La ragazza che giocava con il fuoco
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Una donna con dei principi
Come spesso succede il secondo volume di una serie non soddisfa quanto il primo. Si tratta comunque di un ottimo romanzo, che nonostante abbia grosso modo gli stessi personaggi del primo è del tutto diverso. Diverso l'ambiente in cui si svolle sia in termine di area geografica che di ambiente sociale in cui si sviluppa la storia. Il tema da cui si parte però è lo stesso: un giornale Millenium volto all'indagine e sempre al limite della legalità,. e poi uomini che odiano le danno e donne che quando si arrabbiano non hanno pietà di nessuno. Prima fra tutte le Lisbeth che abbiamo già conosciuto e che nonostante la sua anafettività, la sua capacità di avere dei contatti di tipo umano nel modo in cui noi riteniamo normale non si può fare altro che prendere in simpatia. Di contorno tutta una serie di personaggi che la cerca: chi per eliminarla chi per metterla in carcere e infine contro ogni aspettativa chi le vuole dare una mano. Il romanzo è scritto molto bene e nonostante i molti personaggi, i segreti infiniti, tutte le cose dette solo a metà l'autore è riuscito a darci uno scritto chiaro, intrigante e gradevole da leggere fino alle fine. Il finale, forse strizza un po' troppo l'occhio al lettore ed è tutt'altro che credibile, ma pazienza.
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La donna che odia gli uomini che odiano le donne
Leggere il secondo volume di Millennium, a distanza di oltre due anni dalla lettura del primo, è stato come ritrovarmi all'improvviso tra vecchi amici senza che niente, o quasi, fosse cambiato. Mikael Blomkvist, Lisbeth Salander e diversi altri noti personaggi stavano lì, pronti a riprendere da dove li si aveva lasciati.
Non si fa fatica a immergersi di nuovo, seppur dopo tanto tempo, nelle atmosfere nordiche così magistralmente descritte dalla genialissima penna del compianto scrittore svedese Stieg Larsson ed è difficile affermare se sia più bello il primo o questo secondo libro della trilogia, di certo diversi per il tipo di trama, ma accomunati da uno stile narrativo a dir poco magnetico capace di tenere spesso il lettore letteralmente incollato alle pagine.
A differenza di “Uomini che odiano le donne”, “La ragazza che giocava con il fuoco”, arricchito anche dall'entrata in scena via via di nuovi volti, è del tutto incentrato sul personaggio di Lisbeth Salander, la giovane donna che odia gli uomini che odiano le donne. Un'eroina dei nostri tempi che trascina con sé un dolore profondo e una vicenda personale alquanto raccapricciante, segnata da un'ingiustizia che non potrà mai avere fino in fondo giustizia, e non soltanto per gli omicidi di cui lei viene inizialmente accusata. Tra queste pagine si ripercorre un dramma che sa dell'incredibile, mentre si consolida a poco a poco l'immagine di una delle forse meglio riuscite figure della letteratura contemporanea. Nemmeno Mikael Blomkvist, per quanto riuscitissimo anche il suo personaggio, può competere con una Lisbeth forte e tenace che nasconde nella solitudine del cuore le proprie fragilità.
Una corposa lettura che non può prescindere da quella del primo tomo e che, già alla frase di chiusura, reclama impazientemente quella del terzo e ultimo ancor più voluminoso capitolo di Millennium!
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Bande che odiano le donne
“Uomini che odiano le donne”, il primo volume della trilogia di Millennium, ha ottenuto un enorme successo di pubblico (e vendite). A queste condizioni, ai nostri tempi, il sequel s’impone.
A Stieg Larsson non manca l’intelligenza di puntare con decisione sul personaggio più originale e controverso del primo volume: il ruolo di protagonista passa dunque da Mikael Blomkvist (il giornalista responsabile della rivista Millennium, che ha risolto il mistero della famiglia Vanger) a Lisbeth Salander.
Ogni sfaccettatura di Lisbeth è particolare: l’aspetto è quello di una donna minuta che sembra un’adolescente, praticante del piercing, tatuata, che nel vestire e nel truccarsi tende al dark; la personalità è una miscela di forza e debolezza, di doti superiori e deficienze (dove le prime comunque prevalgono, a partire dal suo essere una hacker insuperabile); i comportamenti sono quelli di un “cane sciolto”, allenata a non rivelare le proprie debolezze, determinata e pronta ad usare la violenza (se occorre, o perché accecata dalla rabbia).
Ciò che manca nel primo volume della saga è il motivo: perché Lisbeth Salander è Lisbeth Salander?… Ciò che manca è la sua storia. E questo è, per l’appunto, “La ragazza che giocava con il fuoco”: la storia (o la gran parte della storia) di Lisbeth Salander, ciò che le è accaduto sin dall’infanzia e che, agli occhi del mondo, l’ha fatta diventare pericolosa, sociopatica, da confinare in uno spazio chiuso e controllato sin dall’età di dodici anni. Un evento drammatico per una ragazzina, che tuttavia, nel progredire del libro, si spiega sempre meglio quando ci si accorge che quella di Lisbeth Salander non è solo una drammatica storia personale, ma il crocevia di un intreccio che coinvolge piani diversi (non ultimo quello che comunemente definiremmo “ragion di Stato”).
Il secondo capitolo della trilogia non sembra avere la stessa efficacia del primo. Larsson aggancia il filo più “redditizio” nell’economia della storia di partenza – quello relativo alla figura di Lisbeth, come detto – collegandolo al fenomeno del traffico della prostituzione (dando così continuità al tema portante del volume precedente, quello della violenza sulle donne, stavolta praticato da bande organizzate). L’effetto è ancora una volta di vibrante e motivata denuncia, accompagnato dallo stile scorrevole già sperimentato in “Uomini che odiano le donne”.
Ma le imprese di Lisbeth, ancor di più che nel primo libro, la fanno sembrare una supereroina, rompendo l’equilibrio della sua personalità così ben costruita in precedenza e rischiando di renderla inverosimile. Nel convulso finale, la ragazza sembra avere riserve infinite…
Anche se è un finale solo sulla carta: mentre “Uomini che odiano le donne” è un libro a sé, “La ragazza che giocava con il fuoco” rimanda già, dalle ultime pagine, a un terzo capitolo che arriverà di lì a poco (“La regina dei castelli di carta”). La cosa può piacere a chi ha la tendenza ad “affezionarsi” a determinati personaggi, ma suona di sicuro poco genuina a quei lettori che nella concatenazione di libri “studiata a tavolino” traggono l’impressione di un’operazione regolata da intenti commerciali prima ancora che letterari.
