamente il massimo dei punti.

Beh, che dire per concludere? Il libro è breve, si legge abbastanza velocemente e con piacere e provando qualche brivido.
Chissà se dentro di voi qualcosa si sentirà attratto da Mr.Hyde e vi ballerà dentro cosi scoprendo un'entità famelica di cui s'ignora l'oscura esistenza che da sempre attende il giorno della liberazione. Un Mr.Hyde, quasi sicuramente, è dentro ad ognuno di noi. Solo è ricoperto da una maschera corporea e razionale.




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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    10 Ottobre, 2013
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Il labile confine tra il bene e il male

Henry Jekyll è un noto e stimato dottore londinese, da sempre virtuoso esempio di rispettabilità e buona educazione, apprezzato per la sua intelligenza e la sua cultura. Edward Hyde invece è un reietto, un essere ripugnante e viscido, senza inibizioni né scrupoli che ha nell’aspetto, oltre che nei modi, qualcosa di inquietante. Apparentemente i due non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro, sono lontani anni luce sotto ogni aspetto. Eppure tra loro c’è un legame fortissimo, quasi morboso, un vincolo tanto indissolubile quanto inspiegabile che porta addirittura l’integerrimo medico a fare testamento in favore di Hyde. Ma l’avvocato Utterson, legale nonché grande amico del dottor Jekyll, vuole vederci chiaro dietro questa torbida storia e comincia un’indagine che lo porterà a conoscere una mostruosa e sconcertante verità: Jekyll e Hyde sono i due volti della stessa persona, uno rappresenta la parte buona, l’altro quella cattiva. Stevenson ci guida nei recessi più oscuri della mente umana giocando sul labile confine che separa il bene dal male. Un confine tratteggiato attraverso due personaggi antitetici e che per questo a prima vista può apparire netto, ma che in realtà non è così facile da stabilire: se è vero infatti che il viscido Hyde rappresenta solo e soltanto la parte cattiva dell’animo umano, il male puro, non si può invece dire che Jekyll sia soltanto la caratterizzazione del bene, anzi per sua stessa ammissione in lui virtù e vizi convivono da sempre e se i secondi hanno finora dovuto soccombere è solo per questioni di facciata. Hyde nasce proprio per dare al dottore la possibilità di sfogare i suoi più bassi istinti senza intaccare il suo buon nome agli occhi di concittadini ed estimatori, per realizzare i più perversi desideri addossando la colpa al suo alter ego e sentendosi con la coscienza a posto. Un comportamento palesemente ipocrita, attraverso il quale Stevenson bacchetta un perbenismo inglese di fine ottocento tutto intento a salvaguardare le apparenze. Ma di ipocriti dottor Jekyll che celano squallidi mister Hyde è piena anche la nostra società contemporanea: basti pensare a chi si erge a difensore dei valori cristiani per poi promuovere vere e proprie cacce all’immigrato, o a chi marcia in prima fila ai family day per poi lasciare a casa moglie e figli andando a spassarsela con avvenenti escort non sempre maggiorenni.

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"Il visconte dimezzato" di Italo Calvino
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Cammisa Opinione inserita da Cammisa    17 Settembre, 2013
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testamento di Stevenson?

Stevenson è uno degli autori più conosciuti e affermatosi nella seconda metà dell’800 grazie non soltanto a quello che viene definito il suo capolavoro, ovvero “L’isola del tesoro” , ma anche , e forse soprattutto, grazie a questo romanzo che presenta la dualità dell’animo umano, la scissione tra istinto e ragione, tra bene e male, tra esistenze decorose e impudiche verità, anticipando così anche le future teorie del filosofo Freud, riguardo la personalità e i processi consci - inconsci, e dello scrittore italiano Pirandello per il quale ognuno di noi non è “uno soltanto ma centomila”. La trama non è di fatto la cosa più importante del romanzo e infatti pochi sono gli avvenimenti che si susseguono nel corso della storia, appaiono addirittura marginali inizialmente per poi ritrovare una connessione completa soltanto con l’ultimo capitolo che credo essere il più esplicativo dell’intera opera dal momento che consta di una lettera, scritta dal dottor Jekyll durante un momento di lucidità, nella quale rivela la ragione dei suoi esperimenti e l’insegnamento che ne ha tratto. Il dottor Jekyll è un uomo che da sempre ha cercato di reprimere i desideri più bassi, le spinte dell’animo umano che lo facevano protendere verso il piacere e la parte animalesca che esiste in ognuno di noi, appare come un uomo retto, onesto, dagli elevati principi morali, cittadino esemplare e chirurgo capace e di gran fama..

