La camera azzurra La camera azzurra

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unfioreounlibro Opinione inserita da unfioreounlibro    06 Settembre, 2022
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Un piccolo gioiello

Dopo aver preso in prestito dalla biblioteca "La camera azzurra" di George Simenon, la mia impressione è stata di avere tra le mani un piccolo gioiello. Lo so, non si giudica un libro dalla copertina; ma l’iconico design di Adelphi, il colore azzurro che rimandava al titolo, l’enigmatico dipinto di Magritte, tutto mi trasmetteva una sensazione positiva, che è stata poi confermata dalla lettura.

Ma andiamo con ordine. In questo romanzo, Simenon ricostruisce gli avvenimenti che hanno portato a un delitto passionale nei dintorni di Poitiers, in Francia. La narrazione, però, non è lineare, in quanto il punto di partenza sono gli interrogatori a cui Tony, protagonista e principale indiziato, è sottoposto. Saranno proprio i ricordi di quest’ultimo, mescolati a riflessioni e ad aperture sul presente, a permetterci – ma solo nel finale! – di acquisire una visione chiara della vicenda.

I principali punti di forza de "La camera azzurra" sono, a mio avviso, lo stile semplice e la brevità, che rendono il libro adatto anche a chi ha voglia di leggere qualcosa di leggero. Lo ammetto: inizialmente, ho giudicato tale stile un po’ banale; in seguito, però, ho capito come esso costituisse un semplice ausilio alla lettura, senza comprometterne in alcun modo la qualità. In effetti, dietro l’apparente semplicità, La camera azzurra è un libro dalla grande densità tematica. È anche un libro che si legge tutto d’un fiato, con il disvelamento progressivo dei fatti che ci trascina, pagina dopo pagina, fino alla conclusione.

Al centro del romanzo c’è, come già anticipato, la figura di Tony. Al pari del giudice istruttore Diem, il magistrato incaricato di istituire il processo, ci ritroviamo a formulare dei giudizi su di lui: in quale misura è innocente, e in quale è colpevole? Personalmente, la spontaneità delle sue azioni e la sincerità dei suoi affetti famigliari mi hanno portato, senza cadere in spoiler, a simpatizzare per lui. Tutta quanta la trama è permeata da un senso di tragedia; come se l’errore del protagonista non fosse tanto l’aver tradito, quanto l’aver sottovalutato la forza di una passione irrefrenabile, destinata a trascinare ogni cosa con sé.

Naturalmente, i temi non si esauriscono qui: ci sono la dicotomia tra amore carnale e amore coniugale, le difficoltà di comunicazione che affliggono gli uomini, la disumanizzazione operata dal sistema giudiziario… ma preferisco fermarmi. Non mi resta che consigliare un libro che, nonostante dei piccoli difetti – la prevedibilità di alcune svolte della trama e l’eccessiva stilizzazione dei personaggi femminili – rappresenta una lettura avvincente e intellettualmente stimolante.

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Altri libri di Simenon; a chi è in cerca di una lettura breve, ma di qualità
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    26 Settembre, 2021
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Attrazione fatale

Tony è un uomo sposato, con una figlia di sei anni. Di origini italiane, ha avviato un’impresa mettendosi in proprio da poco tempo. Trascorre una vita tranquilla e modesta in un paesino della provincia francese. Siamo negli anni Sessanta del Novecento. Unico diversivo alla serena monotonia familiare, le relazioni extraconiugali. Per Tony sono soltanto sesso, le vive con naturalezza, quasi fossero il normale completamento della relazione con la moglie. Considera infatti impossibile e anche da evitare l’appagamento sentimentale coniugato con quello sessuale: da una parte quindi “l’amore” per la brava moglie, madre premurosa, operosa, tranquilla e non desiderata, dall’altra il soddisfacimento della sua libido con altre donne.
Finché un giorno, sfortunatamente per lui, intreccia una relazione con un’amante troppo focosa e appassionata e soprattutto, un po’ fuori di testa. La donna è disposta a tutto per compiere quell’amore carnale e proibito con Tony. Sì, perché, sebbene il quieto e inconsapevole protagonista maschile non riesca quasi nemmeno a comprenderlo, alcuni esseri umani si lasciano trasportare dalle passioni, dalle ossessioni, e se non sono del tutto sani di mente ed equilibrati, possono arrivare a commettere azioni criminali e violente.
Devo ammettere che non sono riuscita ad apprezzare del tutto questo romanzo. Pubblicato nel 1963, “La camera azzurra” mi ha fatto l’impressione di uno scritto datato. Vi è descritta una società e una piccola borghesia che abbraccia valori e prospettive che mi sono sembrati un po’ troppo lontani da quelli attuali. Una società patriarcale e maschilista in cui l’uomo si sceglie una moglie che sa già di non poter apprezzare come partner sessuale ma che “ama molto”. La figura femminile è rappresentata secondo i due estremi opposti cliché di moglie devota, servizievole e noiosa e amante impudica, appassionata e pazza criminale.
Non so, forse ho letto questo romanzo nel momento sbagliato, oppure l’ho valutato sulla base di parametri che in realtà non sono molto attinenti con questa narrazione. Questa storia racconta una passione insana e sfrenata che porterà orrore in alcune esistenze che si trascinavano tranquille nella monotona provincia francese. Un tema che può senza dubbio essere ancora di estrema attualità ma che a me personalmente è sembrato troppo calato in una determinata mentalità arretrata e un tantino fastidiosa. E questo aspetto mi ha impedito di gustare la lettura come avrei voluto.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    17 Aprile, 2021
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Finalmente un libro intrigante

