Il simbolo perduto
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The Lost Symbol
Avevo iniziato a leggere questo libro più di un anno fa e poi lo avevo lasciato a metà sopra la mia scrivania.
Quest’estate però, siccome ero stufa di vederlo sempre al solito posto mentre aspettava di essere terminato, ho deciso di ricominciare a leggerlo dall’inizio e di portarlo finalmente a termine.
Il protagonista principale è sempre Robert Langdon, il ricercatissimo e conosciutissimo professore di simbologia di Harvard.
Questa volta è in viaggio per Washington ed è stato convocato con urgenza da un amico molto potente di nome Peter Salomon per una conferenza che si terrà al Campidoglio sulle origini esoteriche dell’America e principalmente della sua capitale.
In questo libro stranamente sono state archiviate tutte le indagini riguardanti la Chiesa ed i vari misteri dell’Opus Dei per lasciare spazio alla massoneria americana.
Anche in questo testo i colpi di scena non mancano ed anche i numerosi rompicapo che tengono il lettore incollato al libro, ma allo stesso tempo l’autore non è riuscito ad entusiasmarmi come nella lettura de “Il Codice Da Vinci”.
Alcune parti le ho trovate noiose, infatti delle volte il libro poteva essere un po’ meno scontato, magari non ne sarebbero uscite 600 pagine, ma la lettura sarebbe risultata più interessante, inoltre il finale mi ha deluso parecchio ed era a dir poco prolisso.
Che altro posso dire?
Mi sono sentita un po’ ingannata con questo romanzo.
Per chi non l’ha ancora letto, ma interessa il genere voglio consigliare di non avere troppe pretese e di non aspettarsi una storia così interessante come viene descritta nella quarta di copertina.
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Un romanzo interlocutorio
Un romanzo convenzionale con una trama piatta e un ritmo fin troppo serrato che, proprio per questo, non raggiunge mai i picchi di godibile intellettualismo dei precedenti lavori dell'autore e che piuttosto ha la tendenza a far sprofondare il lettore in gole di catatonico disinteresse, specialmente per quel che riguarda la sorte del protagonista. L'autore, ormai ben consapevole di ogni aspetto del sistema che desta l'interesse attorno ai suoi libri, tenta di risvegliare l'attenzione dei lettori sparpagliando qua e la i suoi collaudati "enigmi simbolistico - massonici", ma qui più che nelle altre opere questi rompicapo hanno ormai il sentore di stantii giochetti enigmistici da spiaggia e alla resa dei conti neanche loro riescono risollevare le sorti di un romanzo che, man mano che lo si sfoglia, sembra sempre più precipitare in una sorta di astenosfera letteraria autolesionistica. L'immancabile scontato epilogo farcito di vaneggiamenti filosofici rispecchia il resto del libro, ma più che una inevitabilmente adeguata conclusione sembra una rampa di lancio per conferire al romanzo il titolo di "Much ado about nothing post litteram". Approfondendo il discorso del finale, anche se è un po' come rigirare il coltello nella piaga, Dan Brown, per quanto di solito sia piuttosto ispirato alla pontificazione sui massimi sistemi del mondo, nelle ultime pagine de "Il simbolo perduto" più che un edotto illuminato divulgatore di arcane verità sembra uno strampalato oratore in preda ad un delirio mistico - tecnologico che adopera mirabilmente la sua favella non tanto per perorare la causa quanto per tentare di giustificare (o forse sarebbe meglio dire "porre rimedio a") quanto precedentemente scritto.
Lo stile narrativo di Dan Brown è di facile appeal ma se mancano i contenuti è altrettanto facile che il lettore si stanchi. Detto questo è innegabile che sia una lettura divertente e quotidianamente intrattenitiva ma i capolavori sono altri.
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Commerciale?! Effetto garantista ma voluto...
La prima scena del libro e' cruenta e con maestria cattura subito l'interesse del lettore e diventa il bandolo della matassa su cui si dipana il racconto. Con Roberto Langdon e con questo Capo supremo della CIA figura torva ed enigmatica per buona parte del libro, si inizia la ricerca... Si percorrono seminterrati della Casa Bianca, corridoi di musei, cantine nascoste; si corre sulle metropolitane e su un suv della CIA si sfreccia su elicotteri, si ragiona, ci si arrovella la mente (con gli aiuti fondamentali di Dan Brown) fino ad arrivare alla fine del racconto che si svolge tutto in una notte con qualche flash back qua e la, che strutturano e smorzano il ritmo concitato del racconto.
Mi piacciono i capitoli corti e veloci che scorrono via fagocitati dal ritmo delle ricerche degli indizi che passo dopo passo accompagnano alla risoluzione del mistero che ruota attorno alla Massoneria e alla città di Washington con i suoi luoghi segreti e reconditi. Le pagine sono più di cinquecento e raramente sembrano troppe, la tecnica del libro, la ricerca degli indizi in un clima un po' noir, con il pericolo e la suspense sono la ricetta dei libri di Brown, come l'epilogo che anche in questo caso ho trovato un po' ridondante e retorico. Un pizzico commerciale il libro?! Voi che dite?
