L'ipnotista Hot
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mediocre
libro scorrevole ma ho trovato la trama un po’ troppo caotica con molte parti da rivedere, coincidenze forzate, personaggi che inizialmente sembrano indispensabili agli eventi e poi completamente dimenticati, avvenimenti che iniziano e non hanno alcuna conclusione, descrizioni di cose inutili .. sinceramente mediocre.
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A volte è nel meno che sta il più
«Ci sono momenti in cui con tutti gli atomi del nostro corpo intuiamo che c’è qualcosa di sbagliato.»
Tutto ha inizio con una telefonata in piena notte. È il commissario dalla carenza linguistica finlandese Joona Linna al ricevitore in quel di quell’otto di dicembre; un delitto efferato richiede la sua competenza, richiede la presenza di Erik Maria Bark, colui che sino a dieci anni prima era considerato il miglior ipnotista della Svezia. È necessario un suo intervento, è necessario mettere sotto ipnosi Josef Ek, quindicenne, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia brutalmente uccisa da uno spietato killer. È necessario sottoporlo a ipnosi nonostante le sue precarie condizioni e gravi ferite perché sua sorella maggiore, non presente al momento delle uccisioni, in casa è ancora viva e in un luogo sconosciuto. Che possa essere stata lei l’artefice delle morti? Che possa trovarsi a sua volta in pericolo? Che l’omicida possa essere sulle sue tracce ed essere dunque lei la prossima vittima? Tanti gli interrogativi e tante le perplessità che ruotano attorno a questi decessi che portano Joona Linna a richiedere l’intervento di Erik ed Erik a rompere la sua promessa e a procedere con quella ipnosi che non pratica più da un decennio. Tuttavia, ciò che viene a scoprire va ben oltre le aspettative e soprattutto il preventivabile perché talvolta vittima e carnefice possono anche essere la stessa persona, e in questi casi, la situazione può prendere pieghe inaspettate. Erik lo scoprirà a sue spese quando, nel bel mezzo di una crisi coniugale con la moglie Simone, dovrà mettersi alla ricerca insieme al commissario, di Benjamin, suo figlio adolescente emofiliaco che verrà rapito durante la notte in casa sua. Da qui l’indagine del presente si ricollegherà al passato e avrà inizio un lungo excursus nei ricordi dell’ipnotista e al contempo scopriremo le ragioni che lo hanno portato a smettere di esercitare nonché alla frattura del suo matrimonio.
Che dire, i presupposti per riuscire ci sarebbero stati tutti se la coppia Lars Kepler non avesse teso a esagerare sotto alcuni aspetti. In primo luogo la parte relativa alla vicenda dell’uccisione della famiglia si snoda per oltre 240 pagine e quando arriva a comprendere anche la sparizione di Ben, il lettore è sfiancato. Sfiancato da un continuo protrarsi di una inchiesta che sembra ruotare su se stessa ma che ha già dato i suoi frutti e spiegato i suoi perché. Oltretutto alcune scene sono semplicemente inverosimili, vedi tra tutte e a titolo di esempio quelle relative a un adolescente con ferite multiple, shock cardiaco e una grave lesione al fegato che si rimette in piedi nell’arco di una manciata di giorni. Ma a prescindere da ciò, che può essere anche la scelta di un artifizio narrativo, a risultare forzato è pure ciò che accade nella seconda metà dell’opera. Si noti bene che quando si giunge alla sparizione del figlio non siamo ancora alla metà dello scritto. Da qui inizia una doppia indagine nella doppia indagine: perché se in una prima battuta abbiamo un primo omicida da trovare, qui abbiamo un secondo possibile rapitore che può combaciare o meno con il primo omicida ma che riporta al passato e che porta i protagonisti a un’altra indagine ancora portata avanti da una doppia voce e cioè da un lato da Joona e Erik e dall’altro da Simone e il padre. Un po’ troppo, a mio avviso, per non appesantire una narrazione con già un buon numero di elementi del thriller.
A ciò, ancora, si aggiunge una violenza disseminata e gratuita che permea tutto il componimento: dai giovani adolescenti filonazisti o comunque rabbiosi che a ogni angolo sembrano essere appostati e capaci di incutere terrore, a stalker e maniaci sessuali incontrati sulla metro o in visita nei luoghi di lavoro, a una macabra violenza che si propone anche nel modus operandi in cui le uccisioni hanno luogo. Nel finale, in particolar modo, si eccede a dismisura con ciò e se anche tutto questo è giustificato dai soggetti agenti e dalla loro particolare condizione, il risultato è quello di un’asticella spinta troppo e che fatica a essere apprezzata.
Al tutto si somma ancora uno stile narrativo estremamente descrittivo, tecnica narrativa già riutilizzata dagli stessi autori e da altri contemporanei che però fatica a suscitare empatia e anzi sfianca, nonché una ripetizione esasperante di alcuni comportamenti dei protagonisti che non convince. Se da un lato abbiamo un medico con una forte dipendenza da farmaci non riconosciuta, dall’altro abbiamo una donna che con questa mancanza di fiducia, per quanto plausibile e comprensibile nel reale, tende a respingere il lettore.
In conclusione, il thriller ha una buona potenzialità ma nel voler stupire e uscire dalla moltitudine di quel che oggi è uno dei generi più gettonati in assoluto, i due autori hanno forzato troppo danneggiando la piacevolezza di uno scritto che se più corto (conta esattamente 585 pagine in edizione Tea) e snellito avrebbe davvero potuto tenere con il fiato sospeso gli amanti del genere. Purtroppo, la ridondanza, la trama troppo caricata, le eccessive descrizioni e il voler far troppo ne hanno influito sulla piacevolezza. Di questo risentono anche i personaggi che perdono nelle loro caratteristiche peculiari quali ad esempio Linna nella sua ironia, tratto che lo aveva reso appetibile alla conoscenza. Ed è un peccato perché ho letto altre opere di questi scrittori molto più bilanciate e attente anche a tematiche attuali quali lo sfruttamento o la violenza su minori e donne.
A volte è nella linearità e nella semplicità che vi è la formula di un buon e indimenticabile libro. A volte è nel meno che ci sta il più.
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- sì
- no
No = a chi ama altri generi o ha letto altre opere dei coniugi.