Che dire? Un bel libro, non una riga più lungo di quello che dovrebbe essere. Una storia di base semplice e raccontata in modo chiaro lineare, asciutto, senza eccedere in dettagli inutili e capaci di distrarre il lettore. allo stesso tempo si tratta di un racconto che intriga, incuriosisce, spinge il lettore a chiedersi dove si andrà a finire. Tutto quello, e niente di più di quello che dovrebbe esserci in un buon romanzo. La storia è quella di una storia di tradimenti che si consumano in una camera azzurra. Una donna fatale, voluttuosa a cui è difficile resistere e un uomo che crede di avere il controllo e invece non sa in che cosa è andato a cacciarsi.

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Scavadentro Opinione inserita da Scavadentro    22 Ottobre, 2019
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La anticamera della tragedia.

In questo romanzo breve Simenon rimarca ciò che anche nei romanzi con protagonista il Commissario Meigret emerge quale elemento comune alla sua scrittura: la ricerca a partire dalla personalità e dall'indole del o dei colpevoli. Costantemente l'investigatore si pone, per risolvere l'indagine, nei panni dell'assassino, onde comprendere i meccanismi che lo hanno portato al delitto. Ne "La camera azzurra" , come in altri testi "psicologici", si riscontra un ulteriore passaggio, con l'immedesimazione. In questo caso i due sono amanti clandestini, Tony ed Andrée: lo scrittore evidenzia il diverso valore che l'uomo e la donna danno al loro rapporto. Tony, emigrato italiano, "straniero" che si è fatto da se, vive l'avventura extraconiugale godendo del momento ma senza pensare ad intaccare la sua vita familiare. Considera l'amante carnalmente, ma non sentimentalmente. Egli è marito e padre che ha colto l'attimo. Si rimira nello specchio immediatamente dopo il rapporto, con la testa già altrove: non parla la stessa lingua dell'amante. Lei è invece completamente presa nel vortice della passione, da considerare il loro un futuro di coppia vincolato. Lei lo incalza (più volte nel testo il dialogo viene ripetuto mnemonicamente) sulla solidità del loro amore, sulla conseguenza estrema (il marito di lei malato prossimo alla fine) che prevede l'eliminazione degli ostacoli rappresentati dalla moglie di lui. La narrazione comincia con Tony interrogato e recluso, che non si capacita di quanto avvenuto. Troppo tardi ha cercato di evitare il disastro. Qui si evidenzia con drammaticità il diverso piano sul quale si muovono i personaggi. Lui e lei parlano lingue diverse. Egli non concepisce ciò che per lei è ineluttabile, naturale, irrevocabile. Lui nel rischio di essere colto in flagrante fugge. Lei persevera e continua a portare avanti il suo progetto esternatogli con lettere che lui riceve con angoscia, con paura. Come detto è disposto a abbandonare tutto per evitare un destino tragico che, già scritto al momento della caduta in tentazione. Non ha importanza la colpevolezza di lei o di entrambi. L'amore li ha condannati.

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il Simenon oltre Meigret
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    19 Giugno, 2019
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Felice e triste come la vita

Tra le opere del prolifico Simenon, “La camera azzurra” è certamente tra le più famose. Lo stile dell’autore belga è perfetto per il genere a cui appartiene, e quest’opera ne è forse tra gli esempi più lampanti. Mirabilmente costruito, riesce a tessere il corso degli eventi con maestria e a spingere il lettore verso la soluzione, pur lasciandolo con qualche dubbio fino alla fine. Tra i personaggi, forse è solo il protagonista quello veramente approfondito, ma in fondo è lui a essere il fulcro della vicenda e dell’idea che Simenon ha voluto trasmettere: straniero in un paese della campagna francese, dove ognuno sa tutto di tutti.
La cosa che impressiona di più, in questa storia, è come la vita di un uomo possa cambiare tragicamente, da un momento all’altro. Ma non è sempre un evento tragico e improvviso a causare questo cambiamento; spesso anche le parole o dei gesti che ci sembrano insignificanti possono innescare una reazione a catena, che porta inevitabilmente verso l’oblio e la distruzione di tutto quello che, ogni giorno, avevamo dato per scontato.

Tony Falcone è uno straniero, mai esattamente ben visto dal resto della popolazione, tuttavia tollerato. È riuscito ad avviare un’attività che gli permette di vivere una vita dignitosa, insieme a sua moglie Gisèle e sua figlia Marianne. Una vita tutto sommato normale, che esce fuori dai propri binari una volta al mese, nella camera azzurra: una stanza dell’albergo di suo fratello nella quale incontra la sua passionalissima amante, Andrée, sua vecchia compagna di scuola e anche lei sposata. Per Tony, in fondo, quelli non sono altro che piacevoli incontri nei quali sfogare i propri istinti, per poi ritornare nel porto sicuro di casa sua, nella quale lo aspetta la sua amata famiglia. Ma per Andrée le cose non stanno esattamente così.
La storia raccontata ne “La camera azzurra” ha inizio proprio durante uno di questi incontri, il 2 Agosto, uno di quei giorni che può sembrare dimenticabile nel momento in cui lo vivi, ma che nasconde il subdolo innesco per la distruzione di tante esistenze.