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Lisbeth&Blomkvist la vendetta
In questo secondo capitolo troviamo ancora i personaggi che abbiamo lasciato nella prima parte.
Mickael Blomkvist, Lisbeth Salander ecc...ma diciamo che i protagonisti sono sempre loro.
Molte cose sono cambiate nell'anno trascorso dopo la bufera dell'affare Wennerstrom e la scomparsa ed il ritrovamento di Harriet Vanger...Blomkvist è diventato una sorta di celebrità nel jet set scandinavo per il suo libro-denuncia, è tornato alla direzione di Millenium e la sua carriera è ancora in forte ascesa.
Lisbeth Salander è sparita nel nulla...da quando è diventata improvvisamente più che benestante grazie alla sua abilità di hacker ha girato il mondo, si è rifatta il seno, ha comprato una casa nuova e un'auto.
Ma i guai per lei non sono lontani.
Millenium nelle sue inchieste scomode si sta occupando del "traffcking" e dello sfruttamento della prostituzione in Svezia...commercio fiorente che investe non solo criminali spietati, ma anche poliziotti, politici e giornalisti.
È proprio nel momento in cui Lisbeth viene a sapere di queste indagini che iniziano i guai (e la parte avvincente del romanzo)...Una criminologa e un giornalista free lance che collaboravano con Milleniun vengono uccisi... e si sospetta che la colpevole sia proprio la bizzarra Lisbeth...
Chiaramente la vera parte interessante del libro inizia qui.
Prima, se devo essere sincera, l'autore si perde un po' in chiacchiere...dalle vacanze di Lisbeth ai Caraibi sino alle varie digressioni su chi mette le corna a chi all'interno di Millenium...oltre a spiegare molto brevemente di cosa tratta la nuova indagine di Millenium...
Diciamo che le prime 250 pagine del libro sono un susseguirsi di fatti più o meno interessanti, ma senza che succeda nulla degno di nota...anche se si intuisce subito a naso che il misterioso "Zala" che spunta qua e là nelle indagini di Blomkvist e soci sulla prostituzione sarà in qualche modo chiaramente legato a Lisbeth Salander.
Sicuramente un testo che, pur contando quasi 800 pagine, si lascia leggere, avvince grazie alle capacità narrative dello scrittore e presenta lo spunto della nuova indagine di Millenium come una trovata abbastanza originale.
Quello che non è più originale, a mio avviso, sono i personaggi che diventano o grotteschi nelle loro caratteristiche, oppure molto simili l'uno all'altro. E quindi poco credibili.
Lisbeth Salander diventa una specie di cyborg in grado di entrare nel computer di chicchessia e carpirne i segreti praticamente solo col pensiero, di sgominare due energumeni enormi e armati a mani nude...lei che è un metro e cinquanta per 40 kg, di entrare in qualsiasi proprietà privata senza difficoltà alcuna, di neutralizzare qualsiasi sistema di allarme.
La sua personalità qui appare ancora più deviata, disturbata e dark, cosa che non succedeva nel primo capitolo, in cui si evinceva che fosse una ragazza molto particolare e introversa, ma non così disadattata e compiaciuta dell'esserlo, insomma un ritratto psicologico del personaggio che è diventato un po' troppo uguale a se stesso e che cerca nel sensazionale di portare qualcosa di nuovo.
Mickael Blomkvist in questo volume passa un po' in secondo piano ma come sempre è invischiato in diverse relazioni amorose, gliene capitano di tutti i colori, tutte a lui, dal trovare i cadaveri dei collaboratori fino a ad imbattersi in aggressioni ed inseguimenti ai danni di Lisbeth Salander...insomma sta sempre al posto sbagliato al momento sbagliato (o narrativamente parlando al posto giusto al momento giusto).
Insomma troppe coincidenze, troppo forzate.
Per il resto una serie di altri personaggi che si somigliano un po' tutti, i buoni sono buoni, i cattivi sono cattivi ma 90 su 100 veramente ingenui e disorganizzati, un po' degli idioti, diciamocelo... solo Lisbeth sembra cattivissima ma in realtà non lo è...o meglio, non del tutto.
A mio avviso poi per leggere questo secondo capitolo non è nemmeno necessario aver letto "Uomini che odiano le donne" visto che il succo viene riportato in diverse parti del romanzo, diversi sono i richiami, ma non criptici.
Forse solo il personaggio di Mickael Blomkvist è tratteggiato meno bene che nel primo capitolo e quindi potrebbe sembrare una mancanza dell'autore.
In definitiva... è comunque una lettura piacevole, ben strutturata e avvincente (soprattutto da pagine 350 in poi) ma che scade un po' nel trash e ricama un po' troppo sulle "doti" dei personaggi che in questo modo perdono di credibilità, cosa che non succede nel primo capitolo della trilogia.
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Diversi gradi di responsabilità
Dopo il superbo esordio con “Uomini che odiano le donne”, anche stavolta il compianto Stieg Larsson riesce a rapire l’attenzione del lettore per più di 700 pagine, con sporadici ed irrilevanti cali di tensione.
“La ragazza che giocava con il fuoco” è un romanzo ricco di personaggi unici ed impeccabilmente caratterizzati. Due di loro, in particolare, rubano la scena a tutti gli altri comprimari, e sto parlando ovviamente di Mikael Blomqvist e Lisbeth Salander.
Rispetto al romanzo precedente assistiamo ad un’inversione di tendenza nel ruolo di protagonista principale. Una svolta interessante per quanto prevedibile, constatato che un personaggio unico ed affascinante come quello di Lisbeth non poteva essere relegato ancora al ruolo di “spalla”.
Se in "Uomini che odiano le donne" il giornalista e fondatore della rivista mensile “Millennium” aveva fin dall' inizio più spazio rispetto a Lisbeth, stavolta l’intreccio lascia la netta sensazione che sia la giovane ricercatrice ed hacker a rappresentare il perno attorno al quale ruota l'evolversi della vicenda.
Si parla di "trafficking", di tratta di esseri umani dai paesi europei dell’Est, di prostituzione. Un intero sistema di soprusi e violenze. In una storia di donne maltrattate ed umiliate fisicamente e psicologicamente, la protagonista non poteva non essere Lisbeth, sulla cui vicenda personale vengono fornite finalmente alcune risposte ai tanti interrogativi che aveva lasciato il precedente romanzo.