“In realtà il peggiore dei miei difetti era un temperamento irrequieto e allegro, che per molti uomini ha significato la felicità, ma che io trovavo difficilmente conciliabile col mio imperioso desiderio di andare a testa alta e di tenere in pubblico un contegno più grave del comune.”

Orgoglio,onore, decoro, lo obbligano a rivelare solo la facciata dando di sé un’immagine vera solo in parte, quell’immagine che proprio l’età vittoriana predicava costantemente e alla quale tutti cercavano di abituarsi ma in realtà nessuno riusciva a reprimere l’altra parte, la faccia oscura dell’animo umano.. C’erano padri di famiglia che di notte scorazzavano nei bordelli, commercianti ben amati impegnati in contrabbando e traffici illegali, figure religiose che si svestivano della loro funzione per fare ben altro: corruzione, ipocrisia, falsità di quell’epoca furono ampiamente attaccate dai diversi autori del periodo, tra cui lo stesso Stevenson. Il dottor Jekyll allora inizia a riflettere sulla scissione di bene e male che coesistono nell’uomo e prova una serie di esperimenti che possano portarlo a separare nettamente, mentalmente e fisicamente, le due parti.

“Era quindi più l’ esigente natura delle mie aspirazioni che non una particolare degradazione a farmi come ero e a separare in me, con una frattura assai più profonda che nella maggior parte degli uomini, le regioni del bene e del male che dividono e insieme compongono la duplice natura dell’uomo”



Crea così Mr. Hyde, il suo doppio, la sua parte malvagia, cruda, cruenta, volgare, incline soltanto ai piaceri e alla cattiveria, un mostro che finalmente prende forma e si sente libero, può fare qualunque cosa, non esiste morale nella sua mente ma soltanto un attaccamento profondo alla vita e soprattutto a se stesso. Finalmente libero dal suo corpo e dalla sua identità, Hyde può finalmente divertirsi giungendo al degrado più totale tra scorribande, omicidi, violenze e stragi. Eppure quando il dottor Jekyll ritorna in sé, ecco nascere un profondo senso si vergogna e colpa per quello che è il suo alterego, il suo doppio, anche se in realtà, mentre Hyde rappresenta il puro e solo male dell’uomo, il dottor Jekyll non simboleggia affatto il bene, Hyde continua a coesistere dentro di lui, tanto è vero che più volte si sottopone alla metamorfosi, essendo inoltre consapevole di non poter più fare a meno di Hyde per sentirsi libero e non essere sopraffatto dall’impossibilità di raggiungere i piaceri e seguire i suoi istinti.

“Eppure quando guardai quell’orrendo idolo nello specchio, non ebbi alcun moto di ripugnanza, ma piuttosto un fremito di soddisfazione, Quello ero pur sempre io. Sembrava naturale e umano”

Ma alla fine il dottor Jekyll che aveva voluto superare i limiti umani, che aveva voluto farsi dio per scindere le due realtà dell’uomo, sarà costretto a subire la vendetta della natura e lascerà a Hyde il compito di farla finita non potendo più sopportare il peso troppo grande , sia per l'anima che per il corpo. Stevenson ci rivela quindi , con questo piccolo libro ma denso di significato, come in ognuno di noi esistano due componenti, bene e male, luce e buio, bianco e nero. L’uomo non è più quell'essere dall'animo nobile che molti credevano, forse nessun uomo lo è mai davvero stato. Stevenson ha inoltre forse capito, attraverso le parole di Jekyll, che è impossibile scindere bene e male? Che c’è possibilità di scegliere quale parte far prevalere ma che a un certo punto non è più possibile redimersi?

Come fece il dottor Jekyll nel romanzo, è forse questo il testamento che Stevenson ci ha voluto lasciare?

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Nanà_ Opinione inserita da Nanà_    26 Agosto, 2013
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“C’è sangue orrendamente versato in ogni suo passo

Accadono strane nefandezze e delitti in città, il colpevole, l’autore di questi misfatti, Mr. Hide, è conosciuto da pochi, ma sembra avere stretti rapporti con il dottor Jekyll, uomo di cultura, rispettoso e buono.

