Il collezionista di ossa Il collezionista di ossa

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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    21 Ottobre, 2020
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Noi tutti siamo nobile osso

Il collezionista di ossa di Jeffery Deaver gioca molto sull’antinomia tra il detective tetraplegico e stanco di vivere (“Lincoln Rhyme aveva chiesto a quattro medici di ucciderlo. Si erano rifiutati tutti”) e l’assassino seriale, sospinto nei suoi crimini da una macabra filosofia (“Noi tutti, siamo nobile osso. Le ossa non mentono. Le ossa sono immortali”) che imprime la selezione delle vittime (“Le tue ossa sono sane – e così prominenti. Le tue ossa dureranno per sempre”).

Da un lato il metodo scientifico dell’inquirente (“Ci sono cinque fattori contaminanti del luogo di un delitto… Le condizioni atmosferiche, la famiglia della vittima, il sospettato, i cacciatori di souvenir. L’ultima è la peggiore… Gli altri poliziotti”), dall’altro la sfida scellerata ingaggiata dal sosco (“Sta comunicando, e nella tua lingua. La lingua della polizia scientifica? Perché?”).

In una New York mobilitata per un evento internazionale (“Le Nazioni Unite… Questo sosco potrebbe anche distrarci tutti…”) tutto congiura contro Rhyme e la neofita, ma intuitiva Amelia Sachs: anche il Camaleonte dell’FBI ( “Dellray… il federale aveva tentato di sottrarre l’indagine al Dipartimento di Polizia di New York”)…

Minuzioso nella descrizione della sfida e nella ricostruzione progressiva dell’identità fisica e psicologica dell’assassino, il romanzo accelera nei clamorosi colpi di scena finali, che rendono quest’opera imperdibile per gli amanti del genere.

Bruno Elpis

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    30 Giugno, 2020
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La melodia delle ossa spezzate

E’ tarda sera mentre rientrano da un viaggio d’affari, il volo in ritardo, eleganti nei loro abiti costosi realizzano che la limousine se ne è andata. John e T.J. stasera si accontenteranno di un taxi.
Mai salire sul taxi sbagliato.

Mentre la città impegna una buona parte delle forze di polizia nella conferenza di pace delle Nazioni Unite, l’agente Sachs risponde a una chiamata di omicidio. Sembrava un ramoscello, ma lo stomaco si comprime e dissente. Il dito scarnificato fino all’osso affiora dalla terra, un anello di diamanti da donna infilato sull’anulare insanguinato.

La mente lucida e brillante, un professionista di investigazione e medicina legale. Lincoln Rhyme bloccato per sempre nel suo appartamento di lusso, con il solo indice in grado di rispondere ai comandi del cervello e alle apparecchiature tecnologiche che gli permettono un minimo di autonomia intellettuale. Finalmente la prospettiva del suicidio assistito si concretizza: un medico, delle pillole, un elastico ed un sacchetto di plastica.

Tre giorni per un thriller, settantadue ore senza respirare per inchiodare un killer.
Infarcito dei tecnicismi di una vera e propria CSI, il ritmo è furioso quando il tempo è scandito da continui colpi di scena. Perfettamente affilato il taglio psicologico dei personaggi, in particolare nei protagonisti, la cui relazione prettamente lavorativa si trasforma, col trascorrere delle ore, in un amplesso empatico.
Troverai ancora il tempo di morire, detective Rhyme?

