La regina dei castelli di carta La regina dei castelli di carta

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    03 Luglio, 2022
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Trilogia in calando

Non posso dire che si tratti di un brutto libro, ma rispetto al primo della trilogia è tutt'altra cosa. Come spesso succede trovo che l'autore si sia fatto prendere la mano, col legittimo desiderio di mantenere il successo dei volumi precedenti. La storia è costruita molto bene. ricca di dettagli, logica e coerente. Ogni cosa, anche la più folle, ci viene spiegata in modo tale da renderla plausibile. Ciò nonostante trovo che sia troppo. Troppo folle il disegno che sta dietro a tutta la storia, troppe le persone coinvolte per avere avuto successo fino ad allora, troppe le variabili e le cose che potrebbero andare male e che invece si incastrano. Doppi, tripli a volte anche quadrupli giochi, insomma tutto piuttosto incredibile. Detto questo la scrittura è gradevole, la storia ha un suo filo logico. Lo scrittore qui è più che altro un giocoliere che davanti ai nostri occhi tiene in aria innumerevoli palline nessuna delle quali smette mai di girare o cade per terra. E la storia? E' quella in cui si dice basta a una ingiustizia vecchia di anni e ci si mette in campo per salvare Lisbeth: una ragazza piccola, che sembra una ragazzina, incapace di avere rapporti umani e di interagire con gli altri. In grado senza battere ciglio di entrare in qualsiasi computer, svuotare conti correnti o sparare in faccia a chi la minaccia. Ma capace di una grande umanità e capace di mettere in moto tutta una serie di persone che che mettono in gioco la loro carriera, e la la loro vita stessa per combattere contro un drago all'apparenza invincibile. Una storia fatta di intrighi, di misteri indagini e colpi di scena, Ma anche una storia di riscatto, amicizia e speranza.

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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    19 Marzo, 2020
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Giustizia è fatta

Se prima di tre anni fa, quando mi avvicinai timidamente a “Uomini che odiano le donne”, mi avessero detto che avrei finito per innamorarmi di “Millennium”, molto probabilmente sarei scoppiata a ridere liquidando la cosa come impossibile.
In verità, per innamorarmi della trilogia in questione è stato sufficiente il primo volume e ora che ho chiuso anche il terzo so già che della prosa accattivante di Stieg Larsson sentirò una forte mancanza. Una prosa, quella del compianto autore svedese scomparso a soli cinquant'anni nel 2004, che si rivela capace di appassionare anche chi, come la sottoscritta, non legge abitualmente gialli, polizieschi o thriller. Come nel precedente “La ragazza che giocava con il fuoco”, anche ne “La regina dei castelli di carta” continua a essere al centro della narrazione la vicenda di Lisbeth, la giovane hacker che odia gli uomini che odiano le donne, riprendendo il racconto dal punto esatto in cui era stato interrotto nel secondo libro. E se in quest'ultimo niente e nessuno avevano potuto bloccare una Lisbeth braccata dalla polizia dell'intero Paese e non solo, stavolta nemmeno una pallottola in testa riuscirà a fermarla: il complotto ordito ai suoi danni, fin da quando era ragazzina, giunge al capolinea e finalmente le porte delle patrie galere svedesi, anche grazie all'aiuto dello scaltro giornalista Blomkvist, si spalancheranno all'improvviso per i responsabili, i quali hanno giocato il tutto per tutto pur di non soccombere e far calare di nuovo il buio attorno allo spinoso affare Zalachenko. Una trama, pure in queste pagine, tutt'altro che avara di colpi di scena che catturano il lettore sino alle battute finali, mentre la scrittura particolarmente scorrevole, in pieno stile Larsson, induce a “divorare” in tempi piuttosto rapidi un volume ancor più corposo dei precedenti.
Mi è stato raccontato che, da qualche tempo, un altro autore svedese ha aggiunto alcuni titoli alla trilogia, ma per me “Millennium” finisce qui, anche perché la penna di Stieg Larsson, come nel caso di ogni grande scrittore, è unica e irripetibile. Lisbeth, Mikael, Erika e tutti gli altri personaggi mi mancheranno, e non poco.

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..."Uomini che odiano le donne" e "La ragazza che giocava con il fuoco" di Stieg Larsson.
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    11 Settembre, 2018
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Il complotto è servito!

Con “La regina dei castelli di carta”, la trilogia di Millennium giunge al suo terzo ed ultimo capitolo.
Se “Uomini che odiano le donne” era incentrato sulle vicende del giornalista Mikael Blomkvist e “La ragazza che giocava con il fuoco” su quelle dell’efebica e “disagiata” Lisbeth Salander, il terzo episodio si presenta molto più corale: il personaggio attorno a cui ruota è sempre Lisbeth – costretta in un letto d’ospedale (dopo il “regolamento di conti” familiare che ha chiuso il volume precedente) e ancora in guerra con la metà delle istituzioni svedesi – ma la storia è incentrata sul gruppo, estremamente eterogeneo, di persone che tentano di scongiurare la sua segregazione in un istituto di cure psichiatriche.
Al centro della vicenda c’è la preparazione del processo a porte chiuse nel quale stabilire la sanità mentale della ragazza, e il suo pirotecnico svolgimento. Ma è il contesto storico-politico a giocare un ruolo ben preciso: gli eventi vanno a toccare gli anni della “guerra fredda” (con una penisola scandinava geograficamente sin troppo vicina all’Unione Sovietica), il ruolo e i metodi dei servizi segreti e, ancora una volta, la ragion di Stato.

