Il gioco di Ripper
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Il thriller che non c'è
Il gioco di Ripper è un gioco di ruolo basato sull’indagine e la risoluzione di delitti misteriosi.
Master del gioco e protagonista del libro è Amanda una ragazza di sedici anni figlia di genitori divisi, la mamma , Indiana Jackson, medico olistico, e il padre, Bob Martin, ispettore della squadra di polizia di San Francisco
La ragazza ha un forte legame con il nonno materno, Blake, anche lui facente parte del gioco di ruolo, insieme ad altri quattro ragazzi sparsi in tutto il mondo.
Amanda è una ragazza curiosa, intelligente, sopra la media, e tenace, affascinata dal mondo della criminalità e profonda conoscitrice, strano per la sua età, degli animi umani, dote che ha ereditato da sua madre.
Quando in città si verificano una serie di inspiegabili omicidi, apparentemente diversi tra loro, anche nel modus operandi, Amanda con il suo intuito riesce invece a trovare un nesso logico e indaga, con l’aiuto del nonno e del papà su un presunto serial killer.
Questo romanzo è considerato l’esordio del thriller per la scrittrice.
Spiace dire che del thriller e di suspence ha poco e niente, la gran parte del libro, almeno tre quarti, è fatta di altro, soprattutto di descrizioni dettagliatissime di infiniti personaggi, davvero troppi, per cui si fa fatica a tenere aperti gli occhi.
L’ultima parte poi subisce un’accelerazione, che trovo forzata, tanto per chiudere la storia e il romanzo.
La struttura quindi risulta sbilanciata, e il “thriller” sembra quasi una scusa per narrare invece vita, morte e miracoli di tutti i personaggi nominati nel libro, anche di quelli più insignificanti e non influenti ai fini della storia.
Ovviamente nulla da dire allo stile della Allende, a tutti ormai ben noto, che ha una particolare cura nel delineare le complessità dei caratteri umani, ma che ho trovato, in questo caso, un po’ avulso dal contesto, come a dare più attenzione ai protagonisti che alla storia, che risulta invece fragile e a margine.
In sintesi dispersivo e soporifero.
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La firma del Lupo
Strano libro per un’autrice di cui sono abituata a leggere storie decisamente diverse. Questo giallo si configura come un gioco di ruolo, in cui alcuni ragazzini adolescenti ed il nonno di Amanda (una delle protagoniste principali) “giocano” a fare i detective, prendendo comunque molto seriamente questa loro missione, tant’è che sono decisivi nell’identificare il responsabile del rapimento della madre di Amanda. La figura del Lupo è l’elemento conduttore fra più delitti, apparentemente tutti scollegati fra loro, ma in realtà commessi da un unico assassino, ed è proprio il simbolo del lupo che porta i ragazzi a capire la vera identità del “cattivo”, il personaggio forse migliore fra tutti gli attori di questo libro. Nella prima parte della lettura, forse complice il fatto che i protagonisti sono degli adolescenti, la storia sembra più pensata per lettori ragazzini che non per adulti, però, verso la fine, il gioco intellettuale, con tutto il suo fascino per il crimine e per la giustizia, si fa sempre più intrigante, rigonfiando le vele dell’interesse del lettore che, strada facendo, si era un po’ disperso nel seguire storie parallele che sembrano poco pertinenti ma che poi si rivelano importanti per capire il senso del finale.
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L'Allende che non ti aspetti
Benchè leggendo la quarta di copertina ci si aspetti di accingersi un thriller "classico", così non è. Chi è in cerca di serrati colpi di scena, scene truculente o indagini al limite della logica deve rivolgersi ad autori più noti ed avvezzi a questo genere letterario. In realtà questo è un romanzo - a mio avviso molto piacevole da leggere - che deve la sua fortuna alla caratterizzazione dei personaggi ed allo stile narrativo dell'autrice. Non si può non provare simpatica per Amanda, provare desiderio di conoscere una donna come Indiana o non lasciarsi coinvolgere dalle pene amorose dei spasimanti di quest'ultima.
Tra l'altro "Il gioco di Ripper", che dà il titolo all'opera, è presente solo in alcuni brevi capitoli e non risulta sufficientemente caratterizzato.