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Vita93 Opinione inserita da Vita93    03 Marzo, 2015
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Quando ti muovi non possono prenderti

Sono quasi sicuro che fosse il 2000. O forse il 2001. All'epoca avevo quindi sette o otto anni. Non ho dubbi sulla stagione. Nella mia memoria conservo frammenti di una serata fredda, piovosa. La guida tv annunciava in pompa magna la prima visione de “Il collezionista di ossa”, thriller datato 1999 con protagonisti Denzel Washington ed Angelina Jolie.
Nella mia mente di bambino, un titolo di tale efferatezza deve aver suscitato un misto di paura ed irrefrenabile curiosità. Probabilmente non avevo mai visto niente che fosse vietato ai minori di 14 anni. E altrettanto probabilmente devo aver tempestato i miei genitori affinché mi concedessero di vedere il film. Tanto che, a quanto ricordo, ho strappato loro una sorta di accordo: avrei visto la prima metà del film, sarei andato a letto perché il giorno dopo dovevo andare a scuola, e avrei concluso la visione il pomeriggio seguente. Rigorosamente su videocassetta, dato che l’epoca del Vhs non era ancora terminata. È questo il carico emotivo che mi lega all’opera. È un film che nel corso degli anni ho rivisto altre volte. E certamente non per la qualità della pellicola, trattandosi di un thriller appena sufficiente. Ma lo ricordo sempre con grande affetto. Rimasi elettrizzato dalla bellezza della Jolie ed impressionato dalla brutalità di alcune scene, dalla sensazione di osservare immagini proibite per un bambino, dalla paura che sicuramente mi ha accompagnato nel cercare di prendere sonno. Quella sera conobbi un nuovo genere, il thriller. Di cui mi stuzzicavano sia le versioni cinematografiche che cartacee. E sebbene crescendo mi stia avvicinando sempre di più ad autori e ad una letteratura di ben altro calibro, è un genere di intrattenimento che mi interessa ancora e che probabilmente non abbandonerò mai del tutto.

Il libro da cui è tratto il film è il primo della serie che il celebre autore Jeffery Deaver ha incentrato sulla figura del criminologo tetraplegico Lincoln Rhyme, rimasto paralizzato dalla vita in giù in seguito ad un incidente durante le operazioni di soccorso di una vittima.
Può muovere soltanto la testa e l'anulare della mano sinistra. È costretto a vivere pressoché immobilizzato in un letto, collegato a vari tipi di macchinari.
Dotato di conoscenze mediche, legali, ambientali e psicologiche di immenso spessore, si è ufficialmente ritirato dalla carriera investigativa.
In via del tutto eccezionale, convinto da un vecchio collega, collabora alle indagini su un omicida che ha sotterrato un uomo vicino ad un vecchio binario nel West Side di New York. Una serie di indizi appositamente lasciati dal killer per la polizia, se decifrati in tempo, possono salvare la vittima successiva.
Lincoln decide di farsi aiutare dalla bellissima Amelia Sachs, una poliziotta non addetta alla sezione criminale, intervenuta per caso nel ritrovamento del corpo della vittima. La mente ed il braccio.

Deaver è un maestro assoluto del genere thriller, e questo è probabilmente il miglior romanzo della sua folta produzione letteraria. La trama non concede un attimo di tregua, il ritmo è sempre alto e i colpi di scena, ottimamente gestiti, accompagnano la lettura dall'inizio alla fine.
Ho trovato brillante la scelta di esporre, con un linguaggio accessibile, le procedure scientifiche utilizzate nell'analisi delle prove raccolte, così come convince l'uso di sigle ed acronimi propri di una vera indagine.
Oltre al caso poliziesco, parte della forza del libro va attribuita ai due personaggi principali. Lincoln ed Amelia formano una coppia carismatica, originale ed emotivamente ricca. Non stupisce, in tal senso, che da un potenziale così alto sia scaturito un ciclo di romanzi che ormai hanno numericamente superato la doppia cifra.

