Lo spettro
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Vi prego, non mi fustigate
Non sono un amante del genere Thriller-Poliziesco e pertanto v’invito a considerare questa mia opinione con il necessario distacco, mi perdonino gli affezionati lettori di colui che è ritenuto un maestro in questa tipologia di racconti.
Il mio incontro con Nesbo deriva dall’invito proveniente da un amico che, per far si che avvenisse, mi ha prestato fiducioso una copia del romanzo in oggetto. Mi rendo conto che, trattandosi di uno degli ultimi editi di una serie che prende il nome dal protagonista, Harry Hole, non può essere ritenuto adatto all’approccio e che un’unica esperienza di lettura non consente di esprimere un giudizio sull’autore. Mi limiterò pertanto a esporre un parere senza tener conto delle mie inevitabili lacune.
Kristiania è l’antico nome di Oslo e un ingiustificato affetto mi lega a questa città a causa del mio nome di battesimo, sebbene il quadro che appare agli occhi del lettore, rappresentante i suoi abitanti, il loro stile di vita e la decadenza morale, non sia affatto lusinghiero. Tossicodipendenza, politici e poliziotti corrotti, assenza di valori etici, se si esclude quelli che governano il pensiero di un integerrimo eroe di strada, Harry Hole appunto, rivelano il degrado culturale di un paese economicamente prospero. Molti ritengono che cagione di tanta delinquenza sia proprio l’eccessivo benessere.
Una trama intrigante e piena di colpi di scena, che spinge a supposizioni immancabilmente smentite da nuove rivelazioni, degna di una trasposizione televisiva per il canale Foxcrime o, considerando i suoi celluloidici natali, per il pubblico di nicchia di Laeffe.
Il prode e irreprensibile Harry ha da sudare le fatidiche sette camice per risolvere un caso che coinvolge i suoi sentimenti. Sempre a un passo dalla sconfitta, rischiando ripetutamente la pelle e sottraendosi alla morte come meglio non saprebbe fare un supereroe Marvel, non abbandonerà mai la ricerca della verità poiché consapevole di essere innanzitutto un poliziotto.
Ritornando al piccolo schermo, ammetto di essere un fruitore appassionato di serie TV che vanno da Poirot a Blacklist, da Miss Marple a Criminal Minds. In quel contesto sono certo che non perderei una sola puntata di quella tratta dai romanzi di Nesbo. Sarebbero adrenaliniche procacciatrici di svago e distrazione, esattamente ciò che mi ha procurato la lettura di questo romanzo.
Ora corro a indossare un elmetto!
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OLEG: GELO. E’ SUONATA DI NUOVO L’ORA. PAPA’?
Il peggiore e il migliore è tornato. E cerca di farcela di nuovo.
Vorrebbe occuparsi dell’omicidio per droga di Gusto Hanssen, diciannove anni, spacciatore e assuntore. Trovato cadavere il 12 luglio, morto dissanguato in seguito a un colpo d’arma da fuoco al torace. Ma non può perché interdetto.
Ricompaiono personaggi noti, i tre amici di Harry rimasti in polizia: Bjorn Holm della Scientifica e Beate Lonn della Scientifica e Gunnar Hagen capo dell’Anticrimine.
Mikael Bellman che lavorava alla Kripos ora dirige l’Orgkrim che nel frattempo è diventata la più grande divisione del settore anticrimine ed ha accorpato al suo interno Criminalità organizzata, Antirapina, Antitrafficking, Narcotici.
Oleg.
E’ talmente cambiato da non essere più lui. Indossa un paio di jeans Diesel e una felpa nera con cappuccio e scritta “Machine Head” che evidentemente non può far riferimento ai Deep Purple...
Cinque anni dal loro ultimo incontro, ora ha diciotto anni e soprattutto guarda Harry senza espressione alcuna.
HARRY. SEMPRE SULL’ORLO DEL BARATRO, PER LUI VINCERE O PERDERE NON FA POI GRAN DIFFERENZA.
HARRY. I CANI SCALCIANO.
CERCANO NUOVAMENTE DI AZZANNARTI, GRAFFIARTI, ABBAIANO FINO A NON AVERE PIÙ VOCE E LI SENTI FIN DENTRO L’INTESTINO, STESO SUL TUO LETTO, AD OCCHI CHIUSI, IN COMPAGNIA DELLA PIOGGIA, SPERANDO, ANCORA UNA NOTTE CHE IL SONNO VENGA A SALVARTI.
INVANO.
QUAL È IL NOME DEL TUO VELENO?
“Vengo con te, Harry.” Vengo con te. Vengo con te.
Perché alla fine di tutto c’è lei, lei e poi e ancora e sempre e solo lei.