Arrivati all’ultima parte della storia, è forse utile soffermarsi sul suo significato complessivo.
L’argomento forte della trilogia di Stieg Larsson è la violenza sulle donne, nei suoi aspetti sia psicologici che fisici (sino agli abusi sessuali più crudi e umilianti). Come lo stesso autore si prende la briga di dimostrare – soprattutto nel primo libro – le statistiche ci dicono che nella civilissima Svezia (al pari di tante altre nazioni del Vecchio Continente) episodi di violenza a danno del genere femminile si consumano con una certa frequenza.
Da un punto di vista letterario, la carta vincente di Larsson è l’inserimento di tale argomento all’interno di una trama precisa e ben costruita: al rigore del primo libro (che tende più verso il giallo), fa seguito nel secondo una decisa virata verso l’azione, sino al suggello del terzo volume, che apparecchia gli ingredienti classici della “teoria del complotto”. Il tutto con acume e una straordinaria capacità di appassionare senza stancare (per quanto riguarda l’ultimo volume, siamo a circa 850 pagine!)
E al termine Lisbeth Salander, minuta ma non indifesa, asociale nella realtà quanto protagonista nella rete virtuale, apparentemente anaffettiva ma in verità appassionata bisessuale, si ritaglia di prepotenza (in ogni senso) un posto nell’immaginario letterario della nostra epoca.
Tre libri da leggere (con una sicura preferenza per il primo della serie).

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gli altri due capitoli della trilogia: "Uomini che odiano le donne" e "La ragazza che giocava con il fuoco".
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evakant Opinione inserita da evakant    03 Dicembre, 2015
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La fine...o forse no?

Dopo aver lasciato “sedimentare” un po' i primi due capitoli, dopo aver preso in mano ed abbandonato l'ultimo capitolo “La regina dei castelli di carta” attratta da altro, un po' per il poco tempo, un po' per chissà che cosa, finalmente qualche settimana fa ho ripreso tutto in mano e ho deciso fermamente di arrivare alla fine.

Tirando le somme, posso dire senza indugio che il primo capitolo resta il migliore in assoluto.
Abbiamo lasciato la nostra hacker Lisbeth Salander ferita gravemente con una pallottola alla testa, ferito anche il famigerato Alexander Zalachenko (alias Alex Bodin). Dopo violenze di ogni tipo, sparatorie e inseguimenti vari i due antagonisti vengono portati in ospedale e ricoverati a poche porte uno dall'altra, mentre lo psicopatico Ronald Niedermann è in fuga e lascerà dietro di sé un'agghiacciante scia di sangue.
Artefice del salvataggio di Lisbeth è il solito Mikael Blomkvist, che come tutti gli eroi che si rispettino è sempre al posto giusto al momento giusto, cosa che lo aiuta molto visto cheè è un giornalista d'assalto oltre che amico di Lisbeth.

Posso affermare che in questo volume, dalla ragguardevole mole di più di 600 pagine, non accade granché. Si passa dal ricovero dei due antagonisti, all'assassinio di Zalachenko per mano di un agente segreto sotto copertura (che ben presto viene smascherato e che non è chiaramente il delirante psicopatico malato terminale che sembrerebbe essere), per arrivare sino al processo che vede imputata Lisbeth, assistita dalla sorella di Mikael, processo in cui tutti i vecchi amici di Lisbeth si danno un gran da fare per smascherare la cospirazione ai suoi danni, incriminando la famigerata “sezione speciale” dei servizi segreti svedesi.
Non c'è nulla di più ma il brodo viene allungato (direi al limite della sopportazione) nella prima parte e con un salto indietro di anni per spiegare la nascita della sezione, tanto che il volume è difficilissima digestione almeno sino a pagina 250.
Poi si riprende grazie all'introduzione nella vicenda di un nuovo personaggio oltre al duo Salander-Blomkvist: l'agente Moniga Figuerola, un'altra sorta di wonder-woman dal fisico scolpito, che già al primo incontro con il nostro reporter d'assalto finisce nel suo letto mettendo a rischio tutta l'inchiesta e portando avanti una storia di sesso (o forse amore?) con il nostro allegro reporter...allegro perchè nel frattempo lui continua la sua relazione anche con la ex redattrice di Millenium Erika Berger, amante storica, che è sposata da anni ma da anni tiene anche il piede in due scarpe.
La narrazione prende un po' di vita, se non altro per il fatto che accade almeno qualcosa.
Si arriva al processo, che a differenza di tutto quanto accade prima viene descritto quasi frettolosamente, anche se in modo efficace, e grazie al cielo senza perdersi in miriadi di digressioni, e senza colpo ferire si arriva alla sentenza e all'epilogo.
Nel frattempo Niedermann è sparito dalla faccia della terra e ricompare nelle ultime 30 pagine per fare una fine alquanto scontata.
Ovviamente non vi dirò se la nostra Lisbeth sarà dichiarata colpevole o innocente, ma non serve essere dei geni per intuirlo.

Nel mezzo indagini complicate, pedinamenti, appostamenti, telefoni sotto controllo, scandali vari, Blomkvist che si muove come un moderno James Bond che non si fida di nulla e di nessuno e riesce a seminare i cattivi (che ricordiamolo, fanno parte dei servizi segreti) come se fossero teppistelli alle prime armi.
I buoni sono buonissimi e integerrimi, i cattivi sono cattivissimi e idioti, ricordiamolo, fanno parte dei servizi segreti, ma vengono messi nel sacco esattamente, idem come sopra, come se fossero dei teppistelli alle prime armi.
Il tutto in un ambiente torbido e alquanto mafioso per essere nalla ridente e civilissima Svezia.

Finalmente assistiamo alla fine di innumerevoli e tristissimi pasti tipici svedesi a base di tramezzini e caffè. E a dialoghi intricati, notizie scottanti, rivelazioni più o meno scabrose, la cui conclusione finale è sempre la stessa laconica risposta: “Aha”.

Che posso dire: non mi è piaciuto, ma non mi è nemmeno dispiaciuto, lo stile è quello solito di Larsson, freddo, efficiente, lineare, allunga il brodo molto bene, le pagine avvincono, ma alla fine non resta molto.
Diciamo che in questo romanzo la storia è in funzione dei personaggi, se non ci fossero stati Lisbeth e Mikael sarebbe rimasto ben poco, personaggi comunque sempre e molto uguali e se stessi: il nostro reporter d'assalto che ha una fortuna, ma una fortuna...è sempre nel posto in cui accadono i fatti, ed è immischiato fino alla testa, anche troppo e anche in modo poco credibile.
La nostra hacker con un palmare e un cellulare in mano è in grado di entrare in tutti i computer del mondo, carpire indagini secretate dei servizi segreti, manco fosse Mandrake.

