Il codice Da Vinci
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LA VERTITA' DEL SANTO GRAAL
Nel museo del Louvre a Parigi, è stato trovato morto il custode, in una posizione particolare che ricorda “L’uomo Vitruviano” di Leonardo Da Vinci. Ad indagare sulla faccenda viene chiamato il professore dell’Università di Harvard, Robert Langdon accompagnato da una figura femminile che si rivelerà una testimone molto preziosa nella ricostruzione dei fatti soprattutto per ciò che riguarda il collegamento tra quest’uomo, il pittore italiano del 400 e una società segreta, il Priorato di Sion.
Ed è proprio di segreti che si parla: attraverso la decodificazione di codici, di simboli e preziosi manoscritti, indizi dissipati in importanti opere d’arte, Robert Langdon si abbandona in un viaggio pieno di misteri e importanti verità taciute nel tempo che lo portano sino alla scoperta del Santo Graal, fulcro della più grande leggenda della storia che sarebbe stato protetto proprio da quella società segreta e che rivelerebbe una verità che se scoperta farebbe sprofondare la Chiesa e l’intero Cristianesimo nella rovina più totale, andando ad intaccare i principi fondamentali su cui si fonda questa religione.
Indubbiamente uno dei best steller più famosi e avvincenti degli ultimi anni, un thriller che ti lascia senza fiato, un turbinio di emozioni che non vengono tradite dal finale inaspettato.
C’è una precisazione da fare: questo è un romanzo, non un saggio storico per cui va letto pensando a questo fatto, senza credere a tutto quello che c’è scritto come verità assoluta anche perché l’argomento principale è la leggenda e in quanto tale, una leggenda, ha sì un fondamento di verità ma anche una buona dose di mistero. Dan Brown in questo è stato un maestro di furbizia; scrivere una storia affondando il coltello nella curiosità della gente, da sempre affascinata da argomenti come questi, segreti della Chiesa, scandali, misteri, templari, sette e società segrete e simbolismi vari nei dipinti e nelle sculture.
E così “Il Codice da Vinci” si fa strada tra mito, arte, storia e religione, in uno scenario ricco di colpi di scena, descrizioni minuziose di luoghi e di personaggi, con particolare attenzione alle opere d’arte di Leonardo e di atri artisti, dividendo la storia in varie storie che si svolgono contemporaneamente, passando da una all’altra, raccontandole insieme, sino a giungere al finale che riunisce tutti i personaggi, antagonisti e principali.
Consigliato.
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Una piramide ricolma di dollaroni
Letto nella sua versione delux (quindi con foto e illustrazioni), che poi ho provveduto bene a regalare alla bancarella dei libri usati sotto casa, è sicuramente una lettura affascinante e che rivela tutta la bravura dell'autore a catturare l'attenzione per quasi tutta la durata della narrazione.
Certo di voli pindarici di fantasia ne fa molti durante la scrittura. Certe volte sembra di star leggendo un libro storico, certe altre una favoletta per pupetti.
Come sempre, quando si affrontano temi religiosi, sul significato della vita, sulla figura del Cristo, su un Genio come Leonardo, si finisce per fare un enorme confusione, di cercare di dare un significato all'esistenza che facilmente può rasentare il ridicolo.
Lo scrittore è un esperto tessitore di intrecci e trame, fa cozzare fra loro i personaggi, li porta a un punto di rottura per poi tornare sui suoi passi e li tiene sempre al centro della narrazione.
Ne è stato tratto un film, ampiamente dimenticabile.
Alla fine credo che il nostro eroe, nelle piramidi più del Santo Graal abbia trovato un altro elisir di lunga vita......e cioè un forziere ricolmo di soldi e preziosi, poichè leggendo qui e li le statistiche di vendita del libro che si attestano sui 90 milioni di copie.....questo si è un vero miracolo.
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Un banco di prova per la fede ?
Dopo diverso tempo dall'acquisto,decido finalmente di rispolverare il fenomeno editoriale di cui tanto ho sentito parlare: una lettura soddisfacente.
Ovviamente trattasi pur sempre di un romanzo, quindi come tale andrà considerato, si tratta comunque di una ricostruzione dell'autore, non del libro della verità.