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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    30 Dicembre, 2013
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Intrattenimento allo stato puro

La letteratura e il cinema pullulano di serial killer dalla fantasia quantomai variegata.
Alcuni sadici e sanguinosi, altri pazzi scatenati convinti di essere illuminati e guidati dalla volontà divina, o anche semplici assassini a pagamento. Il serial killer che ci troviamo dinanzi in quest'opera di Deaver è di certo uno dei più intriganti e particolari, come si può facilmente dedurre dal titolo del libro.
Il protagonista è Lincoln Rhyme, (tra l'altro protagonista di un ciclo di opere di Deaver di cui "Il collezionista di ossa" fa parte) un criminologo divenuto tetraplegico a causa di un incidente avvenuto nel corso di un indagine. Rhyme ha quasi del tutto perso la voglia di vivere, ma essendo stato uno dei criminologi migliori sulla piazza, viene contattato dalla polizia per condurre l'indagine su un caso particolare, di un assassino dai modi di agire quanto mai macabri.
La lettura è piacevolissima, Deaver scrive bene, il ritmo è incalzante come giusto che sia, ed essendo che l'assassino compie i suoi omicidi a poche ore di distanza l'uno dall'altro, Rhyme deve affrontare una vera e propria corsa contro il tempo, contro sè stesso, le sue limitazioni fisiche e mentali, e ovviamente contro il colpevole. Le ambientazioni sono perfette per il tipo di storia che l'autore ci vuole raccontare, atmosfere che si fanno sempre più cupe e decadenti man mano che ci si avvicina all'assassino e alla sua opera. Lo scrittore non ha timore di descrivere tutto nei dettagli provocando talvolta nel lettore un senso di disgusto provocato dai modi che l'assassino ha di torturare le sue vittime e dai luoghi in cui vengono rinvenuti i corpi, d'altra parte non si perde in descrizioni e fronzoli inutili e noiosi, come spesso fanno gli autori che scrivono libri come questo.
Deaver ci vuole coinvolgere, farci leggere la storia tutto d'un fiato, in un crescendo di emozioni e colpi di scena, e ci riesce alla grande devo dire, tanto che il film che ne è stato tratto, pur essendo interpretato da un sempre grande Denzel Washington, non riesce ad essere trascinante ed emozionante come il libro. Fin dall'inizio infatti "Il collezionista di ossa" viaggia a ritmi elevati, non ricordo infatti di aver mai letto un libro che parta così alla grande, ma la cosa migliore è che mantiene la stessa andatura in pressochè tutta la sua durata.
In conclusione, il libro riesce in quello che è, a mia opinione, l'obiettivo dei libri di questo genere. Intrattenere. Non ci sono temi profondi affrontati, non ci sono molte riflessioni da fare, sono infatti poche le storie di questo tipo che offrono qualcosa su cui riflettere (l'unica che ricordo è un grande film che è Se7en). Tanto è vero che, nonostante io dedichi sempre l'ultima parte delle mie opinioni a una citazione, la lascerò vuota perchè non ricordo frasi degne di nota. Ma non prendetela come una critica o un giudizio negativo, il libro è riuscito nel suo intento, mi ha divertito, e molto.
Ci sono autori che oltre a scrivere un libro, contemporaneamente e magari inavvertitamente, stanno scrivendo il copione di un film, e questo è il caso di Deaver con il suo "Il collezionista di ossa".

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Libri su serial killer.
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    18 Settembre, 2013
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La sintonia delle menti

Il mio esordio nel mondo dei trillers è decisamente ENTUSIASMANTE!
Non potevo non ricordare molti particolari, avendo visto prima il film,
interpretato magistralmente da A. Jolie e D. Washinton. Questo mi ha un po’ sfavorito, lasciandomi meno spazio alla fantasia e all’immaginazione.
La storia inizia, ovviamente ,col ritrovamento di un cadavere, sepolto vivo.
Soltanto una mano,sporge dalla sepoltura, un dito scorticato fino all’osso, funge da supporto per un anello femminile.
L’uomo rapito in compagnia della moglie, da un tassista. Non si sono più avute notizie dei coniugi, e il messaggio in codice fa supporre che la donna sia ancora viva.
La poliziotta di pattuglia Amelia Sacks, trova per prima il cadavere sepolto, e si comporta secondo il protocollo per impedire che la scena del crimine sia inquinata, non senza critiche e difficoltà .
Inizia un rapporto di collaborazione fra l’agente Sacks e Lincoln Rhyme; lei ragazza bellissima e intelligente, figlia d’arte, e lui, ex detective, profiler, costretto all’immobilità quasi totale da alcuni anni, dopo un incidente sul lavoro, ingaggiato per il nuovo caso come consulente.
Dopo un inizio ostico, il rapporto fra i due diventa un’intesa perfetta, Sacks, diventa il prolungamento fisico di Rhyme, trasformandosi nelle sue gambe nelle sue braccia, nel suo olfatto occhi tatto ecc.