“Tony non avrebbe saputo dire se lo facesse con la sensazione di compiere un dovere, per farsi perdonare una debolezza, per riscattare una colpa. Sapeva solo che quella passeggiata sotto il sole, accompagnata dalla vocetta di sua figlia, era dolce e malinconica al tempo stesso. Si sentiva felice e triste. Ma non a causa di Andrée né di Nicolas. Non ricordava di averci pensato. Felice e triste come la vita, così avrebbe voluto dire.”

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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    30 Luglio, 2017
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Quando il giallo si tinge d’azzurro

Chissà, forse il colore della passione, quando questa diventa ossessione, è l’azzurro. Un azzurro intenso, sensuale, paradossalmente “caldo”, che insegue sogni e libertà. Come l’azzurro della camera d’albergo che, con cadenza mensile, sile, funge da alcova alla relazione erotica dei due amanti protagonisti di questo romanzo. Solo sesso per uno, anche amore per l’altro; probabilmente una tra le storie più comuni e insulse diffuse nella vita quotidiana, ma che Simenon sa raccontare magistralmente, anzitutto attraverso una dimensione temporale che intreccia presente e passato in modo incalzante fino alle concitate battute conclusive di tutta la vicenda. Per non parlare poi della superba introspezione psicologica dei personaggi, a tratti addirittura inquietante.
Un giallo che va oltre il giallo, dove ogni parola ha un peso e, come si comprenderà strada facendo, niente viene detto per caso.

«Ti piacerebbe passare con me il resto della tua vita?»

Pagine, infine, da cui emerge tutta l’insoddisfazione, l’ansia, l'amarezza nei confronti di un’esistenza che, chissà perché, finisce sempre per sfuggire di mano.
Il mio primo Simenon; un romanzo duro e spietato, proprio come la vita del resto, ma comunque bellissimo e indimenticabile.

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siti Opinione inserita da siti    20 Luglio, 2017
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Nell'ordine delle cose

Il povero signor Falcone è uno straniero nella campagna francese, ancora parla l’italiano con il fratello che, come lui, è riuscito a farsi strada nella vita nonostante le difficoltà legate all’origine e alla nascita. Tony, il protagonista ha messo su famiglia, ha lasciato il suo primo lavoro e si è messo in proprio, possiede una casa di proprietà e sta ora estendendo il suo raggio di affari nella provincia. Il fratello possiede invece un albergo, è sposato anche lui e, come possono, stanno entrambi vicini al padre che vive una tragica vedovanza e preferisce vivere isolato nel suo dolore. Tutto sarebbe nell’ordine delle cose se alla base di questi rapporti interpersonali ma soprattutto alla base del vincolo matrimoniale non ci fosse quel disturbante senso di tranquillità, quella accomodante sicurezza che un piccolo uomo cerca quando va a maritarsi: una moglie in casa, una cucina linda e perfetta, una mamma per i propri figli. E l’amore? Forse c’è anche quello ma non è animato dalla passione, tutto fluisce per un naturale succedersi degli eventi, ci si sposa, si hanno dei figli, si fanno dei sacrifici, si va in vacanza se è possibile, si pensa alla vecchiaia che trascorrerà serena, sistemata la prole. Ma gli uomini nella sicurezza ricercata ci stanno stretti, è uso avere qualche scappatella, tutti hanno delle amanti, occasionali al più, non tali da minare l’ordine delle cose, oserei dire che esse stesse, le fugaci amanti, rappresentano l’ordine delle cose, quello che è stato e sempre sarà. Ma per Tony no, sì lui è tale e quale agli altri, fin quando sulla sua strada non si frappone una sua ex compagna di classe che lui non ha mai considerato interessante, è maritata con un uomo ricco ma seriamente malato e segnato da un verdetto di probabile morte prematura, non hanno figli e gravitano all’ombra della madre di lui. Quando Andrée incontra Tony una sera per la strada lo fa suo e da allora al segnale convenuto si incontrano nella camera azzurra dell’albergo del fratello di Tony, nessuno sospetta, alte le precauzioni, solo i parenti di Tony sanno ma sono accondiscendenti. La narrazione si avvia proprio nella famosa camera dopo un amplesso focoso, il dialogo è uno scambio di brevi battute, Tony risponde distratto alle domande dell’amante e ora in carcere quelle poche parole scandiscono il suo tempo insieme alla serrate domande del magistrato...
Ottimo romanzo dal ritmo serrato, come sempre generatore di dubbi esistenziali, si legge in poco tempo semplicemente perché è ottimamente orchestrato, non si tratta qui tanto di chiedersi quali sono i capi di accusa , pazientante fino alle ultime pagine, è a mio parere molto più inquietante scoprire come una vita tranquilla possa essere miseramente distrutta dalla volontà e dalla tenacia di una sorta di mantide religiosa per riflettere poi su come sia facile annientare un essere umano o forse più di uno...

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lapis Opinione inserita da lapis    19 Aprile, 2017
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Vivere e rivivere

La storia di un fatto delittuoso che si consuma nel microcosmo piccolo borghese di un tranquillo paese di provincia ci viene restituita attraverso un impianto narrativo perfetto che sovrappone due piani temporali. Da un lato, il tempo della vita vissuta, dei fatti compiuti e delle azioni inconsapevoli. Dall’altro il tempo dei ripensamenti, dell’analisi dei ricordi e della presa di coscienza delle proprie colpe.

