La ragazza del treno
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Gioco di scambi
Tre donne che incrociano lo stesso uomo: lo amano, non possono credere alla fortuna di essere oggetto delle sue attenzioni, e sono talmente accecate da lui da non accorgersi di non essere delle fortunate elette, ma piuttosto delle vittime. Anche questo è la ragazza del treno, il fenomeno letterario da cui è stato tratto anche un libro. La parte del thriller mi è sembrata piuttosto debole: la scelta di dell'autrice mi è sembrato che abbia pagato troppo. Se all'inizio poteva essere intrigante avere solo qualche dettaglio con la scusa che la protagonista in preda a delirio alcolico si dimenticava tutto e non sapeva mai che cosa fosse reale e che cosa un'allucinazione, col passare delle pagine questa scelta è diventata abbastanza irritante. Più interessante invece la storia che sta dietro al giallo: una cosa del tipo prendi una donna bella, sicura di sé e piena di qualità, approfittati delle sue fragilità e trasformala in un involucro vuoto e privo di aspettative. Nel complesso un volume da leggere, purché non ci si aspetti un grande giallo, lavoro investigativo o grossi misteri da risolvere, perché in effetti non ci sono sorprese.
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Fuori dal mio solito binario
"È un sollievo essere di nuovo sul treno delle 8:04... Voglio soltanto affondare nel morbido schienale di velluto, sentire il calore del sole che filtra dal finestrino, cullata dal dondolio del vagone, al ritmo confortante delle ruote che corrono sui binari. Preferisco stare qui, a guardare le case che sfilano una dietro l'altra, più che in qualsiasi altro posto".
Abbandonare ogni pensiero, lasciare che il treno ti conduca a destinazione mentre lo sguardo, fuori dal finestrino, abbraccia paesaggi, case, persone, coglie alcuni momenti della vita di due sconosciuti e li plasma al punto da dare a quella "coppia perfetta" un nome, Jason e Jess, e a immaginare delle loro vite ciò che l'occhio non vede. Fino al giorno in cui qualcosa irrompe a spezzare quella perfezione.
Accade questo a Rachel Watson, la principale voce narrante, che ogni giorno prende il solito treno per recarsi al lavoro o almeno così crede chi la conosce. Rachel, nella sua solitudine, si affeziona agli abitanti del civico 15 di Blenheim Road.
Poco più in là, al numero 23, c'è la casa in cui lei ha vissuto con Tom: qui il suo ex marito (del quale Rachel continua a usare il cognome) abita ora con la nuova moglie Anna, (seconda voce narrante), con cui l'aveva tradita. E con Evie, la loro bambina, quel figlio che Rachel non era riuscita ad avere.
Rachel, Anna e Megan (la cui voce si intreccia con le due precedenti), una donna, a detta dei suoi amici, " meravigliosa, divertente, bella, generosa. Amata." Ma Megan, la Jess di Rachel, "non era la ragazza attraente e spensierata che vedevo seduta in terrazza. Non era la moglie amorevole, e nemmeno una bella persona. Era una bugiarda, un'imbrogliona. E un'assassina."
Quando Megan scompare l'unica certezza che prende piede è che non ritornerà.
Una cortina di nebbia e una fragilità, ora più manifesta ora più latente, attraversano le vite delle tre donne.
Superare quell'angoscia in cui il suo segreto la ingabbia, portarlo alla luce raccontandolo finalmente a qualcuno diventa un bisogno impellente per Megan ma lei lo sa che non può confidarsi con suo marito Scott (il Jason di Rachel): inizierebbe a guardarla con occhi diversi, non la perdonerebbe.
Confusa, sconnessa, inattendibile: la mente di Rachel non riesce a recuperare quei ricordi in cui, lei lo sente, si nasconde la chiave per scoprire la verità ma l'alcol le rende difficile recuperarli. Le ricadute non mancano, ma Rachel sente di dover fare qualcosa "In un modo o nell'altro, ormai, faccio parte di questa storia e non sopporto di rimanerne esclusa. Devo sapere che cosa sta succedendo. Ho elaborato un piano".
"Non riesco a smettere di pensare al fatto che Rachel era qui la sera della scomparsa di Megan; era sbronza, fuori di sé, poi di colpo è sparita.": l'opprimente presenza di Rachel, la sua instabilità, proteggere Evie, il pensiero di aver affidato per qualche tempo la sua bambina a Megan, la paura di vivere vicino a quella casa sono le nubi che si addensano ora attorno ad Anna.
Un libro fuori dal mio solito binario, ma in un modo o nell'altro, proprio come Rachel, nel corso della lettura mi sono ritrovata parte della storia: l'intreccio e il piglio incalzante della narrazione portano a seguire il flusso di pensieri delle tre protagoniste (quelli di Rachel, soprattutto, sono solo vaneggiamenti?) per giungere a quell'inevitabile punto di rottura e di svolta. Da lì ritrovarsi all'epilogo è un attimo.
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Quella coppia era l'incarnazione del vero amore
Rachel prende il treno per Londra ogni mattina e, per sfuggire alla routine, guarda fuori dal finestrino scorgendo la casa in cui un tempo viveva con Tom, suo ex marito ora sposato con Anna, e alcune case più in là un’allegra coppia che non conosce. Rachel ogni mattina riesce a scorgere qualcosa della vita familiare della coppia dal finestrino del treno, appassionandosi alla loro vita e arrivando a dar loro nomi inventati (Jess per Megan e Jason per Scott). Tuttavia una mattina vede qualcosa di strano che la porta a far crollare tutte le sue certezze sulla coppia, e da allora ha inizio per lei la ricerca della verità, passando per amicizie, ex amori, conoscenze e sconosciuti.
Racconto molto suggestivo di Paula Hawkins che mi ha tenuto con il fiato sospeso fino alla fine. La storia è una sorta di diario con le date ed i momenti della giornata in cui avvengono i fatti, ed è narrata in prima persona da Rachel, Anna e Megan. Tale scelta è risultata a mio parere un’arma a doppio taglio: l’ho apprezzata perché, quando si fa riferimento alla storia di due personaggi narranti lo stesso giorno, si possono seguire gli avvenimenti da più punti di vista. Tuttavia non mi è piaciuta questa scelta perché più volte mi sono ritrovato a chiedermi quale dei tre personaggi avesse compiuto determinate azioni, essendo che la narrazione, talvolta, segue un certo personaggio per molto tempo e si fatica a ricordare le ultime vicende accadute agli altri.
I capitoli sono abbastanza corti e scorrevoli; quelli narrati da Megan fanno riferimento al passato quindi il lettore viene messo a conoscenza degli antefatti avvenuti, consentendo di delineare i personaggi secondari, al pari di quelli principali che sono ben caratterizzati e tutti utili al fine della narrazione. Non ci sono stati, personalmente, cali di interesse nella lettura perché la scrittrice è stata capace di farmi entrare nel suo racconto e vivere ciò che leggevo, attraverso un racconto scorrevole e scritto con un linguaggio semplice.
Consiglio questo libro perché dentro vi è un racconto interessante ed intelligente allo stesso tempo: la storia di tre donne, nonché le narratrici, che combaciano alla perfezione tra amore, odio, paura e disgrazie. Questo racconto ci fa prendere consapevolezza del fatto che molte volte la vita perfetta che crediamo gli altri abbiano è in realtà pura illusione.
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Se Il diario di Bridget Jones fosse un thriller
Nonostante questo romanzo sia estremamente popolare, tanto da aver ottenuto anche un adattamento cinematografico di successo, ammetto che non ero particolarmente interessata a leggerlo, ma avendo ricevuto una copia come regalo mi sono decisa a dare una chance a Paula Hawkins. Pur ritenendolo un valido thriller nell'insieme, devo dire che difficilmente mi fionderò a recuperare altre opere di questa scrittrice... anche se ai regali libreschi non dico mai di no!
La storia ci viene narrata attraverso tre POV: quello principale è affidato alle parole della trentenne Rachel, una donna che ha rovinato la sua vita personale e lavorativa a causa di un grave problema di alcolismo, al punto da dimenticare intere giornate quando è ubriaca. Per svagarsi dalle preoccupazioni quotidiane, Rachel si diverte ad immaginare la vita perfetta di Jess e Jason, una coppia che sbircia dal finestrino del treno su cui viaggia ogni giorno; e proprio dal quel finestrino, la donna finirà con l'assistere ad una scena che farà crollare le sue illusioni sul loro idillio, e le cose peggioreranno ulteriormente quando Rachel si troverà coinvolta perfino in un'indagine.
Affiancanti ai capitoli di Rachel, troviamo quelli di altri due personaggi che per non entrare troppo nella trama preferisco non nominarvi; personalmente ho trovato questi POV funzionali in alcune scene, in particolare per la costruzione del colpo di scena finale, ma completamente inutili in altre, soprattutto quando vanno a ripetere dei concetti già ben chiari al lettore.
Come accennato prima, il romanzo svolge appieno la sua funzione di intrattenimento per quanto riguarda la parte thriller grazie ad una narrazione dal ritmo serrato e ad uno stile estremamente scorrevole nel suo essere diretto; forse anche troppo, se consideriamo che a più riprese il narratore di turno rivolge delle domande al lettore stesso, anche se il registro narrativo non diventa mai un vero diario personale. Altro punto a favore del libro è l'alternanza tra due linee temporali, non troppo lontane tra loro ma bilanciate in modo ottimo per creare tensione e far crescere l'interesse per la vicenda.
Vicenda che per contro si rivela nulla più di un (tristemente) banale caso di cronaca nera, come ne sentiamo tanti nei notiziari; a rendere la narrazione più movimentata sono i buchi neri nella memoria di Rachel ed il suo ricorrere continuamente alla menzogna, sia nei confronti degli altri personaggi sia di se stessa, e di conseguenza del lettore. Un buon espediente con un solo, grave difetto: questi blackout che la affliggono da anni, svaniscono miracolosamente nel finale, per permetterle dare una risoluzione alla storia. Perfino nell'epilogo non si menziona in modo serio come lei abbia risolto il suo problema di dipendenza o se questo l'affligga ancora, puntando l'attenzione su altri elementi della trama.
Ad esclusione di Rachel, penso che i personaggi non vengano approfonditi abbastanza; inoltre, essendo pochi, fanno sì che la shockante rivelazione finale non sia poi così shockante. Per quanto riguarda la protagonista, ho apprezzato il suo essere una narratrice decisamente inaffidabile, ma di certo non mi ha conquistata a livello emotivo, nonostante l'autrice faccia di tutto per renderla patetica e farci empatizzare con le sue sfortune. Sarebbe stato forse più facile apprezzarla se avessimo assistito a qualche sforzo concreto per migliorare la sua situazione, anziché vedere tutti i suoi problemi magicamente risolti (o ignorati) nel finale.