Va letto giusto per arrivare alla fine della trilogia.

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va letto se non altro per terminare la trilogia.
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    03 Settembre, 2015
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Millennium #3

“La regina dei castelli di carta” è il terzo ed ultimo capitolo della celebre trilogia Millennium, scritta dal compianto Stieg Larsson.

Lisbeth Salander è in ospedale in seguito al violento scontro con il gangster ed ex sicario dei servizi segreti russi, nonché suo padre, Alexander Zalachenko.
Il giornalista Mikael Blomqvist è al corrente dei fatti, ha finalmente intravisto un barlume di luce nella fitta nebbia che avvolge il passato di Lisbeth ed è deciso a scoprire tutta la verità.
Ma è una verità scomoda, che coinvolge i servizi di sicurezza ed il governo svedesi.

Se dal punto di vista dell’intrattenimento il romanzo conferma lo status di eccellenza imposto dai due episodi precedenti, Larsson ha compiuto un ulteriore passo in avanti quanto a numero dei personaggi e complessità della trama.
Il primo capitolo, che resta il migliore secondo il mio personale giudizio e l’unico dove, seppur per brevi tratti, la narrativa di genere ha incontrato la vera letteratura, è stato un connubio incredibile di thriller moderno e giallo classico sottoforma di enigma della camera chiusa. Il secondo ha spostato l’attenzione sul formidabile personaggio di Lisbeth e ha posto nuovi interrogativi sul suo tormentato passato. Il terzo romanzo ha confermato la direzione intrapresa dal precedente episodio, con un mix di generi e vicende narrate incredibilmente ricco tra spionaggio, servizi segreti e giornalismo d’inchiesta investito del potere di deus ex machina capace di smascherare crimini e reati con testardaggine e coraggio.

Anche stavolta i personaggi, originali e carismatici, si confermano essere il punto di forza principale del romanzo. 857 pagine in cui, come spesso capita nella narrativa di genere di ottimo livello, l’intrattenimento e la finzione letteraria sono soltanto il pretesto per denunciare efficacemente alcune storture della realtà che ci circonda.

“La regina dei castelli di carta” è un romanzo eccellente, capace di concludere degnamente, e con un filo di malinconia, una serie che avremmo voluto durasse più a lungo.

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saurafumi Opinione inserita da saurafumi    05 Dicembre, 2013
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Il gran finale... purtroppo!

Già, purtroppo questo è l'ultimo! L'ho divorato letteralmente in tre giorni, durante una vacanza. Non riuscivo a staccarmi, ce l'avevo continuamente davanti! Nonostante all'inizio possa sembrare un po' lento, mi ha comunque appassionato, sia per l'intricata trama, che Larsson riesce comunque a legare con un filo logico impeccabile, sia per la suspance sempre più alta. E alla fine trionfa la giustizia! Sembrerà banale da dire, ma dopo tutte le disavventure di Lisbeth, si tifa letteralmente per lei.
Invidio fortemente chi deve ancora cimentarsi nella lettura di questi tre libri, libri che comunque a breve riprenderò in mano.
Ovviamente consigliatissimo.

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Opinione inserita da Silvia    08 Ottobre, 2013

Peccato sia l'ultimo!

Degna conclusione della trilogia Millenium: Lisbeth ottiene l'agognata giustizia e "i cattivi" finiscono come meritano!
Lati negativi: trama molto intricata, con troppi nomi e troppi personaggi secondari che fanno talvolta perdere il filo della storia e la rallentano un po'. Ma grazie allo stile di Larsson, difficilmente si riesce a finire un capitolo senza la voglia di cominciare subito il successivo!
Peccato che non abbia avuto il tempo di scrivere un sequel, che, secondo me, si sarebbe potuto sviluppare dal finale; nonostante la trama della trilogia sia compiuta, la storia dei protagonisti avrebbe potuto progredire ancora (almeno, a me sarebbe piaciuto!).
Rispetto ai precedenti della trilogia è decisamente il libro più pesante ed impegnativo, ma se avete letto gli altri due, non potete non avere la curiosità di sapere come si chiudono le peripezie della signorina Salander e del suo eroe Kalle!

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marty96 Opinione inserita da marty96    02 Giugno, 2013
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TROPPO TROPPO BELLO!!!

troppo troppo bello!!!! non in particolare questo libro, ma tutta la trilogia, non ho voluto inserire una recensione ai singoli libri, ma sentivo il bisogno di esternare il mio pensiero dopo il terzo!!!! mi piange il cuore pensando che il mio autore preferito in questo genere è morto e non potrà regalarci altri capolavori come questo!!! rispetto ai due libri che lo precedono questo è forse più pesante e lento, penso che risulti tale perché Stieg Larsson nel suo ultimo romanzo abbia tirato le somme sui personaggi, sulla loro crescita e maturazione, Lisbeth finalmente si è riscattata dal suo passato e nonostante la personalità eccentrica e un po' scorbutica (alla quale non puoi fare a meno di affezionarti) riuscirà a dare più fiducia alle persone che le sono vicino. Mikael diventa più maturo e grande arriva a pensare all'Amore, con la A maiuscola! è stato un epilogo epico!!!! l degna conclusione per qualcosa di per sé già perfetto!!!

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a chi ha letto i precedenti libri!!!!
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Matte92 Opinione inserita da Matte92    20 Mag, 2013
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Un finale perfetto

Continua a raccontare senza soste tutta l'avventura di Mikael e Lisbeth, e aggiunge anche un tocco di "spy story" e alcune scene che si svolgono dentro il tribunale che danno quel tocco in più al libro.
Azione continua, e quando non c'è azione non se ne sente la mancanza perché l'autore ti fa proprio immergere nel libro. I personaggi introdotti nel precedente libro vengono studiati ancora più nei dettagli e il finale è più che degno di quella che a mio avviso è una delle più belle trilogie del giallo.
L'unico rammarico? La morte improvvisa di Stieg, che aveva già cominciato un quarto e un quinto libro con Mikael e Lisbeth, e che ha definitivamente concluso questa magnifica storia.