“Com’è diversa la vita nel momento in cui la si vive e quando la si analizza a distanza di tempo! Turbato dai sentimenti che gli venivano attribuiti, Tony era arrivato al punto di non sapere più distinguere il vero dal falso, il bene dal male”.

Tony tradisce la moglie, silenziosa e remissiva custode del focolare domestico, in modo spensierato e distratto. Appassionati incontri clandestini in una stanza d’albergo. Frasi e promesse pronunciate senza riflettere, tanto per riempire i silenzi di una camera azzurra. Il fascino di una donna volitiva e possessiva, capace di prendere ciò che desidera.

Senza apparentemente compiere alcuna scelta, ci si può ritrovare avviluppati in un vortice di conseguenze, intrappolati in una morsa che stringe sempre più. Per liberarsi sarebbe necessario compiere un atto di volontà e di coraggio. Invece si lascia scivolare la vita secondo una forza simile all’inerzia. E quando si aprono gli occhi, è troppo tardi. E’ già il momento degli interrogatori davanti a un giudice, delle domande alla propria coscienza, dei ripensamenti. Si può protestare proclamando la propria innocenza o accettare in modo indifferente la propria sorte. Si può mentire, anche a se stessi. Ma è la verità questa volta a braccarti con il suo bagaglio di responsabilità.

Simenon si dimostra un maestro nel ricostruire alla perfezione la psicologia dei personaggi, addentrandosi nei significati oscuri alla base delle azioni umane. Con la sua scrittura asciutta, fatta di vivide immagini e sensazioni evocate, ci parla di passioni che diventano ossessioni distruttive, di borghesi silenzi, di desideri inconsci e infelicità.
E ci lascia infine scegliere la nostra verità.

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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    01 Settembre, 2016
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Le relazioni pericolose

Hanno appena fatto l'amore, lei rimane sdraiata sul letto, il corpo ancora caldo, sudato, l'afa esterna non mitiga il calore che l'avvampa da dentro, che ancora le brucia tra le gambe, anzi peggio, quasi le toglie il respiro, già carente per quanto speso affannosamente poco prima, prima che lui si staccasse da lei.

Lui è in bagno, davanti allo specchio, intento a curarsi e tamponare la ferita sul labbro provocata da un suo morso; ha la mente ancora intorpidita ma non può fare a meno di guardarla con la coda dell'occhio, tra le gambe divaricate porta ancora traccia del suo orgasmo e questo lo eccita.

Lei parla, gli rivolge delle domande, 'Tua moglie ti chiederà spiegazioni?', 'Non credo' risponde lui.

- 'Mi ami, Tony?'

- 'Penso di sì'

- 'Ti piacerebbe passare con me il resto della tua vita?'

- 'Certo'

- 'Davvero potresti vivere con me tutta la vita? Sul serio, non avresti un pò paura?'

Domande che sembrano innocue, innocenti e dolci pretese di una conferma d'amore che non sia solo sesso, non sia confinato tra le quattro pareti azzurre di quella camera, la camera azzurra dell'hotel in cui Tony e la signora Andree Despierre sono soliti incontrarsi per consumare la loro passione al riparo da occhi indiscreti, soprattutto quelli dei rispettivi coniugi.

Come poteva immaginare Tony che sarebbe stato costretto da lì a pochi mesi a dover ricordare esattamente per filo e per segno quelle parole, quelle frasi scambiate quasi per gioco con la sua amante, sotto la pressione continua degli interrogatori a cui si trova ora sottoposto come principale indiziato della morte per avvelenamento della moglie Gisele.

E signori, lasciatemi dire, la maestria di questo pregevole autore è innegabile, inconfutabile: Simenon ci regala un piccolo capolavoro che cattura il lettore sin dalla prima pagina, il coinvolgimento è totale, è come se fossimo chiamati a far parte della giuria e tenuti ad ascoltare attentamente la deposizione di Tony, la sua ricostruzione dei fatti, per poter poi esprimere il nostro giudizio.

Un giudizio peraltro non semplice, perché l'uomo condannato non è un assassino pluriomicida, non è un serial killer, ma è un uomo come tanti, con un lavoro onesto e ben remunerato, padre affettuoso e marito premuroso, forse poco fedele, forse incapace di resistere alle avances spregiudicate ed inequivocabili di una bella donna, forse travolto da una passione inaspettata ed improvvisa che ha vanificato ogni seppur esiguo tentativo razionale di opposizione; ma quanti uomini al suo posto avrebbero agito diversamente?

Una passione degenerata in follia, quelle domande avrebbero dovuto metterlo in allerta ma come poteva prevederne le conseguenze?

E quando Tony è chiamato a raccontare la sua versione dei fatti non vuole avvocati con lui, il primo a desiderare la verità è lui stesso perché ora è la sua coscienza a metterlo sotto accusa: era realmente ignaro delle intenzioni della sua amante o consapevolmente ha lasciato evolvere quel rapporto torbido sino alle estreme conseguenze?

Il processo pubblico, in tribunale, passa così in secondo piano rispetto a quello interiore dell'uomo che giudica se stesso.

E il lettore non può esimersi dall'esprimere un proprio personale verdetto: innocente o colpevole?