Mozzafiato
Un thriller davvero mozzafiato,senza un attimo di respiro,dove tutti i personaggi possono essere o meno coinvolti nel rapimento di Benjamin,il figlio dell'ipnotista. ERIK aveva promesso di non ipnotizzare più nessuno dopo uno strano avvenimento accaduto in passato (che chiaramente si scoprirà continuando a leggere),ma dopo il ritrovamento di Josef si trova costretto a ricredersi e a dover usare l'ipnosi per scoprire cosa è effettivamente successo.Da qui purtroppo cominciano ad accadere cose strane ad Erik e alla sua famiglia;chi sarà mai il colpevole? Erik ritroverà suo figlio sano e salvo? Appuntamento con pagine e pagine di pura avventura,senza mai risultare noioso o scontato.Consigliatissimo!
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FREQUENTI DESCRIZIONI DI AMBIENTI INUTILI
Libro ben scritto, con una sintassi curata e termini ricercati. Unica pecca, le inutili descrizioni di ambienti e personaggi di contorno totalmente inutili ai fini della trama... esempio, per dire che il dottor Bark sta andando in ospedale, vengono descritte minuziosamente le persone ferme alla fermata del bus, le vetrine dei negozi, i fiocchi di neve che cadono al suolo, la neve grigia che schizza sulle auto parcheggiate nei pressi del fast food da cui si intravede un cliente che sta consumando un hamburger....
Queste fastidiose e inutili descrizioni allungano la trama di almeno 200 pagine (non sto scherzando, il libro è infarcito di descrizioni simili a quelle che ho riportato sopra).
Posso capire se hanno a che fare con la trama, ma dire che la neve grigia schizzava sulle auto parcheggiate bla bla bla, oppure che la commessa nella gioielleria stava incartando una scatoletta per un cliente mentre Bark stava entrando in negozio, serve solo per aumentare le pagine del libro.
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Sicuramente da leggere...
Non sarà il migliore thriller poliziesco che abbia mai letto , anzi diciamo che non è che una pagina tira l'altra, però è sicuramente un libro molto ben scritto, è bellissimo il fatto che sia stato scritto a quattro mani da marito e moglie, e infatti i punti di vista maschili e femminili devo dire sono ben rispettati e vicini alla realtà.
E' una narrazione molto scorrevole e cinematografica, non si perde tanto in descrizioni ma nonostante tante storie e personaggi si intreccino la storia non ne risente mai.
Forse merito di due menti al posto di una , ma lo consiglio davvero a chi ama il genere.
Sicuramente leggerò anche gli altri dagli stessi autori.
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"Come fuoco, esattamente come fuoco"
Ultimamente è ormai impossibile aprire un thriller scandinavo qualsiasi senza trovare, tra i brevi commenti di scrittori o giornalisti, un riferimento, inteso come termine di paragone, a Stieg Larsson. Questo per sottolineare lo slancio che il compianto autore della celebre trilogia "Millennium" ha dato al sempre più crescente proliferare di gialli ambientati nel freddo e, forse perché lontano, affascinante nord Europa.
Spesso si tratta di un confronto del tutto ingeneroso nei confronti di Larsson, che a mio avviso è il miglior talento che la penisola scandinava abbia prodotto in termini di autori di thriller, gialli, noir.
Anche se, ad onor del vero, credo che lo scrittore appena citato non sia l’unico autore meritevole della fama acquisita. Penso a Jo Nesbo, altro maestro. E secondariamente a Henning Mankell, Camilla Lackberg, Arnaldur Indridason, Jussi Adler Olsen.
A questi nomi più o meno noti si sono recentemente aggiunti i romanzi di Lars Kepler, curioso pseudonimo di Alexander Ahndoril ed Alexandra Coelho, marito e moglie che nel 2009 hanno deciso di cavalcare l'onda del successo di molti compatrioti e di sospendere le loro carriere individuali per scrivere romanzi a quattro mani.
"L' Ipnotista", il primo romanzo della serie, è diventato in breve tempo un best seller tanto da aver guadagnato, nel 2013, il privilegio di vederne realizzata una versione cinematografica.
Nello spogliatoio di un campo di calcio viene ritrovato un cadavere. Nell’abitazione del malcapitato, la stessa sorte è toccata alla moglie e alla figlia minore.
L'unico sopravvissuto della famiglia è Josef, sedicenne ricoverato in ospedale in evidente stato di shock ed incapace di comunicare con il mondo esterno.
Joona Linna, investigatore di origini finlandesi della polizia criminale di Stoccolma, indaga sul caso e decide di interpellare Erik Maria Bark, uno psicoterapeuta abile nella tecnica dell'ipnosi.
Il romanzo è caratterizzato da una narrazione di stampo fortemente cinematografico. Linguaggio essenziale, capitoli brevi, colpi di scena a ripetizione, ampio uso dell’espediente del cliffhanger.
Come ogni thriller scandinavo che si rispetti, anche in questo caso uno dei punti forti è rappresentato dal riuscito contrasto tra l'atmosfera ovattata ed apparentemente tranquilla del paesaggio e la spirale di paura e violenza che cresce con l'aumentare delle pagine.
Ma se da un lato ambientazione e, in parte, intreccio riescono nell'intento di creare una sufficiente dose di curiosità nel lettore, dall'altro ho ravvisato una caratterizzazione dei personaggi poco approfondita, qualche colpo di scena forzato, una lunghezza del libro sicuramente esagerata ed una tendenza al ricorrere a scene eccessivamente hot, il cui impiego puntuale in certi tipi di thriller è un aspetto che non capirò mai.
Ho notato che anche la seconda opera di Lars Kepler, "L' Esecutore", ha ricevuto pareri discordanti.
Sempre in base alle recensioni, la serie sembra aver trovato la sua definitiva consacrazione, in termini di giudizio dei lettori, a partire dal terzo romanzo. Motivo per cui, pur giudicando “L’ipnotista” un titolo poco più che sufficiente, potrei decidere di dare altre possibilità ai due coniugi svedesi.
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THRILLER ACCETTABILE
Ho comprato questo libro perchè amante del genere e attratta dalla copertina.
Avevo già letto le varie recensioni, molte delle quali non positive, ma poi ho pensato che se ci hanno girato un film probabilmente valeva la pena comprarlo.