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Il Sabato sera che ti cambia la vita per sempre
Periferia di Londra, Luglio 2013.
Rachel è una ragazza sola e senza amici che ogni giorno prende lo stesso treno alla stessa ora per andare a lavoro. Un pendolo di noia e dolore che passa per l'attimo fugace del piacere di una sosta lungo il tragitto, grazie alla quale può curiosare dal finestrino nella vita di Jason e Jess, 'una bella coppia, praticamente perfetta', che abita una villetta lì vicina. La routine scivola via senza alcun sussulto degno di nota, quando una mattina nota Jess che sta baciando appassionatamente un uomo che non è Jason. Il senso di scoramento che le suscita questa visione non è che l'inizio di un autentico uragano che sta per abbattersi sulla vita della protagonista e che finirà per coinvolgere anche perfetti sconosciuti e persone del suo passato che non vogliono più sapere nulla di lei.
Autodistruzione, alcolismo, amnesie, bugie, instabilità, ossessioni: queste le parole-chiave, in rigoroso ordine alfabetico, che riassumono la vita di Rachel, che ammette di aver 'perso il controllo di tutto. Anche dei luoghi che si trovano dentro la mia testa' e che è rimasta ancorata al lontano 2005. Un matrimonio da favola con Tom, una bella casa non distante dalla ferrovia e dai treni che adora, una bella compagnia e un lavoro di tutto rispetto: un quadretto idilliaco che, a sorpresa, va in frantumi. Ed è qui che, ancora più inaspettatamente, va in frantumi anche l'unicità della narrazione: da una voce narrante, tre voci narranti. Tre profili, tre ritratti, tre caratterizzazioni psicologiche mai così distanti fra loro e mai così accomunate dal dolore, dal senso della perdita e dal desiderio di riscatto.
Un romanzo metapsicanalitico scritto in modo leggero, pulito, lineare e dalla trama ricca di cambi di ritmo, con flashback, flashforward, suspance e pause amalgamate in modo sapiente. Il tutto mentre, tra un ipermercato Tesco e qualche vetrina di JD Sports sparsa qua e là, le identità dei personaggi si intorbidiscono a tal punto che una vittima non è altro che un carnefice sapientemente camuffato.
«... se scoprirò il segreto per concentrarmi sulla felicità del presente e godere dell’attimo […] allora andrà tutto a posto.»
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Un best-seller un po' troppo acclamato
Un giallo con venature thriller senza infamia e senza lode.
Rachel è una donna disoccupata in preda all'alcolismo causato dalla fine del suo matrimonio con Tom. Ogni giorno però, per far contenta Cathy, l'amica che la ospita, prende il treno facendo finta di andare a lavoro, il che le permette di passare quotidianamente di fronte alla casa di una coppia, a cui ha dato i nomi Jess e Jason, moglie e marito idealizzati come una coppia da sogno che vivevano la vita che Rachel non poteva più avere.
Un giorno però, Rachel vede nella solita casa e dal solito finestrino qualcosa che le sconvolgerà la vita.
Narrato secondo tre punti di vista; Rachel, Megan, ovvero la Jess vista dal finestrino del treno, e Anna, la nuova moglie di Tom, "La ragazza del treno" si presenta come un giallo modestamente avvincente.
Con una confusione mentale di Rachel che a volte confonde anche il lettore, l'intera storia procede in modo abbastanza piatto, con qualche picco nei colpi di scena discretamente telefonati obbligatoriamente presenti nella storia.
Ho definito questo romanzo però "senza infamia e senza lode" perché comunque presenta aspetti positivi che evidentemente hanno superato quelli negativi, rendendolo di fatto un best-seller: personaggi ben caratterizzati anche se dimenticabili, azzeccato metodo di narrazione e buona rappresentazione scritta del concetto e degli effetti dell'alcolismo.
Per il resto, è un libro che non lascia molto al lettore: quando si raggiunge l'ultima pagina si chiude il libro senza troppi problemi.
Come si può evincere dal centro nevralgico di questa mia modesta recensione, ho apprezzato non molto il racconto nella sua interezza, consapevole di dichiarare qualcosa di evidentemente impopolare.
Appena appena passabile in quanto, rischiando di essere ripetitivo, al me lettore e al me persona non ha lasciato nulla.
Voto unico dato nel complesso 5/10
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La testa nel forno, proprio come Sylvia
Rachel, La ragazza del treno di Paula Hawkins (“La mattina prendo il treno delle 8.04, la sera ritorno alle 17.56. È il mio treno, l’unico che prendo. Tutto qui”), dopo la cocente delusione di un matrimonio fallito, si costruisce una vita parallela: si fa ospitare da un’amica e, ogni giorno, si reca a Londra (“Penso al mucchietto di vestiti lungo i binari, mi sembra di soffocare”), anche se in realtà ha perso il lavoro a causa dell’etilismo (“Come non ho fretta di arrivare a Londra la mattina, non ne ho nemmeno di tornare ad Ashbury la sera”).
Il pendolarismo quotidiano le consente di fantasticare – osservando Jess e Jason dal finestrino - su una coppia che incarna l’ideale della felicità. Poi Jess sparisce e della scomparsa in un primo tempo viene sospettato l’amante, lo psicoterapeuta Kamel Abdic, poi il marito (Jason che in realtà si chiama Scott), infine la stessa Rachel, che patisce un’amnesia causata da crisi etilica e che stalkerizza l’ex marito Tom e la sua seconda moglie (“Io penso a Ted Hughes che ha portato Assia Wevill a vivere nella casa che aveva diviso con Sylvia Plath… Voglio chiamare Anna per dirle che Assia è finita con la testa nel forno, proprio come Sylvia”).
Giudizio finale: avvincente, teso, pendolare.
Bruno Elpis
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Tre donne ed una storia.
La Ragazza del Treno è l'ottimo romanzo di esordio della scrittrice Paula Hawkins.
La storia parte da un elemento semplice e quasi banale: quanti di noi viaggiando su un treno si sono soffermati a guardare le case che scorrono lungo i binari? E quante volte guardando quelle case ci siamo immaginati le storie che si svolgevano all'interno? Ebbene, è questo quello che fa la protagonista della storia, Rachel, donna dalla vita difficile e problematica che ogni mattina prende il treno per Londra e, durante la fermata del treno presso un semaforo, si perde nell'immaginare la vita di una graziosa coppietta che osserva in una casa lungo i binari. La vita di Rachel, quindi, si lega pian piano a quella della giovane coppia che lei immagina essere una coppia felice e senza problemi, sin quando - una mattina - non vede (sempre dal finestrino del treno) la donna che bacia un altro uomo.
Da questo momento in poi la storia inizia a farsi ricca di suspense e colpi di scena ed il racconto diventa corale. Infatti la scrittrice utilizza la efficace tecnica di far raccontare la storia da tre donne che man mano raccontano i singoli episodi su cui ruotano tutti gli eventi, ciascuna dal proprio punto di vista.
Questa tecnica di narrazione, che a prima vista potrebbe sembrare rendere più ostica la lettura, finisce con il diventare il punto di forze di un romanzo capace veramente di incollare il lettore alle pagine.
Alla fine del racconto, infatti, tutti i nodi vengono al pettine e tutti tasselli si sistemano come in un puzzle perfetto.
Tra tutti personaggi quelle meglio tratteggiate sono, ovviamente le tre donne. Gli altri personaggi sono un po' più meno definiti e dai contorni più vacui.
La storia, come detto, funziona e trascina, anche se ad un certo punto (ben prima della fine del libro) ad un lettore attento non sfuggirà la soluzione finale.
La narrazione è agile (grazie anche alla suddivisione in capitoli ed in paragrafi anche molto brevi).
In definitiva un romanzo consigliato, una lettura piacevole e coinvolgente. Non è un best seller, ma sicuramente è da leggere.
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Tre donne e un mistero
Quando ho cominciato a leggere questo libro ci ho messo un po' ad abituarmi allo stile dell'autrice per tre motivi: la storia è raccontata in prima persona in forma di diario da tre narratrici, le riflessioni delle tre donne si somigliano fra loro, ci sono continui salti temporali. Le riflessioni hanno un ritmo molto incalzante, e descrivono flussi di pensieri frenetici e anche per questo motivo la lettura richiede una certa dose di concentrazione. Una volta abituatisi però la storia diventa piuttosto coinvolgente sia per via del personaggio principale, Rachel, una donna con un matrimonio fallito alle spalle che ha perso il lavoro ed è diventata un'alcolizzata; e sia per il curioso punto di partenza: la stessa Rachel prende il treno tutte le mattine e osserva una coppia sul balcone del loro appartamento durante il tragitto. Una mattina la donna che lei osserva viene dichiarata scomparsa dalla polizia e questo consentirà a Rachel di ritrovare uno scopo nella vita aiutando la polizia nelle indagini. Il tutto si fa confusionario perché l'ex marito di Rachel si è risposato con una donna e i due sono i vicini di casa della donna scomparsa, che allo stesso tempo era stata ingaggiata da quest'ultimi come tata. Inoltre, per puro caso la notte della scomparsa Rachel è stata avvistata nei pressi dell'abitazione, ma lei non ricorda nulla perché era ubriaca. Dovrà quindi cercare di ricomporre i pezzi di un puzzle per ritrovare la memoria e risolvere il caso. Quando è uscito questo libro ha avuto un grandissimo successo e tutti ne parlavano. Forse come ho letto in altre recensioni la storia non è cosi sensazionale da giustificare un successo così esagerato ma a mio parere è comunque un libro piacevole e che vale la pena di essere letto.
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Tra giallo e sentimenti
Se “La ragazza del treno” è stato a lungo, ed è tuttora, uno dei maggiori bestsellers di sempre, lo si deve senza dubbio alle aspettative che esso soddisfa in pieno e ai contenuti che ogni thriller che si rispetti dovrebbe possedere: un’eccellente scrittura in prima persona che coinvolge ben tre protagoniste, fornendo così una visione complessiva e ben riuscita dell’insieme, che crea un intreccio coinvolgente, colpi di scena e depistaggi narrativi continui incapaci di far chiudere il libro fino alla risoluzione del tutto.