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Arrivederci alla prossima, prof. Langdon!
Il prof. Langdon è senz'altro uno dei personaggi che amo e che mi ha coinvolta di più nel mondo fantastico della lettura. Colto, sportivo e affascinante è l'investigatore dell'arcano e del mistico, l'Indiana Jones in mocassini e giacca di tweed. In questa avventura però il suo creatore ha offuscato un poco le sue gesta, il suo sapere e il suo prezioso contributo, confondendolo in un mix filosofico - religioso che (lo scrivo con sommo dispiacere) mi ha reso la lettura pesantuccia.
Forse mi aspettavo un pò più di mistero, forse mi interesso poco alla massoneria, forse mi sono piaciuti davvero troppo i precedenti Angeli e Demoni e il Codice da Vinci… Fatto sta che questo simbolo l'ho perduto fra le pagine!
L'antagonista Mal'akh ha un gusto di prevedibile ed onestamente non mi è piaciuto (il vero antagonista deve saper prendere!!) così come ho trovato eccessive le divagazioni sulla famiglia Solomon... Ero più incuriosita dal direttore Sato!!!
Ambientazione senza dubbio affascinante e i colpi di scena comunque non mancano (ed uno è veramente tosto!!), quello che resta è un bel bagaglio di informazioni e conoscenze alla Dan Brown... Nonchè la voglia di rileggere al più presto un'altra vicenda del mio professore preferito!!
A prescindere dal mio commento che può essere condiviso come no, se amate il genere e siete Langdon - seguaci questo libro non può certo mancare nella vostra biblioteca!
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Forse il num 1 del genere
Premessa: è il primo libro di Dan Brown che leggo, degli altri BestSeller ho visto il film quindi credo che leggerli non mi appagherebbe molto.
Il voto pertanto è più allo scrittore che al libro, perchè sia Angeli e Demoni che il Codice da Vinci sono una spanna sopra questo (statisticamente parlando).
Secondo me Dan Brown è lo scrittore perfetto per chi ama i thriller ricchi di mistero e storia, non vuole una lettura troppo impegnativa e non è avvezzo alla lettura. Praticamente quello che sono io come "giovane" lettore.
La lettura è piacevole e appassionante, il ritmo è veloce quel che basta (considerando che l'azione si svolge in poche ore), lo scrittore sembra accompagnarti nella lettura: c'è un mistero da svelare? Dopo poche pagine eccolo pronto. Ti stai chiedendo il perchè? Eccolo spiegato. Almeno così mi è sembrato.
La trama è bellissima, mi ha impressionato lo studio che è stato fatto per scrivere il libro (in questo caso la massoneria e la storia di Washington), il finale credo sia nel classico dello stile di Dan Brown (e un'americanata come si suol dire) però si è già preparati a questo, e non influisce sul risultato dell'opera.
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da Dan Brown a Dan Brown
Comincerei con il dire che l'opinione che il lettore si può fare del libro dipende molto, secondo me, da un fattore: "si è già letto libri dell'autore???" e....."quali????". Cercando di analizzare la questione in modo conciso, mi viene da riconoscere che il libro in se non è male; il filo conduttore (la massoneria e i codici) è credibile e interessante, i personaggi si muovono nel loro ambiente in modo disinvolto e lineare, c'è una suspance che parte dalle prime pagine e tiene il lettore ancorato al libro. (Per il finale...il discorso è un po' diverso e vanno fatte delle considerazioni). Per cui, in definitiva, il libro è godibile e appassionante. Ma.....se si legge questo libro dopo il Codice Da Vinci e/o Angeli e Demoni.....il discorso cambia di molto. Infatti, il giudizio può cambiare radicalmente riscontrando ripetitività di situazioni, scenari e azioni.
Tornando per un attimo al finale....... la solita americanata alla Angeli e Demoni, per capirci.
Alla luce di tutto ciò direi che sicuramente questo è lo stile di Dan Brown anche se da un autore mi aspetto comunque la capacità di creare cose diverse seppur mantenedo una linea di continuità nello stile.
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L'ambientazione americana... Non mi ha convinto mo
Secondo me quello meno riuscito di Dan Brown. L'ambientazione americana non mi ha affatto rapito, ne tantomeno la storia alquanto utilizzata e riutilizzata anche dallo stesso autore. La sensazione di Deja-vu è costante e questa ha penalizzato molto il romanzo. Ma lo stile resta quello delle "americanate" alla Dan Brown, che riesce a mantenere l'attenzione per tutta la durata del libro.
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Ancora Langdon..