Riconosco dalle prime righe lo stile di Nesbo, partenza lenta e faticosa, leggera salita, poi pian piano arrivo in pianura, improvvisamente sono in caduta libera verso un finale travolgente…forse sconvolgente. Sicuramente appassionante, fino a creare in me quel bisogno che se non è proprio quello che Oleg, Gusto, Irene, anelano per la violina…è qualcosa che anche io voglio assolutamente appagare.
Violina, protagonista anch’essa di questo romanzo, una sostanza diversa dall’eroina, somiglia più al levorfanolo, la bomba atomica degli oppioidi, un potentissimo antidolorifico; molto di più della morfina e dell’eroina. Con effetti più duraturi. Ne bastano bassissime quantità, soprattutto se iniettate.
Il pericolo deriva dalla dipendenza, è quella a distruggere la qualità della vita.
“Lei crollò completamente. Allora le dissi che avevo qualcosa che avrebbe aggiustato tutto. Preparai una siringa e lei mi fissò con due enormi occhi umidi quando trovai una vena azzurra nella sua pelle sottile e bianca e poi introdussi l’ago.
Mentre abbassavo lo stantuffo sentii gli spasmi propagarsi dal suo corpo al mio. La sua bocca si aprì come in un orgasmo muto. Poi il flash calò una tenda scintillante sopra il suo sguardo.…”
Non condivido chi dice che questo romanzo ha un finale prevedibile. Ritengo sia l’unico possibile, e non perché voglio a tutti i costi, ancora una volta, santificare questo scrittore.
Penso solo sia molto bravo e tanto furbo.
Penso che la lettura crei una fantastica e perversa dipendenza, ed è bellissimo il legame che si instaura tra l’autore e chi lo legge.
I protagonisti prendono forma e hanno vita propria, anche se solo per la durata di una storia. Per poi ritornare a vivere in me in quella successiva. E’ straordinario e anche divertente.
Certo…è un’arte, e come tale capacità di non tutti gli scrittori.
Ma probabilmente dipende maggiormente dalla disponibilità a liberare la mente per farsi portare dagli eventi, per viverli.
Harry, sei andato a Hong Kong, ma sei riuscito a sottrarti agli spettri? Sono diminuiti?
Con gli spettri il segreto sta’ nell’avere il coraggio di guardarli abbastanza attentamente e a lungo da capire che sono appunto questo. Spettri, morti e impotenti.
HARRY…LI SENTI ANCORA I CANI?
"È un po' come nella musica. Non saprei spiegare, ma alla fine vorrei rimanesse un'emozione, una commozione.”
Jo Nesbo
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L’erba del vicino non è sempre la più verde
Un libro che ti prende già dalla prima pagina. Il personaggio Harry Hole è sempre dipinto come un eroe invincibile, anche se questa volta la situazione si farà per lui veramente difficile. La scrittura di Jo Nesbo è ormai testata a tal punto che è impossibile rimanere delusi. Quando apri questo genere di libro devi però già sapere che quello che leggerai è da “prendere con le molle”, ma nello stesso tempo da accettare senza farsi grossi problemi. E’ naturale che certe situazioni siano un attimino surreali, ma altrettanto “normali” per collane che hanno come denominatore comune un determinato personaggio.
La cosa che mi ha stupito di questo titolo è invece la scoperta che anche in paesi con la Norvegia il problema droga, o comunque stupefacenti, sia così grave e radicato. Nel mio immaginario, mai avrei pensato che i cosi detti Paesi Nordici, dove il benessere e la qualità della vita sono all’ordine del giorno, potesse essere presente una piaga di tale portata. Nel libro viene infatti presentata una situazione tutt’altro che rosea. Non credo che l’autore abbia preso spunto da questa circostanza se veramente la situazione non fosse come la descrive nel libro. Della serie “l’erba del vicino non è sempre la più verde”!
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L'urlo affamato delle vene
Strano thriller. Prima ti prende, poi un pò ti stanca, poi ti riaccende. La prosa è secca ed asciutta. I dialoghi essenziali. E' proprio lo stile che ti spinge ad andare avanti anche quando la trama ti dà la sensazione di vacillare un pò. Belle le immagini della città creata dall'uomo, che affascinano. Fulminanti gli spaccati di vita reale sui tossici, così come l'immagine di quell'urlo affamato delle vene che purtroppo li caratterizza e li rende così vulnerabili. Storia che ti insegna a guardare la vita anche in modo diverso, perchè con gli spettri il segreto sta nell'avere il coraggio di guardarli abbastanza attentamente e a lungo da capire che sono appunto spettri, morti e impotenti. Il finale permette di rivalutare anche i momenti di calo di adrenalina nella lettura. Bello anche il piccolo espediente del ratto, che apre, e chiude, il libro.