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i primi 2 della trilogia, libri gialli (ma dopo aver letto i primi due libri)
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verdat Opinione inserita da verdat    20 Mag, 2013
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Epilogo di un capolavoro...

E' il momento di tirare i fili di questa intricata storia...

Avvincente, bella, al punto da stordire chi legge, che si catapulta nel libro...uno spattatore muto che vorrebbe esserne uno degli attori.

Siamo Mikael, vorremmo essere Lisbeth.....forse invidiamo il menage a trois di Herika...

Un libro assolutamente da leggere, e non solo per conoscere l'esito della storia, ma perchè prende molto sul lato umano, forse perchè specialmente negli ultimi anni ci sono troppi "uomini che odiano le donne" e ripeto spesso vorremmo essere Lisbeth, ed erigerci a giustizieri.

Ed ora capisco la tristezza che aveva nel cuore mio figlio quando stava per finirlo... leggi le ultime pagine con lentezza perchè sai che sta finendo....e che non ci sarà un quarto libro...

Questi tre libri sono l'eredità di Larssen, grande scrittore.

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La Trilogia
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Febbraio, 2012
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La fine di una trilogia perfetta

Si rende conto, però, di una cosa: sarà difficile trovare un altro libro, un altro poliziesco, allo stesso livello dei libri di Larsson. E sapere che purtroppo non ne potrà scrivere più altri (in quanto morto a 50 anni di infarto, mentre era in redazione: esattamente come morirà uno dei suoi personaggi, Morander, che vivono per il lavoro, pur avendo un male incurabile) è una fitta cuore. Scusate il gioco di parole! Per molto, molto tempo, mi vedrò costretta a sospendere questo mio hobby di leggere polizieschi ed altro, poiché niente è in grado di equiparare questi polizieschi.
Dopo Uomini che odiano le donne e La ragazza che giocava con il fuoco, eccomi qui a parlarvi di questo poliziesco che assume caratteri internazionali e presenta donne che hanno una tale forza e coraggio che ogni altra vorrebbe essere uguale.
Però, c'è altro da dire, per avvertire chi vuole entrare nel mondo presentato da questo libro: considerando le oltre 800 pagine, preparatevi ad avere una tendinite o a fare sollevamento pesi. O_O
Stavolta, nonostante Lisbeth Salander sia immobilizzata in un letto d'ospedale, la fantasia di Stieg Larsson riesce a creare una nuova avventura che è il seguito delle precedenti e riprende esattamente da dove l'avevamo lasciata nel secondo volume, ma ad essere coinvolti nella storia e nelle indagini ci sono tanti nuovi personaggi e molte più donne, oltre a quelli già conosciuti.
Può essere utile, anche qui, prendere nota dei personaggi, prima di trovarne così tanti da non ricordarne con esattezza le funzioni, l'essere pro o contro.
Non lo so se vi ho trasmesso la passione che i libri di Larsson mi hanno trasmesso a tal punto da arrivare a dire: "Kevin, voglio essere come Lisbeth Salander!"
Ma come mi è saltato in mente? Lei è un metro e cinquanta con il corpo di una bambina, le tette rifatte, un caratteraccio da sociopatica e nel complesso deve essere bruttarella forte, nonostante a lei ci si affezioni perché complessivamente è una persona speciale. Alcuni in lei vedono addirittura una lesbica satanista, psicopatica, schizofrenica e paranoica, ma lei è sempre quella che riesce a leggerti dentro e può arrivare fino a tatuarti addosso "Io sono una sadico porco, un verme ed uno stupratore", cioè un bastardo.
Ecco ricominciamo il percorso con chi sa perfettamente di cosa parlo, in quanto si è lasciato coinvolgere da questi libri.
Lisbeth Salander, come abbiamo visto alla fine del secondo tomo (vista la consistenza del numero di pagine), è stata ferita mortalmente. Anzi per un momento abbiamo anche pensato che ormai sarebbe rimasta sotterrata dietro la casa di suo padre, ma invece, non si è arresa ed è stata anche fortunata riuscendo a venire fuori dalla buca in cui era stata sepolta. La sua fortuna aumenta, perché l'uomo che lei ama, Mikael, riesce a trovarla in tempo per avvertire i soccorsi che tempestivamente la portano dove rimmarrà per quasi 800 pagine. Ma il mondo per una come lei non è mai così limitato, poiché le bastano un cellulare ed il suo palmare per riuscire ad aiutare gli altri. Alla fine è sempre lei che mette i risultati delle ricerche sulle labbra degli altri. Però, Larsson, nelle scene d'azione, ha inventato nuovi personaggi, sempre donne, sempre super donne, diverse da Lisbeth, come la sensuale e spregiudicata Erika, la muscolosa e gelosa Monica, la dolce ed agguerrita Susanne, la professionale ed empatica Annika e l'intelligente ed intuitiva Sonya. Ce ne sono anche altre con parti minori, ma comunque utili all'evoluzione delle vicende. Sono tutte donne che portano avanti l'evoluzione della storia, mentre Mikael Blomkvist cerca di trarre le conclusioni dei criptici messaggi di Lisbeth. Questi personaggi la dicono lunga su come Larsson apprezzava le donne e su quali fossero i suoi gusti femminili (illimitati). ;-)
Ancora una volta Lisbeth e Mikael si inseguono, di pagina in pagina, senza mai incontrarsi veramente. Soltanto a pagina 807 si incontreranno, ma Lisbeth avrà altro da fare prima. Affinché il cerchio, che ha come centro lei, possa chiudersi, deve trovare eliminare tutti i cattivi che dal secondo sono arrivati al secondo libro, ma alla fine non si trasforma in un'assassina. Sceglie sempre la legge e riacquista dignità agli occhi dell'opinione pubblica.
Anche in questo libro, sono intricate le vicende amorose fra i vari personaggi. Mikael è l'uomo con la pancetta che fa impazzire le donne, è l'intellettuale coraggioso e perspicace che ha bisogno della più brava hacker che conosce. La rispetta, ne è affascinato e si ostina a difenderla a tutti i costi, ma in fondo non sa esattamente nemmeno lui cosa vuole. Passa da una relazione all'altra ed alla fine confessa alla sua amante ventennale di essersi innamorato di Monica e di volere con lei una storia seria.
Lisbeth, invece, dopo essere fuggita da Mikael, nel secondo tomo, perché è certa di amarlo, pensa e ripensa a lui, ma anche a Myriam Woo, la sua compagna lesbica, ma poi confessa anche a lei di non amarla e va sino a Parigi per dirglielo. Nel frattempo seduce uomini d'affari e ci prova anche con il suo avvocato, che però è donna e quindi denota di avere i gusti molto ampliati, rispetto alla maggior parte del genere umano.
Poi, inaspettatamente, il fidanzatissimo Mikael si presenta da lei e fa proposte ammiccanti di amicizia che si posso facilmente fraintendere e lei, pur ammettendo a se stessa di non provare più niente per lui, lo lascia entrare. Qualcosa nel suo carattere da sociopatica è cambiato o forse lo ama, ma non vuole ammetterlo, oppure semplicemente, quando arriva sera, ha voglia di fare sesso e chiunque le capiti a tiro e rientri nei suoi gusti è il benvenuto, uomo o donna che sia.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    04 Novembre, 2011
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Chapeau!