Leggere questa nuova avventura di Robert Langdon è stato un po' come rileggere il Codice da Vinci. La storia è affascinante, vivace e piena di moto. Le pagine del libro si leggono in fretta e seguono il ritmo della corsa del protagonista attraverso le vie di Washington. Nulla da eccepire, buon libro, ma la trama basata su sigilli e codici che si perdono e devono essere ritrovati attraverso rocambolesche cacce al tesoro comincia ad essere un po' troppo sfruttata, assumendo in alcuni punti il sapore del déjà vù.
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O si ama o si odia!
Il contenuto è sorprendente! La storia è estremamente intrigante sino agli ultimi capitoli.
Assolutamente lodevole la capacità di Dan Brown di affascinare il lettore con le continue spiegazioni che tempestano il libro riguardo argomenti di diversi profili (storico, tecnologico, scientifico, etimologico..); peccato però che risultino, ai fini della lettura, di ostacolo alla scorrevolezza della narrazione, interrotta continuamente!
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Lo stile è quello
Dan Brown non è un bravo scrittore. I contenuti dei suoi lavori sono interessanti, lascia ampia immaginazione nello spettatore, ma per quanto riguarda la fase letteraria.. "Angeli e Demoni" (che secondo me è il suo libro più riuscito, nonostante il film diretto da Howard sia ancora più esaltante) e "Il codice DaVinci" (libro esaltante, film meno) hanno sempre le stesse situazione, con caratterizzazione dei personaggi pressochè uguali.
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FANTASTICA WASHINGTON
Non so da dove cominciare nel descrivere le sensazioni che mi hanno accompagnato nella lettura di questo libro abbastanza complesso ma comunque avvincente. Parto dal presupposto che dopo aver scritto due libri come “Angeli e demoni” e “Il codice Da Vinci” non sia stato facile neanche per Dan Brown riuscire a trovare argomenti validi per affascinare il lettore. Tutto sommato credo che abbia fatto del suo meglio e che il risultato raggiunto sia comunque elevato. Affermavo poc’anzi che si tratta di lettura complessa in quanto si accavallano ed intrecciano tematiche di una certa intensità, prime fra tutte la “Noetica”, che detto in breve è una scienza che studia le capacità del pensiero collettivo concentrato su qualche evento al fine di poterne modificare il destino, e la “Massoneria” della quale lo scrittore cerca di difendere in qualche modo presupposti ed obiettivi. Questa volta il palcoscenico è la fantastica capitale degli Stati Uniti, che ho avuto la fortuna di visitare ed apprezzare e la corsa contro il tempo parte dal dipinto che celebra l’apoteosi di G. Washington nella cupola del campidoglio nell’omonima città per arrivare ad una ipotetica pietra angolare sotterrata nelle fondamenta dell’obelisco posto al centro del Mall che conterrebbe la fatidica parola perduta. Il tutto , passando attraverso una miriade piuttosto intricata di indizi veri e falsi , mappe , anagrammi da svelare , codici e congetture che coinvolgono , simbologie massoniche, alcune opere criptiche di Albrecht Dürer, Isaac Newton , i cavalieri Rosacroce e la Bibbia . Il povero Robert Langdon è coinvolto, anche questa volta in modo involontario, in una drammatica vicenda che suo malgrado lo vede di nuovo protagonista. Un losco e cinico individuo, farà del tutto per portare a termine il suo piano; quello di entrare in possesso di una mitica “parola perduta” che a suo parere potrebbe concedergli l’ascesa al mondo delle divinità. Tale parola è abilmente custodita dai gradi più alti della massoneria , il cui Gran Maestro è proprio (neanche a farlo apposta) uno dei più fidati amici di Langdon, Peter Solomon. Non è stato semplice capire , l’essenza di questa parola perduta in quanto lo stesso autore del libro , ne descrive i connotati in modo piuttosto sfumato, ma dopo aver concentrato la mia attenzione su determinati passi cruciali, posso affermare che per “Simbolo perduto” o “Parola perduta” , si intenda l’insieme delle sapienze celate nei vari testi antichi come il Vecchio e il Nuovo Testamento, e tutti gli altri testi che fanno capo alle più grandi correnti religiose e filosofiche della storia umana. Tali sapienze , definite anche “Antichi misteri” , sono criptate dietro queste grandi opere e torneranno a galla al fine di favorire l’unione dell’uomo con Dio, solo quando i meritevoli saranno in grado di interpretarle. Beh direi che nonostante la complessità dell’intreccio proposto, il libro scorre in modo avvincente in quanto i protagonisti dei libri di Dan Brown favoriscono l’immedesimazione totale del lettore. In effetti , un lettore coinvolto , non può non trovarsi al fianco di Langdon che corre inseguito nei labirinti sotterranei del Campidoglio, non può fare a meno di tentare di risolvere qualche enigma di quelli proposti ed infine non può che tirare un sospiro sollievo quando si celebra inevitabilmente il classico lieto fine.