Il vero punto di forza, però, risiede nella caratterizzazione dei personaggi, in particolare in quello di Rachel: una donna depressa, con seri problemi di alcolismo, incapace di accettare la fine del proprio matrimonio, che si tuffa in una personalissima indagine che coinvolge persone che apparentemente con lei non hanno niente a che fare, ma ai quali lei si è involontariamente affezionata, vedendo in loro la rappresentazione della perfezione, l’incarnazione di una felicità che lei non ha potuto ottenere. In questa ricerca, Rachel intravede la possibilità di aiutare qualcuno, di fare del bene, ma anche di diventare parte di qualcosa che vada al di là della propria squallida vita, di avere un ruolo di rilievo per qualcuno, di emergere dal suo torpore.
La componente gialla si mischia così alla descrizione di sentimenti che accomunano tutti coloro che popolano il romanzo: la repulsione per la noia e l’insoddisfazione, il disgusto per il vuoto e il non far niente. Ogni personaggio è alla ricerca di un barlume di vita e vivacità che illumini una routine monotona e stancante. Una routine colma per ognuno di bugie e segreti che a poco a poco vengono a galla, rompendo quella tanto odiata immobilità esistenziale.
“La ragazza del treno” è quindi un vivido ritratto di una realtà umana da cui cerchiamo tutti invano di sottrarci, spesso con esiti tragici, e, al tempo stesso, uno dei thriller più belli degli ultimi anni, consigliabile anche a chi di solito non legge romanzi di questo genere.
Rimarrà piacevolmente sorpreso e coinvolto.
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RACHEL, MEGAN E ANNA
La ragazza del treno è uno di quei romanzi che non mi convinceva appieno, forse perché in molti ne parlavamo e alcune volte con recensioni anche negative.
Ho aspettato a leggerlo proprio perché volevo che il clamore si affievolisse ma nonostante tutto il romanzo rimane ancora in classifica, causa l’uscita del film e la riedizione con la cover della pellicola cinematografica. Ho trovato questo thriller molto incalzante e ricco di suspence, lo stile dell’autrice porta il lettore a continuare incessantemente la lettura fino alla conclusione della storia.
Non si può che provare simpatia per Rachel, che vive un momento di forte crisi nella sua vita, beve, mangia molto, ha perso il lavoro e si sente estremamente sola da quando il marito l’ha lasciata per un’altra donna.
Ogni mattina prende il treno per andare a Londra, fingendo con la sua amica/coinquilina di andare a lavorare, e nella corsa verso la città vede continuamente una coppia alla quale dà dei nomi inventati e si immagina come possa essere perfetta la loro vita e gli invidia perché vorrebbe anche lei essere ancora felice con il suo ex marito.
Un giorno la ragazza che lei vede attraverso il treno, Megan, scompare e per lei diventa una questione fondamentale capire e scoprire cosa sia successo alla ragazza.
I capitoli sono alternati, troviamo tre voci narranti, quella di Rachel, Megan e Anna la nuova compagna dell’ex marito della protagonista. Il lettore non può che “odiare” il personaggio di Anna così pieno di sé e così egoista, tanto da non aver sensi di colpa per quello che ha fatto a Rachel, in fin dei conti è stata lei ad essere l’amante e non il contrario. Fino alla fine il suo personaggio rimane sempre della stessa opinione nei confronti di Rachel, non ha un’evoluzione oppure un’ammissione della colpa che ha compiuto nei confronti della donna.
Nei capitoli di Megan, conosciamo la dura vita di questa ragazza, disseminata di uomini e storie sbagliate, una donna fragile, succube della sua bellezza ma che ci risulta un personaggio da compatire più che da colpevolizzare.
Rachel, invece, così fragile e così impaurita anche di se stessa, dove l’alcool alcune volte le fa vedere cose non reali ed estramente sbagliate, che non viene creduta da nessuno nemmeno dalla polizia che non ha nessun dubbio su di lei, la considera solo una povera pazza ubriacona e che non crede alle sue parole, al suo disperato bisogno di aiuto.
Lo stile del romanzo è molto scorrevole e serrato e fino a trequarti della storia, avevo dei sospetti sul possibile colpevole, anche se di capitolo in capitolo la mia opinione passava da un personaggio all’altro.
Ho trovato il finale alquanto scontato, sicuramente questo successo è dovuto più alla pubblicità giusta che è stata fatta al libro e non al valore reale dell’opera stessa.
Un buon thriller che non annoia il lettore, con alcuni punti su cui si può riflettere, sul valore della fiducia, sull’amore incondizionato verso un’altra persona e sulla fragilità delle persone che a volte a causa di un trauma reagiscono in maniera differente.
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i buchi della vita non si chiudono più..
Anche chi nella propria vita non è mai stato un pendolare può facilmente immaginare che il dilemma, il cruccio più grande per un viaggiatore cronico è quello di trovare un modo piacevole per trascorrere i minuti, le ore necessarie per giungere a destinazione.
Le alternative sono diverse e mi piace pensare che, a seconda della scelta, si possa anche intuire qualcosa sulla personalità del pendolare: c'è chi in treno si lascia cullare dal suo movimento sussultorio e, incurante del rumore di sottofondo, anzi forse incoraggiato da esso, si addormenta senza remore e senza vergogna e senza timore di perdere la propria fermata perchè ormai il suo orologio corporeo è perfettamente sincronizzato con la corsa del treno.
C'è invece chi, tendenzialmente dotato di una personalità più dinamica e solerte, preferisce impiegare quel tempo leggendo, lavorando, giocando, chattando o genericamente cazzeggiando; rientrano in questa categoria anche gli iper-loquaci, facilmente riconoscibili perchè cercano sempre posti poco isolati, e hanno bisogno di parlare, parlare, non importa di cosa o con chi, l'importante è parlare.. inutile dire che sono mal visti dalla precedente categoria.
Poi c'è il sognatore, ipnotizzato dallo scorrere comunque mutevole del mondo al di là del finestrino, con lo sguardo puntato all'infinito e la mente persa nell'indefinito.
E infine c'è chi, come Rachel, 32 anni, nel suo viaggio giornaliero di andata e ritorno verso Londra, osserva. E pensa.
Pensa a quando era felice mesi prima nella sua casa al civico 23 di Blenheim Road, proprio vicino ad una delle fermate del suo treno che adesso non è più la sua fermata, perchè quella non è più casa sua: ci vive ancora il suo uomo Tom, con la nuova compagna Anna, tanto lesta nel rubarle l'uomo quanto spregiudicata nell'occupare quella casa che lei ha tanto desiderato ed amato.
I pensieri corrono indietro nel tempo mentre il treno procede nella sua corsa, vuole capire Rachel come ha potuto perdere tutto ciò che aveva conquistato, Tom, la casa, il lavoro, la sua dignità; ma non ricorda, ora la sua mente è offuscata dall'alcol che è diventato l'unico suo compagno di vita, l'unico in grado di darle conforto, se non fosse per quel suo maledetto difetto di annebbiarle la memoria. Così i suoi pensieri si interrompono, come se finissero su un binario morto.
"Ho perso il controllo di tutto. Anche dei luoghi che si trovano dentro la mia testa."
E lei non può far altro che colpevolizzarsi, se non avesse iniziato a bere i suoi litigi con Tom non sarebbero degenerati e Tom non sarebbe caduto tra le braccia, e le gambe, di quell'altra; Tom le voleva bene e non l'avrebbe mai tradita se lei non l'avesse portato all'esasperazione.
La sua vita sarebbe potuta scorrere felice e serena come quella della coppia che abita poco più in là, al civico 15: li osserva mentre sono in veranda a colazione, può notarne i particolari perchè il treno rallenta per il semaforo proprio vicino alla loro abitazione.
I loro visi sono radiosi, gli sguardi complici, si amano. Senza dubbio.
"Loro sono ciò che io ho perso. E tutto quello che voglio essere."
O questo almeno pensa Rachel quando osserva dal treno; scoprirà ben presto che la vita dall'altro lato del finestrino non sempre è come appare.
Scesa dal treno, la sua vita s'intreccerà con quella di Anna e Megan, la giovane donna che abita al civico 15 e che improvvisamente scompare senza lasciare alcuna traccia.
La narrazione, inizialmente affidata a Rachel, la ragazza del treno, viene così condivisa con le altre due protagoniste femminili del romanzo, Anna e Megan; si raccontano, si confessano, riemergono ricordi, esperienze drammatiche vissute tempo prima ma con cicatrici ancora non rimarginate e progressivamente emerge l'immagine di tre donne facilmente soggiogabili, ciascuna con un proprio demone da combattere, che sia l'alcol o un trauma del passato o il timore di perdere quanto conquistato.
Sono tre potenziali vittime delle loro stesse debolezze, contro cui cercheranno alla fine un tentativo di rivalsa.
"Sentirsi vuoto: lo capisco perfettamente. Comincio a credere che non esista una soluzione. L'ho imparato dalla psicoterapia: i buchi della vita non si chiudono più. Devi crescere intorno a loro, come le radici che affondano nel cemento, e devi rimodellarti intorno alle crepe."
Romanzo dai chiari connotati del thriller psicologico che riprende un tema ormai abusato e prevedibile perchè comune a tanti romanzi dello stesso genere pubblicati di recente: spesso il male cova e si cela dove meno ci se lo aspetta, nella quotidianietà di un ambiente familiare apparentemente felice e sereno.
Tuttavia, a fronte di una trama che non eccelle per originalità, la lettura rimane comunque piacevole grazie ad una prosa molto fluida e scorrevole... rapida come un freccia rossa.
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Va' dove ti porta il treno.
La Ragazza del Treno – Paula Hawkins, 2015
Si sa che quando sono gli allievi a proporre dei titoli… gli insegnanti leggono, non fosse che per la gioia che provano.
Così ho fatto anch’io.
Che dire?
“La ragazza del treno” è un libro onesto, quasi ignavo da quanto è senza infamia e senza lode.
Parte da uno spunto potenzialmente interessante, cioè le vite degli altri che più o meno regolarmente incrociamo senza sapere nulla di loro e lo allunga decisamente un po’ troppo, a mio parere.
A narrare la vicenda si alternano diverse voci narranti femminili: Rachel, Anna e Megan.
Dal dipanarsi della storia ed “incrociando” i dati (senza grande fatica e richiesta di intuizione, va detto) scopriamo le loro storie, le loro interazioni il loro passato.
La voce “dominante” è quella di Rachel, alcolista, con un divorzio traumatico alle spalle ed aggrappata alle sole pallide vestigia si normalità che è riuscita a non mandare in frantumi.