Due menti sopraffine, che uniscono le forze e le notevoli capacità, per decifrare gli indizi che il sosco, soggetto sconosciuto, lascia volutamente o inconsapevolmente sulle scene del crimine.
Ad ogni nuovo indizio si aggiunge un pezzo al puzzle , un nuovo indizio porta a un’ulteriore conoscenza del sospettato, il quadro si sta per comporre.
Solo l’unione delle due menti e delle abilità investigative , dell’alchimia fra i due protagonisti ti tiene incollato al racconto, poi il magnetismo al limite dell’erotico, ti coinvolge ulteriormente., creando una dipendenza fisica dal volume, portando ad esso ad ogni ritaglio di tempo, coinvolgendoti sempre più, fino ad un crescendo delle ultime cento pagine, che portano i valori dell’adrenalina alle stelle……….
Lasciandoti dispiaciuto di aver letto le ultime righe……poi per fortuna scopri che ci sono altri nove libri sulle indagini di Rhyme e Sacks. Meno male!

Devo aggiungere che questo racconto, pur essendo principalmente legato alle vicende degli omicidi,
spinge ad alcune importanti riflessioni sull’eutanasia, sui risvolti psicologici che indirizzano alcuni investigatori alla scelta della loro professione, dimenticando spesso la loro vita privata.
Vi dico, che se come me non avete mai letto questo libro, ve lo consiglio caldamente, non ne rimarrete delusi. E ora largo ai trillers, avevo così tanti proggetti di letture, ora ne ho di più.
paola

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All-In-For-Cichis Opinione inserita da All-In-For-Cichis    15 Settembre, 2013
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La Genesi di un mito

La Genesi, l'Inizio con la I maiuscola di quella che, con il passare del tempo, è divenuta una delle serie thriller più longeve, vendute ed amate. 10 libri con protagonista il detective tetraplegico (oltre ad ulteriori 3 libri che, per dirla in termini televisivi, sono spin-off) partono da qui, dalla prima indagine con protagonisti Lincoln Rhyme e Amelia Sachs, dal capolavoro che ha reso grade Jeffrey Deaver. Ritmo incalzante, sorprese sempre dietro l'angolo, e una sorprendente realisticità scientifica che non guasta mai. E poi, ovviamente, il classico grande finale con il colpo di scena, un coniglio che non manca mai di essere estratto dal cilindro di JD: proprio quando pensi di aver capito tutto, ecco la sberla in pieno viso che ti sconvolge e ti fa leggere la fine con il fiato sospeso. Impossibile non leggerlo per gli amanti del thriller.

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Uno dei 10 libri della serie Lincoln Rhyme
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marlon Opinione inserita da marlon    09 Mag, 2013
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precursore

Uno dei migliori libri di questo autore che non ha bisogno di presentazioni. Anche se mi ha sorpreso di più "LO SCHELETRO CHE BALLA". Comunque si tratta di un ottimo thriller ben intrecciato con il classico serial killer che lascia tracce per giocare una partita a scacchi con il protagonista( tetraplegico immobilizzato in un letto). Entrambi dotati di un intelligenza superiore, ma ahimè il buono dovrà dirigere le indagini e risolvere i rebus dell'assassino dalla sua stanza e guida con maestria la detective AMELIA nella battaglia contro il Male. L'autore è bravo nello scavare nell'animo umano e descrivere le indagini con dovizia di particolari (la griglia.....). Per gli amanti del genere e per i pochi che non l'hanno letto lo consiglio sicuramente.