Quando un romanzo riesce a sottrarre il lettore dal suo mondo catapultandolo nello spazio e nel tempo in cui vive il protagonista, quando chi legge si sente talmente immischiato nella trama da preferire non interromperne la lettura sino all'epilogo finale, quel romanzo per me merita di essere considerato un capolavoro.

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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    18 Giugno, 2016
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Attrazione fatale dal sapore malinconico


È il primo Simenon che leggo e mi domando: sono tutti così belli o sono stata fortunata ad iniziare da uno dei suoi migliori?
Mi sono sentita completamente coinvolta...mi ha conquistato questo modo di presentare la storia...con continui flashback, ricordi, dialoghi ripetuti e ripetuti per sottolinearne l'importanza, per dimostrare come tutto possa precipitare semplicemente per non aver dato il giusto peso a delle parole!!!
Ho apprezzato il fatto che l'accento non fosse sulla sfumatura "gialla" della storia, ma sull'introspezione e la psicologia dei personaggi.
Ho trovato un certo sapore malinconico...
La cosa strana è che, ai miei occhi di lettore, appare abbastanza chiaro come si siano svolti i fatti, eppure...
Il finale ti spiazza, ti intristisce, ed insieme, ti terrorizza perché comprendi che non c'è davvero limite alla follia e all'ossessione!!!
Una sorta di "attrazione fatale" ante litteram...

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martaquick Opinione inserita da martaquick    15 Febbraio, 2016
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Dalla camera azzurra alla cella di prigione

Il mio primo libro di Simenon finalmente. Da troppo tempo volevo leggere qualcosa di suo e ho iniziato con La camera azzurra.
Breve ma intenso, bellissimo. Nelle circa 150 pagine del libro viene raccontata la storia tra Andrée e Tony, una storia di adulterio da parte di entrambi. Ma la vera storia è, come si scoprirà leggendo, quello che è successo per colpa di questa relazione.
Il tutto ci viene narrato da Tony nei suoi interrogatori in prigione, un uomo mite e pacato che si ritrova intrappolato in carcere ed è sconfitto, è in uno stato d'animo di depressione e delusione.
La scrittura di Simenon è magica, ci avvolge e ci rende partecipi dei sentimenti di Tony e personalmente ho detestato Andrée fin dall'inizio.
La camera azzurra è una lettura dolce e affascinante che consiglio a tutti.

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Riccardo76 Opinione inserita da Riccardo76    14 Febbraio, 2016
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Un giallo azzurro

Ignoranza, quella che mi ha sempre portato ad associare Simenon a Maigret e basta, la stessa che mi ha tenuto lontano da questo grande scrittore. La camera azzurra, azzurra come un senso di libertà che si pensa di avere quando si “trasgredisce”, quando si pensa di farla franca e si banalizza un evento che in realtà banale non è.
Una trama bella e ben definita, superbamente scritta, descrizioni e ambientazioni affascinanti di paesi francesi, dipinti con la maestria di un fuoriclasse. Simenon affresca un collettivo di personaggi di paese, dove tutti confabulano, tramano e pettegolano alle spalle degli interessati, un tradimento all’origine di tutto, una storia tutta inserita in un interrogatorio, in una indagine.
La storia è un giallo particolare, atipico, le scene vengono fuori poco per volta, Simenon è bravissimo a darci un sorso d’acqua per volta fino a toglierci la sete completamente nell’atto conclusivo.
Tony ci entra dentro, nonostante i suoi errori, nonostante la sua leggerezza iniziale, ci colpisce per le sue fragilità, per il suo essere vittima e sentirsi colpevole al contempo. Ci innervosisce Andrée e la sua ostinata ossessione, che conduce tutta la storia fino all’epilogo e forse oltre. I personaggi e la loro caratterizzazione sono eccezionali, la suspense è tenuta sempre a livelli altissimi fino all’ultima parola del romanzo, e oltre.

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topodibiblioteca Opinione inserita da topodibiblioteca    21 Gennaio, 2016
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Passione e adulterio con delitto

Grazie a questo romanzo ho potuto scoprire una nuova anima di Simenon, qualora qualcuno dubitasse ancora della versatilità di questo grande scrittore. L'anima più sensuale ed intima, anche erotica forse (“Andrée ancora distesa sul letto sfatto, nuda, con le gambe divaricate e la macchia scura del sesso da cui colava un filo di sperma…”…"Sei cosi bello gli aveva detto un giorno Andrée che mi piacerebbe fare l'amore con te davanti a tutti”), capace di tratteggiare le implicazioni derivanti da una relazione extra coniugale tra un uomo ed una donna travolti da una passione travolgente. Come talvolta capita in queste situazioni però, nel momento stesso in cui uno dei due amanti raggiunge l'apice, il climax del coinvolgimento, il passo immediatamente successivo è il progressivo raffreddamento, la perdita di interesse. Scatta quindi nella testa di un individuo un meccanismo che ti fa capire che non è il caso di andare oltre e che conviene preservare lo status raggiunto, salvaguardare il proprio matrimonio, la famiglia, e rinunciare alla passione clandestina.