“I pochi che potevano descriverlo (…) solo su un punto essi concordavano: e questo era il senso angoscioso d’indefinibile deformità che il fuggitivo lasciava in chi lo aveva visto”, l’espressione del volto fa gelare il sangue nelle vene, Hide ha “qualcosa di strano, qualcosa che colpiva in modo particolare, (...) qualcosa di freddo e sottile che penetrava fin nel midollo delle ossa”.

Questa breve opera ha carattere universale, ispirata da un sogno di Stevenson, direttamente dal suo inconscio e dalla sua sensibilità, tratta un tema molto profondo, che va oltre alla lotta tra bene e il male.

Jekyll si definisce il più grande dei peccatori ma quello che soffre di più, “sembrava che un gran peso gli opprimesse l’animo”.
Ciò che spinge Jekyll a “attirare su di se un castigo e un pericolo” tanto grave da non poter essere nemmeno nominato è l’ambizione.
Egli sfida la morte pur di giungere al trascendente, rompe i limiti imposti dalla natura. Jekyll disprezza il concreto, il successo e la carriera lo portano a nascondere i suoi piaceri ed emozioni. Tutto questo lo porterà a diventare completamente “assuefatto a una profonda duplicità di vita”, dualismo.

Jekyll si addentra in un viaggio unidirezionale, in cui l’unica uscita è la regressione e l’annullamento della persona.

Hide e Jekyll non sono opposti, Hide è qualcosa sempre esistito in Jekyll, è il male, un istinto represso, poco sviluppato, mai educato.

Oltre al tema ho apprezzato anche lo stile dell’autore, scorrevole e impeccabile, in particolar modo nelle descrizioni degli spazi, con un pizzico di macabro e misterioso, ma non in modo esagerato.
Consigliato.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    11 Agosto, 2013
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Possiamo scegliere! Sempre!

Tutti conosciamo la trama di questo romanzo di Stevenson.
Trovo questa recensione difficile, perciò mi piacerebbe cercare di analizzare piuttosto che raccontarvi la trama, che come ripeto è piuttosto conosciuta.
La lotta tra bene e male, scusate non mi basta.
In qesto periodo storico, il milleottocento....,nella Londra vittoriana avvenne un fatto di cronaca angosciante, un medico assassina prostitute mutilandole gravemente : Jack lo Squartatore..
-Forse Stevenson ossessionato da questo, ha cercato di costruire una storia, giustificando forse il genere umano, trasformando un uomo perbene in un essere meschino e crudele.
Il dott. Jekill: dottore in medicina, in legge, in lettere, membro della Società Reale, ha delle pulsioni perverse, e con l'ausilio di droghe, polverine non ben identificate, si traforma in Hyde essere dalle sembianze opposte alle sue e suo tramite commette atrocità non ben definite se non genericamente.
L'avvocato Utterton,caratterizza la conduzione del racconto, da uomo perbene, benpensante, amico di Jekill. La sua curiosità gli insinua subito il dubbio ch qualcosa di losco si celi oltre la porta di quel laboratorio, sul retro di casa Jekill .
La morbosità con cui egli indaga , con il gusto di voler scoprire malvagità insospettabili, quasi a rivalutare la sua rettitudine e quella delle persone perbene.
La malvagità che sovrasta la bontà , la bontà di jekill che vince la malvagità di hyde solo per due mesi, poi lo sovrasta nuovamente sino ad un hyde irreversibile , la dipendenza dalle pervrsioni è più forte e vince.
-Forse Stevenson ci vuole dire che in ognuno sono compresenti bene e male?.- Forse anticipa le teorie attuali , che l'ambiente in cui cresciamo ci condiziona profondamente.
-Forse nella Londra del tempo, avrà notato che le figlie di prostitute non avevano scelta , diventavano a loro volta prostitute.
Ma Jekill, era perbene,- forse in lui l'educazione vittoriana aveva soffocato pulsioni che ai giorni nostri avrebbe potuto sfogare senza frustrazioni devianti?
_Forse vuole trasmetterci che anche noi come Jekill, possiamo scegliere, con la volontà e la determinazione? Ma che non abbiamo infinite possibilità di redimerci, che c'è un punto di non ritorno?
Cosa ci vuole dire Stevenson? Si limita a raccontare una storia di fantasia, stop punto e a capo?
Oppure il suo acume ci invita a fare questi ed altri ragionamenti.
Mi piacerebbe che voi mi commentaste, inviandomi nuovi spunti, vorrei capire meglio.
A meno che non ci sia nulla da capire, solo leggere e via.
A voi se volete...
Come spesso succede le mie opinioni finiscono con un punto di domanda, scusate.
E se fosse meglio così? ............
paola