La sensazione che provo leggendo Larsson è che, seppur per brevi e marginali tratti, la narrativa di genere e la letteratura (quella vera, dei grandi scrittori) si incontrino. È ovvio che gli scritti di Larsson siano fondamentalmente opere di intrattenimento, ma la compresenza di schemi cari al giallo classico e di elementi tipici del thriller moderno, unita alla forza di due personaggi unici e carismatici, crea una combinazione davvero straordinaria.
Così come intatta, anche stavolta, è l’abilità dell’autore nello sfruttare tale narrativa di genere per indagare e raccontare gli angoli più bui della realtà che ci circonda.
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Secondo atto pienamente riuscito
Degna continuazione di Uomini che odiano le Donne.
Lo stile ricco eppure scorrevole di Stieg Larsson rende piacevolissima la lettura di questo secondo volume, e le (dis)avventure di Lisbeth la rendono ancora più appassionante. La completezza di particolari non lo rende per niente pesante, Larsson è stato capace di scrivere tante cose in tante pagine ma senza lasciar cadere il ritmo e la suspance fino all'ultima pagine.
Uno dei miei autori preferiti in assoluto.
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"La ragazza che giocava con il fuoco" di Stieg Lar
Ritorno qui, a parlare del secondo giallo della trilogia "Millennium". Quello che scriverò è lo stesso dell'ultima volta, sarebbe a dire che nonostante lo scrittore fosse un giornalista, il suo metodo di scrittura non è per niente schematico e superficiale, ma al contrario puntiglioso sui dettagli, tanto da dire in maniera schematica ogni cosa riguardante il personaggio preso in considerazione. Ho apprezzato il fatto che in questo romanzo non siano stati presi in considerazione pochi personaggi, ma al contrario molti. Vale a dire che ogni comparsa nel libro ha un fine premeditato e portato a compimento. Non si parla solo di Mikael e Lisbeth oppure Vanger, ma si entra all'interno di ogni personaggio, sia esso un antagonista o un protagonista, o anche un personaggio secondario. Tutto quello che viene fatto è scritto bianco su nero ed è fondamentale per lo svolgimento della trama, che nonostante questa quantità spropositata di dettagli non è per niente pesante o noioso. Ovviamente, come nel primo libro, a risolvere il caso è il giornalista Mikael Blomkvist; tuttavia, senza le cripticità e gli aiuti di Lisbeth o anche degli altri gruppi investigativi non avrebbe combinato un bel niente. In altre parole, quello che prima era l'ingranaggio senza il quale tutto non funzionava, ora senza l'aiuto di altri ingranaggi non sarebbe funzionato.
Il romanzo è scritto in maniera impeccabile, come quello precendente, e oso dire che il metodo di scrittura di Larsson si è evoluto, durante la stesura, passando da quello che era nel precedente libro, fino a diventare più completo e meno scontato. (Dico questo, ma non fraintendete, non sto assolutamente dicendo che il libro precedente fosse scontato)
Nuovamente, la caratterizzazione dei personaggi è perfetta, in ogni dettaglio e in ogni azione, e questo fa di "La ragazza che giocava con il fuoco" un romanzo magnifico e piacevole alla lettura.
Argomento a favore di questo, rispetto al precedente, è il fatto che finalmente si arriva a scoprire il passato di Lisbeth, e l'espressione che lei utilizza spesso: Tutto il Male. Non vorrei osare troppo, dicendo che tutti ci siamo mangiati le labbra dalla voglia di conoscere ciò che quell'espressione significava. Possiamo ritenerci soddisfatti da questa prova di Larsson, che mi ha stupido per la sua complessità celata dietro i dettagli e il passaparola.
Speriamo ovviamente che il terzo e ultimo sia ancora più movimentato di questo. Buona lettura a tutti.
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Giù la maschera !!
L’ascensore non funzionava e Stieg Larsson dovette fare a piedi le scale del suo ufficio. Risultato? Morì di infarto nel 2004. La data ? 9/11 naturalmente …
Mikael (Kalle)Blomqvist , dopo aver risolto il caso Vanger, vince la sua battaglia legale contro il “faccendiere” Wennerstrom. Come l’araba fenice rinasce e riconquista le luci della ribalta. La sua carriera torna a brillare e, dopo essere tornato al timone della rivista Millennium, diventerà giornalista conteso dai media e osannato nella Stoccolma by night … Grazie ad una coppia di giovani amici, Mia e Dug (entrambi giornalisti in erba), Mikael viene in possesso di documenti scottanti. Dossier dettagliati che svelano un traffico di prostitute dall’est Europa. Una bomba che vede coinvolti i servizi segreti, polizia, avvocati, politici, medici e VIP. Lisbeth Salander ( la problematica protagonista) intanto viaggia per il globo, con un’identità falsa e tanti soldi … cercando una serenità che durerà poco. Fino al suo rientro in Svezia. Infatti vengono uccise 3 persone e sull’arma del delitto troveranno le sue impronte !! Le vittime sono: Mia, Dug, e Bjurmann, il tutore di Lisbeth (maniaco e criminale). L’unico a credere nell’innocenza di Lisbeth sarà Mikael, colui che darà il via alle indagini. Indagini che li porteranno in un mondo di tenebre, popolato da ESSERI senza scrupoli. Coloro che trafficano in armi, droga, donne, informazioni. Coloro che considerano le persone come oggetti o animali. Coloro che non guardano in faccia a nessuno pur di raggiungere i propri scopi. I servizi segreti di alcuni paesi e le loro marionette; tutti troveranno la giusta collocazione in questo infernale calderone.. Verrà finalmente svelato il passato oscuro di Lisbeth e i personaggi malvagi avranno un nome e un viso.
Il secondo volume delle trilogia è un poliziesco ad alta tensione. Scritto in modo semplice e diretto, lo trovo molto più interessante del primo (Uomini che odiano le donne), perché tratta argomenti molto scomodi. Argomenti che, purtroppo, non possiamo trovare sui giornali o vedere al TG …
Infatti Stieg Larsson disse: “ Più che fare propaganda o tentare di fare letteratura classica, un poliziesco deve in primo luogo intrattenere il lettore. La narrativa in genere è tra le forme più popolari d’intrattenimento. E solo catturando completamente l’attenzione e la fiducia del lettore posso usarla per trasmettere un messaggio, ed è quello che voglio fare, naturalmente”.
Stieg Larsson collaborava con Scotland Yard e con il ministero di giustizia Svedese. Grazie alle sue conoscenze nel fitto sottobosco dei servizi segreti e degli ambienti neo nazisti veniva consultato spesso ( anche per l’omicidio di Olof Palme). Nei volumi 2 e 3 di questa trilogia approfondirà l’argomento spinoso riguardante un mondo oscuro fatto di trame incomprensibili. Il quarto volume è al centro di un contenzioso tra eredi. Purtroppo l’autore è deceduto prima di pubblicarlo. Chissà se vedrà mai la luce, magari in versione INTEGRALE …
p.s.