Solo nelle ultime 200/150 pagine è possibile scorgere la vena poliziesca di questo romanzo che, per questo, risulta talmente raffazzonata e desiderosa di arrivare ala fine da sfociare nell'inverosimile. Come può un manipolo di adolescenti, che non si sono mai visti o conosciuti nella vita reale, superare i mezzi e le competenze dell'intero corpo di polizia? Eppure il mistero verrà svelato proprio da questi ultimi grazie a delle deduzioni nate dal nulla, non ancorate a dati oggettivi e che, pertanto, lasceranno l'amaro in bocca a chi di polizieschi se ne intende.
Tirando le somme è senz'altro un buon romanzo, dalle (sbiadite) tinte noir, che racconta con piacevolezza le vicissitudini spesso ironiche di una famiglia e che vira poi repentinamente sul lato thriller solo verso la fine con gli (scarsi) risultati che vi ho appena descritto.
Un romanzo da leggere, piacevole e dallo stile scorrevole, tenendo ben a mente i limiti anzidetti.
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OLTRE L'APPARENZA
Non sono una grande appassionata di thriller, ma devo dire che questo libro mi ha veramente, letteralmente, assolutamente conquistata!!! Letto in tre sere nonostante quattrocentosessanta pagine zeppe di descrizioni, dialoghi, indagini, parti di puzzle da incastrare fino a vedersi ricomporre, piano piano, il tutto...... o, invece, proprio per questo!
In questo romanzo, che definire thriller mi sembra limitato, perché c'è tanto di psicologico e sociale, ci si trova ad affrontare non soltanto un enigma relativo al classico omicidio, ma molteplici aspetti particolari che ritraggono le vite dei vari protagonisti, entrando in problematiche spesso sentite e raccontate (distrattamente anche in TV, purtroppo…), ma difficilmente in modo così schietto e personalizzante.
I protagonisti di questo libro sono PERSONE; la Allende è grandiosa nel ricordarcelo ad ogni passo, ad ogni capoverso, ad ogni capitolo.
Ciò che, inizialmente, può apparire come un eccesso di descrizioni particolareggiate, si rivela poi un indispensabile tramite per l'accesso alla soluzione dell'enigma. Un po' di pazienza e tutto torna.... come nella vita, sembra dirci l'autrice. E poi, niente sarà più come prima, perché quando cadono le maschere tutto cambia e rinasce…. Grandiosa la trama e da apoteosi l’inaspettato e insospettabile finale, che auguro a tutti di assaporare piano piano nello stupore e nella meraviglia di questa lettura, indovinatissima anche dal punto di vista stilistico.
Insomma, grazie a tutti quelli che hanno recensito positivamente questo romanzo e, in particolare, a chi ha insistito senza desistere per farmelo leggere.
Ogni tanto fa bene cambiare genere, specialmente se si è così fortunati.
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Il gioco di Ripper.
"Indiana sosteneva che non esisteva -ciò che è bene- e -ciò che è male-, la cattiveria è una distorsione della bontà naturale, un'espressione dell'anima malata."
"Il gioco di Ripper" è la storia che non ti aspetti, io credevo di trovare un romanzo che racconta di rapporti tra madre e figlia, invece ho scoperto un thriller dove si deve scoprire colui che commette una serie di omicidi nella frenetica San Francisco, chi è lo psicopatico e perchè Indiana la mamma di Amanda viene rapita, lei adorabile, ingenua e carismatica, si trova coinvolta in un fatto così lontano dalla realtà in cui vive?
Ottima idea e fulcro della storia è anche "il gioco di Ripper", un gioco di ruolo dove Amanda con il nonno ed insieme ad alcuni suoi amici sparsi per il mondo, legati tutti dalle loro difficoltà (il paraplegico, l'anoressica, la gitana furba, il colonnello in pensione, il ragazzo che soffre di agorafobia e la sensitiva), che si ritrovano in rete per scoprire e capire in che modo agisce lo psicopatico che commette tutti gli omicidi ed il gioco si farà terribile quando verrà rapita la mamma Indiana!