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fankestain (non so se scrive così)
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AndCor Opinione inserita da AndCor    08 Agosto, 2013
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Il testo che anticipa Freud e Pirandello

Avevo letto questo testo in inglese alle medie, ma solo ora che l'ho letto anche in italiano mi rendo conto di come quel genio di Stevenson abbia preceduto Pirandello in tutto e per tutto.

Citando Jekyll dall'ultimo capitolo, egli afferma come 'l'uomo non è in verità uno ma duplice [...]; e azzardo l'ipotesi che l'uomo sarà infine conosciuto come un conglomerato di svariate entità, incoerenti e indipendenti l'una dall'altra'. Inutile dire come Stevenson introduca nel XVIII secolo una novità dal punto di vista tematico-letterario: le molteplici anime presenti nell'autore stesso trovano libero sfogo nella figura del Dottor Jekyll, suo alter-ego e personaggio fondamentalmente timoroso, pieno di dubbi ed enigmatico.

L'intera trama del romanzo è giocata sulla necessità del dottore di uscire dal guscio delle convenzioni sociali, trasformandosi nella meschina figura di Edward Hyde mediante una particolare pozione. Quest'ultimo 'lasciava un senso angoscioso ed indefinibile deformità in chi lo aveva visto' e rappresenta appunto la manifestazione onirica dell'individuo stanco di vivere in un conformismo che gli sta stretto, senza dimenticare che le riflessioni di Jekyll sulla necessità di vivere secondo criteri istintivi ed irrazionali lasciano aperta una porta anche ad un'analisi del testo dal punto di vista etico-morale.

Passando alla componente stilistica, il testo risulta composto da periodi brevi ed inframezzati, con l'ipotassi che accresce notevolmente la suspance ed il climax di disagio e paura. L'orrore è palpabile attraverso anche i dettagli più sobri ed (apparentemente) insignificanti, ed è presente una componente parossistica nell'anima del dottore, secondo la quale la sua condiscendenza nei riguardi del male ha preso sempre più piede in lui e lo ha reso un individuo nettamente più malvagio e violento. Di conseguenza, è da notare anche la parabola discendente del bene, che passa la componente principale in Jekyll all'essere un semplice rimedio e contrappeso al male provocato da Hyde.

Infine, analizzando le tematiche, la dominanza degli ambienti notturni si mostra in contiguità con i temi del mistero, della paura e della suspance;
Si può facilmente notare come nel romanzo si celi una moderata critica alla morale puritana e conformista della tarda età vittoriana, e come Stevenson si riveli precursore degli studi freudiani sull'inconscio e della disgregazione pirandelliana dell'Io, anche se, rispetto al pensiero dello scrittore siciliano, Stevenson sottolinea come sia necessario che le molteplici anime siano complementari e debbano convivere l'una a fianco dell'altra, e poco importa se ne nascono scontri, fratture o profonde lacerazioni esistenziali.

Promosso a pieni voti, pienamente consigliato.

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Ale96 Opinione inserita da Ale96    09 Giugno, 2013
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“L'uomo non è in verità uno ma duplice”