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Intenso ma con punti deboli
E' sicuramente una lettura intensa che presenta una trama densa ed articolata. Oserei dire che si tratta del miglior romanzo di Dan Brown dopo il celebre Codice da Vinci, con il quale ha in comune solo il protagonista. L'autore propone una trama già rivisitata più volte, specie nel già citato Codice da Vinci e in Angeli e Demoni dove appunto il protagonista si ritrova a risolvere una serie di enigmi per contrastare il suo diretto antagonista. E questo, a mio parere, costituisce il primo punto debole, quello che già preannuncia la sensazione di film già visto. Il secondo punto debole consiste nella storia dell'antagonista che, prima di diventare tale, appare purtroppo artificiosa e troppo lontana da una realtà credibile. Il romanzo si trova così articolato su due binari: quello del protagonista e quello dell'antagonista. La narrazione procede alternata sulle vicende dell'uno e dell'altro ma, mentre nel primo caso la lettura appare avvincente e più coinvolgente, nel secondo risulta troppo artifiosa, quasi estranea, quasi incastrata a stento nei ritmi di tutto il racconto. Nonostante questi punti deboli, vale sicuramente la pena godersi le digressioni storiche ed artistische con cui l'autore ha abbondantemente farcito il racconto. Resta quindi una lettura consigliabile.
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Angeli e Demoni
Inutile, non convince
Più avanti andiamo e più mi convinco che Brown non sà che pesci pigliare; ci inculta 2 teorie più o meno scopiazzate e senza un'attenta analisi, in più un mezzo alone di mistero e qualche omicidio ed eccoti milioni e milioni di dollari d'incasso. E noi fessi che ci caschiamo sempre.
Il libro parte bene, molto simile agli altri precedenti, poi si perde per strada in temi che sarebbero anche interessanti ma che non riesce a sviscerare e portare all'attenzione così come nel Codice da Vinci.
Il solito prof a cui capitano tutte a lui e da dove poi riesce ad uscirne sempre. Un piccolo colpo di scena finale che a me non ha colpito affatto e poi il "finale" vero e proprio che mi ha deluso del tutto anche perchè il dott. Brown poteva inventarsi qualcosa di più fantasioso e non la solita teoria che lascia quel senso di incompiutezza.
In definitiva una delusione totale, un libro vuoto e poco ispirato.
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Il Tempo Perduto!
Non ho da dire molto riguardo questo libro..penso che il mio voto esprima come l'ho trovato!
Per me è stato lentissimo, con descrizioni ripetitive e noiosissime. I colpi di scena, quando ci sono, sono prevedibili e tutta la storia della disciplina portata avanti dalla Dott.ssa (lascio a voi scoprirla leggendo =)) l'ho trovata assurda.
Robert tira avanti il libro da solo grazie alla fama raggiunta nei precedenti romanzi.
Azzarderei una critica al Sig. Dan Brown che forse ha scritto questo romanzo (sempre se l'ha scritto lui..scherzo! =)) solo per foraggiarsi sulle ali dei precedenti.
Deluso.
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AMAZING!
Consiglio di leggere questo libro, lo consiglio vivamente! Un libro intrigante, pieno di colpi di scena, fantastico nello stile e nella trama. Questo è il primo libro che ho letto di questo autore, ma devo dire che è scorrevolissimo e, anche se è un libro mooooolto alto, l'ho praticamente divorato, perchè non riuscivo a staccare la lettura.....Non vedo l'ora di vedere il fim, anche se il libro, ne sono certa, non ha eguali!
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Il simbolo perduto
NOIOSO
"Il codice da Vinci", "Angeli e demoni", "Il simbolo perduto", l'unica differenza è il titolo. Simboli da decifrare tra sacro e profano, oggetti misteriosi e come ciliegina sulla torta: rituali massonici. Stile uguale, stessi personaggi, scarso spessore. La storia intriga attraverso il solito sistema di sospensione, ma questa volta il libro è inverosimile. A tratti prolisso, Il simbolo perduto non convince, delude. Ci sono molti altri libri che trattano questi argomenti in maniera migliore, o quantomeno verosimile. Il finale è come al solito deludente, distrugge quel poco di trama che l'autore aveva creato. I libri non sono più fantasiosi e risultano ripetitivi.
Sconsigliato.
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Un buon thriller
Preso per quello che è, un buon thriller, è un ottimo libro, con una buona trama e con uno stile di scrittura che ti fa sempre leggere almeno un'altra pagina. Sulla veridicità o meno di quel che scrive non mi soffermo nemmeno perchè tanto è un romano...se voglio sapere di massoneria e affini leggo dei libri di storia. Da Dan Brown mi aspetto libri come questo.
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Il samba delle imbecillità.