Ciò che si può rilevare dalla lettura del racconto è come il thriller passi in secondo piano, poichè sono altre le vicende che rendono interessante lo scritto; questo rende il romanzo, un thriller diverso dai tanti.
Jacques Saunière, curatore della grande galleria del Louvre, viene brutalmente ferito da una figura misteriosa, che poco dopo fugge. In fin di vita Sauniere predispone un messaggio in codice rivolto all'agente Sophie Neveu e all'ormai noto Professor Langdon. Inizia così un viaggio nel passato, alla ricerca di un tesoro di inestimabile valore su cui aleggia un mistero millenario: il GRAAL, oggetto misterioso su cui ancora oggi il genere umano si interroga e la cui entità non sembra essere così scontata come sembra.
Devo dire che l'interesse del lettore si concentra prevalentemente sulle vicende "esistenziali" alla base della storia: poco importa dell'omicidio di Saunière, più interessanti risultano, invece, gli aspetti divini e storici che aprono un ampio spazio di riflessione e pongono diversi interrogativi.
.Ribadisco non si tratta di verità assoluta, peraltro l'autore non intende arrogarsi tale monopolio (almeno credo), ma può essere una lettura utile e un valido spunto di riflessione per il lettore che potrà porsi degli interrogativi sulla vita di Gesù Cristo, che poi si tratti di una ricostruzione da prendere con le pinze (completamente falsa per alcuni) è altro discorso, ma non più di tante altre.
Leggendo il romanzo, aldilà della finzione narrativa mi sono posto spontaneamente delle domande:
- potrebbe essere che Gesù fosse più uomo di quanto si pensi, l'autore evidenzia la prevalenza dei profili umani del Cristo ?
- potrebbe essere che Gesù fosse sposato con Maria Maddalena e avesse avuto dei figli, da cui è derivata una discendenza ancora oggi presente? Peraltro non vedo nulla di male in un ipotetico matrimonio di Gesù;
- potrebbe essere,inoltre, che fosse la stessa Maddalena ad essere incaricata di fondare la Chiesa e non San Pietro, che vi fosse quindi un femminismo sacro soffocato alle origini ?
Ovviamente non abbiamo delle risposte certe a queste domande, e queste non potranno sicuramente provenire dalla lettura del romanzo, ciò non toglie che si possano configurare tali interrogativi utili ad allenare lo spirito critico di ogni lettore, a far si che ciascuno di esso metta in discussione le proprie idee, mutandole o rafforzandole senza paura di far vacillare la propria fede, che, se forte, non subirà alcun pregiudizio.
Insomma,da cattolico dico: siamo sicuri che la ricostruzione che conosciamo - per chi la conosce - sia quella vera, possiamo dire con certezza che la Chiesa sia detentrice della verità e non abbia invece trasmesso ciò che voleva trasmettere o ricostruire?
La verità è che la fede è qualcosa di irrazionale, non può trovare fondamenti logici e probabilmente deve essere così, questo però non significa non poter non entrare in contatto con altre ricostruzioni a cui si è liberi di non credere, ma che possono rappresentare altrettante valide alternative; del resto, lo sappiamo bene, il cristianesimo ha avuto un'espansione pluridirezionale, ma chi può dire "razionalemente" quale di queste sia la giusta ricostruzione?
Nessuno può dirlo, ciascuno deve professare la propria di fede, nella sua irrazionalità: ciascuno ha il propio credo, le proprie ricostruzioni, i propri convincimenti, "le proprie verità "ed è giusto così, ciò però non significa avere i paraocchi e rifiutare, anche solo di ascoltare, qualsiasi altra interpretazione.
Concludo, quindi, ricordando che è solo un Thiller (in sè nemmeno molto interessante), ma la tematica che tocca lascia spazio a diversi interrogativi, a cui l'uomo non potrà mai rispondere.
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Mi ha convertito... O forse no?
E' il primo romanzo che leggo di questo autore, e devo dire che non sapevo che il protagonista di questo famosissimo romanzo fosse presente in storie precedenti.