Il regno della regina Vittoria Hannover (1837-1901) segna l'apogeo della potenza britannica. Con colonie in tutti i continenti conosciuti, con il monopolio dei commerci l'Impero inglese diventa il centro dell'economia globale e la sua ricchezza si riversa nelle scienze, nelle arti, nella musica e nella letteratura con personaggi del calibro di Charles Dickens e Oscar Wilde. Tuttavia la società vittoriana non è priva di problemi: in primis il divario economico tra alta borghesia con il suo positivismo e il proletariato che vive in condizioni infime e degradate e lo sfruttamento del lavoro giovanile (vedi Oliver Twist) e degli operai che operano in fabbriche-prigioni privi di ogni tutela. Tuttavia anche la morale inglese dell'epoca non è immune da critiche: l'eccessivo moralismo e perbenismo con rigidità puritana domina e cerca di nascondere l'ipocrisia di fondo della società. Ma tale meschina verecondia è divenuta intollerabile in quanto reprimendo le richieste della carne ne esaspera il bisogno portando a effetti contrari a quelli ricercati che si esplicano nei numerosi scandali del regno dell'austera Vittoria. Ed è proprio questo che vuole mostrare Robert Louis Balfour Stevenson (1850-1894) con il suo breve ma pregnante racconto: “The strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde”.

In una Londra ovattata e autunnale, il rispettabile e abitudinario avvocato Utterson sta passeggiando (come ogni domenica) con suo cugino, Mr. Enfield, quando quest'ultimo, di fronte ad uno spettrale fabbricato in degrado,inizia a raccontare al suo caro uno strano caso accadutigli in quel luogo una notte di poche settimane prima: un uomo basso con il passo leggero si scontra accidentalmente con una bambina la quale calpesta e lascia piangente e dolorante sulla strada ma egli viene ripreso da Mr Enfield che lo obbliga a risarcire la famiglia della fanciulla. Questo uomo, Mr Hyde, è un personaggio tenebroso, indescrivibile ma che provoca in ogni persona nelle vicinanze disgusto e ribrezzo nonostante non abbia (all'apparenza) alcuna deformità. Ma il fatto ancora più strano è che ripaga la propria colpa con un assegno firmato dal rispettabilissimo e onorato Dr. Henry Jekyll, migliore amico di Utterson.
Costui,allora, comincia a preoccuparsi in quanto teme che il suo amico sia succube di questo disgustoso Hyde che lo ricatta rievocando una qualche vergogna giovanile del dottore. Così il nostro avvocato comincia ad approfondire il caso e in un crescere morboso di omicidi e orrori strettamente connessi scoprirà l'agghiacciante verità sul rapporto Dr. Jekyll-Mr. Hyde...

Stevenson con uno stile fluido e scorrevole ci introduce, nel fosco sfondo da gothic novel che si rispetti, all'interno della psiche dell'apparente probo, retto, integro Dr. Jekyll mostrando il dramma che lo lacera: egli non è il “bene”, ma come ogni essere umano, è un “incongruo miscuglio di bene e male”, influenzabile, fragile, soggetto agli impulsi più disparati. Però a causa dei tabù della società in cui vive (ecco l'attacco al puritanesimo vittoriano) è costretto a celare i suoi riprovevoli impulsi rendendoli ancor più forti e finendo per esplodere. E qui entra in gioco Mr Hyde che dà invece sfogo con centuplicata violenza ai desideri insiti nello spirito di Jekyll. Tuttavia noi umani, che siamo tutti più meno dei Dr. Jekyll ,nonostante l'iniziale orrore, siamo - come afferma giustamente Vieri Razzini- attratti dalla libertà senza limiti, senza barriere, senza censure di Hyde che non ha alcun rimorso dei propri misfatti e che non prova l'opprimente desiderio del proibito contrastante ai sensi di colpa- i quali accompagnano ogni cattiva azione- dei Jekyll.

Perciò per la chiarezza e l'intensità dei contenuti, che non si incentrano sulla ormai banale lotta tra Bene e Male ma sulla fragilità della complessa natura umana, e per il ben congegnato ritratto psicologico, consiglio caldamente questa brevissima opera, nata nel 1886 in seguito all'incubo di un uomo insofferente - come Dr. Jekyll - dei stolti precetti della morale pudica e austera della società egoista e ipocrita a lui contemporanea per certi aspetti ( soprattutto per l' individualismo e l'affettazione) ancora affine alla nostra. Buona lettura!