Per alcuni amanti del cospirazionismo Larsson non è morto di infarto...Sempre secondo alcuni, il giornalista/scrittore dava fastidio. Non tanto per quello che ha scritto, ma per quello che avrebbe potuto scrivere. La foto più famosa lo ritrae con una rosa rossa, simbolo di una loggia potente e sospettata di omicidi e suicidi eccellenti. Kalle Blomqvist è anche un personaggio tratto da un romanzo di Astrid Lindgren . Questo personaggio è un ragazzino che capeggia la banda della rosa bianca, in lotta contro la banda della rosa rossa …. Mah !
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Se si ha pazienza...
Ebbene sì, si deve aver pazienza, perchè il libro per un po' stenta a decollare... è come se fossero due parti....
Ma una volta in volo l'aereo fila e ci regala questa dedica a Lisbeth ( il libro è praticamente incentrato tutto su di lei), con nuovi personaggi a dir la verità alcuni davvero poco piacevoli....
"Tutto il male" provato da una Lisbeth poco più che ragazzina inizia a prendere forma, ma Larsson è talmente geniale che da' piccoli indizi ma nulla di più, fascicoli spariti ed altri creati ad arte...
Ripeto un genio....
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Un continuo ancora più avvincente del primo volume
E' veramente difficile scrivere il continuo di un libro senza risultare ripetitivi rispetto al precedente, ma con questo volume l'autore c'è riuscito perfettamente, riesce a combinare azione, mistero, politica e sentimenti in un mix pazzesco che ti rapisce per tutta la lettura. Approfondisce ancora di più i personaggi introdotti nel primo volume e ne introduce di nuovi ben descritti e accattivanti.
Il volume inizia subito nel pieno dell'azione e dopo un colpo di scena completamente inaspettato evolve in contorni ancora più inaspettati per poi terminare con un finale che ti lascia col fiato sospeso finché non inizi il terzo volume. Straordinario, avvincente e unico, una delle migliori, se non la migliore trilogia di giallo/thriller.
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peccato che ho letto anche il II della trilogia
E anche il secondo atto di questa trilogia è assolutamente superiore alle aspettative. Ma che bello, che piacere leggere romanzi così ben scritti e raccontati. Ciò che più mi colpisce è l'aver trovato questo completamente diverso e ciò nonostante l'inevitabile prosieguo di "uomini che odiano le donne"; non è da tutti riuscire a continuare l'opera iniziata senza essere ripetitivo e dare la sensazione di aver già detto tutto. Il terzo è ormai una necessità, una dipendenza che non puoi non soddisfare.
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il secondo romanzo della trilogia perfetta
Questo è il secondo libro della Trilogia Millennium. Del primo romanzo ne ho parlato qui.
Parto subito dagli effetti che questo libro a provocato su di me. Ebbene sì, Kevin notava in sua moglie una nuova persona, una donna posseduta dal personaggio letterario di Lisbeth Salander: ero intenzionata a tagliare i capelli; a tatuarmi un drago verde, rosso e blu che dalla spalla scendesse fino alla coscia; a fare vari pearcing (di cui uno dove non batte mai il sole); ad andare in giro con la borsa piena di bombolette di gas lacrimogeno, pistola che emette scariche elettriche e martello (utile in ogni occasione). Soprattutto ero pronta a farmi giustizia da sola, vendicando le donne maltrattate ed odiando anche io gli Uomini che odiano le donne.
Molti sono gli effetti provocati da questo libro che trasforma le donne in super-donne pronte a lottare contro la società ed in particolare gli uomini che odiano le donne. Ma l'effetto principale è che fa perdere di vista la realtà. Non ci sarà nient'altro che avrà interesse come sapere l'evolversi delle vicende che sono piene di dinamismo ed azione, ricche di personaggi tracciati in maniera esemplare e facili da schierare a favore o contro questa donna che calamiterà le vostre attenzioni.
Pupottina ha capito cosa rende entusismante questo thriller che a già venduto 400 mila copie nel mondo. Solitamente Pupottina preferisce non acquistare i libri a prezzo pieno, ma per questi 3 volumi ha fatto una differenza. Sono stati utili anche per mantenersi in forma. Tenere in mano libri da 600, 700 e 800 pagine non possono che risparmiarvi qualche ora di palestra. Oltre al fatto che inizierete ad improvvisarvi boxer in combattimenti assurdi, pur di sopravvivere. E poi è sempre aperta quella storia in sospeso fra Lisbeth e Mikael Blomkvist.
Non lo so se vi ho convinto a leggerlo, ma ora vediamo cosa posso apporfondire con chi sa di cosa parlo...
Della miriade di personaggi che vivono in queste pagine posso iniziare a citare quelli che ho odiato ed ho sperato, fino alla fine che finissero male: Hans Faste e Niclas Eriksson. Per loro, una certa forma di giustizia, c'è stata. Anche che avrei gradito di più, affinché la lezione fosse ben recepita ed il loro essere contro le donne placato. Pure i fratelli Ranta avrebbero dovuto subirne di tutti i colori e non salvarsi, fuggendo all'estero a momento giusto. Bjurman ha avuto quello che si meritava, anche se la storia del tatuaggio l'avrei fatta trapelare ai giornali, poiché se uno è un mostro non mi va che mantenga una reputazione rispettabile nemmeno dopo la morte.
Già da subito ho percepito i cambiamenti positivi di Lisbeth che si rifà il seno per diventare un personaggio più attraente, non solo all'interno del romanzo, ma anche più appetibile ai lettori uomini. Il fatto che frequenti un minorenne per dimenticare Mikael era ovvio che non sarebbe stato di nessuna utilità. L'avevamo capito che lo ama già dal primo romanzo, senza bisogno che lo ammettesse a se stessa nelle ultime 200 pagine circa. Lui, invece, non smette mai di essere un uomo che passa da un letto all'altro e la promiscuità nei rapporti di coppia e non solo, non appartiene solo a questo personaggio, ma anche ad altri, soprattutto la collega ed amante Erika Berger. Quest'ultima fino alla fine si rivela essere meschina ed arrivista, ma lo sanno solo i lettori, poiché la notizia che ha intenzione di cambiare giornale, è stata taciuta agli altri personaggi, adducendo la solita scusa del "non era il momento giusto". Dopo anni di relazione, il rapporto fra Erika e Mikael credo sia agli sgoccioli e forse potrebbe esserci un futuro per Lisbeth e Mikael. Fatemi leggere l'ultimo volume e non svelatemi niente.