La trama non mi ha conquistata da subito. Ho dovuto addentrarmi profondamente nella storia prima di sentirmi assolutamente coinvolta e questo comunque è avvenuto, quindi non mi sento di bocciarlo. Anche la parte centrale che si dilunga per un centinanio di pagine sul suo passato è affascinante, però c'è qualcosa che non convince, c'è qualcosa che ti fa rimanere con l'amaro in bocca e non ti soddisfa.
Mi aspettavo un finale spettacolare, un finale che mi facesse rimanere a bocca aperta ma così non è stato.
Nonostante ciò lo ritengo un libro che vale la pena leggere ma dal quale non aspettarsi un grande best seller.
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HYPNOS VS THANATOS
Un ragazzino, gravemente ferito, che giace in un letto d’ospedale.
Un medico, ex ipnotista, svegliato nel cuore della notte.
Un poliziotto, di origini finlandesi, ligio al dovere.
Un bambino emofiliaco che vorrebbe vivere una vita normale, lontana dall’iniezione settimanale che lo aiuta a restare in vita.
Erik Maria Bark, svegliato da una telefonata del commissario Joona Linna, deve correre subito in ospedale per aiutare la polizia nelle indagini relative a un delitto avvenuto di recente: una famiglia brutalmente assassinata; unico superstite il figlio adolescente, presente al massacro, e la sorella più grande, per la cui incolumità si teme. Motivo del crimine? Un regolamento di conti per soldi prestati e non restituiti.
Quello che il medico non sa è che il suo ritorno come ipnotista causerà una serie di eventi che coinvolgerà il suo unico figlio e metterà in serio pericolo il precario equilibrio che la sua famiglia è riuscita a raggiungere nell’ultimo decennio.
Ma è davvero così banale la risoluzione di questo caso? Cosa scoprirà la polizia dalle parole pronunciate dal giovane Josef in stato di ipnosi? Per quale motivo il dottor Bark aveva promesso di non ipnotizzare mai più nessuno?
Un thriller avvincente, ricco di colpi di scena e di immagini forti; se l’inizio mi aveva fatto storcere il naso per lo stile usato dagli autori, per la scelta di mischiare la narrazione degli eventi in modo tale da confondere il lettore, messo di fronte a più eventi contemporaneamente, dopo pochi capitoli ho cambiato idea: basta entrare nella trama per farsi coinvolgere appieno, per capire come gli scrittori ci stiano raccontando la vicenda e trovarsi sulla loro stessa lunghezza d’onda e all’interno del romanzo dal ritmo davvero serrato, non c’è un attimo di respiro, tutto cambia nell’arco di pochissimo tempo, qualsiasi certezza viene spazzata via al primo batter di ciglia!
Questo è solo il primo libro con protagonista il commisario Joona, di cui iniziamo a fare la sua conoscenza solo marginalmente (dalla storia viene si intuisce il suo carattere deciso e parte della sua vita passata, ma niente più); tante le recensioni già scritte, alcune molto positive, altre del tutto negative… io personalmente mi pongo al centro, giusto perchè l’inizio confonde molto il lettore, ma il resto del libro lo promuovo in pieno!
Buona lettura!
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Non mi ha convinto (CONTIENE SPOILER)
Appena finito e sto cercando di elaborarlo a caldo.
L' episodio con cui si apre il libro, quello che sembra l'episodio su cui dovrebbe 'girare' tutta la storia non è quello che sembra. Tirando le somme credo che è un' episodio non indispensabile che si potrebbe anche eliminare. Ci troviamo di fronte a questo ipnotista, o meglio dire EX ipnotista, farmaco dipendente che prende un farmaco diverso una riga si e l' altra pure. Uomo senza carattere con una moglie paranoica. Gli adolescenti e i bambini del luogo sono tutti sbandati e cattivi. Ti fanno pensare che questo mondo è solo squallido, grigio e violento... Mah...
Inizio in pompa magna poi il vuoto assoluto...A parte il rapimento di suo figlio che non si capisce chi abbia interesse a rapirlo... e che viene rapito tanto facilmente.Vuoto Fino a oltre metà libro dove il 'grande', unico e pentito ipnotista racconta le vicende dei tempi che furono in cui seguiva un gruppo di pazienti che avevano subito gravi traumi, e che lui cercava di curare con sedute di ipnosi di gruppo. Ed è li che emergono i veri sospetti, i probabili colpevoli. Ma io mi domando, medico, esperto, che stai analizzando dei soggetti che hanno subito gravi traumi psicologici, traumi che stanno influendo negativamente sul corso delle loro vite, intraprendi una terapia di gruppo con questi soggetti senza aver prima studiato ogni singolo caso, e senza avere la minima idea su cosa possa aver scatenato i traumi? Senza sapere niente del loro passato? Infatti solo alla fine, grazie a un medico di una clinica psichiatrica, si viene a conoscenza del passato della paziente che si rivela essere la colpevole del rapimento. Una parola sola: ridicolo. Nella mia ignoranza, la logica mi suggerisce che nessun buon medico intraprenderebbe una terapia del genere senza essere a conoscenza della storia clinica di un paziente. Concludo dicendo che se si fosse adeguatamente informato, come i veri medici fanno, non ci sarebbe stato niente su cui scrivere un libro.
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BELL'IDEA..... MA ALLA FINE MI SONO PERSO QUALCOSA
Non appena ho letto la descrizione di questo romanzo ho subito pensato che potesse essere un capolavoro... affascinante l'immagine di un ipnotista inserito all'interno di un thriller... affascinanti i luoghi dove è ambientato (La gelida Svezia già conosciuta con Stieg Larrson)... Infatti all'inizio questo romanzo parte bene, affascina ed ti incolla alle sue pagine.. Ma capitolo dopo capitolo, mentre la storia prosegue a pieno ritmo, sembra che qualcosa non vada... Più di una volta mi sono chiesto se per caso avessi saltato accidentalmente qualche pagina. Spesso ci si ingarbuglia in meccanismi difficili da seguire, personaggi che irrompono nel romanzo per sparire poche pagine dopo, vicende a tratti assurde che non arricchiscono la storia ma anzi la deviano...
Nonostante ciò la trama di base pian piano diventa avvincente ed in fin dei conti si vuole capire come andrà a finire.
Al termine del libro si resta comunque con un senso di incertezza...
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SOTTO L'OMBRELLONE .....