E così siamo giunti alla fine!
Quando si inzia a leggere ci sono mille quesiti che frullano nella testa: ce la farà Lisbeth? E come farà a cavarsela con tutte le accuse a suo carico? come nei precedenti romanzi, la lettura è più che scorrevole e accattivante.
Presto vi troverete a fare il tifo per l'astuto Blomkvist, quasi cercando di avvisarlo quando vedrete chi cercherà di mettergli i bastoni fra le ruote.
Intrigante e sorprendente fino all'ultima pagina; di nuovo Larsson ci proprone un argomento interessantissimo, ovvero quello che i servizi segreti hanno combinato, combinano e (chissà) combineranno.
Premettendo che amo questa trilogia, penso che quest'ultimo libro sia il mio preferito. Questo credo sia dovuto a diversi fattori: trovo particolarmente coinvolgenti le indagini di Blomkvist sui servizi segreti e i pericoli che corre; adoro il processo a Lisbeth, con la sorella di Blomkvist che adotta una tattica unica e spiazzante (soprattutto per l'accusa); e potrei continuare all'infino, perchè non c'è un dettaglio che io non abbia colto e apprezzato.
Un'atmosfera cupa, intensa e violenta da assaporare pagina per pagina, lasciandosi coinvolgere e travolgere dall'immensa bravura di Larsson, che sta proprio nel farci sentire parte del suo romanzo.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    06 Ottobre, 2011
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La chiusura del cerchio

E' il libro che chiude la trilogia. Dei tre è quello che mi è piaciuto meno, ed era prevedibile, perchè comunque già il secondo volume aveva perso un pò di tono. Ha i colori più sbiaditi ed in certi punti è eccessivamente prolisso e ridondante. La sua lettura è in ogni caso consigliabile, perchè una volta lette le prime due parti, se non si prosegue con la terza, ci rimane dentro qualcosa di incompiuto, un cerchio non chiuso e non sarebbe giusto.

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AndreaDm Opinione inserita da AndreaDm    31 Luglio, 2011
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Bravo Larsson!

Terzo capitolo della trilogia Millennium di S. Larsonn

Lisbeth Salander, sopravvissuta chissa' come (botta di culo?) ad un colpo di pistola alla testa, rinviene qualche giorno dopo in una sala di terapia intensiva in ospedale.
Non le era chiaro perche' fosse ancora viva, poche immagini nella memoria raffiguravano Mikael dannatissimo Blomkvist che la soccorreva sul pavimento di una cucina in un rudere di campagna.
Le occorsero poche ore per comprendere che la lotta per la sopravvivenza non era finita, mancavano altre persone da "sistemare" e non ce l'avrebbe mai fatta da sola.

Bello!! Questo testo ti cattura completamente, Larsonn e' molto bravo a creare la tensione necessaria affinche' il lettore rimanga incollato alla storia con il cuore in palpitazione e l'occhio letteralmente affamato di parole da divorare.
Bravissimo anche il traduttore! dimentichiamo spesso di citarli, una pessima traduzione avrebbe potuto compromttere la suspance dell'intera opera ma questo fortunatamente non e' avvenuto e gliene dobbiamo merito.

Indubbiamente su 583 pagine di testo perderete la maggior parte della vostra salute mentale nel cercare di leggere i nomi dei quartieri e delle citta' svedesi. Provate ad esempio a leggere questa: Klarabergsviadukten! =D
Mi hanno fatto letteralmente impazzire! Dopo un po' ho cominciato a soprannominare i luoghi: cicciogagatan, lungacagagatan, cagagatan,portacagatan e cosi' via.. e' stato molto utile!

Non ci sono buoni o cattivi antipatici. Il lettore si ritrova bene in sintonia con tutti i personaggi.
Per quanto riguarda i cattivi, la loro e' una malvagita' crudele coniugata ad una premeditazione razionale e vizi i cattivo gusto sessuale.
Larsonn cattura problematiche sociali e deformazioni culturali criminali molto credibili, immergendoti in un mondo di pura azione. Aggiungendo una gran quantita' Larsonn ricrea una stora verosimile senza strafare in assurdita'.

Chicca finale, quando sembri orai avviato alla conclusione, il lieto fine ed i titoli di coda ecco che rispunta Niedermann, il fratellastro cattivone di Lisbeth pronto spezzarle l'osso del collo a mani nude. Arrivi all'ultima pagina alla velocita' della luce, divertito dall'ultima scena d'azione che suona come un bis!