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Sempre all'altezza
Le avventure di Hole hanno tutte una caratteristica in comune: avvincono. Si sospende la lettura e di li a qualche minuto si ritorna col pensiero alla vicenda e si riprende il filo della storia. Di sicuro alcune incongruenze in questi racconti esistono: non è per esempio credibile che il protagonista sopravviva a ferite così profonde come gli capita di subire.... ma tant'è il tutto viene giustificato dalla travolgente serie di fatti che si susseguono senza pausa. La vena del predestinato ad una vita maledetta è anche un tantino poco credibile in Hole: il macerarsi in rinunce, in sconfitte quasi cercate con una determinazione paranoica rendono le storie un po' stiracchiate e sacrificate al dramma a tutti i costi.
Rimane però da ultimo la grande capacità di Nesbo di destreggiarsi con il ritmo della narrazione sempre sufficientemente controllato. Piacevole lo stile che solo raramente indulge al facile pathos.
Si legge in un baleno, ci si diverte emoziona e incuriosisce. Cosa cercare di più nella letteratura d'evasione?
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Lucido. Lascia il segno
E' tutto vero: è un romanzo buio, amaro, è un romanzo che incalza noi che lo leggiamo e che si impone e resta nei pensieri fino a che non lo riprendiamo per andare avanti. E' scritto forse ancora meglio degli altri, con un ritmo alternato di corse e di arresti, dove tu stesso vorresti fermarti un poco a metabolizzare quello che è appena successo. Magistrale!
L'unico suggerimento che darei a chi non ha già letto i precedenti romanzi con Harry Hole: leggete prima tutti gli altri, perchè non siamo di fronte a caratteri stereotipati che rimangono in superficie e che sono sempre uguali a se stessi. Leggere i precedenti (comunque bellissimi tutti) serve a capire come si sviluppa la personalità del protagonista ed il perchè delle sue cadute, come cambiano le persone che lui frequenta, da dove nasce tutto questo amore per il quasi-figlio che Harry non ha saputo fortificare abbastanza.
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Alti e bassi
Romanzo sicuramente interessante, nonostante alcune scene irrealistiche che appesantiscono la narrazione, combattimenti che sembrano descrivere - più che la Norvegia dei giorni nostri - un mondo parallelo ... in poche parole, ci mancano solo le astronavi!
Un peccato: le emozioni descritte sono realistiche così come può esserlo il tema della droga. Il soffermarsi su dettagli così distanti dalla sensibilità della gente fa perdere al libro un po' di qualità. Si cerca di avere la botte piena e la moglie ubriaca, accontentando sia gli amanti del pathos e dell'azione pura, sia chi ama le trame fitte piene di elementi "gialli". Il rischio però è di cucinare un polpettone indigeribile.
Oleg è un personaggio che fa tenerezza. Jo Nesbo è molto bravo ad "umanizzare" questo personaggio, restituendo dignità umana a quello che, altrimenti, sarebbe soltanto un "tossico". I continui rimandi all'infanzia, alla sua passione per il pattinaggio, portano l'unica aura di dolcezza in un romanzo fin troppo duro.
C'è una nota di merito, sulla quale come capirete non posso entrare nel dettaglio: il finale SORPRENDENTE a dir poco. Ho passato mezza giornata a dire "no, non è possibile, non ci credo"
Buona lettura :)
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Il capolavoro
Il Philip Marlowe della Scandinavia, lo sbirro maledetto Harry Hole, è alle prese con l'indagine più difficile della sua vita. Dopo aver inseguito e catturato fior di serial killer, se la deve vedere con l'indagine che vede il figliastro Oleg accusato di omicidio. Ma non solo: l'indagine lo riporta in un mondo che credeva di aver rimosso, i fantasmi del passato stavolta non si chiamano Uomo di Neve ma sono la droga, l'alcol, gli sbirri corrotti. Ed Harry sa che stavolta il finale lo dovrà scrivere lui e non sarà quello che aveva sperato.
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Noi, i ragazzi dello zoo di Oslo
Ogni tanto escono dei dischi di band del passato con canzoni inedite, demos di studio o qualche raro pezzo live.
Spesso e volentieri questi brani, canzoni che non han trovato posto sui dischi ufficiali, dicono poco a chi non è fan della band in questione.
Nella maggior parte dei casi queste canzoni diventano dei pezzi cult per i fans.
Questi dischi vengono etichettati dai recensori come "only for fans".
Questo libro è indiscutibilmente "only for fans", di Harry Hole ovviamente.
Harry non è più un poliziotto, lavora per una società di recupero crediti a Hong Kong, ha una cicatrice molto evidente sul viso e non beve.