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Hypo Opinione inserita da Hypo    11 Febbraio, 2012
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L'osso è l'aspetto più forte del corpo..

Avvincente, non trovo parola migliore per descrivere questa prima indagine di Lincoln Rhyme.

"Il Collezionista Di Ossa" raggiunge alti livelli d'inquietudine. Ho adorato tantissimo le prime pagine, le scene dei primi delitti appaiono realmente in tutto il loro orrore di fronte ai miei occhi. C'è fascino (di quello macabro e nauseabondo) e le immagini fanno fatica a lavarsi via. Ma ben presto orrore e disgusto lasciamo spazio alla suspence e ai colpi di scena. Splendida la caratterizzazione dei tre protagonisti principali (Lincoln Rhyme, Il Collezionista Di Ossa e la bellissima Amelia Sachs), ognuno di loro vive i propri incubi, difficoltà e ricordi influenzando in maniera determinante la storia.

"Il collezionista Di Ossa" è un romanzo che scava nella sofferenza, un romanzo che va oltre l'indagine principale (che comunque non esce mai di scena) per affondare le proprie radici nella psiche dei personaggi coinvolti. Jeffrey Deaver è astuto, gioca sino alla fine con il lettore fornendo continui colpi di scena (alcuni certamente teatrali, ma mai fuori luogo), e le ultime pagine sono la dimostrazione perfetta di come concludere un romanzo di tale intensità emotiva.

Il gioco del gatto con il topo potrebbe stufare i meno attenti ma cattura inesorabilmente durante il svolgimento dell'indagine, mentre sono narrate superbamente e minuziosamente le scene del crimine. La comunicazione "a distanza" (non voglio dire di più a riguardo anche se immagino che in tanti sappiano in che maniera o "stato" si svolge la storia) è avvincente e curiosa, una fitta rete tempestiva che si svolge nel giro di poche ore. E aspettatevi di tutto quando Lincoln rimugina con se stesso.

Anche ora che l'ho finito continuo a vedere quel braccio, quella stanza, quei tubi e a sentire odori di luoghi chiusi da lungo tempo a questa parte. Direi che è proprio questo che si richiede a questo tipo di letture (oltre ovviamente ai colpi di scena, che di certo non si fanno mai attendere).

"Il Collezionista Di Ossa", lettura astuta (a volte forse troppo), psicologica nonché filosofica.Uno splendido affresco di partenza per il signor Rhyme.

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paolodal Opinione inserita da paolodal    29 Gennaio, 2012
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INCREDIBILE! JEFFREY DEAVER CONDANNATO!!!

Si’ e’ vero, Vostro Onore, qualche avvisaglia c’era stata. Quando, in libreria, avevo allungato con titubanza la mano verso ‘’Il collezionista di ossa’’, thriller di Jeffrey Deaver, qualche dubbio ce l’avevo, dopo le molte delusioni, dopo le innumerevoli cosiddette americanate cui la vita ormai mi aveva abituato…. Mah, amici della giuria, che dire pero’ del tanto decantato film con Denzel Washington tratto dal romanzo, sbandierato in quarta di copertina? Spunti accattivanti, incipit seducente… ma si’ dai, questo libro e’ buono, magari non sara’ un capolavoro ma e’ un bel romanzo, cosi’ per rilassarsi, dai… e invece, inesorabilmente, dopo 180 pagine, il Banale a stelle e strisce cresce, cresce, cresce…. Dopo un lungo percorso piacevole, le battutine sul macabro, l’investigatore che gioca al burattinaio da quattro soldi sulla pelle delle vittime…. Butto via il libro, vorrei bruciarlo, ma in realta’ sono arrabbiato con me stesso. Maledetta anche questa volta, in cui non ho dato ascolto a quella voce interiore, nata dalla passione di mio padre per la lettura, germogliata con una buona maestra in una scuola italiana, cresciuta tra i banchi del liceo grazie a qualche valido professore di lettere antiche. La voce interiore che in libreria mi diceva: ‘’Jeffrey chi? Ma va… tratto un film, giudizio ‘’amazing’’ sul Daily News? Ma lasciali perdere….
Questo Tribunale condanna Jeffrey Deaver al risarcimento di euro 1.000 nei confronti del ricorrente lettore, per avere con l’inganno carpito il suo interesse e per avergli rifilato l’ennesima fregatura in salsa ketchup, avendogli fatto perdere ben quattro ore di lettura. Contro la presente sentenza non e’ ammesso appello.
Cosi’ e’ deciso, la seduta e’ tolta.