Isabel Allende è una grande scrittrice, perchè non solo ci racconta una storia, avvincente e appassionante, ma riesce benissimo a caratterizzare ogni personaggio che troviamo all'interno del racconto, dai protagonisti fino a quelli minori, ognuno ha una sua peculiarità troviamo: Indiana bella, dolce, ingenua, leale, capace di trovare il buono dentro ogni persona, Amanda la figlia schiva, intelligente, brillante, emarginata dai suoi coetanei, che si sente in costante dovere di dover proteggere la madre, Blake il nonno tenero, affettuoso, protettivo, che ama incondizionatamente figlia e nipote, per la quale ha sempre fatto da padre, Bob Martin l'ex marito di Indiana e padre di Amanda, l'eterno dongiovanni, irresponsabile nella vita e scrupoloso ed attento nel suo lavoro di agente di polizia, Ryan Miller l'ex soldato di guerra che ha combattuto in Iraq dove vi ha perso anche l'uso della gamba affiancato sempre dal suo fedele cane Attila, forte fisicamente e debole interiormente, perchè la sua anima è piena di conflitti dovuti a ciò che ha subito da soldato, Alan Keller l'amante di Indiana molto più vecchio di lei, che scialacqua i propri soldi in investimenti sbagliati, aristocratico e snob, Danny d'Angelo cameriere di giorno e drag queen di notte.
Un grande affresco di personaggi che incorniciano una grande commedia umana dove vengono esplorati anche gli angoli più bui e dolorosi dell'animo umano.
"Il male è incarnato da un criminale che sfida la Giustizia, ne esce vinto, riceve la sua punizione e il bene trionfa, così tutti sono contenti. Hai capito?"
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lo Sconsiglio vivamente!
Premetto che è il primo che ho letto della Allende, e quindi non so se questo è un po' il suo stile o se questo le è venuto particolarmente male.
Ho scelto questo libro perché dalla trama sembrava un thriller e mi attirava, in realtà non è affatto un thriller ed è di una noia mortale, tanto che ho durato fatica a finirlo. Praticamente tutto ruota intorno a questa ragazzina Amanda e a sua madre Indiana, due personaggi per certi versi un po' sopra le righe, e si intrecciano con le storie dei loro amici e parenti. Sullo sfondo (ma parecchio sullo sfondo) ogni tanto compare qualche delitto, di solito sono solo appena accennati e non si capisce quale sia il filo logico di questi omicidi, in quanto il 90% della trama è incentrato su altro.
A volte mi sembra non abbia neanche un filo logico, insomma una grande delusione.
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un non thriller di scarsa qualità
Ho acquistato questo libro credendo alla buona pubblicità che gli era stata fatta nella libreria, esso infatti era posto nella sezione dei best Seller e veniva elogiato come un thriller che non avrebbe lasciato fiato al lettore. La trama prometteva bene e dopo l'acquisto ho subito iniziato a leggerlo essendo io una appassionata del genere. Dopo un inizio piuttosto promettente però la scrittrice si dilunga in maniera prolissa e dispersiva sugli innumerevoli personaggi che popolano il romanzo le loro caratteristiche, storie ed abitudini lasciando alla suspense e alla necessaria spinta verso la risoluzione del giallo poco spazio. Tra l'altro prevedibile e sbrigativo il finale, l'assassino lo avevo già individuato a poco più di metà lettura... insomma per chi ama il genere giallo/thriller questo libro è snervante e noioso, direi fortemente sconsigliato.
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GIALLO
“ ….. le date sono importanti e anche i rituali, perché conferiscono senso e bellezza agli atti degli uomini e aiutano a fissare nella memoria gli eventi. Io ho i miei rituali. Per esempio, le mie esecuzioni sono sempre ….. “
Cattivo presagio. Un’ombra nera incombe su S. Francisco.