Stoccolma
La notizia è agghiacciante. Un’intera famiglia( la famiglia Ek) sterminata da un assassino armato di coltello. Il padre ucciso sul posto di lavoro, madre e figlia massacrate in casa. Unico superstite il figlio maggiore, Josef Ek, ricoverato in gravi condizioni per ferite multiple e in stato di shock. Uno stato che lo isolerà completamente dal mondo esterno. Segue le indagini l’ispettore Joona Linna ,giovane e caparbio. Per metà finlandese, è quasi un intruso in Svezia con i suoi metodi … l’unico a non arrendersi davanti ad un vicolo cieco. Infatti, dopo estenuanti insistenze, riuscirà a convincere il dottor Erik Bark a sottoporre l’unico potenziale testimone ad un’ipnosi regressiva. L’ultima chance per dare un volto al killer. Purtroppo il dottor Bark ha un passato professionale difficile e un presente problematico: un matrimonio in crisi, un figlio malato e la promessa di non sottoporre più nessun paziente ad ipnosi. Promessa durata 10 anni a causa di un caso giudiziario. Tutto ciò lo opprime a tal punto da abusare di farmaci …
Infranta la promessa il dottor Bark vedrà peggiorare le cose. L’assassino non sta certo a guardare e rapisce suo figlio. L’ipnosi NON VA FATTA !! Altrimenti …
Nel frattempo l’ispettore Linna scopre che nella famiglia Ek c’è un altro membro. Si tratta della sorella maggiore di Josef, datasi alla macchia da tempo …
Il titolo, la trama, la copertina e il tema dell’ipnosi. Tutti gli ingredienti per correre in libreria a comprarlo. Purtroppo l’argomento ipnosi e ipnotista vengono solo accarezzati. Nel romanzo ci sono alcune incongruenze e situazioni inverosimili. Non le segnalo, non preoccupatevi. Lars Kepler è lo pseudonimo dei coniugi Ahndoril. L’idea era interessante ma non deve trasparire il lavoro a quattro mani. Si rischia di dividere la storia in 2 parti, e perde in omogeneità …
Non aspettatevi il capolavoro promesso. Rimarrete delusi come me …. Aspettatevi la normalità …
Comunque un buon thriller, abbastanza scorrevole. Consiglio la lettura in spiaggia, tra una granita e un gavettone …
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Elpi-logo n. 16
Ricordando Belfagor e Juliette Greco
Volendomi autopsicanalizzare, probabilmente il mio interesse dilettantistico per l’ipnosi risale a uno sceneggiato TV in bianco e nero che ho visto da bambino: “Belfagor, il fantasma del Louvre”. Lì, il fantasma mascherato e nero era un personaggio che agiva sotto ipnosi. Essendo ormai cresciuto d’età (!) ed essendomi impossessato di qualche ulteriore strumento conoscitivo – dopo aver letto Freud, per il quale l’ipnosi è una tecnica terapeutica – attribuisco il mio interesse infantile a una combinazione di elementi: l’ambientazione al Louvre, il richiamo di civiltà antiche, il mistero di esoterismi, il fascino tutto francese dell’attrice principale, Juliette Greco.
Con la fedina imbrattata da Belfagor, quando mi sono imbattuto nel titolo “L’ipnotista”, mi ci sono buttato a capofitto.
La storia narra di Erik Maria Bark, l’ipnotista più famoso della Scandinavia. Precipitato nel baratro personale, ha smesso da dieci anni di praticare l’ipnosi. Poi Joona Linna, commissario della polizia criminale, si rivolge a lui, lo trova imbottito di psicofarmaci e gli chiede di occuparsi di un caso limite: un ragazzo, Josef Ek, ha assistito al massacro della sua famiglia. La mamma e la sorellina sono state trucidate davanti ai suoi occhi; lui stesso è stato trovato ferito e, completamente scioccato, non comunica più con il mondo esterno. Ma è il solo che potrebbe testimoniare su quanto è accaduto. Ovvio che l’ipnosi sia il metodo più appropriato per carpire una verità sommersa e scongiurare il rischio che la sorella maggiore di Josef, scomparsa misteriosamente, sia raggiunta dal killer che ha deciso di sterminare la famiglia. Erik Maria Bark accetta un incarico che gli cambierà la vita, anche perché suo figlio, emofiliaco, viene rapito…
Il thriller è avvincente, ma non convincente. Ho trovato le sedute di ipnoterapia – mio principale motivo di richiamo – piuttosto epidermiche. La trama, non particolarmente originale, a mio parere presenta alcune smagliature che mi hanno dato l’impressione di leggere più romanzi (almeno due) non perfettamente integrati tra di loro.
Per me, è meglio tornare a Belfagor. E ai miei ricordi.
Bruno Elpis
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Assolutamente da non perdere!
Lars Kepler non ha paura di dire le cose, non ha timore di sconvolgere la mente del lettore, descrivendo, nel dettaglio, le più inimmaginabili brutalità. Le dice e basta.
Lo stile di Kepler lo definirei un incrocio tra Stieg Larsson, per l'impostazione stilistica e narrativa, Wulf Dorn, per l'analisi psicologica dei personaggi, e Stephen King, per la capacità di guardare nel baratro che custodisce la follia e le paure umane.
L’intreccio è ben strutturato e la trama è avvincente: la storia è interessante; la narrazione è veloce, dettagliata e fortemente visiva; il ritmo resta sempre serrato, incalzante. Anche i personaggi sono credibili, ben delineati e ricchi di sfumature psicologiche. La suspense è in ogni pagina: tiene il lettore costantemente sul filo del rasoio. Tantissimi sono i colpi di scena fin dalle prime righe e per tutte le quasi 600 pagine di L’ipnotista.
Ho trovato originale l’idea di affiancare al poliziotto che svolge le indagini, Joona Linna, anche il personaggio più intrigante e complesso dell’ipnotista, Erik Maria Bark.
Con questo thriller, originalmente interessante, Lars Kepler, anzi, i coniugi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril, che si nascondono dietro questo pseudonimo, hanno saputo conquistarmi.
È stato difficile separarsi da uno psico-thriller così perfetto. Erik Maria Bark mi piacerebbe ritrovarlo in qualche altro suo romanzo.
Consigliato a chi ama il genere.