È un personaggio poco riuscito, secondo me, perché va bene tutto, l’alcol, il dolore, il delirio etc; è anche tenera quando immagina le belle vite delle persone che coglie dal finestrino del treno.
Va bene, però dopo un po’ basta.
Che un personaggio stia a fantasticare per pagine e pagine e pagine e pagine va bene se è Anna dai Capelli Rossi e se abbiamo nove anni. Se è una trentenne e il libro è per un pubblico adulto, anche no.
Oltre alle fantasticherie di Rachel abbiamo l’assoluta superficialità di Anna (che si legge molto poco, per fortuna) e che si concede giusto un timido riscatto finale e la pretestuosità di Megan che viene inserita – a forza – giusto per portare avanti la trama gialla, a mio parere. Poco credibili le storie delle protagoniste e anche meno i personaggi di contorno.
Per quanto concerne la trama gialla…
Be’, diciamo che nessuna delle tre protagoniste ha brillato di particolare acume.
Per carità, so che spesso non si conoscono proprio le persone che sono più vicine, però qui i segni di squilibrio si vedevano tutti e i “cattivi” non erano affatto geni del male!
Di positivo c’è una scrittura scorrevole che – al di là della pochezza della trama – non tedia il lettore e porta a compimento il suo obiettivo in tempi relativamente brevi (fantasticherie di Rachel a parte).
Da leggere la mattina presto, in un treno o in un tram affollato di pendolari, magari aggrappate ad una precaria maniglia. O alla sera, in condizioni analoghe e un po’ sbadiglianti.
Non fa male, ma neppure lascia nulla dietro di sé.
bottiglia con vista
Rachel è una pendolare alcolizzata a tratti e paranoica costantemente. Stesso treno, stesse facce, stessa coppia che osserva dal finestrino. Fino al giorno in cui vede qualcosa di diverso, che cambierà la sua vita.
Nonostante i thriller non facciano parte dei miei romanzi preferiti, ho divorato questo in un paio di giorni, non tanto per il contenuto in sè, ma per la scorrevolezza del linguaggio. Trattandosi di un romanzo dove le diverse protagoniste narrano in prima persona, il linguaggio non può che essere semplice, diretto, immediato. Ed è questo che attrae il lettore fino ad immedesimarsi nei pensieri delle 3 donne, non patteggiando per nessuna in particolare, ma diventando empatico con tutte allo stesso modo.
Finale non proprio inaspettato, se devo trovare un tasto dolente.
Ho apprezzato la scelta di narrare al femminile col punto di vista delle 3 donne, con sentimenti diversi, pensieri diversi e sensibilità diverse. (e allo stesso tempo non ho molto apprezzato come ne escano, invece, gli uomini, da questo romanzo: escluso il poliziotto, gli altri: pessimi, quasi psicopatici)
Incuriosita dalla trasposizione cinematografica, probabilmente andrò a vederlo.
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La ragazza del treno.
"Una per il dolore, due per la gioia, tre per una ragazza, quattro per un ragazzo, cinque per l'argento, sei per l'oro, sette per un segreto che non si può dir loro."
Rachel è una ragazza sola, abbandonata dal marito e alcolizzata, ogni mattina si sposta in treno dalla periferia fino alla città di Londra, dal finestrino lei osserva sempre una coppia che si immagina sia la perfezione: innamorati, belli e complici, tutto quello che lei e Tom ormai non sono più, lei ha distrutto tutto, non è riuscita ad avere un figlio e per questo si consola bevendo, ma un giorno tutto cambia, vede la donna baciarsi appassionatamente con un altro uomo e poi poco dopo viene dichiarata la sua scomparsa.
"Non c'è sofferenza più grande né tormento più atroce del non sapere: è come una tortura senza fine."
Il libro è raccontato da tre donne: Rachel la ragazza del treno, Megan la donna spiata dal finestrino e Anna la nuova moglie dell'ex marito di Rachel.
L'autrice dipinge tre ritratti di donne complicate, instabili e deboli, per cui il lettore non è portato ad amarne nessuna, anche gli uomini del libro non sono positivi, anzi risultano equivoci, possessivi e violenti.
Il libro nel complesso risulta appassionante, intenso e travolgente, si legge velocemente perché come ogni buon thriller che si rispetti è necessario scoprire il colpevole, il tema principale è: "niente è come sembra" infatti succede spesso di pensare che gli altri stiano meglio di noi, ma la realtà spesso è diversa, perché ognuno vive piccoli o grandi dramma, ma non possiamo saperlo la nostra mente ragiona su un fermo immagine (una coppia al ristorante, una ragazza che si scatena in una danza, una donna che abbraccia un bambino ecc.) che ci porta a credere che noi abbiamo il peggio e gli altri il meglio, soprattutto se abbiamo sofferto, siamo stati traditi e delusi, tutto questo rende speciale "La ragazza del treno".
Grazie al grandissimo successo ne è stato tratto un film con la brava Emily Blunt, sono curiosa di sapere se questa versione rende giustizia al cartaceo.
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Tutto scorre
Come il treno, che porta Rachel a osservare, immaginare e poi capire la sua vita. Un bel romanzo da leggere d'un fiato, con una protagonista insolita, finalmente dipinta non come una bellezza standardizzata ma come una donna normale, con le sue debolezze e la sua forza. La storia è originale e non cosí scontata, almeno fino a un certo punto. Ci ho messo poco a leggerlo e questo significa che è un buon libro, ottima trama di un film. Infatti andrò presto a vederlo al cinema...
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Rachel vede
Rachel è sola, non ha amici, da poco si è lasciata con il suo marito ed ogni mattina prende sempre lo stesso treno per andare al lavoro.
Questo treno la porta alla periferia di Londra e prima di arrivare a destinazione rallenta sempre di fronte a delle case.
Una di queste l’ha colpita particolarmente perché in essa vi abita una coppia che la incuriosisce e la fa sognare ad occhi aperti.
Rachel spia con ammirazione questi giovani innamorati.
Non conoscendo l’identità di questi due decide di dare loro un nome appropriato e di inventare alcune storie sul loro conto.
Per lei questa è la coppia perfetta, loro vivono una vita meravigliosa, non come la sua che sta andando allo sfacelo.
Rachel inoltre ha dei problemi seri con l’alcool, da quando non ha più un compagno le piace alzare il gomito.
Un giorno, mentre andava al lavoro vede qualcosa che la turba.
Nota qualcosa legato alla vita della coppia che ha sempre ammirato dal finestrino del treno.
L’autrice porta l’attenzione del lettore dove meglio crede, travolgendo la lettura con diversi colpi di scena e bugie.
Si tratta di un thriller da leggere tutto in un fiato.
Devo dire la verità, in un primo momento questo libro non era riuscito a catturare pienamente la mia attenzione, lo avevo trovato un po’ ridondante e ripetitivo, ma con il procedere delle pagine e dei capitoli mi sono dovuta ricredere.
Ora aspetto con ansia la visione del film al cinema.
Nel frattempo vi auguro una buona lettura!
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Una misteriosa sparizione in salsa alcolica.
Rachel è una ragazza sola, divorziata, depressa, alcolizzata; in una parola: una sbandata. Ha pure perso il lavoro per colpa dell'alcol ed ora rischia d’essere buttata fuori di casa dall'amica Cathy che la ospita e che non ne può più delle sue quotidiane crisi etiliche. L'unico momento della giornata in cui Rachel è serena è nel tragitto in treno andata e ritorno da Ashbury a Londra, viaggio che continua a fare come una pendolare per ingannare l’amica che non sa del licenziamento, Durante l’ora di viaggio lei ama vivere le vite delle persone che intravede dai finestrini del vagone; in particolare quella di una coppia, da lei battezzata coi nomi di Jason e Jess, che abita a soli quattro numeri civici dalla casa che era sua ed ora è abitata dal suo ex marito, Tom, dalla nuova moglie, Anna, e dalla loro figlia, Evie. Jason e Jess sembrano una coppia felice e lei si è invaghita della loro serenità facendola sua. Ciò sino al brutto giorno in cui non vede Jess baciare appassionatamente un altro uomo. Il tradimento della donna la ferisce come quello da lei ha subito a causa di Tom. Dopo pochi giorni, poi, esce sui giornali la notizia che Jess (il cui vero nome è Megan) è sparita, mentre il marito Scott potrebbe essere tra gli indiziati. La polizia interrogherà anche Rachel per informazioni visto che lei, la sera della scomparsa, si era recata, per l’ennesima volta, a casa del suo ex e ne era stata cacciata in malo modo. Lei, però, non ricorda nulla di quanto è avvenuto in quelle ore a causa del tanto alcol ingerito.
Scagionata da ogni implicazione con la misteriosa sorte di Megan, Rachel continuerà a interessarsi della vicenda, un po’ nel tentativo di liberare da ogni accusa Scott, per cui prova una iniziale simpatia, un po’ per scacciare la solitudine che la opprime e restare così coinvolta nella vicenda. Alla fine verrà a scoprire fatti sconvolgenti su Megan, Scott e Tom; fatti che rischieranno di costarle la vita, ma che le faranno completamente riconsiderare tutta la sua esistenza.
“La ragazza del treno” è un romanzo sconcertante, ma per il solo motivo che appare incomprensibile il successo mondiale ottenuto.
Per quasi un quarto del volume non si riesce a comprendere dove voglia andare a parare l’Autrice: se intenda, cioè, fare un libro sulle delusioni amorose o sull'alcolismo, oppure se voglia proporre una galleria di donne stressate nell'Inghilterra odierna. Quando, infine, si comprende che il romanzo dovrebbe essere un thriller si devono attendere altre 200 pagine perché il brivido (assai blando) si manifesti, peraltro in pochissime facciate dall'esito piuttosto scontato. La suspense ed il mistero che avvolgono le vicende, inoltre, sono abbastanza moderati: un lettore attento non impiega molto a individuare l’effettivo svolgimento dei fatti e la loro prevedibile evoluzione.
Lo stile, poi, è piatto e piuttosto incolore. L’A. fa raccontare la sua storia dalla voce delle tre donne protagoniste, in una alternanza di pagine di un ideale diario giornaliero personale di ognuna di loro. Di per sé poteva essere una idea vincente. Tuttavia le voci di queste tre narratrici immaginarie sono identiche, indistinguibili l’una dall'altra: praticamente è come se la stessa persona si trasformasse da Rachel in Megan ed infine in Anna, per ritornare poi Rachel. Se il lettore non presta la massima attenzione al titolo dei vari capitoli, in cui viene precisata la voce narrante, neppure comprende quale filo narrativo stia seguendo. Mi rendo conto che non è impresa facile mutare stile al mutare del personaggio coinvolto, ma ritengo che sia un impegno che l’A. deve assumersi quando si opta per una simile impostazione narrativa.