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faithpirate Opinione inserita da faithpirate    04 Gennaio, 2013
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Un grande titolo

(SPOILER)

Che dire? un libro piccolo, ma immenso: sia di significati che di emozioni.
Una bellissima analisi del male e dell'ambiguità che domina l'essere umano in ogni sua azione.
Uno stile avvincente e misterioso che ti fa 'bere' questo libro in nemmeno 2h,
Le differenze che cercano di scindere il bene ed il male nei loro ambienti, nei loro diversi aspetti, quello di Hyde e quello di Jekyll, è una delle prime cose che mi ha colpito, come anche la scissione tra la parte razionale e quella instintiva.
Anche il gioco di parole sui nomi "dei 2 protagonisti" è del tutto brillante, infatti:
Je-kyll: sta a significare "io uccido me stesso", dal francese "je" e dall'inglese "kyll"
Tanto che alla fine Jekyll si uccide proprio perché Hyde l'aveva dominato, la parte cattiva (Hyde) aveva avuto la meglio su quella buona (Jekyll) come si nota nel pezzo in cui ormai i vestiti di Jekyll stanno bene anche ad Hyde.
Un classico che nella nostra vita non possiamo non leggere!

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"Frankestein" di M.Shelley e altri romanzi che parlano dell'alternanze del bene e del male, inclusi vari film che trattano l'argomento.
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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    24 Dicembre, 2012
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L'oscurità del male, nascosta in noi...

La storia di un personaggio controverso, il Dottor Jekill, persona educata e tutta dedita al suo lavoro di medico, che ad un certo momento della sua vita decide di sperimentare una pozione che liberi e dia vita alla parte oscura della sua anima.
Ed ecco nascere Mister Hide, personaggio volgare, violento e privo di ogni freno inibitorio.
Tutto ciò che il Dottor Jekill non ha mai fatto nè sognato di fare, tutte le azioni più depravate, proibite, inammissibili...criminali...diventano possibili per Mister Hide, alter ego dell'ineccepibile dottore, che si trova presto a fare i conti con le azioni commesse dalla sua doppia personalità.
Su questo libro, che io ho in biblioteca, sono stati concepiti diversi fim, rappresentazioni televisive di vario genere che però non gli rendono affatto giustizia.
Ciò che lo rende così attuale, è l'eterna lotta tra il bene e il male, presente in ciascuno di noi e spesso invisibile all'occhio umano, poichè ciò che viene celato dalla nostra coscienza non è palese....
Eppure dentro di noi una parte oscura si nasconde, un'ombra che se non viene tenuta a bada può divorarci.
Il pregio di questo libro è di aver evidenziato con successo, la nostra parte oscura....dandole il volto
trasfigurato e odioso di Mister Hide.
Consigliato.
Saluti.
Ginseng666

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I classici della letteratura horror.
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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    24 Dicembre, 2012
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L’INDIVISIBILITA’ DEL BENE E DEL MALE

Londra, XIX secolo.

C’è una casa in una via della città, che ha due porte, una maestosa e rispettabile, dà su una piazza di passaggio ed è ben visibile a tutti; l’altra, la porticina di un laboratorio, è sporca e si affaccia su un vicolo buio e nascosto allo sguardo della gente. Chi vi abita è il Dottor Jekyll, una persona affabile ma misteriosa, la sua compagnia è piacevole, almeno fino a quando pare ammalarsi.

La storia del Dottor Jekyll e di Mister Hyde è nota a tutti, siamo stati bombardati da film di ogni tipo che hanno preso spunto o hanno raccontato le vicende narrate in questo libricino; ma, come spesso accade, i film non danno merito allo scritto, allo stile narrativo utilizzato, alla narrazione affidata a più personaggi, che se all'inizio può confondere il lettore, alla fine lo porta ad una comprensione della storia da molteplici punti di vista.

Pensate che questo racconto horror nasce da una vicenda alquanto bizzarra: Stevenson fece uno strano sogno mentre si trovava a letto in balia dei farmaci che gli dovevano curare una serie di emorragie polmonari; un medico dell’epoca vittoriana, per effetto di una pozione da lui stesso preparata, era in grado di trasformarsi in un individuo senza freni inibitori, che viveva dando sfogo ai suoi istinti peggiori, non più controllati dalla sua coscienza; grazie alla stessa pozione poteva tornare in sé a suo piacimento, almeno fino a quando una serie di accadimenti non previsti, resero lo sdoppiamento irreversibile.

In ognuno di noi male e bene convivono, pensieri buoni e pensieri cattivi sono insiti in ogni coscienza; sta all'uomo saper frenare quegli istinti che spesso si manifestano apparentemente senza un motivo e far si che la ragione vinca sui biechi istinti; in fondo quello che ci differenzia dagli animali è, o dovrebbe essere, il libero arbitrio.