Ma cosa può succedere quando ci si è spinti troppo in là, quando uno dei due amanti pare non accettare una soluzione del genere e folle d'amore è disposto a tutto pur di vivere per sempre con la persona amata? Ce lo dimostra chiaramente Simenon, con un intrico narrativo basato principalmente sul meccanismo del flash-back, sulla storia raccontata da uno dei protagonisti finito sotto indagine giudiziaria e diventato un imputato davanti al giudice istruttore. Molto, molto lentamente cominciano quindi a chiarirsi e delinearsi le accuse a suo carico, i reati apparentemente commessi con la complicità dell'altro amante.

Per chi ama Simenon dunque la trovo un'opera consigliatissima anche perché ho rilevato diverse “contaminazioni” che ricordano molto da vicino "Lo straniero" di Camus: Tony, il protagonista maschile vive la propria esperienza di imputato in maniera molto simile a quella vissuta da Meursault. E' apatico, assolutamente passivo, si lascia scivolare addosso le accuse con disinteresse come se nulla fosse in suo potere per tentare di cambiare la situazione: "..lui non si chiedeva neanche più se sarebbe stato riconosciuto colpevole o no, né quale pena gli sarebbe stata inflitta".

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Simenon, Camus
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Opinione inserita da Livio    18 Luglio, 2014

La Camera Azzurra, un romanzo appassionante

Come sempre Simenon descrive in maniera impeccabile la psicologia dei propri personaggi. Porta il lettore nella loro mente e nel loro corpo, non c’è mai neanche un dettaglio fuori posto.

Un uomo che vive con una moglie e una figlia adorabili e con l’altra donna con cui sta insieme in maniera perfettamente naturale si sentirebbe esattamente come Tony.

Vuoto, depresso, incapace di esprimersi, indeciso, perso, disinteressato a tutto quello che gli passa sopra.

Ho riletto immediatamente il romanzo dopo aver visto il film di Mathieu Amalric, fatto bene e nonostante ciò deludente come quasi tutti i film visti dopo aver letto il libro.

Mi aspettavo Andrée sì alta ma più rotonda, mi aspettavo il mondo degli anni ’60. Anche le indagini scientifiche del nuovo millennio non hanno niente a che vedere con quelle del romanzo ... si fa presto a essere un po’ stonati nell’ambientazione: proprio quello che a Simenon non capita mai.

Chi sia il colpevole che mi pareva fosse in qualche modo non identificabile invece dal romanzo è ben chiaro. Si potrebbe riaprire il processo e fare giustizia?

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Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    28 Giugno, 2013
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TRAPPOLA D'AMORE.

L'azzurro è il colore del mare...del cielo...degli spazi infiniti.
L'azzurro è il colore di una camera di un hotel, dove i due amanti Tony e Andrée, vivono momenti intensi , per librare insieme in una dimensione di puro piacere...in assolutà libertà e disibinizione...immersi totalmente nel loro sentimento d'amore...Ma si tratta d' amore? Ne siamo sicuri?
E le loro parole dette in quel frangente assumono un senso?
Per la donna assolutamente si!
Ma qualcosa s'ingrippa, succede un fatto che stravolge quel clima di serenità; cosa succede da quel momento?
Quell'amore si riappropria del suo essere adulterio.
Andrée continuerà a credere in quell'amore, mentre Tony inizierà un percorso di vita all'insegna di dubbi, sentimenti rinnovati e sensi di colpa.
Da subito l'autore filtra tutta la narrazione attraverso la tecnica del feedback e fa immediatamente intuire un' inevitabile conclusione tragica...che mi ha incuriosita, coinvolta e molto appassionata.
Tutta la vicenda viene raccontata attraverso il sentire di Tony, a parte qualche tratto di narrazione esposta in modo impersonale.
E' davvero bravo Simenon nell'indagare l'animo umano, le sfaccettature e i risvolti che assumono via via che la situazione subisce dei cambiamenti; interessante è l'attenzione alle parole dette e non dette.
Mi ha affascinato l'aspetto investigativo da parte dei vari enti istituzionali predisposti.
Al termine sono rimasta interdetta nell'ascoltare il verdetto finale del processo, che io immaginavo diverso.
Assolutamente da leggere da chi ama le emozioni e la suspance, da chi è affascinato dagli abissi dell'animo umano...davvero mai scontato...davvero imprevedibile...
Per me questa tipologia testuale è risultata così accattivante e interessante, che continuerò sicuramente ad approfondire in futuro.
Buona lettura!
Pia

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A chi ama le indagini investigative e scavare nell'animo umano.
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Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    27 Marzo, 2013
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Una scoperta (per me!)

Il mio primo Simenon!
Ho scelto di cominciare in assenza di Maigret, con un romanzo che ho trovato sorprendente per costruzione e svolgimento. L’azione è incalzante, nascosta in una prosa fluida e avvolgente.
La storia? Due amanti, entrambi sposati, soddisfatto lui di un rapporto appagante e non impegnativo, insoddisfatta lei di essere “l’altra”, vittima di una passione che le intorbida le idee.
Si tratta di un giallo sui generis in cui, attraverso l'indagine e continui flash back, si vengono a scoprire allo stesso tempo sia il colpevole che la vittima.
Simenon infonde anima ai personaggi, al punto che escono vivi dalla pagina insieme ai loro sentimenti e alle loro paure e al loro mondo di provincia che risulta ancora oggi assolutamente attuale e non datato.
È stata un’esperienza emozionante che ripeterò e che consiglio a tutti.