Ma la cosa che più spoglia di piacevolezza la lettura è la caratterizzazione dei personaggi: raramente capita di trovare un romanzo in cui tutti i personaggi, nessuno escluso, dai protagonisti a quelli di contorno, sono così decisamente, inguaribilmente insopportabilmente irritanti, sgradevoli, scostanti; in una parola, antipatici.
Per nessuno è possibile instaurare quel rapporto di empatia indispensabile al lettore per partecipare alle vicende narrate. Così, anche quando il libro giunge alle pagine con un po’ di pathos non si rimane coinvolti e riesce pure difficile parteggiare per qualcuno dei personaggi, anche per quelli che, ufficialmente, sono dalla parte dei “buoni”.
Concludendo: l’idea di partenza era originale e simpatica, ma è stata malamente realizzata.
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- no
Non male, ma si può fare di più!
Ecco un libro a cui facevo la caccia da tempo, finalmente ho avuto modo di leggerlo e devo dire che non sono rimasta delusa ma neanche molto entusiasta.
E' un thriller prettamente al femminile, raccontato tramite le voci di Megan, la vittima, Anna, la nuova moglie di Tom, e Rachel, la ex moglie nonché vera protagonista del romanzo. Rachel è una donna che ha avuto delle grosse delusioni dalla vita, per fuggire alle quali si è rifugiata nell'alcolismo: la sua vita è distrutta, matrimonio in pezzi, ha perso il lavoro ma soprattutto ha perso se stessa dato che non riesce più a mettersi in piedi. E' un po' una anti eroina così autodistruttiva com'è, tuttavia è anche il personaggio a mio parere più simpatico e più riuscito.
E' difficile poter raccontare per bene la trama senza fare troppo spoiler, dico solo che secondo me è un thriller che si legge bene, magari non è particolarmente impegnativo o con un intreccio impossibile, ma offre un interessante punto di vista diverso dal solito. Adesso sono curiosa di vedere come sarà il film.
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Bello con riserva
Cerco di scrivere la migliore recensione evitando il più possibile lo spoiler.
Rachel è una donna senza più alcuno scopo: è stata tradita ripetutamente e mollata dal marito che lei amava tantissimo, si è data all'alcol, non ha più un lavoro e l'unica cosa che fa ancora provando un po' di piacere è di andare a Londra e tornare nello stesso orario in cui lo faceva sempre. Tutto il romanzo gira attorno al treno e alle rotaie, che sembra il protagonista indiscusso del romanzo da ogni punto di vista. I capitoli si alternano dai vari punti di vista di tre donne. Rachel la protagonista, Anna la donna con cui l'ex marito di Rachel la tradiva ed è sposato attualmente e "Jess" (Megan) la vittima dell'omicidio.
Il lato più positivo della storia è che effettivamente ti tiene appiccicato e si legge facilmente e velocemente. Le varie vicende si alternano con rivelazioni quasi ogni capitolo. L'alta cosa positiva è che effettivamente il colpevole si intuisce in più parti ma la scrittrice tenta di confonderti il più possibile fino alla fine. Tutto diventa chiaro negli ultimi 3/4 capitoli.
Noto però delle certe incongruenze e particolari che lasciano il lettore con dei punti di domanda non chiari. Non volendovi rovinare i colpi di scena vi dico solo che alcune cose sui vari racconti non tornano, tanto quanto la perenne voglia di Rachel di incasinarsi sempre di più nonostante sa benissimo che non dovrebbe (e non parlo dell'alcol ma di altro che capirete mano a mano che leggete).
Si tratta comunque di un buon libro, mi è piaciuto
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Meravigliosa Paula
Consiglio questa lettura a tutti e non concordo sul alcuni commenti negativi che ho letto. Questo libro è un successo di stile, la forma narrativa del "diario", da la possibilità a tutti e con grande semplicità di entrare nella vita di tre diverse donne. E non trovo giusto neanche il dover lamentare che sono protagoniste banali, stereotipi come "la donna che viene lasciata e che si da all'alcol" o "la moglie infedele"; sono personaggi i cui caratteri psicologici, sono così ben delineati da farceli riconoscere o immaginare in mille occhi incrociati per strada e questo ne rende tutta la cruda realtà. Il non stupirci di nulla, è un pò lo specchio di quello che succede oggi giorno, dove le nefandezze più estreme accadono e ci sembrano di poco rilevanza e in molti casi anche non toccandoci più di tanto. Ma fintanto che non ci riguardano. In quel caso siamo capaci di scatenare il finimondo. Con questo voglio dire che se decidiamo di farci trascinare davvero dove vuole l'autrice, nelle sue accurate descrizioni sensoriali, possiamo davvero vivere questa lettura come un'esperienza empatica. Questo ci permettere di fare un passo più in profondità, in un terreno più scomodo, angusto, un pò maleodorante e di insana facciata che tutti siamo pronti a propinare al prossimo nella vita di tutti giorni. Io credo che sia proprio lì che la scrittrice ci vuole accompagnare e una volta addentrati, possiamo prendere vero contatto con la storia. Allora non si pensa più a come finirà, a chi sarà il colpevole, alla banalità di un personaggio. Sarà come viverlo negli occhi di chi racconta, senza giudizio e questo sarà un valore aggiunto inestimabile. Un pò come quando capita di rivedere un film già visto tante volte ma che inevitabilmente continua a commuoverti. Sai già come finisce e tuttavia hai messo sin dall'inizio un fazzoletto pronto per il finale. Un altro modo di vedere, un altro modo di leggere. Come dicevo all'inizio non concordo sui commenti negativi, ma li rispetto. Molto. Vi auguro una buona lettura.
"La mamma mi diceva che avevo un'immaginazione troppo fervida; anche Tom lo pensava. Non posso farci niente: quando vedo degli abiti ridotti a brandelli, una maglietta sporca o una scarpa spiata, non riesco a non pensare all'altra scarpa e ai piedi che le calzavano. "
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Un thriller che sembra già sentito
Mi sono decisa a leggere questo famoso libro di cui tutti parlavano con entusiasmo e adesso capisco il perché.
Indubbiamente è un thriller ben confezionato, raccontato da vari protagonisti che hanno le loro vite intrecciate già dall'inizio per poi doversi legare ancor di più per una serie di eventi.
La protagonista Rachel è un'alcolizzata cronica e amante dei treni da cui si diverte a guardare la vita delle altre persone, specialmente di una coppia in particolare, Scott e Megan.
Megan è a sua volta una narratrice di questo libro e ci racconta la sua vita nettamente in contrasto con quella di Rachel, lei è una donna attraente con un uomo bellissimo al suo fianco ma dentro di sè ha un perenne senso di ansia, cerca sempre altrove la felicità invece di guardare quello che ha già.
Rachel dal treno osserva la casa di Megan e vedrà qualcosa che non doveva vedere, e da qui ha inizio la vera parte "thriller" del libro.
Che dire, la trama è ben sviluppata e i pochi personaggi presenti sono ben delineati dalla scrittrice, anche se manca quella marcia in più. Troppi luoghi comuni secondo me: la ex moglie che si butta sull'alcol, la moglie bella ma infedele, il marito possessivo e geloso, la polizia piena di scetticismo verso la protagonista. Sono un mix di cose già sentite e risentite.
Nulla toglie a questo racconto di essere scorrevole e si legge velocemente, con la curiosità di sapere se avevamo davvero intuito il finale in modo giusto.
Lo consiglio comunque, a me è piaciuto nonostante la sua banalità.
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UN GIALLO QUASI SCONTATO
Era un po di tempo che non leggevo un "giallo", di certo non mi aspettavo fosse in stile "Uomini che odiano le donne" però dato il grosso successo che ha avuto questo romanzo, posso dire che mi aspettavo molto di più.
La storia è narrata dal punto di vista dei vari personaggi con salti di "scena" da un personaggio all'altro e soprattutto con salti temporali in base ai vari protagonisti, diciamo un po in stile Tarantino ma, a differenza dei suoi film, in questa storia questo stile mi ha messo un po in confusione perché ogni volta dovevo fermarmi e ragionare sul periodo di tempo (mesi avanti o indietro) di un personaggio rispetto all'altro, insomma, in sostanza mi ha confuso abbastanza le idee.
Un'altra cosa che ho notato è che solitamente mi affeziono sempre al protagonista, buono o cattivo che sia.
Stavolta, invece, odiavo la protagonista, speravo uscisse di scena (la speranza è sempre l'ultima a morire) e non sopportavo i suoi vuoti di memoria perché era praticamente sempre ubriaca.
La parte "gialla" del romanzo non è niente di inaspettato, anzi, un po la solita storia, semplice da intuire e abbastanza scontata.
Il libro di per sé è scorrevole e in linea di massima piacevole ma non aspettatevi granché, da leggere solo come passatempo, per curiosità ma date pure la precedenza ad altri libri perché non ne vale la pena.
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Da leggere !
Questa è una storia d'amore, di tradimenti, di alcolismo, di omicidi, di routine e di tante altre cose.
Un libro ricco, ecco quello che mi viene da pensare dopo l'ultima pagina letta di questo bel libro.
Un libro molto discusso, pubblicizzato dal passaparola e premiato. Secondo me nella sua semplicità e nel suo essere scorrevole è piacevole merita tutta l'attenzione che ha ricevuto. Perché è un libro che si lascia leggere e non annoia mai, che ti incuriosisce e che tocca più aspetti della vita non solo quello dell'omicidio.
Non ha molti colpi di scena che ti fanno sussultare però riesce lo stesso a tenerti incollato. Non va secondo me preso per un giallo e basta ma va considerato il contorno psicologico e di vita che ci coinvolge pagina per pagina. Anche perché a un certo punto capisci come va a finire,ma questo non ti rovina la sorpresa essendo una lettura piacevole fino in fondo.
In più ci sono sbalzi temporali e cambi di narrazione tra più personaggi ma in nessun punto ti perdi qualcosa o non capisci dei collegamenti, talmente è ben scritto.
Credo sia uno di quei libri da leggere qualunque sia il tuo genere preferito. Semplicemente non può non allietarti un po di ore di lettura.
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Chi spia nella tua casa?