Il fatto che Lisbeth abbia una sorella gemella, fin dalle prime pagine, e scopra di avere altri fratelli e sorelle sparsi per il mondo, non so se verrà ripreso nel prossimo libro, ma sicuramente l'aver accertato e scavato nella sua drammatica sitazione familiare ne hanno fatto l'eroina compresa ed ammirata per la sua forza ed il suo coraggio. Il fatto, che l'altro personaggio dotato di forza e non potere sovrannaturale (anomalia genetica) fosse un suo fratellastro non è da poco come coincidenza per una donna che, nonostante la sua statura minuta, era agilissima nel combattimento e con una mente superiore a tal punto da far impallidire qualsiasi matematico. E' un'eroina a 360°, completa di tutto, che non può non suscitare sentimenti positivi, soprattutto poiché geneticamente è la figlia di uno psicopatico che odia le donne e lei è l'unica a poterlo annientare in una storia che coinvolge intrighi internazionali, traffiking, Kgb, Gru, oltre alle normali forme di polizia svedesi.
Si intuisce che anche se il rapporto lesbico con Miriam Wu sia molto forte, in realtà è soltanto un modo per tenere sotto controllo i sentimenti per Mikael. Come volevasi dimostrare, l'eroina si innamora del donnaiolo di turno ... accade sempre così o quasi... ma chissà se, come in un romanzo rosa, alla fine riuscirà ad averlo per sé? In fondo, i presupposti già ci sono.
Altri personaggi buoni ci sono, così come compare la donna scomparsa del primo libro, che tanto per cambiare, ha anche lei una relazione con Mikael. Eheheheh! Alcuni non cambiano mai, perché non vogliono cambiare!!! Ma daltronde se Lisbeth è volontariamente scomparsa, qualcosa dovrà fare per passare il tempo.
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Sconvolgente
Il primo capitolo intriga. Il secondo lascia assolutamente senza fiato.
Ritroviamo la problematica Lisbeth, a cui è impossibile non affezionarsi; la ritroviamo dapprima a godersi il suo anno sabbatico in una specie di paradiso e di lì a poco catapultata in una realtà inspiegabile, in cui lei è una ricercata, sospettata di un triplice omicidio...
Di nuovo Larsson riesce a lasciarmi senza parole, aprendo una nuova parentesi sia sulla vita di Lisbeth sia su una tematica ancora una volta piuttosto scomoda, ovvero il traffico di prostitute: minorenni straniere, strappate dai loro paesi con una promessa di un lavoro e poi usate per il mercato del sesso. Se l'affare Wennerström vi ha fatto riflettere su tutto ciò che si nasconde dietro ai magnanti dell'industria dei nostri giorni (perchè Wennerström altro non è che un capro espiatorio), il reportage sul trafficking vi toccherà il cuore.
La bellezza di questi romanzi credo proprio che stia nell'intrecciare ad una storia sensazionale, temi scomodi ma importanti e assolutamente attuali.
La capacità di questa trilogia è quella di far riflettere il lettore su tutto ciò che lo circonda e di aprirgli gli occhi.
E Lisbeth, che fine fa? Beh, sarà un po' impegnata a tenersi al coperto e a cercare di mettere insieme i pezzi di uno strano puzzle, di cui lei è il soggetto principale. Se solo riuscisse a trovare quel fascicolo riservato che riguarda lei e il padre...
I suoi ostacoli saranno molti e se tra questi c'è anche un energumeno affetto da analgesia congenita, il cammino verso la sua libertà sembra essere davvero lungo e tortuoso...
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L'Araba Fenice
Non è così avvincente come il primo (e più famoso) volume di questa trilogia. Nel libro è presente un caleidoscopio di personaggi, e fra tutti spicca lei, Lizbeth. Alternativa, eccentrica, fragile, coraggiosa. Mentre in "Uomini che odiano le donne" è la storia in sè a dominare la scena, qui è lei in rilievo. Ti accorgi proprio, pagina dopo pagina, che leggi per capire sempre di più lei, non per scoprire come va a finire. E Lizbeth, pagina dopo pagina, prende spessore e risorge, come una vera e propria araba fenice.
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Millennium e uno, Millennium e due...
“Buona anche la seconda !” Quante volte avviene ? Purtroppo raramente. Qualche volta nei film (L’impero colpisce ancora, Il secondo Batman di Tim Burton, La moglie di Frankestein), quasi mai con i dischi (Led Zeppelin II ? il primo però non era un capolavoro), e con i libri ?
Pensavo proprio a questo mentre leggevo “La ragazza che giocava con il fuoco”, come farà Larsson a tenermi incollato alla sedia per oltre 700 pagine, come nel primo libro ?
E, infatti, non ci riesce. O meglio, riesce comunque ad interessarmi con la sua scrittura lineare, sempre ricca di particolari e mai noiosa (evidente la sua esperienza giornalistica), ma il romanzo questa volta regge solamente perché oramai sono troppo affezionato a Lizbeth “Wasp” Salander (ed anche a Kalle Blomkvist, via).
Larsson, in realtà, prova a mescolare un po’ le carte con i generi, e dopo il giallo estremamente intrigante del primo libro, claustrofobico e ricco di colpi di scena, qui propone un thriller poliziesco, dove al centro c’è la nostra Lizbeth, unica ricercata dalla polizia per aver probabilmente commesso un triplice efferato omicidio. E su questo tema (“la colpevole è veramente lei o no ?”) l’autore costruisce il crescendo del libro, che però questa volta risulta piuttosto lento, e il climax avviene solamente nelle ultime cinquanta pagine.
Ma come la voglia di torrone a Natale, la saga ti prende e ti frega, per cui a questo punto non mi resta che leggere il terzo e ultimo Millennium, perché devo maledettamente sapere come andrà a finire.
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Kill Bill Vol.3
"Non esistono innocenti. Esistono solo diversi gradi di responsabilità."
E' il romanzo che cercavo! Finito l'ombra del vento non avevo proprio idea di dove pescare un testo altrettanto coinvolgente e ben scritto.
E' una triologia, io ho iniziato a caso dal secondo episodio, rimedierò leggendo il primo poi l'ultimo.
"La ragazza che giocava col fuoco" di S. Larsson, sono 518 lunghissime e pericolosissime pagine di lettura. Lunghissime perché Larsson non fa giri di parole, racconta il fatto andando subito al dunque e per riempire quel numero di pagine, di fatti ce ne sono veramente un'infinità!