L'ho letto, ebbene sì, è accaduto.
Fino a pag.231, poi, ridendo come un folle, l'ho buttato nel cestino.
Ovviamente mi era stato regalato, per me Dan Brown può morire di fame.
Domande convulse affollano la mia mente ogniqualvolta avvicino, fino a due metri, un "prodotto" di questo individuo.
D'accordo, è un roman...zo (non riesco a scrivere il termine accostandolo a siffatta pochezza), lo è, dicevo, MA CHI PUO' TROVARE PIACERE NEL SEGUIRE LE SEDIMENTAZIONI FOLLI DI TALI E TANTE TRAME?
D'accordo, è fatto e prodotto a puri fini d'incasso : MA CHI PUO' TRARRE GIOVAMENTO DALL'ACQUISTO DI QUESTA ORRENDA BESTIALITA' IGNORANDO, PER ESEMPIO, ALTRI VERI ROMANZI?
D'accordo, sfrutta il filone "Massoneria e affini" : MA CHI PUO' ESSERE COSI' LIMITATO DA CREDERE CHE UN ISTITUTO SERIO COME QUELLO MURATORIO SI PRESTI A QUESTE MANIERATE E DATATE FINALITA'?
Non ci saranno posteri per dare una sentenza.
Ho fiducia che il mondo dimenticherà Dan Brown molto presto.
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Miti, simboli e storie varie
Dan Brown ci ripropone, purtroppo, tematiche e strutture narrative già viste. Concordo, insomma, con chi ha trovato il testo ripetitivo negli argomenti e nelle tempistiche della narrazione.
Qualcosa di positivo, tuttavia c'è. Il libro, incredibile ma vero, ' prende', il susseguirsi delle vicende è incalzante e la lettura, se non piacevole è abbastanza scorrevole. Trovo poi interessante la capacità dell'autore di miscelare la scienza (o pseduscienza nel caso della noetica...), con saperi arcaici ed antiche leggende. Ci aveva già provato in Angeli e Demoni ed, in parte, nella Verità del ghiaccio. Certo le teorie sono talvolta fantasiose e lontane dall'avere una qualche coerenza scientifica (almeno credo), ma apprezzo il tentativo. Sono argomenti molto complessi da trattare, ed il nostro autore denota una certa cultura di base.
Inoltre credo che il personaggio di Langdon abbia davvero grosse potenzialità, ma Brown non vuole farcelo conoscere, non vuole farlo vivere, sembra non voglia dargli uno spessore proprio, forse per non togliere spazio ed attenzione alle 'indagini' che racconta. Chissà...se ci pensate la storia inizia sempre con il mistero da svelare e finisce sempre con la soluzione. Punto. sarebbe bello sapere cosa fa il Dott. Langdon nel frattempo...
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Una serie infinita di codici segreti...
I libri di Dan Brown si assomigliano tutti...se non nell'intreccio, almeno nell'introduzione dei codici misteriosi all'interno della storia...
Il protagonista, poi è sempre lo stesso, Robert Langdon stavolta chiamato a decodificare un simbolo attinente con la Massoneria...
Pare che il nostro "fantasioso" autore abbia la mania dei codici e dei simboli, per metà magici e per l'altra metà religiosi...
Se si pensa che il Codice da Vinci poteva colpire l'interesse e la curiosità dei lettori per una trama insolita ed innovativa, questo libro appare come la solita minestra riscaldata...
E questa continua mescolanza tra sacro e profano, scusatemi, mi sembra pure di cattivo gusto...
Infine il finale...dà il colpo di grazia...a un libro già poco interessante, un crollo di un'opera che non cattura e non avvince...
Sconsigliato...
Saluti.
Ginseng666
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L'ennesimo libro di Dan Brown
Se "Il Codice da Vinci" poteva rappresentare una novità, col continuo rimescolarsi di verità e legende, fatti storici e racconti misteriosi, questo schema risultato vincente una volta finisce per essere ripetuto più e più volte fino alla noia.
Prendete una congregazione/associazione/setta misteriosa a caso, prendete un cattivo che vuole comandare/distruggere il mondo, aggiungete qualche aneddoto storico, romanzate qualche mito locale e avrete il prossimo libro di Dan Brown.
Purtroppo "Il Simbolo Perduto", oltre a ripercorrere il tipico clichè, perde anche quella capacità di catalizzare la curiosità del lettore che rendeva "Il Codice da Vinci" un romanzo quantomeno accattivante. Con descrizioni troppo lunghe e regressioni storiche non sempre interessanti, L'Autore non riesce a mantenere vivo il ritmo della narrazione.
Nel finale poi, la rivelazione della vera conoscenza... quantomeno discutibile.
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Nulla di eccezionale!