Quella dei Jackson\Martìn è una famiglia insolita e originale. Indiana Jackson, bella da far girar la testa, è una guaritrice “new age” e proprietaria di una clinica olistica. Il suo ex marito, Bob Martìn, è l’ispettore capo della polizia di S. Francisco. Un vero latin lover. Anche lui, come l’ex moglie , non passa inosservato. Amanda Martìn è la loro unica figlia , una ragazzina molto intelligente alle prese con i primi amori , le prime crisi e la curiosità della gioventù. La sue passioni del momento ( passato il periodo dei vampiri …) sono sicuramente i crimini, i delitti insoluti e i serial killer …( Diavolo di una ragazzina !!! )
Indiana è contesa da due uomini affascinanti, entrambi clienti della clinica: Ryan Miller ( ex navy seal, reduce di guerra, una sorta di guerriero spartano ) accompagnato dai suoi incubi e dal suo fedele cane Attila ( un vero portento !!!!). Alan Keller , milionario di mezz’età, viziato e dalle mani bucate. Così bucate da essere vicino alla bancarotta …
Amanda partecipa online ad un gioco di ruolo. IL GIOCO DI RIPPER, ispirato al più famigerato e sinistro degli assassini, JACK THE RIPPER. I partecipanti a questo passatempo sono sparsi in tutto il globo, perlopiù ragazzini “ particolari” …. Le indagini sui crimini del momento sono l’elemento preponderante. Durante le indagini ,ne IL GIOCO DI RIPPER , Amanda è affiancata dal suo migliore amico e collaboratore, Blake Jackson. Blake altri non è che il nonno di Amanda e il padre di Indiana. Un simpatico farmacista, aspirante scrittore e complice della nipote in svariate situazioni. Il nonno perfetto !!!
I protagonisti del gioco indagano sugli efferati omicidi che stanno colpendo la baia di S.Francisco nell’ultimo periodo. Saranno i primi ad accorgersi , a differenza delle forze dell’ordine ( e a differenza di papà Bob … ), che i delitti, così diversi e slegati tra loro, sono in realtà opera di un unico assassino.
Ma se il gioco si trasformasse in dramma ? Non si gioca con il fuoco …
“ .. mia mamma è ancora viva, ma sarà uccisa Venerdì Santo ….” . Il romanzo inizia con questa frase.
Indiana viene rapita. Indiana Martìn, bella, ingenua, buona, con la testa tra le nuvole, alle prese con i suoi amori, sempre pronta ad aiutare il prossimo … La vittima predestinata del LUPO. Un assassino spietato, risoluto, metodico, inarrestabile. Ora non è più un gioco . L’ispettore Martìn, Amanda, nonno Blake, i giocatori online, tutti uniti per ritrovare la giovane e affascinante guaritrice. Il tempo stringe.
Ho letto molti pareri discordanti riguardo IL GIOCO DI RIPPER. I paragoni con le opere precedenti di Isabel Allende sono inevitabili. L’autrice per la prima volta scrive un giallo ( dimenticatevi il THRILLER, è un giallo …). Io faccio parte di quelli che non hanno letto mai niente della Allende, quindi non posso fare paragoni e rimanere deluso,sorpreso o altro. Il romanzo è lungo circa 460 pagine. I personaggi sono molti di più di quelli che ho elencato e descritti con dovizia di particolari. Il ritmo non è serrato e tutto decolla nelle ultime 100 pagine. Un vero peccato perché si arriva ad un finale chiuso in fretta e furia. I primi tre quarti del libro sono dedicati alle vicende familiari, i rapporti di coppia o il rapporto tra genitori e figli. Comunque ritengo il romanzo una lettura piacevole poiché la Allende ha saputo intrattenermi con una capacità narrativa che l’ha resa famosa in tutto il mondo. A tratti è riuscita a strapparmi qualche risata ( impresa ardua … ). Se dovesse scrivere altri gialli o cimentarsi nei thriller io sarò pronto a leggere ancora. Consiglio la lettura a chi NON ha mai letto niente della Allende ( siamo in pochi ) per evitare paragoni o delusioni. Conclusione: un buon romanzo con tinte di giallo ….
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Un "Thriller" scolorito...
A dire la verità mi aspettavo molto di più da questa libro: irretita dalla copertina inquietante, l'ho comperato cercando un'accattivante lettura all'ombra di misteriosi delitti.
Invece ho durato una fatica immane sia a leggerlo che a comprenderne la trama.
Isabel Allende, l'irresistibile autrice de "La casa degli spiriti", sapientemente sospesa tra sogni e realtà, si rivela molto scarsa come giallista.
Trama non molto originale, piatta e che a volte pare stentare nello svolgimento degli avvenimenti, devo dire e lo dico con dispiacere estremo che mi ha molto annoiato.