Pericoloso perché superato il 35% del testo Larsonn, riuscito abbondantemente a farti appassionare alla protagonista, comincia ad innalzare progressivamente la tensione e la successione degli eventi inserendo colpi di scena davvero emozionanti!
E quindi? dov'é il pericolo?
Il pericolo é di non riuscire fermarsi prima di realizzare che sono 12 ore di fila che leggi, non hai cenato e non hai dormito e ti arrenderai solo dopo aver letto "FINE" oppure "Stop Forrest!".
Di che si tratta? E' sostanzialmente un poliziesco.
Matematica, sesso, violenza, segreti di stato, crimini, omicidi, boxe e VENDETTA.
"Mimmi tornó in camera con due tazze che mise su uno sgabello accanto al letto. Si chinó su Lisbeth e le mordicchió un capezzolo. Mimmi le strizzó i seni cosí forte che Lisbeth trattenne il respiro e aprí la bocca. Si guardarono. Poi Mimmi si chinó e diede a Lisbeth un bacio profondo. Lisbeth ricambió e la circondó con le braccia. Il caffé si raffreddó senza essere stato toccato."
Così si fa!!!
Lo chiamo Kill Bill vol.3 perchè volendo immaginare una rappresentazione cinematografica per questo libro non ci sarebbe stato regista migliore di Quentin Tarantino e attrice migliore di Uma Thurman!
Non penso sia escluso che Tarantino abbia proprio preso spunto da questo testo per Kill Bill vol.2.
Il tutto é costruito su una morale eccezionale presente in tutto il testo: non aver mai paura di mettere in gioco la tua vita per una persona a cui vuoi molto bene e non pensarci mai due volte.
Lettura consigliatissima!
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Ottimo proseguimento
Nonostante in molti mi abbiano detto che questo era un po' sottotono rispetto a "Uomini che odiano le donne", devo dire di essere stato molto soddisfatto: l'ho trovato più avvincente rispetto al volume precedente (che a tratti era un po' statico), grazie alle numerose scene di azione che presenta. I due personaggi principali, che nel precedente volume si occupavano quasi esclusivamente di indagare sulla storia della famiglia Vagner, in questo caso diventano il punto focale del racconto; in particolare viene approfondita la figura di Lisbeth, attorno alla quale ruota tutta la vicenda. Piacevoli inoltre i nuovi personaggi secondari introdotti in questo libro, rispetto a quelli un po' incolore del capitolo precedente; personaggi che spesso l'autore usa per fornire un punto di vista differente della vicenda. Da leggere, soprattutto per chi è curioso di vedere come va avanti questa (finora) bella trilogia.
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Il migliore dei tre...
Dopo la soddisfacente lettura di Uomini che odiano le donne, aspettavo con ansia il secondo romanzo.
La mia attesa non è stata vana, perchè questo romanzo è ancora migliore del primo, e, per me, anche del terzo.
Qui la protagonista assoluta è la nostra ( mia ) eroina, Lisbeth Salander.
Mentre nel primo romanzo la vicenda principale era incentrata sulla storia della famiglia Vanger, qui conosciamo tutto di lei, la minuscola ed ambigua Lisbeth: il passato tremendo che l'ha segnata per sempre, le cause remote di certi suoi atteggiamenti, altrimenti inspiegabili....
La sua aggressività, la diffidenza.. tutto è chiaro, finalmente.
La storia gialla è di prim'ordine: tre omicidi ,oscuri moventi, colpi di scena...tutti gli ingredienti necessari a dare mordente ad un thriller che si rispetti!
Nello stesso tempo , però, Larsson ha dato spessore ai suoi indimenticabili personaggi, rendendoceli, se possibile, ancora più cari.
La romantica donna che è in me ha aspettato per TUTTO il romanzo che la storia tra i due- non oso chiamarla love story...-, avviata nella prima parte della trilogia,avesse qualche seguito, ma invano.
Allora ho abbandonato la speranza, e mi sono incentrata sulla VENDETTA.
Per poter avere soddisfazione, era necessario un lungo lavoro di vendetta, da parte di Lisbeth; per vendicare tutto il male ricevuto nella sua breve ma intensa vita.
E nel terzo romanzo, questa mia "sete di vendetta" è stata pienamente appagata!
Ma questa è un'altra storia.
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Anatomia di un pregiudizio...
Si tratta della continuazione del primo libro "Uomini che odiano le donne"...
Forse in questo caso, non si può dire che è altrettanto piacevole e scorrevole, ma è comunque un libro interessante, per i risvolti psicologici che evidenzia...chissà perchè per quali ragioni sconosciute, per l'occhio ingiusto dell'essere umano, la persona diversa è sempre colpevole, a prescindere dalla verità, a prescindere dagli avvenimenti...più o meno veritieri che la riguardano...
Ed ecco che emerge la figura di Lisbeth, centro di questa vicenda che l'autore descrive in questo libro, che a parere della polizia è colpevole...perchè è sociopatica...perchè da piccola ha dato fuoco al padre....perchè è una creatura che le brutture della vita hanno reso violenta e a parere degli psichiatri pericolosa...
E la personalità di Lisbeth, eroina discussa da tutti, viene esaltata dallo scrittore, coronata dalla nostra pietà e in un certo qual modo da qualcuno di noi invidiata ed ammirata...perchè nessuna di noi donne potrebbe compiere le sue favolose imprese...
Picchiare un uomo? Un persecutore, un violentatore, un molestatore? E' uno dei miei desideri segreti, spero che nessuno si scandalizzi ed è per questo che a me il personaggio di Lisbeth, piace moltissimo...
Da leggere...consigliato sopratutto alle donne..
Saluti.
Ginseng666
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Play it again, Sam!
Consigliato a chi ha letto con piacere Uomini che odiano le donne. Libro strutturato piu' come un thriller che un giallo. Esalta il personaggio di Lisbeth Salander. Certo, bisogna scordarsi il livello del primo libro. Consideratelo un ''backstage'', un ''contenuti supplementari'' che si trovano nei cd di molti film, dove si vedono le interviste, alcune scene commentate, finali diversi, curiosita', ecc. Tutte cose per chi ha trovato bello e gradevole il film. Ecco, qui si tratta di un ''contenuti supplementari''di Uomini che odiano le donne. Nulla di straordinario, ma appagante per chi si e' dispiaciuto quando il primo romanzo e' finito.