Dan Brown realizza il suo quinto romanzo in modo un pò troppo prevedibile creando un'opera che si presenta eccessivamente elaborata e troppo confusionaria. Finalmente il Gran Maestro del thriller mette da parte i complotti ecclesiastici rivolgendosi al mondo misterioso e semisconosciuto della massoneria ambientando una nuova avventura di Robert Langdon a Washington. La storia però è prigioniera degli stereotipi e l'autore non fa niente per renderla più originale e meno scontata. Si ripresentano infatti misteri già esplorati nelle opere precedenti come i Rosacroce e il lavoro segreto di Isaac Newton e lo stesso vale per la trama che addirittura copre un arco di sole 12 ore. Ancora una volta la compagna di Robert Langdon è una donna e il finale lascia il lettore con una forte delusione! Dan Brown si riscatta solo quando ci accompagna per le strade di Washington visitando monumenti e luoghi di cui ignoravamo l'esistenza e nell'interpretazione di simboli e codici alla vecchia maniera, lasciandosi però andare anche qui a digressioni di carattere storico che, seppure interessanti, dopo un pò fanno appisolare.
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Carino.
La mia impressione è che sulla scia de "Il codice Da Vinci" si stiano sviluppando ancora troppi romanzi che se avessero "vita propria" forse risulterebbero meglio riusciti.
Tutto sommato il libro è piacevole e scorrevole, ma mi sembra quasi troppo forzato nella dilungazione della trama e il clichè non cambia di molto: un uomo e una donna che scappano dalla polizia alla ricerca di un antico segreto, etc.
Carino, come lo sono stati tutti gli altri, ma non lo definirei certo un capolavoro nè particolarmente innovativo.
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Finale orrendo!
Il Simbolo Perduto risulta piuttosto deludente alla fine della letture. Poteva essere un buon romanzo, ma il finale ha trasformato un romanzo che poteva essere definito interessante in una tremenda delusione. Tutto il libro risulta proiettato appunto verso la conclusione, verso la soluzione del mistero e poi l'autore ci rifila una trovata del genere? Ma stiamo scherzando?! Non fraintendetemi il romanzo nel suo complesso non è malissimo, risulta leggibile ed abbastanza intrigante. Altri difetti sono la storia poco verosimile (caratteristica negativa, ma perdonabile perchè da questo genere di libri nessuno si aspetta una situazione troppo prossima alla realtà) e l'eccessiva somiglianza ai due romanzi precedenti. In conclusione pensateci bene prima di acquistarlo spendendo diversi soldi. Magari fatevelo prestare da un amico!
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Un pò deludente..
Un libro da leggere tutto d'un fiato. Come al solito Dan Brown ha saputo catturare l'attenzione con riferimenti storici, leggende econgetture varie.
Molto interessante. Durante tutto il libro si è portati a chiedersi se è tutto inventanto o meno.
Peccato per il finale, Brown crea sempre un bellissimo castello di carte che poi sul finale crolla su sè stesso.
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un successo solo per le vendite
Per chi come me ha amato il Codice da Vinci, facendosi affascinare dal contenuto, dalla capacità narrativa e dalla fantasia, la lettura dell'ultimo sforzo di Brown è veramente faticosa. Devo ammettere che ad eccezione di pochi tratti in cui è possibile intravedere l'antico smalto della sua opera più famosa, per il resto ci si trova di fronte ad un penoso tentativo di costruire una storia con basi esoteriche che ottiene l'unico risultato di stendere uno spesso strato di ruggine su tutto il resto. In ogni caso se si sopravvive alla noia di una lettura ove tutto è scontato, si ha il piacere di arrivare al finale dove... no non posso descrivere in così poche righe una cosa così idiota.
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Un bel libro ma...
Dan brown stavolta ha esagerato!
Dopo il successone de "il codice da vinci" e gli altri suoi libri famosissimi a seguire, di cui Crypto, ha voluto deliziare il suo pubblico con il "simbolo perduto".
Bhè il gioco è stato semplice, per uno scrittore...prendi il "codice da vinci" lo rimescoli per bene, gli cambi i nomi dei personaggi, lo ambienti in America e ...BUM.... il gioco è fatto.
Perfino l'antagonista è uguale, cioè nel primo è Silas qua è la su versione non albina e tutta tatuata.
Gira e rigira per 600 pagine tra corridoi, camere segrete, elicotteri e dove ti ritrovi alla fine, all'inizio!! nell'obelisco!!!! e i sacri misteri cosa sono?....BHO!
Per me è meglio rimanere al Codice da vinci.
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Symbolon
Dan Brown si conferma un grande maestro del thriller "esoterico". Ha trovato gli "ingredienti nascosti" e la "formula magica", c'è poco da dire. Anche questo suo ultimo romanzo è avvincente, ti tiene incollato sulle pagine che volano via e ogni volta che finisci un capitolo non stai più nella pelle per capire se finalmente ci saranno delle risposte (un po' come quando finisce una puntata di Lost!!).