VOTO 10+
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Coinvolgente
Il libro è molto coinvolgente, come da titolo, ho faticato a capire chi era il vero protagonista tra Joona e Erik (l'ipnotista) dato che i libri che stanno scrivendo i Lars Kepler sono incentrati sulle indagini del primo, ma questo non ha influito nel giudizio finale. Ciò che, invece, ha influito sono le sedute dell'ipnotista: non mi sono piaciute e soprattutto, alcune, non erano influenti per il corso delle indagini. Per il resto devo dire che ho faticato a staccarmi, l'unico motivo è stato lo studio, infatti. Consiglio vivamente la lettura a chi piacciano i colpi di scena ;)
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Non capisco
Non capisco il perchè di questo accanimento contro questo thriller. Io l'ho trovato avvincente, mi ha coinvolta e non sono riuscita a staccarmi dal libro finchè non l'ho finito. Concordo sul fatto che non sia molto scorrevole e come metodo di scrittura sia piuttosto impegnativo, ma per gli amanti del genere penso sia un gran bel libro. O, perlomeno, non la schifezza che hanno descritto tutti.
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Bruttissimo
Ho comprato questo libro convinto di acquistare un capolavoro come scritto sulla copertina, invece mi sono ritrovato tra le mani un libro noioso, dalla scrittura pessima e di lenta lettura. Non posso dire se abbia un finale bello o meno in quanto anche con tutta la mia buona volontà non sono riuscito a leggere più di 15 pagine. Se volete un consiglio quando lo vedete in libreria e state pensando di comprarlo, fermatevi dieci secondi e girate al largo!!!
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Però...!
Tra tutti i thriller di autori scandinavi (post Larsson) che ho letto, questo non mi è dispiaciuto. L'idea di partenza, di immergersi nella psiche umana attraverso l'ipnosi di gruppo di pazienti alle prese con traumi psicologici, non è male. Anche il proseguio della storia, in cui le vicende del protagonista si legano a filo doppio con il suo lavoro di ipnotista e con quello dei suoi pazienti non è male. Il salto temporale nel passato del protagonista, a metà del libro, usato per spiegare parte della storia e per colmare alcuni vuoti lasciati volutamente all'inizio, fanno da ottimo collante per il seguito del racconto. Il finale poi è sicuramente apprezzabile.
Del finale ho sicuramente apprezzato come l'autore descriva in parte e lasci intendere quanto le vicende occorse ai protagonisti li abbia segnati e quanta strada dovranno percorrere per poter riacquistare, se possibile, una certa serenità. Non c'è quindi il "..e vissero felici e contenti.." che generalmente, al termine di un libro di questo genere, lascia l'amaro in bocca, almeno a me !!!!
Nel complesso quindi......non male.
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Tante aspettative, nessun capolavoro
Davvero peccato...ecco le prime parole che mi vengono in mente! Ho acquistato il libro spinta da una grande curiosità e aspettativa: il contenuto pareva davvero molto interressante, con questo promettente viaggio nel buio inconscio umano. All' inizio può sembrare un thriller come molti altri, poi la brusca svolta nel passato spiazza un po'!la trama in sè si snoda attorno ad eventi che paiono scontati e si arriva alla fine cercando quel qualcosa di speciale che caratterizza un gran bel libro che in questo caso non arriva! Possiamo dire carino, ma non sicuramente eccezionale e all'altezza delle aspettative!
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Gocce di paura
Gli elementi di questo giallo sono un bambino, la neve, un ipnotista che si è allontanato dal lavoro a causa di un proprio crollo psicologico, un silenzio dato dallo stato di shock. E' un grande thriller, che dà un estremo senso di coinvolgimento e di pathos e anche l'ambientazione nordica, le sue atmosfere ovattate e suggestive contribuiscono a legare il lettore a queste pagine. La storia lascia senza fiato e ad ogni pagina stilla gocce di paura. Le scene sono descritte arricchendole di dettagli, i colpi di scena sono efficaci, le sottotrame arrivano a convergere e a collimare in modo spiazzante e questo è un indice di grande capacità narrativa. Il finale è movimentato e fa crescere l'adrenalina. E particolare è l'avversione che riescono a creare i personaggi negativi minori.
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delusione
Gli spunti per un racconto avvincente non mancavano, l'ipnotismo e la malattia mentale e il loro intersecarsi lungo tutte le pagine del libro alla luce delle vicende umane dei protagonisti. Col progredire della lettura però il tutto si stempera in pagine spesso non propriamente pertinenti alla trama, la concatenazione degli eventi non mostra una regia sicura e sapiente. La scelta della narrazione al presente poi costituisce il vero limite del libro. Sembra di leggere il copione di un film e la suspense ne risente irrimediabilmente. Manca da ultimo una connotazione scenografica precisa. Nevica, fa freddo e i cieli sono spesso bui ed opprimenti ma anche se sappiamo che la scena ha luogo in Svezia, potremmo pensarla una qualunque località nordica dell'emisfero settentrionale. Non è dato di sapere se la traduzione abbia inciso negativamente su questo aspetti, di certo lo stile non è eccelso. A fine libro rimane l'impressione di avere rovistato in un grande contenitore pieno di cose interessanti ma tutte molto slegate tra loro.
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Complimenti
Complimenti a Longanesi per aver saputo creare molto glamour attorno ad una storia che tanto promette ma poco mantiene. Qualche buona idea ed uno stile narrativo essenziale non bastano a fare del romanzo un capolavoro, tanto più che le cadute di ritmo unite alla notevole lunghezza del testo portano spesso al tedio.
Consigliato a chi ha poca fantasia o si avvicina al thriller per la prima volta, chi molto ha già letto rimpiange il tempo impiegato per finire di leggere il romanzo e non vede l'ora di passare al prossimo libro.
Sopravvalutato.
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Inizio promettente...finale deludente!!!
Il romanzo ha un inizio molto promettente e lascia immaginare chissà quali scenari, anche perchè l'ipnosi in se ha già molto di misterioso. Purtroppo man mano che si procede, la vicenda e la lettura diventano meno scorrevoli ed appassionanti e la trama perde il suo mordente iniziale. Ho trovato un po troppo lunga e snervante la parte centrale dedicata al passato dell'ipnotista, anche se chiaramente molto utile al fine della comprensione della trama. Purtroppo il finale è molto lontano da ciò che si immagina inizialmente e quindi l'ho trovato molto deludente. Per quanto riguarda la scrittura, è abbastanza scorrevole anche se a volte l'autore esagera nelle descrizioni ambientali e la narrazione incalzante di cui questo tipo di romanzo ha assoluto bisogno, ne risente. Quindi ne consiglio la lettura ma senza aspettarsi di leggere un capolavoro: senza infamia e senza lode!