Un classico senza tempo che non può mancare nella vostra libreria: buona lettura!

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Artemisia* Opinione inserita da Artemisia*    23 Settembre, 2012
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Il Cigno Nero

"Ognuno di noi ha dentro di sè il sole e la luna" Oscar Wilde

Ognuno di noi è bene e male, è dolce e salato, è amore e odio, è apollineo e dionisiaco.

Ognuno di noi può scegliere se dare sfogo a l'una o all'altra tendenza, se indossare questa o quella maschera del proprio animo.
Ognuno può scegliere di essere Jekyll o Hyde e soffrire della propria scelta, perchè, si sa, non è possibile stordirsi nella voluttà del male quando il bene ci richiama alla tranquillità.
Ognuno ha percepito, almeno una volta nella vita, il desiderio di attaccare, di uccidere, di liberarsi dell'ingombrante peso di chi ci è insopportabile...eppure freniamo i nostri cattivi istinti, le nostre malattie, i nostri incubi, li seppelliamo e non ci lasciamo trasportare da essi perchè è così che si agisce nella vita civile; e se invece cedessimo alle nostre tentazioni più oscure, cosa potrebbe accadere?
Se invece di scegliere il volto rassicurante del dottor Jekyll ci addentrassimo nei meandri della follia di Hyde?
Cosa accadrebbe se Hyde prendesse il sopravvento a tal punto da soffocare i nobili sentimenti di Jekyll?
Se il dionisiaco pervadesse il nostro animo e ci trasformassimo in una Menade danzante, folle e leggera, priva di pietà e comprensione, mossa soltanto dal furore cieco che ispira il dio Bacco?
Cosa ne sarebbe dell'onesto cittadino che abita in ognuno di noi se questi un giorno iniziasse a tagliuzzare con un'ascia il vicino di casa troppo ficcanaso?
Se una vocina nella nostra testa ci spingesse a comportarci in modo diverso rispetto alle nostre abituali attitudini?
Se il cigno nero fosse troppo più forte del cigno bianco?

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Avrei una sfilza di film da suggerire per quanto riguarda lo sdoppiamento della personalità (da "Il cigno nero" a "La donna che visse due volte" a "Shutter Island" a "Psycho"), ma penso che sia importante ricordare due romanzi su questo tema: il primo fa parte della trilogia dell'immenso Italo Calvino ed è "Il visconte dimezzato", il secondo è l'inquietantissimo Coraline di Neil Gaiman.
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C98 Opinione inserita da C98    10 Agosto, 2012
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Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde

Corto,ma profondo.
Bellissimo

Questo libro fa riflettere sulla grande tematica del Bene e del Male.Due cose che sembrano una l'opposto dell'altra ma che in fondo sono complementari.
Due figure distinte:
Jekyll,dottore,uomo rispettabile e generoso.
Hyde,malvagio,deforme,ribelle,crudele.Ma in fondo niente di meno che parte della personalità del Dottor Jekyll.


Stevenson in questo racconto esaspera un po' questo concetto,rendendolo (a mio parere) ancora più affascinante ed interessante.

Lo stile di scrittura fluido e leggero invoglia alla lettura.
Lo letto in un paio di ore,proprio perché è estremante coinvolgente.

Chi vincerà Jekyll o Hyde ?Leggete il libro e lo scoprirete



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Yoshi Opinione inserita da Yoshi    27 Mag, 2012
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una classica sorpresa!