La vita del pendolare scorre a intervalli regolati da un tempo inflessibile che non conosce tregua; ogni giorno, almeno per cinque giorni la settimana, stessi orari di partenza e arrivo, stesso tragitto, stesso segmento temporale durante il quale l’interessato sceglie come amministrare questo periodo “morto” ma necessario.
Rachel è una ragazza trentenne che decide di far trascorrere il tempo impiegato dalla sua residenza alla sede di lavoro osservando il paesaggio dal finestrino del treno; può sembrare monotono ma lo scorrere di luoghi, campagne, abitazioni, fermate di altre stazioni, la induce a osservare con estrema attenzione tutto ciò che incontra in “contromano” durante il suo pendolarismo. Scruta, in particolare, un’abitazione che le è molto familiare e, nello stesso tempo, rievoca ricordi belli che via via si sono disgregati.
Rachel è una ragazza triste, insoddisfatta, con seri problemi personali non facilmente risolvibili; un giorno nel bel mezzo del suo abituale tragitto nota qualcosa che sconvolgerà ancor di più la sua esistenza in quanto, suo malgrado, sarà testimone di un accadimento che la renderà protagonista, insieme con altre due donne con altrettante storie personali problematiche, Anna e Megan, di una situazione complessa e intrecciata dalla quale non sarà facile dipanare la matassa. Ciò che appare a prima vista non è la realtà cristallina, bensì una condizione di miserie umane nascoste sotto un velo d’ipocrisia.
Un romanzo che si legge in maniera facile, molto scorrevole, senza avere particolare pathos e clamorosi colpi di scena; una vita con un futuro nebuloso che riserva eventi imprevedibili tali da far rivedere il proprio punto di vista e, forse, trarne beneficio al fine di ridurne l’opacità.
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carino, ma da "lettori principianti del genere"
- contiene spoiler - Ogni settimana visito una libreria (sia essa fisica o telematica) in cerca di nuovi talenti. E' così che il mese scorso mi sono imbattuta in questo romanzo d'esordio, che ho terminato in un paio di giorni. L'autrice scrive in prima persona vestendo i panni dei quattro personaggi, tra i quali spicca il punto di vista di Rachel. Rachel è una trentenne insoddisfatta della propria vita, dei cui fallimenti si vergogna al punto da mentire a tutte le persone che la circondano. Rachel è insicura, ma allo stesso tempo egocentrica e pedante. Difatti, e forse è l'effetto volontariamente ricercato e sortito, non rimane molto simpatica al lettore, così come la nuova moglie del suo ex marito Anna, debole, apprensiva e un pò credulona. Il fulcro del romanzo ha a che fare con il problema delle drammatiche amnesie di cui Rachel soffre da quando ha intrapreso la strada dell'alcolismo. La narrazione scorre molto velocemente, il libro è scritto in maniera semplice ed è piuttosto breve. Tuttavia, forse sarà per la mia esperienza nella lettura del genere, ho capito che l'assassino era Tom già dagli inizi, per il semplice fatto che l'autrice semina lungo la storia fin troppi indizi per capirlo. Per prima cosa, Tom era l'unico non sospettato e quello più improbabile perchè apparentemente privo di connessioni con la vittima, nonchè uno dei pochi personaggi coinvolti nella narrazione e, come ci insegna Camilla Lackberg nel suo "A scuola di giallo", l'assassino è sempre introdotto nei primi capitoli, quasi sempre tra i personaggi di spicco, per non lasciare il lettore disorientato ed inevitabilmente deluso di fronte alla rivelazione di un omicida dal profilo del tutto sconosciuto, magari apparso alla fine dei giochi. Infine, se come lascia intendere più volte la scrittrice, Rachel si è trovata faccia a faccia con l'assassino, come mai quest'ultmo non si è preoccupato di eliminarla dalla scena? Semplice, perchè il responsabile la conosce bene e sà che Rachel perde la memoria facilmente per il suo vizietto, tanto che viene più volte rievocato l'episodio in cui ella, secondo la versione del marito, aveva tentato di colpirlo in fase di sbornia con una mazza da baseball, ma del quale avvenimento Rachel ha al contrario registrato la sensazione di paura e non di colpevolezza. Ed è proprio grazie alle tracce lasciate dagli stati d'animo provati nei momenti di amnesia, che la protagonista riesce a raccogliere man mano le briciole per giungere alla soluzione dell'enigma. L'autrice cerca di deviare i sospetti dall'ex marito della vittima, allo psicologo, poi di nuovo all'ex marito, mettendo in evidenza del primo l'indole aggressiva, del secondo la volontà di liberarsi dalla paziente (diventata scomoda e ossessiva per il rifiuto da lui subito ed inoltre è incinta), in un gioco di rimbalzi poco convincente. Tuttavia, nonostante sapessi già l'identità dell'assassino, ho trovato il finale più gratificante di quanto mi aspettassi, perchè ha portato alla ribalta il lato forte e ribelle (finora sopito) del personaggio di Anna, che finalmente si è data una svegliata e ha agito con determinazione per proteggere il suo futuro e quello della figlia. In definitiva, "la ragazza del treno" non è neanche lontanamente tra i migliori gialli che ho letto, ma lo consiglio ugualmente per i neofiti che si avvicinano al genere, dal momento che presenta le regole basilari e i meccanismi universali di costruzione del giallo/thriller/poliziesco.
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Chi sei veramente?
Giallo richiestissimo, gettonatissimo, tutti lo leggono, tutti lo vogliono, tutti lo apprezzano. Non potevo non essere incuriosita. E’ bello, sì, decisamente. Lo stile è originale, ci sono salti temporali, cambi di punti di vista, amnesie. Si conoscono piano piano i personaggi. Si passa attraverso la fase dell’immaginazione, fase attraverso cui passa anche la pendolare protagonista. Poi c’è un progressivo avvicinamento. Un improbabile contatto. Tante coincidenze. Tanti personaggi e tante famiglie che si intrecciano. Indubbiamente lo stile mantiene viva l’attenzione ed invoglia a proseguire la lettura in attesa di un finale che tanto scontato non è, anche se non straordinario. Il lettore vuole capire. Vuole sapere. E’ una storia che lascia anche tracce di buono, perché fa capire cosa vuol dire essere spezzati, fa capire che tanti buchi nella vita non si chiudono più, ma devi crescere attorno a loro. A modo suo, è una storia che fa anche da cassa di risonanza del problema dell’alcolismo e delle infinite e ricorrenti problematiche dei rapporti familiari. Un ottimo esordio ed una scrittrice decisamente promettente, se questo è l’inizio.
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Jess e Jason
La ragazza del treno è una di quelle letture, facili e veloci, che ti divagano e che non lasci finchè non si svela il mistero.
Lo stile è abbastanza originale, sono tre donne che raccontano la stessa storia ognuna dal proprio punto di vista, una storia che le accomuna più di quanto loro stesse non sappiano.
Rachel è separata, un divorzio che l'ha distrutta, ha perso il lavoro, ha perso se stessa, ed è alcolizzata.Tutte le mattine prende un treno per Londra come se andasse a lavorare, in realtà una volta arrivata bighellona per la città fino a sera. Ma durante il percorso le piace curiosare dal finestrino del treno, e la sua attenzione è catturata da una coppia, che abita vicino alla ferrovia, in una villetta che è accanto alla sua casa di un tempo, che aveva col suo ex marito Tom. Rachel idealizza la coppia, al punto di fantasticare su di loro, come se fossero la coppia perfetta, Jess e Jason li chiama. Ma ciò che crede perfetto così non è.
Anna è la nuova moglie di Tom, insieme hanno una figlia. Anna odia Rachel, che continua ad essere presente nella loro vita, e odia quella casa, che era la casa di Rachel insieme a Tom.
Megan vive accanto ad Anna, con Scott, ma è perennemente insoddisfatta della sua vita, è una donna inquieta con un passato travagliato, che cerca di dimenticare, ma che ormai l'ha segnata per sempre.
Le vite di queste tre donne s'intrecciano fino a diventare una sola.
Il ritmo prima lento, poi accelera e diventa incessante e la storia è piena di colpi di scena, che coinvolgono il lettore fino alla fine, e anche se si capisce il colpevole prima che si sveli, il libro rimane comunque un bel giallo che si legge con piacere.
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La realtà non è mai come sembra
La storia ruota intorno ad una ragazza trentenne, Rachel, la cui vita sembra peggiorare di giorno in giorno, da quando il suo matrimonio è finito.
Non riesce proprio a rassegnarsi all'idea che suo marito l'abbia lasciata per un'altra donna, Anna, dalla quale peraltro ha avuto una bambina (che Rachel non era mai riuscito a dargli).
Rachel affronta la sua vita con apatia,e quasi per inerzia ogni mattina alle 8.04 prende il suo treno, diretto laddove lei lavorava prima di essere licenziata a causa del suo alcolismo. Tra bottiglie di vino e lattine di gin tonic, comincia a fantasticare sulla vita di quella coppia che ogni giorno vede fuori dal finestrino del suo treno, a cui assegna due nomi di fantasia Jess e Jason. Loro rappresentano ciò che lei ha sempre sognato ,e, quasi per uno scherzo del destino, vivono esattamente a fianco della casa che condivideva con il suo ex marito, dove ha trascorso moltissimi anni della sua vita.
Ma la realtà non è mai come sembra, e dietro l'inganno di una famiglia perfetta si nasconde un'altra misteriosa verità. Jess e Jason sono in realtà Megan e Scott.
Un giorno succede qualcosa che turba le vite di questi ultimi e per Rachel nulla sarà più come prima. Il suo destino si legherà irrimediabilmente a quello delle altre due donne protagoniste di questo romanzo, Anna e Megan, in un intreccio davvero molto ben costruito ed appassionate.
La scelta stilistica della forma del diario è interessante, anche perché nel romanzo si alternano continuamente i punti di vista delle tre donne,dando un tocco di originalità al racconto.
La scrittura è quindi semplice e diretta.
I personaggi sono ben caratterizzati, e c'è un'attenzione riservata all'universo femminile che consente di immedesimarsi prima con l'una e poi con l'altra donna.
A volte si ha la sensazione di toccare con mano quel mondo angosciante e squallido, che è quello delle protagoniste.
La storia è molto coinvolgente. Si finisce per girare compulsivamente le pagine, spinti dalla curiosità di trovare la soluzione all'enigma.
Peccato che proprio sul finale la storia perda di originalità e anzi cada nella banalità più assoluta.