Ero stato alla larga da questo bestseller proprio per il suo enorme successo.
Essendo io infatti uno stronzetto che cerca sempre di andare contro-corrente, mi trovavo bene nella veste di quello che legge sempre altro...
Ora però, dopo un anno esatto dal mio acquisto (avvenuto per un euro e cinquanta centesimi presso una bancarella dell'usato nel paesino di Iseo -BS-), mi sono messo a spulciarlo...
Così, con la mia solita aria "ghigna" sdegnata da "iononleggoquestarobafamosa", e con finto "non-interesse", ho iniziato a leggerlo... straleggerlo... superleggerlo... iperleggerlo... DIVORARLO!!!
Questo, che in questo esatto momento mi trovo tra le mani non è un romanzetto, ma un cavolo di capolavoro, questa è una stramaledetta opera di paurosa e peccaminosa tentazione e dubbio.
La mia traballante FEDE ha vacillato fin da subito, e le mie certezze correlate al mio forte carattere da criceto sulla ruota, sono facilmente saltate.
In pratica a metà libro l'autore mi aveva già convinto di tutte le sue tesi.
In pratica a tre quarti del libro ero già pronto a gridare al mondo la mia conversione al femmininio sacro (o femminio sacro non mi ricordo più come si scrive e non ho voglia di cercarlo).
Parlando seriamente, questo è davvero un ottimo romanzo.
Ovviamente bisogna prendere con le pinze tutti i suoi contenuti, e non prenderli ovviamente per oro colato.
E' un libro che gioca sui dubbi di ogni uomo normale dotato di un'intelligenza normale.
Gioca sui dubbi che qualsiasi Cristiano credente e dotato di una normale intelligenza si è posto più volte nell'arco della sua vita.
Con questi dubbi, con tante supposizioni, e con una miriade di intelligenti giochi e trabocchetti, l'autore orchestra una teoria plausibile come tante altre.
Su questa teoria, gira tutta la sua storia.
E bisogna ammetterlo gira proprio bene.
Penso proprio che il libro sia valso tutto l'euro e cinquanta che l'ho pagato! Anzi se ribecco la bancarella dell'usato cerco anche il suo seguito!
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Il maestro del doppio senso
Lo stile è la parte più interessante di questo libro, diventato un best seller, a mio avviso a ragione. Il ritmo è serrato. Capitoli brevi, con cambi di scena e di personaggi frequenti, una tattica stilistica per invogliare la lettura, perché l’interesse per le vicende parallele è mantenuto molto vivo. Personaggi ben studiati e tanti enigmi. Belli, intelligenti, appassionanti. Un po’ meno bella, per me, la parte prettamente storica, ma comunque anch’essa piacevole: antichi segreti affiorano alla superficie e storie dimenticate escono dall’ombra Il mio personaggio preferito è il nonno, perché anche se lo si conosce solo di riflesso, se ne ammira l’intelligenza, che è ovviamente l’intelligenza dell’autore che ha costruito il personaggio e concatenato gli eventi in modo così vivace. Un vero maestro del doppio senso, capace di creare rompicapi all’interno di altri rompicapi, che sono stati un vero stimolo alla lettura.
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Un pasticciaccio che poteva venire meglio
Uno dei maggiori best seller degli ultimi tempi. Un vero e proprio caso editoriale.
Milioni di copie vendute nel mondo, altrettanti lettori entusiasti. Ne hanno fatto anche un film di successo. Non è quindi un brutto libro, pare, può essere pure divertente ed avvincente, insieme a “Angeli e Demoni”, anche questo vendutissimo e trasportato al cinema, che hanno lo stesso protagonista, un professore un po’ particolare.
Però…non mi convince in pieno, dico la verità, mi ha incuriosito, ma nulla più, per quanto la storia e l’idea ispiratrice sia anche carina, ma in genere vorrei che lo scrittore curasse un pochino meglio la similitudine di quello che scrive.
Voglio dire, un bravo narratore sa ottenere nei lettori la sospensione dell’incredulità, cioè riesce a fargli credere, anche se solo per il tempo che impiega a leggere, che ciò che legge sia più o meno realistico, in qualche modo più o meno verosimile. Gli fa credere che sia possibile.