Rimango sempre sorpresa quando compro un classico e lo dvoro in pichi giorni, che questo abbia poche pagine o sia un mattone.
Non so dirvi come mai ma forse sono sempre questi benedetti pregiudizi che ancora sono insiti in me che mi fanno guardare con sospetto queste opere. Il sospetto di avere tra le mani un libro prolisso e noioso
Questo libricino invece, e' una storia breve che si legge in due giorni scarisi e nonostante tutto supera le aspettative!
Mi sono domandata spesso come una storia con la fama di inquietare possa essere cosi breve!
Eppure ha la capacita' di catapultarti fra le strade londinesi di notte quelle in cui la nebbiolina la fa da padrona e che fa venire la pelle d'oca. Ti ritrovi a camminare fra questi uomini col cilindro e il mantello. Il rumore degli zoccoli sulle strade e l'atmosfera antica e piena di mistero che fa venir voglia di essere a casa al sicuro.
Quest'uomo che scopre un siero che oltre a deformarlo fa uscire dalle sue viscere la cattiveria piu nera che gli fa commettere terribili cose.
Le vicende, le indagini e la scoperta del colpevole di terribili assassini, sono un crescendo costante di inquietudite e mistero.
Personalmente mi e' piaciuto moltissimo per le sensazione che e' riuscito a farmi provare nonostante, devo ammetterlo, non ho per nulla pensato al dualismo del bene e del male che fa parte delle persone.
Mea culpa! Non ho avuto questa sensibilita'!
Pero' come storia in se la consiglio a chiunque!

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Suali Opinione inserita da Suali    09 Agosto, 2011
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Il dottor Jekyll e il signo Hyde

Che cosa succederebbe se la scienza riuscisse a produrre un farmaco capace di scindere la parte buona e la parte cattiva dell'individuo? Quale parte verrebbe scelta per la maggiore? E se ad un certo punto la metamorfosi diviene incontrollabile e la parte malvagia prenderebbe il sopravvento?
Il dottor Jekyll subisce le conseguenze dei suoi stessi esperimenti per assecondare i suoi piaceri e finisce così per essere sopraffatto dal malvagio Signor Hyde, suo alter ego. Difficile capire chi alla fine vince, eterna lotta tra bene e male.

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R๏гy.o° Opinione inserita da R๏гy.o°    17 Luglio, 2011
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Cruda realtà

Avete presente le famose maschere pirandelliane? Avete presente il detto "Una persona, molteplici personalità"? Sicuramente si.
Chi dice che nella vita non ha mai cambiato il proprio carattere in base all'ambiente che lo circondava e alle persone con cui si confrontava, è un bugiardo.
Qui il tema è un pò esasperato, ma bisogna avere cautela nei rapporti interpersonali con gente diversa tra di loro: alla fine potresti diventare uno scatenatissimo Mr Hide!!

Consigliato a tutte le età. Diffidare dalle imitazioni e da chi sostiene sia un libro di fantascienza. Questa è pura e cruda realtà.

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darkala92 Opinione inserita da darkala92    27 Dicembre, 2010
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Bellissima..la trama!

Al posto di Stevenson avrei giocato ancora di più su questa storia. E' davvero, davvero, davvero interessante.. E' originale, nuova.. Avrebbe potuto ricavare un capolavoro.. invece ha scritto si e no 50 pagine..
E' durato pochissimo il libro, certo intenso, ma avrebbe potuto creare altre situazioni, altre scene, per sfruttare al massimo la storia! :D
Ma mi è piaciuto tantissimo! :D

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Questo libro mi fa tanto ricordare Il ritratto di Dorian Gray
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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    25 Ottobre, 2010
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Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde

Inutile dire che stiamo parlando di uno dei libri più conosciuti al mondo, anche se molte meno sono le persone che lo hanno letto.
Premetto che mi ha stupito la dimensione: 70 pagine mi sono sembrate davvero poche.
Il mio giudizio finale è: corto ma incisivo.

In questa grande metafora dell'animo umano, Jackyll rappresenta la rispettabile immagine che ognuno di noi assume quotidianamente, mentre Hyde è la metà di noi che a volte ci fa pensare cose delle quali noi stessi ci vergognamo e che teniamo razionalmente sedata.
E' un romanzo che ci mette a confronto con il nostro lato oscuro, quello presente in tutti gli uomini, che si manifesta solo in rari casi.

Questo libro è molto più di una favoletta per ragazzi, è un viaggio introspettivo sulla sottile linea che separa il bene dal male.

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Celia Opinione inserita da Celia    06 Settembre, 2010
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Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde

Un bel classico.
Ho trovato questo libro fantastico, con ambientazioni descritte nei minimi particolari senza mai dare noia.
Adoro il lato psicologico dei personaggi, è una delle cose che reputo più importanti in un libro, e questo racconto è incentrato proprio su di questo.
La storia ti cattura, malgrado lo stile arzigogolato che rende la lettura un pò più lenta, e ti conduce a stupirti nel finale malgrado questo sia un classico la cui storia è nota a tutti.

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