Ho comprato questo libro perché ha riscosso un enorme successo e ho proseguito la lettura entusiasta dell'intreccio ed incuriosita dal finale,che non ha reso giustizia all'intero racconto, e che, proprio per questo, a mio avviso, poteva e doveva essere diverso.
Nel complesso libro piacevole.
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La ragazza dell'alcool e delle ceneri
Contrariamente ai pareri negativi,che quasi tutti mi hanno dato,devo dire che a me questo libro è piaciuto!
Un omicidio,non si sa chi sia stato. Una donna scomparsa. Il marito è sempre il primo sospettato,ma il male si cela sempre dove la bontà primeggia.
In questo libro seguiamo la vita di tre donne. Tre donne totalmente diverse,ma accomunate dalla loro storia. Anna e Rachel seguono lo stesso percorso,cioè le date tra i racconti di una e dell’altra coincidono,mentre per quanto riguarda Megan siamo sempre qualche mese indietro,prima della sua scomparsa.
Anna e Rachel hanno in comune un uomo Tom,ex marito di Rachel e attuale marito di Anna,ma Anna e Rachel,come è giusto che sia,si odiano. Anna vede Rachel come una possibile minaccia,come se prima o poi la scintilla tra Tom e Rachel possa tornare. Rachel vede Anna come quella zoccola (passatemi il termine un pò volgare) che si è scopata suo marito e che se le preso senza proccuparsi della sua vita.
Rachel però non ha preso bene questo matrimonio e questo divorzio. Beve,beve per dimenticare,per stare male. Beve e poi dimentica non ricorda cosa ha fatto,ma il suo subconscio sa cosa deve essere fatto. Il suo subconscio ha una missione,ma quando Rachel decide che deve smettere di farsi del male,lì in quel preciso istante tutto precipita. I ricordi riaffiorono prepotenti,pretendono di essere ascoltati e Rachel non può far altro che accettare la verità e porvi rimedio!
Megan,invece,è una ragazza tormentata dai sensi di colpa e dalla nostalgia. Suo marito la controlla,ma a lei sta bene così perchè cerca sempre un modo per combattere questo controllo e questo le rende la vita più sopportabile,finchè un giorno di Megan non rimane solo una fotografia,una pietra e delle ceneri. Megan muore. Come? Perchè? Ma soprattutto chi è stato in grado di macchiare di sangue questi splendidi capelli biondi e privare della vita questi bellissimi occhi azzurri?
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Questo è il percorso che seguiremo. Vedremo Rachel alle prese con l’alcool,Anna alla prese con la nuova famgilia e Megan alle prese con il suo assassino. Finchè un giorno,non scopriremo la verità. Una verità che alcuni dicono di aver intuito fin dall’inizio. Io non l’ho capito e soprattutto non ci ho voluto credere finchè non l’ho letto. Poi ho accettato e sono andata avanti.E voi siete pronti per tutto questo?
Mi è successa una cosa sabato. Parlavo con un mio amico e mi stava raccontando un suo problema e mi ha detto “Al momento mi faceva sentire bene,ma poi stavo dinuovo male,era come un circolo vizioso e sono riuscito a mettere fine a tutto questo,perchè ho capito che io dovevo stare bene!” anche se non era lo stesso argomento io ho pensato subito a Rachel,la fragile donna che beve e beve e che al momento l’alcool la fa stare bene,ma dopo sta più male di prima perchè l’alcool è un amico falso,un amico solo quando c’è bisogno,ma quando si sta bene ti butta giù e ti abbandona lì,e non gli importa in che stato tu sia o cosa tu faccia quando lui è con te…l’alcool non è mai la soluzione!!
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Tre donne si raccontano (male).
Sono tre le donne che si raccontano, alternandosi nei vari capitoli : Rachel, la protagonista, ossia la ragazza del treno, che ha la brutta abitudine di curiosare dal finestrino di un treno che ogni giorno la vede pendolare alla periferia di Londra, Megan, moglie di tale Scott, manesco e poco affidabile, e Anna, con la quale convive Tom, compagno di Rachel, abbandonata per comprovata ubriachezza molesta. Le storie si intrecciano, le tre donne abitano in casette vicine, lungo la ferrovia, e finiscono per pestarsi i piedi, tra bugie, pettegolezzi, insinuazioni, sospetti. C’è da dire che Rachel non può fare a meno di scolarsi bottiglie di vino ed aprire lattine di gin tonic, ma anche gli altri personaggi non sono da meno : la poverina però, data la sua propensione all’alcool, non è molto creduta quando scopre cose che non dovrebbe vedere e delle quali lei stessa non è compiutamente convinta… Ecco che Megan scompare, iniziano le ricerche, le indagini della polizia non approdano a nulla fino ad un colpo di scena che fa da prodromo ad un secondo delitto. Insomma, per farla breve (ma come ha fatto il grande Steven King a dichiarare che il romanzo è un capolavoro di suspense e che addirittura l’ha tenuto sveglio tutta la notte !), una sequela di banalità, frasi ad effetto, stereotipi da romanzetto rosa con tonalità a volte più accese per casalinghe annoiate. La suspense, se si riesce a cogliere, è artefatta : resta solo il quadro di una periferia londinese piuttosto squallida, popolata da un’umanità senza grandi prospettive, tutta presa, oltre che dai consueti problemi del tirare a campare, da beghe sentimentali di bassa lega. La fa da padrone comunque un treno locale, che collega Londra alla periferia, tra semafori rossi e accelerate, infischiandosene, da navigato ed esperto trasportatore di umanità, di tutto quello che accade al suo passaggio. Da leggere se proprio non si ha altro per le mani.
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Lento e inesorabile come un treno regionale
L'opera prima di una giornalista che ha già pubblicato altro sotto pseudomino e su commissione. Un thriller scritto da una donna è diverso da quello scritto da un uomo, c'è più sensibilità più attenzione a particolari che sfuggono a un uomo. È una storia non certo originale ma raccontata in modo superbo con frequenti cambi temporali e di personaggi, operazioni che a me piacciono un mondo ma che possono distrarre un lettore disattento. Gli interpreti sono tre donne, ognuna con la sua storia piena di ferite antiche e vecchi rancori. Alla fine è difficile preferirne una al posto di un'altra. Anche la descrizione dell'ambiente, la periferia di Londra, è fatta in modo magistrale: sembra di sentire l'odore dei fumi delle fabbriche, dei vecchi pub e delle rotaie antiche sulle quali da decenni camminano vecchi treni regionali.
Sicuramente un libro da leggere e da conservare nella top list.
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Un buon esordio
La vita di Rachel sta andando a rotoli, ancora legata al suo passato, di cui non riesce a liberarsi, vive nella menzogna e "naviga" nell'alcol. Le uniche soddisfazioni della sua vita, al momento, consistono nel chiamare e disturbare il suo ex-marito, ormai risposato con Anna, e guardare ogni giorno dal finestrino del treno.
Aspetta sempre che il treno rallenti per potersi godere lo spettacolo e tenere d'occhio la coppia della villetta accanto alla sua ex casa. In loro cerca quello che non può più avere, finché un giorno proprio da quel finestrino vede quello che non avrebbe mai voluto vedere.
Paula Hawkins ci presenta un thriller interessante, con un inizio davvero molto lento, tanto dal chiedermi se abbandonarlo o meno, per poi invece continuarlo e ricredermi.
Le tre protagoniste dei tre diari non sono proprio un bel trio. Rachel è una donna distrutta che beve così tanto da arrivare al punto di dimenticarsi le propri azioni; Anna è una donna che dopo aver rubato il marito ad un'altra, sta vivendo la maternità e la sua nuova vita non proprio al meglio ed infine Megan, bella, malinconica e sempre alla ricerca di "altro" al di fuori dal matrimonio.
Tre donne, tre vite ed un solo finale. Sinceramente tutte non molto simpatiche e per me è stato impossibile preferirne una all'altra.
"La ragazza del treno" è un libro che vi coinvolgerà, a volte vi disgusterà ma sicuramente non vi lascerà indifferenti. Lo stile è da migliorare, ma con un esordio così, l'autrice è già a un buon punto e sicuramente sentiremo ancora parlare di lei.
Lo consiglio.
Buona lettura!
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Rachel, Anna & Megan
Dopo continue esitazioni, finalmente mi sono decisa a leggere questo libro. Non sapevo bene cosa aspettarmi, visto che alcuni ne parlano benissimo e altri invece ne sono rimasti delusi. Io sono nella metà. Bello, piacevole, ma non un capolavoro. L'effetto suspense c'è fino alla fine, ho apprezzato molto questo fattore. I colpi di scena si susseguono lasciando il lettore stupito ogni volta. La scrittura è piacevole e scorrevole, questo ha sicuramente favorito la lettura. "La ragazza del treno" è uno di quei libri che si leggono da soli, non ho fatto fatica a rimanere concentrata e dopo averlo posato lo riaprivo volentieri. Se siete amanti di thriller/gialli di un certo spessore, questo non è sicuramente una lettura indicata, ma in generale direi che ne vale la pena. Buona lettura :-)
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Rachel, un personaggio complicato
Ho letto La ragazza del treno in pochi giorni, speranzosa di trovare una storia originale e ricca di misteri da svelare. Ma purtroppo sono stata delusa, non tanto, ma sicuramente non è ciò che mi aspettavo.
La storia che procede lentamente, anche fin troppo per i miei gusti, sembra un groviglio di idee, inserite alla rinfusa e che solo con tanta calma e pazienza, il lettore può riuscire a sbrogliare.
Conosceremo tre voci diverse, tre voci di donna, anche se la principale protagonista è Rachel, che giorno dopo giorno si da appuntamento sul treno per scorgere dal finestrino momenti di vita quotidiana. Spiando soprattutto un uomo e una donna, che vivono a pochi metri dalla sua vecchia casa, due signori ai quali da dei nomi e ai quali la sua mente costruisce una storia che si allontana da quella che è la realtà.
Fin dall'inizio quindi il lettore è curioso, così come la protagonista, di scoprire di più sui due giovani amanti. Ma bisognerà aspettare un po' prima di averne una descrizione più dettagliata e precisa.
Così viaggeremo insieme a Rachel, impareremo a capirla e a conoscere ogni aspetto di lei. Conosceremo anche il suo passato, quello in cui era innamorata e che alla fine sarà importante per i fini della storia.
Rachel è un personaggio complicato, sarà difficile per chi legge comprendere se essa faccia parte dei buoni o dei cattivi. D'altronde anche lei inizia a dubitare di se stessa e della sua innocenza.