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Un giallo accettabile
Aspetti positivi: uno stile di scrittura abbastanza essenziale, fatto di periodi brevi e agili, privo di noiose descrizioni e caratterizzazioni; la scelta, inusuale, di narrare usando il presente anzichè il classico passato remoto, può piacere o no (io, personalmente, non l'ho apprezzata molto); c'è un po' di violenza, un po' di paura, un po' di mistero, un po' di invito alla riflessione, un po' di morbosità, un po' di sesso... insomma, gli ingredienti del buon giallo/thriller paiono esserci tutti, seppur in maniera dosata.
Ciò che, al contrario, non ho gradito è stato il lunghissimo flash back centrale (a occhio, un 20% dell'intero volume) concentrato in un unico interminabile capitolo e il finale "fesso"... voglio dire, un romanzo che inizia così bene, con una strage misteriosa, con l'urgenza di trovare una persona per evitare che possa finir vittima anch'essa della furia dell'assassino, con il retroscena incestuoso e stomachevole che la storia nasconde, non può finire con un "colpevole" così insipido, mosso da motivazioni così poco "entusiasmanti", con una piega così lontana dall'inizio... insomma, il finale è deludente, sappiatelo!
Tuttavia, mi sento di segnalare e consigliare questo libro a quanti volessero leggere un buon giallo, senza pretese di trovare il capolavoro del secolo.
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Libro che si lascia leggere tutto di un fiato
Comprai questo libro perche interessato dalla trama,la quale effettivamente durante il libro ha dei cambi improvvisi che non vuol dire che il libro diventa noioso o privo di mordente.Lars scrive in modo davvero scorrevole mai pesante o prolisso nel descrivere gli ambienti e i personaggi.Rimane attualmente uno dei migliori libri che abbia letto negli ultimi tempi.Certo non è come la trilogia millenium,ma sotto certi aspetti la lettura qui risulta meno pesante.
Consigliato.
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delusione....
avendo visto il titolo e letto la trama ho deciso di comprare subito questo libro che mi aveva colpito molto....
all'inizio la storia e' interessante e non si vede l'ora di continuare a leggere..insomma ti tiene sulle spine....ma poi.....arrivati ad un certo punto la storia cambia completamente e non c'entra niente con l'inizio..sono rimasta molto delusa, sinceramente mi aspettavo di piu'...
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Meglio lasciar perdere...
Trama inconsistente e sconclusionata, personaggi apatici e finale deludente. Chi si aspetta di ritrovare nelle pagine di questo libro anche solo un po' del fascino della Millenium Trilogy resterà decisamente scontento. E stata una vera fatica finirlo. L'esperimento è decisamente andato male...
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Sotto le aspettative.
Prima di leggere "L'ipnotista" non sapevo che esistessero tanti aggettivi per descrivere l'accento finlandese (dolce, melodioso, malinconico, tranquillo...e via dicendo). In sostanza penso che in questo libro ci sia troppo di tutto: un giovane serial killer troppo efferato, la protagonista pazza troppo "pazza", la banda di ragazzini troppo cattivi, troppe storie parallele, troppi personaggi, troppi aggettivi, troppe descrizioni, troppi stacchi temporali. Il tutto risulta un po' caricato e quindi inverosimile. Eppure era partito bene! La storia del ragazzino che apparentemente aveva assistito al brutale omicidio della sua famiglia poteva essere sviluppata in maniera diversa e più organica (e mi aspettavo che quello fosse il perno del libro). Non so...è come se ad un certo punto, a corto di idee, l'autore abbia cercato di salvarsi in corner abbozzando tutta una fantasmagoria di situazioni ( non ultimo l'autobus arrugginito con le chiavi inserite che parte al primo colpo e come un deus ex machina irrompe sulla scena salvando capra e cavoli) che nulla aggiungono alla narrazione, se non il risultato di lasciare l'amaro in bocca al lettore. Lo stile è scorrevole, è un libro che se letto senza troppe aspettative aiuta a passare il tempo, ma non lascia nulla.
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Un thriller noioso
Nonostante il tema innovativo e fascinoso dell'ipnosi, la storia è pervasa da una snervante calma piatta , che solo negli ultimi capitoli lascia il posto ad un pizzico di movimento , dovuto ad alcuni colpi di scena che iniziano ad interessare il lettore. Troppo lungo, secondo il mio giudizio, il racconto del passato del protagonista , che occupa la parte centrale del libro e che rende pesante una storia già di per se non particolarmente invitante. Non credo insomma che sia una buona trama o quantomeno una trama degna di un autore considerato il nuovo Larsson (come ho letto da qualche parte): la trilogia Millennium ha davvero un altro spessore.
Lo stile è freddo e impersonale, la narrazione è monotona, a volte noiosa e ciò è dovuto anche al fatto che la storia è raccontata al presente indicativo, scelta inspiegabile e altamente penalizzante.
Dal mio punto di vista un romanzo deludente sotto tutti i punti di vista, ma il mio è un parere soggettivo, visto anche il gran numero di copie vendute.
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Ma la Trilogia di Larsson è un'altra cosa...
Continua lo stillicidio dei gialli svedesi, un filone che tende a non fermarsi più. Se la trilogia “Millennium” di Stieg Larsson resta il capolavoro insuperato, non sempre altri Autori hanno raggiunto l’eccellenza con i loro romanzi. “L’ipnotista”, primo romanzo di Lars Kepler (pseudonimo sotto il quale si cela una coppia di scrittori “principianti”, i coniugi Alexander Ahndoiril e Alexandra Coelho Ahndoril ) pur non raggiungendo l’intensità dei thriller di Larsson, è ben congegnato e, se è caratterizzato da lunghi e noiosi momenti di stasi nella parte centrale, si riscatta con un finale veramente incalzante e pieno di colpi di scena. Se si potesse caratterizzare un romanzo con colori appropriati alla trama, direi che è un romanzo in bianco-nero : il bianco della neve che cade quasi ininterrottamente avvolgendo in un’atmosfera quasi impalpabile e surreale fatti, cose e personaggi (si svolge nel mese di dicembre soprattutto a Stoccolma e dintorni), il nero- grigio delle notti e delle atmosfere di Stoccolma, in cui si muovono personaggi inquietanti e si registrano efferati delitti. Il protagonista, l’ipnotista appunto, svolge la sua attività sondando tramite induzione ipnotica i recessi della psiche, cercando di portare alla luce il passato inconfessabile dei suoi pazienti e rimanendo via via coinvolto, dopo successi e fallimenti, in avvenimenti ai limiti del credibile, fino al rapimento dell’unico figlio. In collaborazione con il commissario della polizia criminale Joona Linna (che troveremo anche nel secondo romanzo della coppia, “L’esecutore”) arriverà attraverso esperienze traumatiche alla soluzione dell’intricata vicenda. Dimenticatevi Lisbeth Salander e Mikael Blomqvist di Larsson : non ci sono personaggi che lasciano il segno. La lettura può essere tuttavia piacevole, anche se lo strepitoso successo di vendita del romanzo appare, a guardar bene, inspiegabile.