[…]
“Ti piacerebbe passare con me il resto della tua vita?”
Registrava automaticamente le parole di Andrèe senza prestarvi una particolare attenzione. Non più di quanto facesse con le immagini o gli odori. Come poteva sapere che avrebbe rivissuto quella scena decine e decine di volte? E sempre in uno stato d’animo diverso, da un punto di vista diverso…
Per mesi si sarebbe sforzato di ricordare ogni minimo dettaglio. Non tanto di sua spontanea volontà, ma perché altri l’avrebbero costretto a farlo.
[…]

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a chi non ha mai letto Simenon (come me fino a un libro fa), perchè è ora di cominciare!
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pupa Opinione inserita da pupa    06 Gennaio, 2013
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Le vicende umane e le loro passioni

Quando si ha la capacità e il merito di descrivere con prontezza, sottigliezza d'ingegno e vivacità nello scrivere i tratti psicologici dei personaggi e delle vicende umane, è proprio allora che ci si stacca dalla normalità e ci si imbatte in qualcosa di originale bellezza estetica. Simenon ne La camera azzurra ha queste caratteristiche e narra una storia di passioni che divorano dentro ed ossessionano la mente. È la narrazione delle vicende umane più che la costruzione del mistero che circoscrive la storia, del giallo vero e proprio che caratterizza l'autore. In una piccola cittadina francese, in un albergo ed in una stanza azzurra, Tony e Andrée consumano le loro passioni. Gli effetti ed i momenti illusori della vita vissuti nella camera entrano con impeto nella realtà dei due amanti che vengono coinvolti in un'inchiesta giudiziaria. Simenon con la solita scorrevolezza e semplicità ci fa immergere pacatamente e minuziosamente nelle atmosfere del borgo francese tra vite monotone ed ordinarie in cui sembra che la gente non sappia nulla , ma che, al contrario, tutti sanno. Vengono rappresentate situazioni oggettive sulle debolezze umane e sul potere del valore e del senso delle parole del loro vero significato, ma soprattutto sulle conseguenze degli atti che i due protagonisti con la loro passione determinano.

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    30 Mag, 2012
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CAMERA PER AMANTI

Al primo piano dell’Hotel des Voyageurs c’e’ una camera, l’intonaco delle pareti dipinto di azzurro, la luce filtra tra le stecche della persiana e l’aria calda di una giornata di agosto avvolge i profili nudi di due amanti.
Il corpo burroso di lei, inerme sul letto dopo l’amore.
Il corpo tonico, la bella schiena di lui in piedi davanti a uno specchio.
Tony, gli dice lei, se io mi ritrovassi libera, faresti in modo di renderti libero anche tu ?

Un romanzo che scivola sulla tecnica dell’interrogatorio come fosse biglia su un panno in discesa : Tony davanti al giudice, alla polizia, allo psichiatra. Dal racconto della sua testimonianza , nel presente, si rivive il passato: moglie, la sua bambina e Andrèe la sua amante.
La sua incontenibile passione sessuale, un piacere fisico senza eguali e senza altre pretese, l'adulterio di entrambi.

Un libro bello da tenere tra le mani, con quella copertina turchese e le pagine color sabbia. Un romanzo breve, che si legge d’un fiato , tinto di noir. Forse non spicca di originalita’ la trama, forse non e’ il migliore Simenon che io abbia letto. Ma sta di fatto che l’autore, con la sua scrittura elegantemente semplice, si conferma – almeno per me – un garbato manipolatore mentale .
Riesce ad esprimere l’introspezione dei suo personaggi con tale completezza da renderne la simbiosi un atto dovuto. E’ come se non stessi leggendo di Tony. Io sono Tony, mentre leggo.
E se nella vita reale non lesini sentenze e condanne su determinati argomenti, leggendo i suoi personaggi accetti. Inconsapevolmente consapevole.
Osservi, nessun processo, nessuna condanna. Cosi’ e’ la vita.

Buona lettura.

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floria di tosca Opinione inserita da floria di tosca    30 Dicembre, 2011
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Obesession