Le emozioni sono particolarmente adrenaliniche e l'intelligenza dei personaggi e' ben strutturata e mai monotona. Lisbeth Salander e' una ragazza molto acuta e preparta e in qualche modo finira' veramente col piacervi!!
Fa eccezione naturalmente il fisico atletico di Monica la biondona, ma questo e' un dettaglio per soli maschietti!! =P

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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    24 Marzo, 2011
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Conclusione discreta di un'ottima serie

Libro un po' sottotono rispetto ai due capitoli precedenti; il primo libro è stato estremamente intrigante, il secondo avvincente, questo invece avrebbe dato il massimo se fosse stato lungo 300 pagine in meno; troppe parti lunghe noiose che rendono il libro difficile da digerire in alcuni punti, con descrizioni di sezioni dei servizi segreti svedesi e di personaggi più che secondari che ho trovato ridondanti e poco interessanti. In più mi rimane il rammarico che siano stati trascurati personaggi che avevo apprezzato molto nel capitolo prima e che invece qui praticamente non compaiono. Fortunatamente gran parte del libro è abbastanza convincente e in alcuni punti riesce a tenere il lettore incollato alla pagina, anche se non proprio ai livelli di "La ragazza che giocava con il fuoco".
Infine, ho veramente apprezzato il finale, che ho trovato bello e azzeccato.
Nel complesso un discreto libro, anche se per una serie simile si poteva forse sperare in qualcosa di più. Comunque vale la pena di leggerlo, se non altro per sapere come va a finire questa intricata vicenda.

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Gli altri due ovviamente
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Opinione inserita da cristina sozzi    13 Marzo, 2011

Bello,ma meno avvincente

ho trovato questo terzo volume piuttosto pesante e lento da leggere.Sicuramente gli altri due volumi sono stati piu' avvincenti:Impeccabile la figura di Lisbet Salander con i suoi risvolti umani e le tragiche esperienze del suo passato.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    28 Novembre, 2010
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DEGNO FINALE!

Fine della terza e, purtroppo, ultima avventura di Larsson.

Se il primo romanzo poteva essere considerato a sè, come storia,questo è strettamente legato al secondo, di cui è la giusta conclusione.

Avevamo lasciato Lisbeth con un proiettile nel cervello , dopo aver tentato di uccidere il padre; questa terza parte della storia inizia con la ragazza in ospedale , sottoposta ad una delicata operazione.
L' ultimo, corposo volume- più di ottocento pagine- porterà , in un crescendo di momenti emozionanti, a vendicare tutti i soprusi patiti nel tempo dalla ragazza, e a trovare finalmente giustizia.

Fanno il loro ingresso personaggi interessanti, come il medico che si occupa di Lisbeth, che riesce a procurarsi la stima della ragazza; poi la sorella di Mikael, Annika Giannini, che in questa parte avrà un ruolo importante nel risolvere la vicenda giudiziaria di Lisbeth.

La parte finale del romanzo è il processo : quello che deve liberare Lisbeth dalle accuse e consentirle di essere una donna libera. Questo è costruito con maestria, interrogatorio dopo interrogatorio, in un crescendo di emozione e di tensione, che secondo me vale da solo tutta la storia!

In quest' ultima puntata i personaggi dei due protagonisti mi sono sembrati più maturi , ciascuno sotto un diverso punto di vista.

Lisbeth si apre ad una lieve "umanizzazione": comincia ad uscire con cautela dal guscio- che si è creata in una vita!- e ad aprirsi a qualche timido rapporto umano, con il medico che la cura, con Annika.
All'ultimo concede anche la sua (ahimè sola!) amicizia a Mikael.

Mikael conserva intatta la sua grinta come giornalista, ma appare meno sciupafemmine,più "serio" nei rapporti con l'altro sesso. Inutile dire che anche in questo romanzo ho sperato fino all'ultimo in uno svolgimento "sentimentale" da parte dei due, ma ..nulla.
Eppure, se è vero che nelle intenzioni di Larsson ci fossero varie puntate successive, chissà che non fosse previsto per un futuro prossimo! Mi piace pensarlo.

Per concludere: una trilogia che ha appassionato e coinvolto lettori di ogni genere: Larsson è riuscito, secondo me, a fare breccia con i suoi due personaggi, e soprattutto Lisbeth, proprio nel cuore di tutti!

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ennio burattini Opinione inserita da ennio burattini    27 Luglio, 2010
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moralismo in salsa ikea

impossibile, una volta cominciato, smettere di leggere questa piacevole e avvincente trilogia animata da una galleria di personaggi memorabili a partire dalla straordinaria famiglia Salander. Peccato che a far da sfondo a questa storia che comincia col più classico dei thriller e finisce nella spy story più che la violenza degli uomini sulle donne ci sia il limaccioso moralismo liberal in salsa ikea dell'autore. pagina dopo pagina la società civile vincerà per la felicità di tutti i salotti radical chic. a quale prezzo? quello dei tre libri. leggeteveli.

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piero70 Opinione inserita da piero70    19 Luglio, 2010
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Bah..

Ovvia conclusione della trilogia, questo romanzo si colloca sulla falsariga del secondo. Intrecci da guerra fredda anni 70 e personaggi a volte così grottescamente caricaturali da risultare poco credibili.
L'unica cosa interessante, al di là di "come va a finire", è lo spaccato di vita politica e sociale svedese.
E' molto interessante vedere come si dipanano gli intrecci legali e seguire i giornalisti mentre cercano di provare quello che sostengono nei loro articoli di denuncia.
Tutto sommato non mi sento di sconsigliarlo, ma confermo la mia impressione, già espressa per i romanzi precedenti: l'unico degno di nota è il primo, gli altri due sembrano essere stati scritti solo per far soldi.

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Il_Duca_giallo Opinione inserita da Il_Duca_giallo    02 Luglio, 2010
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Forse il meno riuscito dei tre

RECENSIONE MODIFICATA DALLE REDAZIONE IL 13/07/10 CAUSA SPOILER

Pro:
1) Il finale
2) Quando Lisbeth è un scena il romanzo decolla
3) Per chi fosse interessato alla storia politica (o fantapolitica?) della Svezia vengono descritti alcuni background interessanti

Contro:
1) Troppi personaggi dai nomi impossibili (e a volte uguali tra loro!) che confondono il lettore.
2) le vicende e la storia dello spionaggio e del controspionaggio in Svezia vengono descritte in modo eccessivamente minuzioso e prolisso
3) Lisbeth spesso scompare dalla narrazione, che invece si focalizza su loschi figuri di cui poco ci importa
4) Continua l'irritante attività sessuale di Blomkvist alla cui porta bussano in continuazione lunghe file di donne che desiderano farsi sollazzare senza impegno da lui (che la mia sia solo invidia?)