Un aspetto positivo del libro è il fatto che il lettore fino all'ultimo non riesce a capire bene cosa sia successo, ciò tiene alta l'attenzione e la curiosità durante la lettura. Come dicevo precedentemente però tutta l'idea della storia è, secondo me, poco ben sviluppata e quindi se da una parte il lettore è curioso, dall'altra quasi si annoia e perde le speranze di capirci qualcosa.
Almeno queste sono state le mie sensazioni mentre lo leggevo.
Insomma non posso dire che La ragazza del treno non mi sia piaciuto, perché l'idea di base è abbastanza originale e interessante, ma diciamo che non mi ha fatto impazzire come avrei sperato.
La memoria è il cassetto più difficile da aprire
Rachel è una ragazza che non è riuscita a non rovinarsi la vita...aveva un matrimonio, un lavoro ed una vita felice. Ma a volte, basta un test di gravidanza che non diventa positivo a rovinare tutto. Senza nemmeno rendersi conto Rachel sprofonda in una grave dipendenza dall'alcool, perdendo tutto ciò che ha. Amore, lavoro e felicità. L'unico conforto che Rachel riesce a trovare è la quotidianità e la sicurezza che trova in quel viaggio in treno per Londra, che parte sempre, tutte le mattine, alle 08:04. Il treno si ferma sempre davanti alla casa di una coppia che presto Rachel idealizza, addirittura arrivando ad affezionarcisi. Tuttavia, ben presto, l'affetto che a Rachel monta dentro per questa coppia di sconosciuti si trasformerà in una ossessione, portandola a scoprire cose che, sebbene devastanti, la porteranno a mettere finalmente la parola fine al suo passato.
Racconto molto scorrevole e piacevole. Ben sviluppato, con la forma di un diario, quindi in prima persona, alternando le voci narranti delle tre protagoniste. Ciò che colpisce è la capacità descrittiva della scrittrice che, sebbene si trovi al suo primo romanzo (che è diventato un caso in molti parti del Mondo!), dimostra di poter competere con scrittrici ben più mature.
Nulla di particolarmente ricercato, ma lettura piacevole da accompagnare all'ombrellone!
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La luce oltre la nebbia
Un buon thriller, seppur all'inizio sia un po' troppo lento ma poi prende i suoi giri e si lascia leggere. Uno stile narrativo che è caratterizzato dal racconto di una storia da tre punti di vista differenti, abbiamo tre protagoniste donna che ci conducono insieme alla conclusione di una storia così tanto nebulosa ma dal finale altrettanto lampante che raccontano una storia dal proprio vissuto ma alla fine come si comporteranno?
Capitoli non molto estesi ci portano a divorare l'opera, anche tra alti e bassi.
Davvero un valido esordio che mi sento di consigliare...cosa davvero vedono i nostri occhi e soprattutto cosa vorremmo che essi vedano per noi?
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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23 Blenheim Road
"Non pretendere che io abbia la testa sulle spalle. Non posso. Non con te."
LA RAGAZZA DEL TRENO di Paula Hawkins è un thriller psicologico, tendente al giallo, con una struttura narrativa avvincente.
La mente nasconde sempre moltissimi segreti. Anche quella della protagonista, Rachel, abituata a spiare le vite degli altri per non riflettere sulla propria. È sola. Divorziata. Ogni giorno prendere il treno: la mattina per andare, il pomeriggio per tornare dal lavoro a Londra. Il viaggio in treno è il suo momento preferito della giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare le vite degli altri e fantasticare. Nessuno la vede. Nessuno sa di essere spiato.
In particolare, le piace spiare una coppia, un uomo e una donna, senza nome, che ogni mattina fanno colazione in veranda. Rachel dà loro dei nomi, si affeziona alla loro routine, che un tempo aveva anche lei, quando era sposata con il suo Tom. Per lei, quella coppia di estranei rappresenta la coppia perfetta dalla vita perfetta. La sua vita invece è tutt'altra cosa.
L'apparente tranquillità su cui poggia la vita di Rachel viene rotta, una mattina, quando su quella veranda, vede qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Quel momento rappresenta per Rachel lo spartiacque tra la serenità e lo sconvolgimento totale. Rachel deve analizzare anche se stessa per comprendere ciò che ha visto e che non riesce più a ricordare.
A narrare le vicende sono tre donne, Rachel, Anna e Megan, nei loro diari. Ogni giorno il lettore può scoprire cosa hanno fatto. I piani temporali, però, sono differenti, cioè non seguono l'ordine cronologico, ma distribuiscono eventi, elementi e dettagli per accrescere la curiosità di chi legge e scopre l'evolversi degli eventi, una pagina dopo l'altra, saltando da n periodo all'altro. Questo meccanismo cattura il lettore, man mano che vengono disseminati indizi e delineate situazioni. Una suspense crescente accompagna le azioni della protagonista, mentre cerca di ritrovare i tasselli mancanti alla sua memoria. Lei ha un grave problema di alcolismo e la mancanza di lucidità le crea confusione nei pensieri e nei ricordi. Rachel è una donna abbandonata da tutti, ma tenace nel voler salvaguardare l'ombra di perfezione che vede negli altri.
Il ritmo della narrazione diviene man mano più incalzante fino allo sconvolgente colpo di scena. I misteri della mente umana sono tanti e non sempre chi appare equilibrato lo è davvero e viceversa.
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Quello che le donne non dicono
Per cominciare vorrei fare un elogio all'autrice, Hawkins Paula. Potrete pensare che mi limiterò a dire che come libro di esordio è un gran bel romanzo. Invece voglio andare oltre. La ragazza del treno è un romanzo che sembra scritto da chi ha maturato anni come scrittore di gialli deduttivi. Il romanzo della vita come "Harry Quebert" per chi vuol cogliere l'associazione.
La narrazione è sapientemente divisa in tre diari appartenenti a tre donne le cui vite sono interconnesse tragicamente: Rachel, Megan e Anna.
Le tre donne protagoniste raccontano la propria vita, la propria versione dei fatti quasi in modo disordinato proprio come disordinati sono i pensieri di chiunque abbia vissuto una vita travagliata.
Hawkins è la prova che le protagoniste di un romanzo, scritto da una donna, sono spesso più vere rispetto ai personaggi maschili che impersonificano stereotipi testosteronici sempre più spesso lontani della realtà.
E' schioccante, quasi imbarazzante, la debolezza di Rachel, ma è proprio questa debolezza che mi fa parteggiare per lei, che me la fa sentire così vicina. Non è forte, ma tenace e testarda come solo una donna può esserlo.
Questo libro racconta tutti i piccoli misteri che esistono appena al di fuori di quello che vediamo in superficie. Cosa succede dietro le porte chiuse? Quanto si può mai veramente conoscere una persona?
Una notevole suspense si accumula con empatia per un personaggio centrale insolito che spesso mi ha fatto provare sensazioni di angoscia. Quando un libro provoca sensazioni del genere vuol dire che l'autore o l'autrice hanno colto nel segno.
Anche se il mistero si intuisce ai due terzi del libro, per il finale bisogna aspettare l'ultima pagina.
Terrò sicuramente d'occhio Hawkins Paula.
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Jeffery Deaver - October List
TRE DONNE....TRE DIARI......TRE PUNTI DI VISTA....
Mossa da tanta curiosità del perchè parlassero tanto di questo libro ultimamente, ho deciso di leggerlo, anche chiaramente atratta dalla trama, forse essendo io una ex pendolare!
La copertina è geniale secondo me, un'immagine semplice, ma che riesce a rendere bene l'idea della velocità del treno e quindi del racconto; persino al tatto è diversa dalle altre...sembra quasi velluto.
Il libro è scritto sotto forma di diario, pagine scritte da tre donne e le loro vite che si collegheranno a loro insaputa.. Paino piano tutto combacerà e i puzzle troveranno la loro sistemazione.
Ma veniamo alle tre donne protagoniste della storia.
Megan, la donna che Rachel vede ogni giorno dal treno, donna che sembra forte, sensuale, fedele e piena d'amore per suo marito.
Rachel, la pendolare che fa finta ogni giorno di andare a lavorare, una ragazza che sembra aver perso ormai tutto, lavoro, amici e l'uomo della sua vita, anche a causa del suo problema con l'alcol. Infine abbiamo a Anna, l'amante del marito di Rachel, paurosa per i comportamenti strani e opprimenti della ex moglie.
La storia inizia tranquilla, tante fermate col treno e Rachel che si sofferma ogni volta a guardare una bella coppia che abita non lontano dalla villa in cui abitava con l'ex marito, inventandosi i loro nomi e la loro vita tranquilla e serena, invidiandoli giorno dopo giorno.
Ma non può sapere che da un giorno con l'altro, tutto questo può cambiare, strane cose succedono, strani comportamenti piano piano verranno a galla e tutto non è come sembra. Le persone hanno una doppia faccia, tutte sembrano coinvolte e tutte sembrano disponibili e buone.
Rachel vorrebbe capirci di più, vorrebbe aiutare il marito di Megan nel fare più chiarezza, ma il suo problema con l'alcol le dà seri problemi di memoria; ha paura di aver fatto qualcosa di terribile, ha paura di non riuscire ad avere neanche più l'uomo che tanto amava. Il problema dell'alcolismo è affrontato in maniera reale secondo me, lei che dice ogni volta: "Non è un problema, oggi bevo per stare meglio e domani smetto". E questo domani non arriva mai.....
L'unica persona che veramente le sta ancora vicino è l'unica amica che le rimane, Cathy, l'unica che per fortuna le lascia ancora i suoi spazi e un piccolo appartamento in cui stare e che addirittura cerca di trovarle un lavoro e perdona ogni sua bugia.
Il libro è scritto in maniera molto coinvolgente, in soli due giorni l'ho praticamente divorato. Ero curiosa di sapere come potesse andare a finire, volevo conoscere la verità, proprio come Rachel. Ogni volta che leggevo un capitolo pensavo di aver capito come in realtà sono andate le cose, ma ahimè, nel capitolo successivo, gli avvenimenti cambiavano e quindi il mio pensiero ricominciava da capo....
Anche l'idea di come è stato scritto, ovvero sotto forma di diario, è un'idea particolare e che ho apprezzato veramente tanto, anche perchè è scritto in modo uniforme, per niente caotico. Ogni data ha la sua protagonista, ogni giorno ho potuto scoprire il punto di vista di ognuna delle tre donne.
Ho letto che da questo libro verrà tratto anche un film....
spero solo che sia bello e coinvolgente come lo è stato il libro.
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