Per leggere questo libro ci ho messo più di 15 giorni...ero indecisa se terminarlo o meno, ma visto l'ostinazione con cui proseguo ogni mia esperienza come lettrice, ho portato faticosamente a termine questa lettura.
Il libro parla di un gioco virtuale, Ripper, riferito a delitti in cui si cimenta un gruppo di ragazzi, tra cui Amanda, la figlia dell'ispettore...e di Indiana, una donna che svolge il suo lavoro di operatrice sanitaria in una clinica olistica....
Ma quando numerosi crimini iniziano a succedersi nella cittadina e dopo la sparizione misteriosa della madre, Amanda comprende che deve per forza scoprire l'identità del serial killer.
Romanzo che vorrebbe risultare un giallo psicologico ma che in realtà manca di suspance, di pathos....e non riesce affatto a solleticare l'interesse del lettore. L'unico pregio che riesco, mio malgrado a trovarci è la descrizione accurata dei personaggi che li rende vivi, credibili e vitali, tanto da essere visualizzati mentalmente dal lettore....
Sarebbe forse meglio che la Allende si limitasse a scrivere quei soggetti romantico- avventurosi...probabilmente più adatti alla sua penna. Ho delle riserve, naturalmente, ma chi si volesse cimentare in questa lettura, considerando che comunque si tratta di una brava scrittrice, non si aspetti un granch'è. Lei non è Stephen King e neanche gli assomiglia.
Saluti.
Ginseng666
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Che delusione!
Sinceramente non ero molto convinta ad acquistare questo libro....inconsciamente, leggendo la trama, sapevo che non mi sarebbe piaciuto...poi leggendo alcune recensioni mi sono convinta ad acquistarlo...ed era meglio se mi affidavo al mio istinto. Chi, come me, ha letto altri romanzi dell'Allende, tipo "La casa degli spiriti", non può apprezzare questo libro dalla storia veramente banale, a tratti assurda, privo di concretezza, insomma brutto! Mi è venuto il dubbio che non sia frutto della sua penna....sensazione già sperimentata leggendo gli ultimi romanzi di Ken Follet, così diversi dai primi....Chi ha letto "Paula" non può apprezzare un libro come questo! Credo che la mia esperienza con l'Allende si fermi qui......
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Una Isabel Allende che non ti aspetti.
Per un’amante come me di Isabel Allende, scrittrice cilena che riesce nelle proprie opere ad addentrarsi nell’animo femminile scrutandone tutte le sfumature, anche le più intime, scorgere negli scaffali della libreria un libro, dallo sfondo scuro, abituata com’ero alle illustrazioni sgargianti delle sue opere precedenti, e dal titolo così enigmatico “il gioco di Ripper”, per l’appunto, si è rivelata una grande sorpresa.
Ancor più inaspettato è stato poi, lo scoprire, ripercorrendo la quarta di copertina, che si trattasse di giallo! Proprio lei, che ha trattato di temi tanto differenti, che andavano dalla saga familiare alle storie personali di uomini e di donne che vivevano in momenti storici sempre delicati e che alla fine, grazie anche all’amore trovato, riuscivano a trovare una propria dimensione, che si mette a scrivere di omicidi, relazioni della scientifica e via discorrendo.
Ma poi, riflettendoci un po’, ho capito che, come sempre fa questa magnifica autrice cilena, c’era qualcosa di autobiografico anche in questo nuovo romanzo, ossia il legame con l’uomo che ha sposato, Will Gordon, che a mio avviso personifica il nonno Blake Jackson della vicenda narrata, che, è, egli stesso, autore di libri gialli.
Ma non voglio divagare troppo… il gioco di Ripper è un romanzo gradevole, nel quale, contrariamente a quanto avvenga per molti gialli, gli omicidi seriali, tenuti insieme da una serie di tracce che l’adolescente Amanda e suo nonno Blake Jackson scopriranno gradualmente, sono accompagnati da una caratterizzazione dei personaggi principali che dà la sensazione al lettore di esservi quasi un conoscente.