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Opinione inserita da Roberto    18 Marzo, 2011

Da leggere fino all'osso...

"Il collezionista di ossa" è un romanzo da leggere oltre le sue 400 e più pagine, oltre le macchie d'inchiostro stampate sui fogli, oltre l'apparenza della lettura. Il primo racconto di Lincoln Rhyme non poteva che essere un titolo importante, che lasciasse il segno, e che condensasse in un libro tutta la bravura di Deaver.
Uno dei maggiori punti di forza del romanzo, in effetti, è proprio il protagonista: un uomo forte, ma che nella sua forza si è stancato di lottare contro la sua stessa vita. Rhyme non è solo un criminologo intelligente, intuitivo e brillante: è soprattutto una fonte di riflessioni e di insegnamenti sulla nostra esistenza, che - perdendo il desiderio di vivere a causa del suo lavoro - lo ritrova nello stesso modo.
Un altro dettaglio fondamentale è l'ambiente: una New York morbosamente descritta nei suoi quartieri, nelle sue strade, nella sua atmosfera, che diventa anche la "nostra" città, durante la lettura.
Il resto è un intreccio di enigmi, colpi di scena ed effetti matrioska tipici dell'autore, che propone una trama affascinante e decisamente avvincente.
Unici due difetti: il testo risulta prolisso nella descrizione delle procedure scientifiche, nella parte iniziale, rallentando il ritmo della lettura; il finale è, a mio modo di vedere, un po' banale e riduttivo a fronte della maestria letteraria ammirata nel corso dell'opera.
Tirando le somme, credo che qualunque giudizio sia estremamente limitato, in merito ad un libro che - ci tengo a ribadire - è molto più che "uno". L'unico consiglio che sento di poter dare è di leggerlo, di viverlo e di godere ogni emozione che vi farà provare.

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leadger Opinione inserita da leadger    10 Giugno, 2010
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Il braccio e la mente

Ad un aeroporto della Grande Mela, un uomo e una donna, di ritorno da un viaggio d’affari, prendono un taxi, per tornare a casa. Non arriveranno mai a destinazione. L'uomo viene ritrovato sepolto vicino ad un binario della ferrovia. Il rinvenimento del corpo viene effettuato da una giovane agente di pattuglia, Amelia Sachs, al suo ultimo giorno di lavoro. L'agente nota dei bizzarri oggetti ammassati vicino al cadavere e blocca tutta la zona limitrofa per evitare che le prove vengano distrutte, arrestando addirittura un treno e una strada. Questa audacia fa sì che Lincoln Rhyme, un ex poliziotto ormai tetraplegico, decida di assoldare Amelia nella squadra investigativa organizzata dalla polizia. Rhyme infatti necessita dell'agente Sachs: lei sarà i suoi occhi e le sue mani nelle varie scene del crimine.
Un romanzo molto avvincente che ti cattura e non riesci più a smettere di leggerlo.
Qualora aveste già visto il film non scoraggiatevi, perché il colpevole non è lo stesso.

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