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Forse il migliore ... a parte la fine
Pro:
1) il romanzo è quasi completamente incentrato su Lisbeth, e questo fatto ne aumenta l'appeal
2) la storia è molto dinamica e vi ho trovato pochi punti morti
3) L'intreccio è sufficientemente intrigante
4) Lisbeth è fantastica
Contro:
1) Alcuni punti vanno davvero troppo oltre la realtà, anche se devo ammettere di essere scoppiato a ridere dalla soddisfazione quando Lisbeth riesce a suonarle a .... (dubito però che nella realtà le cose avrebbero potuto andare in quel modo)
2) Il finale sarebbe giudicato eccessivo anche per Kill Bill
3) La storia si interrompe bruscamente facendoci scoprire che in realtà questo romanzo e il successivo (La regina dei castelli di carta) sono in realtà prima e seconda parte di un unico romanzone.
Nonostante questi difetti l'ho trovato molto piacevole ... ma la sospensione dell'incredulità è d'obbligo per riuscire a gustarsi le avventure di Lisbeth Salander
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Mah..
Sono un po' perplesso. Ho fatto molta fatica a terminarlo. Il libro esplode solo nelle ultime cento pagine e bisogna fare un atto di fede per riuscire ad arrivare fino in fondo al pirotecnico finale che lo fa sembrare un "danbrown" qualsiasi.
Incentrato tutto su lisbeth "vogliopossocomando" salander, il secono episodio della trilogia non regge a mio parere il confronto col primo.
Ci sono stereotipi troppo tipizzati. Il poliziotto bastardo, il politico corrotto, l'agente segreto sfuggente, l'eroe senza macchia e senza paura (a proposito..Paolo Roberto? ahahahahaha...non potevo trattenermi dal ridere ogni volta che lo leggevo...me lo figuravo sempre come un brasiliano triste...).
E poi non mi piacciono troppo questi personaggi esagerati tipo appunto lisbeth, da cui puoi aspettarti tutto proprio perchè è n personaggio al limite... Troppo facile...
Comunque..tutto sommato le ultime cento pagine valgono il libro.
Ora leggerò il terzo perchè voglio sapere come va a finire, sperando che sia più come il primo episodio.
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bellissimo...
Ottimo e avvincente, ricco di azione e di colpi di scena.
Come nel primo vi sono pagine e pagine di descrizioni, personaggi e situazioni che a volte possono appesantire la trama e rendere la lettura un po' noiosa...
Nel complesso però non ha nulla da invidiare al primo romanzo della trilogia... anzi in alcuni punti l'ho trovato addirittura migliore di Uomini che odiano le donne...
Sempre fantastico il personaggio di Lisbeth e la sua visione del mondo...
Molto irreale la storia "d'amore" tra Mikael ed Erika... credo che nessun uomo al mondo accetterebbe un'eventuale relazione della moglie.
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Entusiasmante
Degno seguito di "Uomini che odiano le donne". Il personaggio di Lisbeth viene reso ancora più "umano" e spiegato in ogni suo dettaglio e non si può che rimanere strabiliati da questa ragazza dura e isolata così amabilmente raccontata.
Entusiasmante secondo tempo di una triologia che fa rimanere la mente e il cuore incollati alle non poche pagine ma che ad un lettore appassionato non sembrano mai abbastanza.
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fantastico
dopo aver letto il primo libro della Trilogia, il lettore si chiede se l'autore riuscirà a superarsi: ebbene, la risposta è affermativa. La complessa personalità della Salander riempie questo secondo libro della serie con una serie di eventi mozzafiato che ancora una volta incollano inesorabilmente il lettore al libro.
Fantastico.
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addicted to larsson
bellissimo, coinvolgente, ricco e appassionante.. non riuscivo a staccarmi dalla lettura..
a parte questi giudizi di carattere generico e un po' superficiali, l'ho trovato molto più complesso di "uomini che odiano le donne", il che forse implica una selezione naturale dei lettori di larsson, una sorta di scrematura: io credo che "uomini che odiano le donne" possa essere letto da chiunque ami il genere, mentre "la ragazza che giocava con il fuoco" sia un voler entrare nell'intimo dei due protagonisti.. per restarne circondati e coinvolti fino all'ultima pagina..
posso capire coloro ai quali, sulla scia del primo romanzo, non sia piaciuto questo, proprio perchè credo che la trilogia di larsson crei un legame particolare con il lettore e che solo chi è consapevole di aver sentito quest'emozione possa diventarne dipendente e proseguire la lettura... con la voglia di sapere come andrà a finire che è al tempo stesso paura che tutto finisca.
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a chi vuole saperne di più di lisbeth e mikael.. <br />
a chi vuole diventare "dipendente da larsson"!!!
APPASSIONANTE
Ho visto il film "Uomini che odiano le donne" al cinema. Mi ha completamente rapita. Sono rimasta, come molti, affascinata da Lisbeth Salander. Lei è l'eroina che difende le donne dalle violenze degli uomini. E' forte, è intelligente, è ribelle!
Così ho deciso di comprare il secondo volume della trilogia, pensando che la semplice visione del film tratto dal primo libro sarebbe bastata.
"La ragazza che giocava con il fuoco" ha uno stile semplice e per questo molto scorrevole: tutte le frasi sono brevi con poche interpunzioni.
E' come se l'autore pagina per pagina ti desse un tassello di un grande puzzle, con parsimonia.. e il lettore non ha che da attendere paziente o impaziente. Interessanti anche il breve richiamo al teorema di Fermat e l'accenno alla sindrome di Asperger. Piccola nota negativa da parte mia: il ritratto che ne esce fuori da questo secondo libro di LIsbeth Salander è quello di una donna ai limiti della divinità.
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Bello, affascinante, piacevole
Il primo mi aveva appassionata, a parte l'inizio e la fine...questo mi ha proprio rapita! Larsson non era un mago nei finali e anche questo (che chiama subito il terzo libro) è un po' assurdo, ma del resto Lisbeth é un personaggio anomalo, non si sa se adorarla o sperare di non incontrare mai nella vita una come lei...Ho appena iniziato il terzo libro e già non riesco a staccarmi...E' strano come si possa amare tanto un libro pur rendendosi conto di aver letto di molto, ma di molto meglio!
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grande lisbeth!
Inizia in sordina, un po' lento e troppo descrittivo. OK amiamoli sti svedesi dell'ikea e delle Volvo... ma poi accelera a fondo e si apre un orizzonte così vasto da esplorare, che non smetteresti mai di leggere. Effetto Larsson. Una figura femminile da urlo, un'eroina borderline, un'altra storia dei nostri tempi raccontata magistralmente e con il giusto grado di suspence.Alla fine bello quanto il primo e come dopo il primo corri a comprare il libro successivo!