Massoneria, religione, storia, scienza, miti e leggende...tutti legati e accomunati dalla spasmodica ricerca di Dio da parte dell'uomo.
La descrizione minuziosa dei segreti di una città diversa in ogni suo romanzo rimane comunque il suo marchio di fabbrica più apprezzabile. Dopo Parigi e Roma adesso tocca a Washington e alzi la mano a chi non è venuta una gran voglia di andarla a visitare!!!
Delude un po' il finale, ma io lo consiglio a tutti.
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Dan Brown alle corde
Secondo me ,già il Dasn Brown del Codice da Vinci non era entusiasmante. Con questo suo ultimo libro lo scrittore mostra poi chiaramente la corda. Ad eccezione della interessante descrizione della Washington sotterranea, il resto è di una noia mortale: più soporifero di un potente sonnifero.La trama , inutilmente complicata, si conclude con una rivelazione finale che è un vero flop.I personaggi sono o prevedibili o sopra le righe.I colpi di scena , si fa per dire, sono a ripetizione, tutti dello stesso tipo, in una parola anch'essi prevedibili e , i conseguenza,a lungo andare , noiosi.
Se qualcuno ama la numerologia qui ha pane per i suoi denti, anche se questa disciplina può avere implicazioni molto più profonde rispetto a quella che occhieggia in queste pagine. Quanto al simbolo perduto : molto rumore per nulla.Poteva restare occultato com'era e dov'era, se è tutto lì.
Si spera che a Dan Brown ,che probabilmete ha scritto questo testo su categorico ordine dei suoi editori, torni l'ispirazione e che scriva un altro romanzo , se non altro senza gli svarioni Kolossal del Codice da Vinci,e più avvincente di questo. La stoffa ci sarebbe.E ' magari uno scrittore della mano sinistra , ma un certo talentaccio ce l'ha.Speriamo che non lo butti via definitivamente.
Ovviamente ,queste sono le mie personali impressioni. Il fatto che in pochi giorni questo sponsorizzatissimo romanzo abbia venduto più di un milione di copie mi fa tristezza.Chi, come me, ama soffermarsi a giornate intere in libreria, sa e vede bene che tanti libri veramente interessanti rimangono invenduti o quasi.
Con tutto ciò, rispetto chi ama questo tipo di letture : legge, e attualmente in Italia i lettori sono davvero molto pochi: un peccato.
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Patetico
Dan Brown ha esaurito la sua vena creativa.
Una vera tristezza leggere questo libro, mi sono trascinato fino all'ultima pagina a fatica. Prevedibile, scontato, inverosimile: una vera cava di sciocchezze. Brutto.
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Un complicato polpettone
Il romanzo,prolisso e complesso, è senz'altro un passo indietro rispetto a "Il Codice da Vinci" e "Angeli e demoni". Dan Brown si è come avvitato su sè stesso e questa volta impone al suo eroe Robert Langdon una serie di avventure assai poco verosimili in una Washington sospesa tra magia e realtà. Dividerei il romanzo in tre parti . La prima è abbastanza avventurosa e pone le premesse per la ricerca di un simbolo antico e nascosto che dovrebbe far compiere all'umanità un enorme salto di qualità, una sorta di purificazione (apoteosi). Nella seconda parte inizia una complessa decrittazione ai limiti dell'assurdo di una griglia di simboli esoterici incisa su una piramide, che porta i personaggi a rincorrersi senza tregua dal Campidoglio a Musei ed Istituti vari, con l'interessamento addirittura della CIA e di potenti personaggi delle logge massoniche. Nella terza parte, la più noiosa, si assiste ad una lunga esegesi di passi biblici e relativi reconditi significati, la cui individuazione dovrebbe alla fine affrancare l'umanità e portarla a salvazione. Sono pagine e pagine degne del piò verboso predicatore evangelico,che inducono a noia ed all'interruzione della lettura.
Sconsigliato alle persone sinceramente laiche e con i piedi per terra, consigliato a chi crede nella magia e nell'assurdità dei misteri.
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Un po giù di tono
Libro meno avvincente rispetto ai precedenti,piacevole lo stile della narrazione, abbastanza veloce anche se molto spesso appiattito dai riferimenti storici di quello che si sta narrando; per certi versi utili per megli capire gli aspetti che caratterizzavano la massoneria ma di dubbio interesse per il lettore in questo contesto.
Schema dei personaggi standard identico ai precedenti e una storia d' amore in velato sottofondo :-D
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ALTRA INSALATONA ESOTERICA
Il IL simbolo perduto è molto tirato via ed i personaggi sono risaputi e inconsistenti.
Ci sono grosse pause narrative e digressioni verbose, farcite di alta sapienza nelle intenzioni dell'autore, in realtà di seconda mano ,oppure affastellate ed esposte confusamente, tanto per tirare fumo negli occhi .