Amanda, ragazzina di quattordici anni nata da una mamma giovanissima, Indiana, più che andare in discoteca o partecipare ai raves, preferisce dedicarsi, con altri ragazzi che conosce virtualmente in internet sparsi qua e là per il mondo, alla soluzione di uccisioni virtuali attraverso il cosiddetto gioco di Ripper. Gioco a cui partecipa anche suo nonno, che le fa da “sbirro personale”, il quale crede di poter trarre, dalle deduzioni dei giovani adolescenti, notizie utili per comporre quel libro che egli anela scrivere. Ma da attività ludica, il gioco si trasformerà in un impegno investigativo vera e propria quando a scomparire sarà la mamma di Amanda, Indiana, donna, che, a mio avviso, assomiglia molto ai personaggi classici della Allende, perché ha un aspetto latinizzante, è passionaria, ma soprattutto è legata al mondo invisibile del karma e delle influenze astrali facendo come professione la guaritrice.
Due anime diverse, dunque: quella della mamma, che ha per amica una famosissima astrologa Celeste Roko, la Cassandra che aveva vaticinato lo spargimento di sangue a San Francisco, ma mai realmente creduta, e che pratica la meditazione ed incensa la casa di profumi orientali, e quella della figlia, ragazzina pragmatica e poco incline ai voli pindarici della mente verso un’aldilà sconosciuto.
Ritengo che questo libro sia piacevole, la storia ben congegnata, sebbene, ahimè, io continui a rimpiangere la Isabel Allende appassionata de La casa degli spiriti e del Ritratto in seppia!
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Thriller particolare
Il gioco di Ripper si presenta come un giallo/poliziesco in cui l'Allende dimostra una discreta abilità nel tessere la trama. Ciò che a mio avviso fa la differenza rispetto ad altri testi dello stesso genere, è la modalità con cui si svolgono gli eventi ovvero attraverso un gioco di ruolo gestito da cinque adolescenti ed il nonno di uno di questi, che rappresenta sia il punto di partenza, che quello di arrivo di tutta la vicenda. La trama di per sè non è poi così diversa da molte altre, ma ciascun personaggio ha la sua particolare sfaccettatura (e questa è una delle principali caratteristiche dell'autrice) ed è perfettamente integrato nella storia, ognuno ha un ruolo ben preciso, sono tutti protagonisti in egual misura. La prima parte del libro potrebbe apparire un pò lenta ma poi man mano che si procede la curiosità nel lettore cresce. Lo consiglio, tutto sommato un esperimento abbastanza riuscito.
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Il thriller che non c'è
Un paio di omicidi e qualche indagine riescono a fare di un romanzo un thriller quanto un elegante vestito e un grazioso paio di scarpe fanno di una bella donna una top model.
Le qualità intrinseche possono risultare esaltate, ma difficilmente qualche dettaglio può far apparire ciò che non è. La signora poco avvezza al tacco 12 e allo spacco profondo inciampa risultando poco aggraziata e il thriller ostacolato dalle ricche descrizioni dei personaggi, dei luoghi e dalla quasi assenza di narrazione da “scena del crimine”, procede claudicante rilegato al ruolo di comparsa con due sole uscite: l'inizio e la fine.
In mezzo? Il romanzo. La storia.
Leggendo ci si mette così in cammino in una San Francisco che sfoggia tutte le sue variegate forme di vita, mostrandosi indulgente, tollerante e libertina, ma anche indifferente e qualunquista. Si “gironzola” con una moltitudine umana, uomini d'affari, spacciatori, gay, trasformisti, guaritori, medici e cosi via, finendo per avvicinarsi agli uni o agli altri e talvolta credendo di essersi imbattuti in se stessi. S'incontra Indiana, guaritrice dall'animo puro, dedita agli altri e fermamente convinta della bontà umana attorniata dai suoi uomini: il padre farmacista Blake Jacksson, dedito alla nipote e alla figlia, l'ex-marito Bob Martin, capo della sezione omicidi cinico e libertino, il compagno Alan Keller, ricco rampollo datato e l'amico Ryan Miller, ex- navy seal senza una gamba e con fantasmi nell'armadio. Attorno, tutti i clienti delle clinica olistica, personaggi segnati nel corpo e nell'anima a cui Indiana presta soccorso fisico e morale. Insieme alla madre, la figlia Amanda, teenager brillante e perspicace con difficoltà a socializzare che ha, nel mondo virtuale, la sua rivincita come maestra del gioco di Ripper. Alla guida di una schiera di giovani “emarginati”, un ragazzo paraplegico della Nuova Zelanda, un agorafobico del New Jersey, un'anoressica di Montreal e un orfano afroamericano studente a Reno, si diletta a risolvere i casi ambientati nella Londra di Jack Lo Squartatore.