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La seconda perla
Decisamente bello, meno piacevole del primo e del terzo libro della Millennium Trilogy, ma indubbiamente consigliato, lascia una suspance fino all'ultima pagina...Leggerlo è un imperativo assoluto.
Stupendo come l'intera trilogia.
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la ragazza che non si scorda facilmente
...Non esistono innocenti. Esistono solo diversi gradi di responsabilità...Non c'è dubbio c'è qualcosa di piu'rispetto alla prima parte, la lettura è piu' scorrevole e ricca di colpi di scena, finalmente Lisbeth trova una collocazione ben precisa nel corso della lettura, mai noiosa,ove si svelano tutti i segreti di questa ragazza tanto difficile quanto affascinante, da cui è difficile potersi staccare. Attenderò qualche settimana prima di concludere la Trilogia, perchè voglio assaporare piu' a lungo l'epilogo di una storia che non vedrà mai la 4^ parte.
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Crescendo Wagneriano
Il libro inizia lento, per un centinaio di pagine Larsson sparge la benzina, poi all'improvviso butta il fiammifero ... e parte un racconto che brucia pagina dopo pagina fino alle ultime 60-70 pagine che ti ...seccano la gola ! Un vero crescendo wagneriano con il finale che...oppps non dico nulla ...
Il personaggio di Lisbeth Salander mi era già piaciuto nel precedente racconto, qui l'autore completa l'opera e definisce un ritratto splendido di una ragazza chiusa e ostinata, geniale , quasi sociopatica, vendicativa , generosa ...insomma assolutamente unica!
Interessanti le digressioni sulla passione della protagonista per la matematica più complessa quasi a voler significare che in fondo, lei lotta per essere una variabile impazzita e non la remissiva radice che soddisfa un'equazione fatta di soprusi e ingiustizia. Forse Larsson si è parecchio dilungato o riproposto sulle abitudini alimentari (pessime!!eh eh) dei protagonisti ma sicuramente ha costruito un romanzo avvincente, a me è piaciuto molto più del precedente.
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consigliato
francamente ho girato intorno a questa trilogia per giorni, poi una mia amica mi ha convinto ed ho iniziato a leggere...sono completamente impazzita del personaggio di Lisbeth forse perchè troppo simili e consiglio di leggerlo, perchè in questi ultimi due giorni non ho perso tempo neanche per le pause caffè o per la cena, per leggere il libro...forse ho esagerato un pò, ma sono stata contenta di aver dato retta alla mia migliore amica...una volta tanto!!!!!
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Convincente!
Anche questa seconda parte della cosiddetta Millennium Trilogy mi ha decisamente convinto. Non so dire quale dei due volumi mi sia piaciuto di più, mi sono sembrati entrambi su ottimi livelli. In questo episodio la protagonista centrale è Lisbeth Salander, meraviglioso personaggio dalla personalità difficile ma intrigante che si trova a dover affrontare i fantasmi del proprio passato. Il racconto è ancora una volta scorrevole e a dispetto delle numeroso pagine (754) coinvolgente. Consigliato!
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Eccellente lettura.
Allo stesso livello del primo "Uomini che odiano le donne".
Inizi a leggere e non riesci più a smettere,ti immedesimi e diventi co-protagonista,in particolare di Lisbeth.
Certo, alcuni libri di Mankell o Indridason possono avere una più sottile introspezione, un più approfondito studio dei caratteri o delle situazioni, ma Larsson è quello che ti aggancia di più alla vicenda narrata.
Sicuramente leggerò il terzo,sperando sia allo stesso livello.
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piacevole scoperta
Può sembrare buffo iniziare una trilogia partendo dalla seconda puntata ma purtroppo in biblioteca ho trovato solo questo e, scusate, io 20 euro a scatola chiusa su un libro non li spendo più!
In ogni caso nella fattispecie sarebbero anche stati ben spesi perchè il libro scorre vie che è un piacere e i rimandi al primo episodio sono pochi e non intralciano la comprensione degli avvenimenti.
La trama è avvincente e i personaggi, nonostante la natura scandinava, sufficientemente coinvolgenti.
Nella prima parte Lisbeth Salander appare un po' come un'algida "wonder woman" ma, col passare delle pagine, si umanizza anche lei e diventi più simpatica.
Piacevole l'idea delle tre indagini sul medesimo delitto sviluppate da tre fonti distinte e con teorie diverse; le figure dei poliziotti risultano a mio avviso le più realistiche e riuscite dell'intero racconto.
Un consiglio per i più distratti: munirsi di carta e penna per appuntarsi come pro-memoria i nomi dei personaggi e dei luoghi, aspetto su cui l'autore sembra voler sadicamente mettere alla prova il lettore.
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salander....
Ho letto il primo volume quasi per caso divorandomelo in pochi giorni...non ho potuto aspettare nemmeno 24 ore per comininciare il secondo volume "La ragazza che giocava con il fuoco" che ho finito in pochi giorni. Non riuscivo mai a staccarmi da quelle pagine, da quei personaggi dei quali credo di essermi molto affezionata. Adesso sto soffrendo un po' perché non so quanto dovrò aspettare per il terzo volume. Sono entrata completamente nella vita dei protagonisti, nella loro avventura, nella loro disavventura. Il libro mi ha lasciato appesa ed ora voglio sapere come sta Lisbeth.... Ho sentito che presto uscira' un film....sono curiosa di vedere anche quello. E' vero che quando entri nel mondo di Larsson non riesci più a uscirne....peccato che sia andata a finire così per lui. Mi dispiace.
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Coinvolgente
Premetto che "uomini che odiano le donne" l'ho acquistato non molto convinta in quanto non riesco mai a leggere libri con più di 300 pagine, invece è stato uno di quei rari libri in cui si spera non finiscano mai le pagine da leggere. Anche "la ragazza che giocava col fuoco" mi ha letteralmente preso nella lettura come per il primo libro. Non vedo l'ora che esca il terzo libro che purtroppo sarà anche l'ultimo di questo autore.
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Commento
Ho letto commenti che esaltano questo libro: io non riesco a trovarlo un capolavoro, troppo verboso, troppo dilatato. Ci sono autori svedesi e norvegesi, Mankell, Fossum, Holt, l'islandese dal nome improponibile che ha scritto "La signora in verde" che sono ad un passo decisamente più alto quanto ad analisi psicologica, incluso hakan Nesser de "l'uomo senza un cane". Ma c'è da credere che venderà un mucchio di copie.
Ho letto anche il terzo, non ancor uscito in italiano: a pagina 400 ho smesso, non si riesce a procedere...
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