Ci riescono perfettamente Stephen King, con i suoi romanzi “horror” per esempio, o Ken Follet, che fa interagire i suoi personaggi di fantasia con figure e fatti storici reali, o in Italia Giovannino Guareschi, che addirittura rende in qualche modo plausibile e reale che il semplice parroco Don Camillo parli direttamente con il Cristo sulla Croce.
“Il Codice da Vinci” è una carrellata di assurdità, di cose più assurde che mai mi sia capitato di leggere. Va bene le licenze poetiche, ok sulle invenzioni letterarie, capisco la fantasia e la libertà del narrare, ma Dio buono, alla fessaggine umana ci deve pur essere un limite.
Perché il romanzo è tutto qui, un mucchio di fandonie.
Errori, sciocchezze, falsi storici, tutto spacciati per veri e con poca similitudine.
Sorvoliamo sugli errori storici. Facciamo finta che i Merovingi abbiano fondato Parigi.
Facciamo finta che il Papa abbia gettato nel Tevere le ceneri dei templari in un periodo in cui il papato stava ad Avignone (avrà preso il suo jet personale, con quel preciso intento…nel medioevo).
Facciamo finta che il Priorato di Sion sia stato fondato nel 1090 con lo scopo di proteggere la discendenza di Gesù Cristo, e non nel 1956 a scopo di frode, e che i documenti depositati alla Bibliothèque Nationale siano autentici e non dei falsi riconosciuti.
Facciamo finta che Costantino sia stato pagano fino alla sua morte.
Facciamo finta che nell'anno mille in Francia ci fossero adoratori di Iside con un tempio personale. Sorvoliamo sugli errori tecnici. Facciamo finta che la Smart faccia 100 km con un litro.
Facciamo finta che la Pyramide du Louvre sia costruita con 666 lastre di vetro.
Facciamo finta che si possa parcheggiare giusto sotto la finestra del museo (anche col dislivello di 50 cm che separa la struttura del Louvre dalla strada).
Facciamo finta che per andare dal Louvre a Rue Haxo si debba passare per il Bois de Boulogne. Facciamo finta che una giovane donna possa tirar giù da un muro un quadro di un quintale senza nessun problema.
Sorvoliamo sugli errori teologici.
Facciamo finta di essere rimasti all'eresia monofisita e che Gesù abbia la sola natura divina e non *anche* quella umana (vabbè, è morto sulla croce, e allora? Probabilmente fingeva).
Facciamo finta che Amon e Iside fossero sposati, facciamo finta che le Olimpiadi si tenessero ogni cinque anni in onore di Afrodite e non ogni quattro in onore di Zeus Olimpio, facciamo finta che il Buddha sia nato da un fiore di loto, e non molto tradizionalmente da suo padre il re e sua madre la regina col nome di Gautama Siddharta nel VI secolo a.C.
Sorvoliamo su quelle che, se non sono errori, sono sicuramente pecche stilistiche.
Sorvoliamo sulla trama scontata, sugli indovinelli da seconda elementare, sui personaggi monodimensionali, sull'assoluta imperizia narrativa dell'autore, sulla completa infondatezza di quelli che pubblicizza come dati storici. C'è però una cosa su cui invece, in un atipico slancio di veterofemminismo, non mi sento di sorvolare.
Allora, tutto il libro è incentrato sull'idea che la Chiesa non ha fatto altro, per secoli, che reprimere il "femminino sacro". Perfetto.
Ma analizziamo un attimo questo. Cos'ha di sacro la femminilità, secondo l'amico Brown?
A quanto pare, due cose: la capacità di dare figli, e la capacità di portare ad una maggiore conoscenza del divino tramite l'atto sessuale.
La capacità di dare figli ALL'UOMO e di portare L'UOMO ad una maggiore conoscenza del divino tramite l'orgasmo DELL'UOMO (di quello della donna non si fa menzione: evidentemente non è rilevante).
Non riesco proprio a concepire come qualsiasi donna si possa essere sentita "onorata" o "appagata" da un discorso del genere (eppure è così, molte donne amano questo libro).