Quando San Francisco diviene teatro di una serie di delitti, i giocatori decidono di dirottare il gioco ai giorni nostri. Il gioco di Ripper si fa agorà, tavola rotonda, luogo di incontro in cui le differenze, le paure e le menomazioni, fisiche o mentali che siano, spariscono e democraticamente si propone, si deduce, s'indaga. Dietro il velo del nickname ognuno si sente più spontaneo, più libero riuscendo a far brillare la propria intelligenza, la propria forza per esprimere senza remore le idee personali.
Pagina dopo pagina, virtuale e reale sono sempre più in sintonia con il primo che guida il secondo verso la giusta pista e indizio dopo indizio verso la mano omicida.
In definitiva, una commedia umana che scruta l'uomo, lo analizza, lo scandaglia fin nei meandri più oscuri del vissuto, senza commiserazione o compatimento, cercando di mettere in risalto ciò che c'è di buono nei singoli, nelle famiglie, nelle comunità di persone passando per l'analisi dei rapporti tra madre-figlia, tra nonno-nipote, tra ex-coniugi, tra colleghi etc... Uno sguardo ironico alla vita con tutte le sue contraddizioni e le sue debolezze, ma sopratutto con la sua voglia di riscossa, motore per superare le proprie barriere permettendo al vero io di emergere, migliore o peggiore che sia.
Un romanzo, non un thriller, da leggere!
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Non è solo un gioco
Amanda è una ragazzina molto intelligente.
Lei ha deciso di inventare un gioco che ripercorre le orme di Jack The Ripper (Jack Lo Squartatore), insieme ad altri utenti connessi in varie parti del mondo ed al suo fidato nonno materno ogni settimana si incontrano nella chat per parlare di una strana serie di omicidi che inzuppano di sangue San Francisco.
In un primo momento si crede che non ci sia nessun collegamento uno all’altro, ma poi Amanda si accorge che tutte queste morti sono collegate e lo fa presente a suo padre il quale lavora nella Sezione Omicidi.
Per Amanda ed i suoi amici questo Ripper era solamente un gioco, ma un brutto giorno Indiana, la madre di Amanda sparisce misteriosamente.
Proprio in quell’istante ad Amanda cade il mondo addosso, anche se è una ragazzina piena di sicurezza e molto matura per la sua età, la scomparsa della genitrice la fa quasi impazzire.
Amanda vuole salvare sua madre in tutti i modi, ma sa che si tratta di una corsa contro il tempo e ha bisogno dell’aiuto di tutti, infatti mobiliterà tutti i giocatori di Ripper per farsi aiutare in questa missione.
Come tutti i libri di Isabel Allende, anche questo lascia il segno.
Scoprire questa scrittrice che ora si è cimentata anche nei thriller mi ha emozionato ancor di più.
La sua scrittura fluida e ricca di suspense mi ha reso la lettura molto piacevole ed anche se il libro è un piccolo mattoncino le pagine mi sono volate troppo velocemente.
Come sempre le protagoniste sono donne: in questo caso Amanda, l’ideatrice di Ripper e la madre Indiana una bella donna con la testa tra le nuvole e con una fila di corteggiatori.
Amanda anche se è molto giovane è attratta dalla psicologia negativa dell’essere umano, adora indagare negli omicidi e conosce cose che molti adulti non sanno.
il nonno di Amanda, Blake Jackson, la appoggia in questa passione mentre il padre di lei preferirebbe che sua figlia non si interessasse così tanto di quel mondo oscuro e non adatto per una ragazzina della sua età.
Che altro dirvi?
Amanda riuscirà a risolvere in tempo l’enigma ed a salvare la madre?
Per scoprirlo non dovete far altro che leggere che questo meraviglioso libro!
Buona lettura!
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