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Una seduta di ipnosi
Il romanzo è strutturato in modo non lineare per quanto riguarda il susseguirsi logico-temporale delle vicende: abbiamo una prima parte molto consistente in cui sono raccontati i fatti accaduti nel presente, una parte più esigua, dove l'ipnotista veste anche i panni del narratore, e ci parla in prima persona della sua esperienza trascorsa, e un'ultima parte dove torniamo al tempo presente, ricollegandoci a quella iniziale. Di queste tre parti, quella che ho preferito sicuramente è la seconda (andando controcorrente rispetto alla quasi totalità delle recensioni che ho letto finora su questo romanzo). Forse perché il nostro ipnotista racconta in prima persona, forse perché in questa digressione le sue emozioni e i suoi sentimenti mi sono sembrati rappresentati in modo più vivido e condivisibile, reputo questa parte la più riuscita dell'intero romanzo. Il nostro protagonista infatti, Erik Maria Bark, è poco caratterizzato lungo il corso della narrazione degli eventi presenti, mentre trova spazio più ampio in questa parentesi apparentemente divagante. Notevole interesse ha suscitato in me la pratica ipnotica ivi spiegata, mentre la vicenda giallo-thriller propriamente detta è passata in secondo piano.
Lo stile si rivela tendenzialmente aderente a quel filone che grossolanamente viene identificato come "letteratura scandinava": periodi brevi, modo di esprimersi secco e asciutto, senza troppi fronzoli, molto attento all'ambientazione e ai dettagli (nomi di strade, paesi...) più che all'introspezione psicologica dei personaggi. Una volta che lo si accetta, la lettura può scorrere in modo abbastanza fluido. L'azione, per quanto mi riguarda, almeno nelle prime 200 pagine, rimane però un po' troppo lenta: trova una svolta proprio con la digressione sull'ipnosi (e a questo punto mi chiedo come tanti lettori possano averla considerata inutile o pesante: è da lì che muove la vicenda e si ha un vero e proprio scossone, oltre al chiarimento di alcuni punti che erano stati solamente accennati nel precedente scritto). La narrazione riprende in modo più concitato verso la fine. Del finale non mi è piaciuta sicuramente la soluzione data alla vicenda, mentre ho apprezzato il sottile sentimentalismo delle ultimissime pagine: anche la gelida scrittura svedese ogni tanto dimostra di avere un cuore palpitante!! Sicuramente troppo lunghe e dettagliate (e conseguentemente pesanti) alcune descrizioni: impongono un rallentamento del ritmo narrativo del tutto inopportuno, visto che già la vicenda procede in modo graduale, con svariate pause. A questo stile apparentemente e volutamente appesantito però non posso non riconoscere una nota di merito: la narrazione procede per piccoli passi, proprio come una regressione ipnotica, questa volta però operata per mano del lettore sul protagonista principale, l'ipnotista.
Tutto sommato, lo giudico un romanzo da leggere dal punto di vista dell’ipnotista: trovo che, mettendo in sottofondo la vicenda del giallo-thriller, sia più facile apprezzarne i contenuti, senza volerlo forzatamente giudicare tramite letture apparentemente affini, solo perché di analoga provenienza geografica. Lo consiglio dunque a chi sa andare oltre il thriller.
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Ipnotico per metà
La trama si compone di diverse storie affiancate che purtroppo finiscono per stridere tra loro in quanto legate soltanto da avvenimenti casuali. Per la prima metà del libro la storia è avvincente e il ritmo incalzante purtroppo però superata la metà la storia diventa lenta e oserei dire monotona. Peccato, perché come già detto, all’inizio la trama è veramente ipnotica. Questa comunque non vuole essere una bocciatura in quanto ci sono molte buone idee e la lettura è abbastanza piacevole e scorrevole.
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Non un capolavoro, ma...
Sono d'accordo con chi ha scritto che non basta essere svedesi per scrivere come Stieg Larsson, ma non sono completamente d'accordo con chi scrive che questo libro fa schifo.
Sicuramente non è un capolavoro della letteratura moderna e ha ricevuto una pubblicità spropositata, ma allo stesso tempo credo che sia un libro piacevole, senza grandi pretese.
E' un giallo/thriller con una storia facile da seguire con qualche risvolto inaspettato; l'ho trovato un po' allungato soprattutto nella parte centrale dove torna indietro di 10 anni per raccontare il passato di Erik - l'ipnotista.
Sono curiosa di leggere il secondo libro che ha scritto, per capire se le case editrici l'hanno montato oppure lui è davvero una promessa letteraria...
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Bello ma non troppo...
Kiv: Abbiamo comprato il libro attratti da una presentazione avvincente, e tale è la prima parte del libro. Fino a quando, due trame che hanno poco a che vedere l'una con l'altra si mischiano in un intreccio inspiegabile e inutile, che perde d'interesse man mano fino alla fine. Poco scorrevole e prolisso.
Cla: Appena ho iniziato a leggerlo mi aspettavo di trovare quello che mi aveva attirato dalla presentazione,invece ad un certo punto quella storia scompare lasciandomi perplessa fino alla fine del libro.... quando ha iniziato a divagare sul passato ho avuto il pensiero di abbandonare la lettura,molti pezzi si potevano evitare... delusa
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Così Così....
Tutto sommato piacevole, forse un po pretenzioso; a tratti lento e noioso
ma nell'insieme scorrevole superati i bruschi stop non necessari di qualche pagina qua e la.
Letto senza troppe aspettative lo si trova gradevole.