A mio avviso il meno riuscito dei tre, con lunghissime sezioni dedicate alla storia politica svedese (dove non saprei tracciare un confine chiaro tra fatti veri e realtà romanzata).

Bello il processo finale dove Lisbeth svetta (come sempre) su tutti per la sua particolare personalità, prendendosi una bella rivincita.

Obbligatoriamente da leggere se si è letto "la ragazza che giocava con il fuoco".

Purtroppo Larsson non potrà scrivere altro, dato che com'è noto egli morì poco dopo aver terminato questi tre romanzi. E' un peccato perchè, nonostante i difetti che ho elencato, sarei stato interessato a quanto avrebbe potuto ancora scrivere ... e al fantastico personaggio di Lisbeth.

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Uomini che odiano le donne
La ragazza che giocava con il fuoco
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pinucciobello Opinione inserita da pinucciobello    14 Giugno, 2010
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Da leggere con sommo piacere

Terzo (e purtroppo ultimo!) romanzo della trilogia Millennium. Molta azione giudiziaria, molto intreccio dei servizi segreti, molta giustizia fuori dalle regole (secondo l'autore il fine giustifica ampiamente i mezzi... scopriremo, per caso, che Machiavelli è di origini svedesi? non suona male in fondo... Niccololssom Machiavelli, scherzo), comunque il tutto sapientemente dosato per rendere il romanzo avvincente, ed il risultato è oltremodo soddisfacente. Da leggere con sommo piacere.

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Ma che si consiglia a fare !!! Tutti quelli che hanno letto i primi due libri finiranno per leggerne il terzo .... e faranno benissimo !
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Tanu Opinione inserita da Tanu    13 Febbraio, 2010
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gran finale

gran finale della trilogia Millenium, con la complessa personalità di Lisbeth Salander che viene ulteriormente vivisezionata. Un libro che toglie il fiato per il ritmo incalzante che impedisce di metterlo giù!!!

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i primi due...
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    31 Gennaio, 2010
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Peccato che abbia terminato di leggero

Ho letto la trilogia Millennium praticamente d'un fiato, ho deciso di commentarla per intero dopo aver letto i tre tomi, si perchè è solo dopo aver letto tutta l'opera che ci si rende conto di quanto l'autore sia stato magistrale nel farmi coinvolgere davvero in modo adrenalinico al mondo dei personaggi tutti. Consiglio di acquistare l'intera Millennium Trilogy perchè sarà un investimento sicuro nel mondo della suspance, si passa dal giallo al noir, dallo spionaggio puro alla vena drammatica. GRANDE LAVORO complimenti a Stieg Larsson.

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sabrinat2601 Opinione inserita da sabrinat2601    14 Gennaio, 2010
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Degna conclusione

Degna conclusione, purtroppo, di una triologia emozionanate.
La nostra pazza eroina non smette di stupirci e di lasciarci incantati da lei.
Dopo una lunga serie di colpi di scena e tre libri di avventura senza sosta ritrova finalmente la pace.
Consigliatissimo.

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La trilogia di Millenium
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Opinione inserita da cristina    21 Novembre, 2009

da leggere tutto d'un fiato

La lettura di questa trilogia mi ha tenuta sveglia fino alle due di notte per riprendere il racconto alle 5 di mattina prima del lavoro. Fantastico anche questo come gli altri due. Larsson è un grande, troppo grande! chi ne critica lo stile non ha capito che chi scrive è un nordico .Tanto per ricordare lo stile è lo stesso dell "senso di smilla per la neve" ,Bellissimo libro ma attenzione: CREA DIPENDENZA!

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chi ha letto i precedenti NON puo' non leggere anche questo. Assolutametne imperdibile
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faye valentine Opinione inserita da faye valentine    07 Ottobre, 2009
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Dipendenza

la trilogia crea dipendenza, nel senso che, dopo aver letto il primo romanzo, non si può non andare avanti e approfondire sempre più la conoscenza di lisbeth e mikael... sono personaggi a cui ci si affeziona, che prescindono dalla trama giallo-thriller in sè e vanno oltre, molto oltre.

cosa leggere ora? difficile da trovare un altro personaggio da amare, pur nelle sue contraddizioni, come "sally".

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i due romanzi precedenti
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Opinione inserita da guido antonioli    25 Agosto, 2009

Dannato destino

Se quel giorno l'ascensore che portava alla redazioned del suo giornale non fosse stato rotto, Stieg Larsson non avrebbe fatto di corsa sette rampe di scale e, probabilmente, non sarebbe morto di infarto. Ora si godrebbe in pace con l'amore della sua vita il successo dei suoi libri e starebbe per pubblicare il quarto ed il quinto della serie, per poi scriverne altre cinque. E noi saremmo deliziati da una montagna di sue parole e sempre più innamorati dei suoi personaggi. Ma il destino è spesso beffardo, si sa. Invidiosi e ipocriti quelle scrittrici che hanno criticato Larsson dandogli del mediocre. Mediocri quei lettori che non amano alla follia Lisbeth.

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Opinione inserita da anny    21 Agosto, 2009

bella conclusione

una conclusione bella ma non esaltante...mi aspettavo un po' di più, anche se mi ha emozionato...lo trovo veramente troppo complicato!!!però una trilogia spettacolare nel complesso e emozionante...e che crea dipendenza tenendoti SVEGLI FINO ALL'ALBA!!! consiglio assolutamente tutti i libri!!!penso che lisbeth sia una grande...contorta ma affascinante penso la più affascinante di tutte le protagoniste femminili dei libri che ho letto!!!

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Opinione inserita da sinsilvia    15 Agosto, 2009

sorprendente

non puoi fare a meno di leggerlo tutto d'un fiato. appassionante, coinvolgente. una storia unica nel suo genere, piena di sorprese, che ti tiene sveglio fino a tardi. personaggi straordinari, in particolar modo Lisbeth, tanto anomala quanto affascinante.una storia che crea una vera dipendenza..