Il commissario che affogava nell'alcool non esiste più, è tornato in forma.
Ma qualcosa lo costringe a tornare ad Oslo, la morte di un tossico, Gusto Hanssen, lo obbliga a tornare nella sua città.
Quella di questo romanzo è una Oslo grigia e cupa (più di quanto non lo sia già nella realtà!), marcia e tossica fino al midollo.
Sono affari di famiglia a farlo tornare in Norvegia, anche se Harry di famiglie vere, ormai, non ne ha più.
Non dico niente della trama, dico solo che non è la classica storia con un serial killer da catturare, è completamente ambientato nel mondo della droga, è chiaro chi siano i cattivi ma un po' meno chi siano i buoni...sempre che ce ne siano!
Compaiono diversi personaggi del passato prossimo e remoto di Harry Hole: Rakel e Oleg, Mikael Bellman, Beate Lonn, Martine.
Compare la criminalità dell'est, i criminali siberiani resi famosi dal "nostro" Nicolai Lilin, nei ringraziamenti finali viene infatti citato il suo bellissimo libro "Educazione siberiana".
La tristezza e il senso di disperazione pervadono il romanzo, complice anche l'ambiente "tossico" nel quale si intreccia la storia.
Nulla è come sembra ma tutto è come appare, dove c'è amore c'è odio, gli amici non esistono, gli amici tradiscono la droga no.
Voi che amate Harry leggetelo, scoprite i suoi fantasmi, amatelo e odiatelo fino alla fine.
Come as you are, as you were, As I want you to be
As a friend, as a friend, as an old enemy.
Take your time, hurry up the choice is yours, don't be late.
Take a rest, as a friend, as an old memory!
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La scelta di Harry
Con questo libro Nesbo scaraventa il suo (ex) detective in un vero e proprio inferno di squallore e di tradimenti, forse chi si aspettava la solita trama lineare del serial killer che opera in modi fantasiosi e macabri, il crescendo di adrenalina nelle descrizioni talvolta cinematografiche e spettacolari a cui Nesbo ha abituato i lettori (vedi il finale de" L'uomo di Neve"), durante questa lettura potrà rimanere deluso. Costante dello scrittore norvegese è la pesantezza delle prime pagine, paragonabile all'attesa in un ristorante, dopo aver ordinato il piatto preferito ci tocca aspettare un po' prima di poter gustare a pieno la pietanza, ma quando arriva ecco che siamo pronti a godere e a lasciarci andare.
Nesbo propone esattamente questo, ci prende per mano e ci accompagna, assieme al suo Harry in una Oslo squallida e piena di ombre, di tossici e di mafiosi pronti ad uccidere.
Forse il vero fantasma della storia non è il drogato Gusto (nel quale si riconosce un bel po' di letteratura di Welshiana (??) memoria). Ma proprio il nostro, che si ritrova in una città che non sente più sua, cercando di salvare un figlio che non è più il "suo" Oleg, cercando improbabili indizi e rischiando più volte la vita.
Continuando oltre rischierei di rovinare la sorpresa a coloro che non hanno ancora avuto il piacere di leggerlo.
Concludo con un plauso all'autore, che dopo un bel po' di libri (due dei quali ancora inediti da noi) è riuscito a far andare Harry Hole (si legge Hule, lo sapevate?) in un inferno vero e proprio, in cui, più delle altre volte dovrà sacrificare tutto ciò che ha, per una sorta di redenzione che ha il sapore del veleno.
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Il peggior romanzo di Nesbo
Nesbo scrive molto bene, sa come tenere alta l'attenzione del lettore, ma questo thriller mi dato l'idea di essere stato scritto in tutta fretta, senza passione ed impegno, più che altro per racimolare vendite dopo lo strepitoso e meritato successo de " Il leopardo".
L'ambientazione del romanzo, la periferia di Oslo in autunno, è poco coinvolgente e mal descritta, a differenza che nei precedenti libri, impietoso il confronto con gli splendidi paesaggi montani norvegesi o quelli africani del Leopardo.
La storia è poco appassionante e pittosto semplice, manca il susseguirsi di eventi, crimini orrendi e colpi di scena caratteristico dei romanzi di Nesbo.
Il finale è più che deludente....
Buono invece a mio giudizio lo stile dello scrittore
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imprevedibile
come dice la reclame che l'accompagna: Jo Nesbo è il noir. nonostante sia già la settima indagine del detective norvegese Harry Hole lo scrittore continua a stupirmi e, direi, a stupire. Riesce sempre ad essere imprevedibile nei suoi contenuti. Lo spettro è un libro avvincente, intrigante e molto piacevole: in generale da non perdare per tutti gli amanti del giallo.
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