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Venire dai fiordi non vuol dire essere un Larsson
Ho comprato il libro perché è stato pubblicizzato parecchio dalla casa editrice e dalla stampa, ma non solo, è stato soprattutto perché avevo letto la triologia di Larsson, che mi è piaciuta moltissimo...Devo ammettere che Lars Kepler non si avvicina nemmeno al grande Stieg Larsson, anzi, abbassa molto le quotazioni degli scrittori del nord Europa sulle scelte dei lettori. La scrittura è anche scorrevole, ma gli eventi sopra gli eventi sono confusi e di conseguenza il modo di raccontare diventa macchinoso, per non parlare del finale che è una delusione pazzesca. A questo punto, non ci rimane altro che rimpiangere la morte prematura del grande Stieg Larsson, confidando sempre nella comparsa nella scena della letteratura mondiale di un altro astro nascente del thriller nordico.
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sonno
ho letto questo libro pensando di trovarmi davanti a un romanzo davvero spettacolare... invece a parte l'idea che poteva essere anche originale... è un groviglio di storie su storie... ogni tanto mentre leggi ti chiedi che fine abbia fatto quello o quell'altro personaggio, poi arrivi al finale e rimani così senza nessuna emozione.... carente in tutto, a me proprio non è piaciuto e fortunatamente l'ho comprato usato (ma mi dovevo già fare una domanda come mai usato se è uscito da poco?) ora ho capito... comunque in alternativa alla camomilla va più che bene.
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tranquilli...non rimarrete ipnotizzati
Vorrei spendere due parole su questo libro che mi ha accompagnato nelle mie mattinate di sole e mare, l'ho finito in poco tempo per la scrittura semplice e la trama un pò troppo forzata e perchè volevo scoprire il colpevole, che poi alla fine è stata una delusione!!! Finito il libro ho pensato che è ora di finirla da parte degli editori di attribuire ad ogni scrittore esordiente che proviene dai fiordi o giù di lì delle motivazioni eccezionali per acquistare e leggere i loro libri, sovrapponendoli al successo planetario della trilogia di Larsson.
Per fortuna questo mi è stato prestat e non averlo nella mia biblioteca non è una grande mancanza!
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Può passare
Un libro carino...all'inizio mi è piaciuto subito, lo stile è molto accattivante, la storia, l'idea anche ma il finale è stato un pò imbarazzante. Non so perchè ma questi scrittori devono smetterla di pompare il tutto, e poi far finire le storie in modo forzato. Insomma il lettore se ne accorge. E poi è vero, neanche io mi sono emozionata più di tanto.Per il suo genere comunque è un buon libro,scorrevole e affscinante sotto certi punti di vista. fatevelo imprestare.
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Cosa è successo agli scrittori Svedesi?
Concordo con chi ha detto che non basta vivere in Svezia per diventare scrittore. Il libro non stupisce, non emoziona, non spaventa (mi piacerebbe sapere se è lo stesso libro letto da Carrisi oppure se Lui ha avuto il piacere di entrare in possesso di una diversa stesura), riesce però a rendere in modo abbastanza vivido il paesaggio. La prima metà scorre in modo fluido e anche se priva di novità risulta piacevole, la seconda parte, che dovrebbe fornire gli indizi per trovare il colpevole lancia indizi che alla fine lasciano parte del libro privo di chiarezza. Il finale... non lo commento.
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Noia allo stato puro
Dopo i successi di Stig Larsson, gli editori pensano che basti che l' autore di un romanzo sia svedese o ambientato in Svezia per essere degno di pubblicazioni e sponsorizzazioni eccezzionali come in questo caso.
Nonastante i vari messaggi sublimanali all' interno delle pagine con nomi e luoghi alla "Larsson", il libro in questione non ha un briciolo di attrattiva, i personaggi sono vuoti e noiosi,la trama non desta quasi mai interesse e i dialoghi scandalosi.
Un libro che prende in giro gli amanti del genere.........
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Discreto
Mi colloco a metà tra le due precedenti recensioni, ritengo infatti che non ci si trovi nè davanti ad un libro da divorare nè al cospetto di un racconto parzialmente soporifero. Per quanto mi riguarda la lettura è stata piacevole e tutto sommato coinvolgente. Avendo letto qualche autore nordico ormai ho imparato che non ci si può aspettare il colpo di scena o il ritmo cui ci hanno abituato negli anni gli scrittori statunitensi. Resta il fatto che il racconto risulta piuttosto originale, soprattutto la parte relativa all'ipnosi. Protagonista della storia è infatti un medico, salito anni prima agli onori della cronaca per le terapie ipnotiche sperimentali a causa delle quali viene perseguitato dai fantasmi del passato in seguito alla scelta di collaborare nuovamente con la Polizia svedese. Non vi svelo altro della trama e vi consiglio la lettura senza impegno.
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L'ipnotista
Carrisi (Suggeritore) dice "la verità vi farà paura", nel commentare questo libro, ma quale verità???
Lo stile a volte snerva e svariate volte mi ha tentato nell'abbandonarne la lettura ma ho resistito, l'opera ha un inizio davvero molto promettente ma con l'andare avanti davvero ci vuole una grande forza di volontà per proseguire nella lettura; per fortuna nelle ultime duecento pagine, circa, sembra che ci si svegli da un torpore e si prosegue in modo scorrevole anche se il finale lascia un po' a desiderare.
Sinceramente all'interno vi sono svariate incongruenze, ma non posso dire altro perchè parlandone rovinerei la lettura a quanti ne avessero l'intenzione.
Syd
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- sì
- no
un libro da divorare
Il libro mi è stato regalato e all'inizio pensavo che fosse solo una storiella uscita sull'onda della trilogia Millennium, mi sono però dovuta ricredere. La storia è trascinante, magnetica, è praticamente impossibile alzare gli occhi fino all'ultima pagina. Il ritmo non è lento come nella trilogia di Larsson: l'azione è ben calibrata dall'inizio alla fine. Leggendo si ha l'impressione di guardare un film e ci si sente davvero coinvolti dagli eventi. Anche se il punto di vista non è unico, ma varia a seconda dei personaggi, l'effetto finale non è confuso, ma contribuisce a caratterizzare meglio i protagonisti. La vicenda è un intreccio sapientemente sviluppato, con una risoluzione finale inaspettata.
Se siete amanti dei thriller, questo libro vi catturerà.
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