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Consigliato a chi ha letto...
i primi due libri della trilogia
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gracy Opinione inserita da gracy    06 Mag, 2009
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non vedremo la quarta serie...

Appena finito di leggere, avvincente e pieno di sorprese fino all'ultima pagina, tipico dell'autore, interminabile, lunghissimo, sopratutto la prima parte molto difficile, ma scorrevole, tanti nomi impronunciabili, che però via via diventano familiari, le ultime duecento pagine si leggono in un batter d'occhio. Non si può leggere questo libro se non si sono letti i precenti, se negli altri due l'autore ci aveva fatti ingozzare di caffè e tramezzini, in questo ci ha letteralmente messo qualche "aha" di troppo. Tuttavia la trilogia merita di essere letta, specie dagli amanti del genere.

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i due precenti dell'autore sicuramente
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    22 Aprile, 2009
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Grazie Stieg

Il commento più giusto che si può fare di questo terzo romanzo della serie non può prescindere dai precedenti a cui è quasi indissolubilmente legato. Vero che il primo (Uomini che odiano le donne) tratta una storia diversa, ma introduce in maniera splendida i personaggi. Il secondo è a mio parere il migliore , qui appunto abbiamo la conclusione e questo è l'unico limite del libro , il più della storia è già stato raccontato, si è già seminato, ora si raccoglie. Chiaro, un giallo- spionaggio che dura circa 1500 pagine in tutto (sommando la "ragazza che giocava con il fuoco" e "la regina...") può indurre a pensare ad un bel "polpettone" indigesto. Invece ho praticamente divorato i due libri in poco più di una settimana, e questo è un merito dell'autore. Non sono libri perfetti, ognuno può trovare delle parti in cui l'autore si dilunga troppo o è poco convincente (capita quando si lavora di fantasia...)tipo i continui break a base di caffè e tramezzini, il sesso disinvolto , le impronunciabili strade di Stoccolma e una protagonista alla quale in certi momenti "fa un baffo" pure Ethan Hunt di Mission Impossible...

Però non ci si stacca dal libro e alla fine , ci si affeziona ai personaggi, allora puoi dire che chi scrive è stato veramente un grande perchè non si è limitato a scrivere una storia intrigante ma la sua penna ha dato vita ai personaggi, li ha resi convincenti , veri. Cosa questa che spesso manca a scrittori anche molto bravi (Follet in certi romanzi per esempio)che creano storie ben costruite ma con personaggi che sono come fantasmi e ...svaniscono e si dimenticano appena chiudi il libro.

Larsson è scomparso prima di godere del giusto tributo per il suo lavoro e non leggeremo altri suoi libri purtroppo, un bellissimo libro che ho letto anni fa e parlava di un ragazzo strappato alla vita molto giovane da una terribile malattia si intitolava "Non quanto...ma come..." riferendosi al fatto che è più importante come si vive il tempo che ci è dato piuttosto che quanto ... VERO! beh caro Stieg non importa quanto hai scritto ...ma come...Grazie !

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Opinione inserita da Sydbar    15 Marzo, 2009

Peccato che abbia terminato di leggerlo...

Ho letto la trilogia Millennium praticamente d'un fiato, ho deciso di commentarla per intero dopo aver letto i tre tomi, si perchè è solo dopo aver letto tutta l'opera che ci si rende conto di quanto l'autore sia stato magistrale nel farmi coinvolgere davvero in modo adrenalinico al mondo dei personaggi tutti. Consiglio di acquistare l'intera Millennium Trilogy perchè sarà un investimento sicuro nel mondo della suspance, si passa dal giallo al noir, dallo spionaggio puro alla vena drammatica. GRANDE LAVORO complimenti a Stieg Larsson.

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Opinione inserita da fiorella    25 Febbraio, 2009

Addio Stieg e grazie!

Nuovamente un romanzo che si divora in un attimo...adesso che la trilogia è conclusa, mi mancano Lisbeth e Kalle!Purtroppo non potremo più apprezzare lo stile e la bravura di Larsson. Ho trovato il secondo libro il migliore della serie, anche se il primo ti lascia entusiata per il plot e le ambientazioni nordiche. Unico appunto al terzo libro: le descrizioni dei quartieri svedesi e delle strade a volte appesantiscono un po' la trama.

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Indispensabile a chi ha letto gli altri due.
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Opinione inserita da sara    17 Febbraio, 2009

Grazie Stieg

ho atteso con ansia l uscita di questo (ahime) ultimo capitolo della trilogia millenium e come i due precedenti l ho divorato nel giro di pochi giorni... a mio modesto parere il libro ti tiene con il fiato sospeso fino alla fine e lisbeth rappresenta l eroina romantica dei nostri giorni. Alla fine si sentirà la mancanza protagonisti... Grazie di cuore a Stieg

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i primi due della serie
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Opinione inserita da claudia    17 Febbraio, 2009

Deludente ma Lisbeth ci mancherà

Non soddisfa le aspettative.

Larsson ci aveva abituati a pagine dinamiche e ricche di colpi di scena, ci aveva abituati a divorare i suoi libri in pochi giorni.

Quest'ultimo va letto giusto per concludere la trilogia anche se un personaggio come Lisbeth Salander mancherà sicuramente alle nostre letture

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fabiomic75 Opinione inserita da fabiomic75    09 Febbraio, 2009
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All'altezza degli altri

Anche questo romanzo, il terzo e ultimo (purtroppo) della "Millenium Trilogy", risulta piacevole e ricco di accadimenti. In questo capitolo vengono approfonditi tutti gli aspetti della vita di Lisbeth, che grazie all'aiuto del puntuale Blomqvist e di altri personaggi, riesce ad affrontare e sconfiggere una volta per tutte i propri fantasmi del passato. Il libro è all'altezza degli altri sia come contenuto che come stile quindi se vi sono piaciuti i precedenti non potete esimervi dal leggere l'epilogo della storia, anche perchè questo riparte senza soluzione di continuità esattamente da dove si era concluso il precedente.

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La violenza dei vinti
Appuntamento fatale
Qualcun altro
Il misterioso caso degli angeli di Alperton
I fantasmi dell'isola
La porta