Credo che il tradimento sia il più vile dei crimini. Provo a spiegarmi meglio per non lasciare dubbi.
Non sono una bigotta; non mi scandalizzo per l’uomo che lascia la sua donna per una gonnella di migliore qualità - a suo dire. Né per la donna che cede senza troppi tentennamenti a una bella sviolinata tzigana fatta dal tipo conosciuto all’ultima ora, venditore di complimenti e baci, come fosse Lawrence d’Arabia.
Non mi stupisco più per le famiglie mollate nel bel mezzo del cammin della vita, dei figli lasciati o usati come merce di scambio a fronte di sanguinose separazioni per donne o uomini che – poveri noi! – cambiano, stravolgono , travolgono e rendono nuove - almeno jn apparenza e per un po’ – la vita .
Niente di tutto questo mi fa effetto. Mi lascia basita, incredula ed esterrefatta la Conseguenza di questo gesto; la Conseguenza del tradimento in sé.
Perché quando si tradisce e si mette nelle mani dell’altro tutta la felicità che appartiene al possibile, si dicono cose che, domani, suoneranno mortificanti, prive di senso e- talvolta- micidiali.
Cioè, quando tutto è finito, consumato, disperso di nuovo nel vento dei ricordi… e quando la porta di casa si apre ancora con la stessa chiave, quando le voci dei bambini non hanno cambiato inflessione e lo sguardo di chi accompagna l’esistenza non mostra alcun guizzo di sospetto, quando tutto è ancora come se niente fosse accaduto, che ne è delle parole pronunciate sulle labbra dell’amante?
Che ne è dei sospriri e dei batticuore dentro quella camera azzurra, dove lo sguardo degli estranei non penetra e non giudica l’amore altrui?
Questo è quello che mi affatica la mente: la conseguenza dei gesti e delle parole pronunciate in tempi non sospetti, quando il tradimento è vissuto quasi come una cosa normale, come la normale conseguenza per due che credono di amarsi da sempre ma – per sempre – hanno fatto scelte diverse.
I protagonisti di questa storia –come altre del maestro Simenon- sembrano tratteggiare ognuna per la sua parte il senso e il peso del tradimento. Con la sensibilità che gli è propria Simenon descrive come si può subire passivamente il proprio destino, lasciando alle parole la decisione finale.
E’ questa dunque la narrazione di una passione , una come tante, una dell’ordinaria specialità della vita.
Ambientata in un piccolo borgo francese tra vite di provincia, è assolutamente un gioiello il contesto, in cui sembra che nessuno si accorga di nulla e dove in realtà tutti sanno.
La povera storia, -viene da dire – di una passione malata, di una protezione mal riuscita, di due matrimoni esposti con superficialità al fuoco fatuo dell’attrazione e troppo facilmente liquidati nell’ombra oscura e colante dell’omicidio. Ottima la tecnica del flashback, dove le scene vissute in quella camera azzurra sono sempre ricordate dal protagonista che, accusato insieme alla sua amate, è costretto a rispondere con senso alle domande di chi investiga .
“Davvero passeresti tutta la vita con me?”
Ho sempre pensato che talvolta passione e desiderio possano diventare ossessione.
Nella camera azzurra, l’ossessione ha avuto corpo e anima. Si è armata ed ha ucciso.
Anche se stessa.

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Nè con te nè senza di te
La donna della porta accanto
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Valerago Opinione inserita da Valerago    27 Settembre, 2011
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Ritratto dell'infelicità

Da molti questo libro è considerato uno dei capolavori di Simenon, personalmente sono d'accordo per la parte stilistica. La trama non è certo originale ed il finale è abbastanza scontato; certo utilizzare l'interrogatorio come mezzo per spiegare i fatti, pur non brillando per innovazione, è molto funzionale all'evoluzione della storia e rende il tutto ancora più serrato ed asfissiante. Sullo stile, invece, sono pienamente in sintonia con le altre opinioni, è forse il miglior Simenon che io abbia mai letto. Il modo in cui ci descrive, parallelamente, l'ossessione amorosa di Andrée e la borghese normalità di Gisèle è davvero folgorante. Tony vive una vita banale, ripetitiva e priva di sorprese, sua moglie Gisèle è una perfetta donna di casa, abitudinaria e tranquilla; Tony tra le mura della sua abitazione, con la moglie e la figlia Marianne, si sente al sicuro, protetto, ma qualcosa manca. Il protagonista ama la moglie e porta avanti il suo lavoro con bravura, ma, ad un certo punto, cerca quel qualcosa in più, o semplicemente di diverso, tra le braccia di Andrée. Tony inizia, così, a mentire, ad organizzare incontri segreti, sempre con l'ansia di essere scoperto. Ha bisogno di quegli incontri clandestini, ma la sua vita ora è così complicata da non rendersi nemmeno conto del fatto che l'amante sta diventando ossessiva e vede promesse di un futuro insieme dove non ce ne sono. Tony vuole troncare la relazione, ma Andrèe ha decisamente altri progetti... La narrazione è serrata, angosciante; tutto si svolge in interni descritti minuziosamente, così da far quasi mancare il respiro. Simenon utilizza ogni dettaglio, ogni espediente per consentirci di capire a pieno lo stato d'animo tormentato del protagonista, la sua consapevolezza di non avere vie d'uscita; ed è talmente bravo che , alla fine, anche noi ci sentiamo braccati e ci sembra quasi di respirare l'aria opprimente della camera azzurra.

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faye valentine Opinione inserita da faye valentine    19 Mag, 2010
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la camera noir

Devo ammetterlo, non ho mai letto Simenon. Non credo diverrò una sua fedele lettrice per svariati motivi, però sono felice di aver scoperto questo romanzo in particolare, grazie ad una recensione delle vostre.
Lo strumento letterario dell'interrogatorio è comune a molti libri di questo genere nonché a molti film, quindi non l'ho trovato così innovativo come hanno constatato altri lettori.. Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la capacità dell'autore di creare un mondo "a parte", questa camera azzurra, dove si perdono le identità e il contatto con la vita, ma al tempo stesso della vita si beve il succo, fino all'ultima goccia. E' un'immagine splendida e tragica, che, a parer mio, va al di là della semplice storia di adulterio che vivono i personaggi, è un simbolo vero e proprio.
Poi ho apprezzato la narrazione che io chiamo "visiva", i colori che l'autore alterna sotto i nostri occhi e devo ammettere che all'inizio non ne ero catturata più di tanto: è stato un progresso lento che andava avanti in concomitanza col procedere della narrazione.
Tirando le somme, non è certo un capolavoro, è un discreto giallo (con alcuni tratti del noir) dalla trama semplicissima, ma che offre intense immagini e perfino spunti di riflessione.

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a chi vuole leggere un giallo-noir sensuale e malinconico
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