Se questo famoso tesoro millenario di sapienza, custodito più che gelosamente , anzi a costo della vita, dai pochissimi addetti ai misteri massonici e non , consiste in quanto ci viene comunicato in questo libro, non è poi una gran perdita il vivere nella più beata ignoranza per i moltissimi che non rientrano nella ristrettissima schiera degli happy few che sono a conoscenza di questi (presunti) tesori.
Non so se , coi tempi di vacche magre che corrono, faccia grande piacere al contribuente americano sapere che coi suoi pochi e sudati soldi potrebbe finanziare , tra l'altro,anche una ricerca dell'Intelligence ( o di organi governativi similari) sul peso dell'anima umana.
L'uniche pagine interessanti sono quelle dedicate alla Washington sotterranea. Ma sono pochissime in confronto alla imponente mole del libro, pensato , al solito, in funzione della immediata traduzione cinematografica.
E così si impinguerannno a dismisura gli scrigni di Dan Brown ,non di sapienza misterica ,ma di montagne di dollaroni sonanti: ut erat in votis.
Aggiungo che il libro mi è stato regalato...
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perplesso
Preceduto da un battage pubblicitario importante, è stato impossibile ignorarlo.
Avevo amato Il codice da vinci e, in misura minore Angeli e demoni, quindi speravo di ritrovare con questo l'antica emozione.
Mi sono imbattuto in un libro che sembra già pronto per il cinema.
Sembra una sceneggiatura.
Non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione che l'abbia scritto appositamente per questo.
Per il resto... Si arriva fino in fondo perchè tutto sommato è un thriller e si vuole arrivare fino in fondo.
Ma a me ha lasciato perplessa la fine.
Troppo scontata.
Per non parlare di alcune situazioni al limite dell'incredibile (fosse un fantasy...)
Peccato...
Da un volume (e da un prezzo) così mi aspettavo molto di meglio
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Un libro "forzatamente" scritto e pubblicato
Se mi avessero dato in mano questo libro senza conoscerne titolo e autore, avrei scommesso si trattasse di Dan Brown. Un Dan Brown che ha voluto pubblicare un nuovo romanzo sulla falsa riga dei successi passati ma senza pensarlo come gli altri. Lo stile è piacevole ma questo romanzo manca di contenuto e di suspence, nulla a che vedere con Angeli e demoni o il Codice Da Vinci. I passaggi sono a mio parere forzati e non ho mai sentito il bisogno di leggere più pagine del dovuto per conoscere i risvolti del racconto. Non credo, dovesse mai in futuro pubblicare un altro romanzo, che lo acquisterei di nuovo.
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Il Codice Da Vinci
Il simbolo perduto
Da un'idea affascinante un risultato francamente deludente: la grande minaccia di una verità rivelata che costituirebbe la rovina per l'umanita' non riesco a capire chi potrebbe spaventare oggi (si tratta di cose risapute e non sono neppure le peggiori).
Il libro parte bene, ma si trascina stancamente diventa inutilmente prolisso e continua a prodursi in sermoni stucchevoli.
Siamo lontani mille miglia dai primi successi, sia per ritmo, sia per tensione.
L'unica parte interessante e' l'iniziale percorso tra i monumenti di Washington.
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Il simbolo perduto
Molto bello ed avvincente. Protagonista ancora una volta il professor Robert Langdon costretto a districarsi tra codici, rituali di iniziazione ed antichi misteri. Il romanzo questa volta si svolge a Washington dove Langdon viene attirato con la scusa di una conferenza per trovarsi poi coinvolto in una lotta contro il tempo per salvare la vita ad un suo carissimo amico affiliato della massoneria, Peter Solomon . Tutto parte dal ritrovamento di una mano mozzata sulle cui dita sono stati incisi simboli richiamanti la massoneria. Il romanzo si incentra sull’interpretazione dei simboli della piramide massonica per arrivare a scoprire la parola perduta accessibile solo a pochi eletti all’interno della massoneria. Anche se non al livello del “Codice da Vinci”e di “Angeli e demoni” (che rimangono comunque i miei preferiti) il romanzo risulta comunque ben costruito ed è un susseguirsi di colpi di scena. Forse un po’ troppo lungo il finale incentrato sulle teorie della studiosa di scienze noetiche Katrine Solomon. Dan Brown può piacere o non piacere ma alcune critiche che ho letto, sia nei confronti dell’autore che dei traduttori, sono, a mio modesto parere, decisamente gratuite.
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Il simbolo perduto
Questo libro è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, società, organizzazioni, luoghi, fatti e avvenimenti citati sono invenzioni dello stesso autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale.
Questa mi sembra il modo più corretto per definire l'opera.
Comunque per chi volesse leggere di massoneria con carattere di romanzo thriller vi raccomando le opere di Nathan Gelb.
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