Non salta forse agli occhi che si tratta di una visione maschilista, subdolamente maschilista, ESTREMAMENTE maschilista?
Non salta agli occhi che è la peggiore riduzione della donna a ruolo di oggetto che si possa fare, e che in confronto veline e letterine varie sono l'emblema dell'emancipazione femminile?
Non salta agli occhi che dando ad un individuo la funzione di mezzo e non quella di fine gli si toglie esplicitamente la qualifica di essere umano?
No, evidentemente no, da nessuna parte si è presa seriamente in considerazione la cosa.
Ecco, “Il Codice da Vinci” poteva essere un buon libro, scritto meglio, l’idea di partenza si poteva gestire diversamente…così com’è, mi sa di presa in giro solo per fare soldi. E vabbè, leggiamolo sotto l'ombrellone, va.
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Non così eccezionale
Erano anni che mi dicevo “Un giorno lo leggerò”, “Prima o poi lo leggerò” ma non lo facevo mai, poi qualche settimana fa l’ho finalmente iniziato.
In linea generale ovviamente sapevo la trama ed ero anche a conoscenza dei più clamorosi colpi di scena perciò l’effetto sorpresa, sul quale il libro punta moltissimo per non dire tutto, non c’era.
Si tratta di un thriller dove fondamentale importanza hanno opere d’arte, simboli e personaggi storici di cui l’autore fornisce informazioni di tale accuratezza da far sembrare tutto reale; l’intreccio è geniale, così come gli indizi lasciati da Saunière, tuttavia, sebbene il volume non annoi mai, l’ho trovato decisamente arido dal punto di vista dei sentimenti. Langdon viene catapultato improvvisamente in un’assurda caccia al tesoro e tutto quello che riesce a pensare è che ha sonno?!Le sue emozioni non vengono mai citate se si esclude il senso di colpa ad un certo punto del racconto e così il bacio con Sophie l’ho visto del tutto fuori luogo.
Capire per quale motivo ha avuto tanto successo è facile: il mare di documenti e intrighi creati presumibilmente dalla Chiesa per nascondere il grande segreto. Se si tratti della verità oppure no probabilmente non lo sapremo mai, ma una cosa mi sembra palese e su ciò concordo con quanto scritto nel romanzo: la Chiesa delle origini ha demonizzato la figura femminile e soltanto in tempi più o meno recenti è iniziata la sua rivalutazione. Non che gli antichi innalzassero statue d’oro al gentil sesso ma per lo meno non erano viste nell’ottica negativa tipica dei secoli successivi.
Ad ogni modo si tratta di un lettura piacevole che non mi senti di sconsigliare.
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Professor Langdon
Un'altra avventura del mitico professor Langdon che sta volta si trova ad indagare sull'omocidio di Jacques Saunière. Assassinato in un corridoio del famosissimo museo parigino. Un cadavere nudo in posizione come l'uomo vitruviano, enigmi e misteri che pagina dopo pagina si infittiscono, forse Brown azzarda con la storia di Gesù ed ha fantasticato troppo con il significato dei dipinti di Da Vinci.
Devo ammettere che il romanzo mi è piaciuto ma mi aspettavo qualcosina in più, letto dopo qualche anno dall'uscita, trovo che sia un titolo abbastanza sopravvalutato. Primo romanzo che ho letto di questo autore, mi piace lo stile di Brown che riesce a intrigare il lettore con enigmi sempre più arguti,tutti che spingono chi legge a tuffarsi nella vicenda.
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Uno scherzo geniale
Si, spero che mezzo mondo stia scherzando: si può veramente giudicare un romanzo del genere dalla pseudo-veridicità contenuta nel messaggio di una trama apocalittica che si innesca in un circondario da thriller palesemente provocatorio?
Per farla breve: è possibile mai che un libro così ben scritto debba tutto il suo successo ad una serie di allocchi internazionali che l'hanno voluto far passare come rivelatorio e misterioso? E, tral'altro, se avesse realmente rivelato la più grande verità del mistero della fede, esiste ancora qualcuno disposto a credere che avrebbero consentito una così facile circolazione dello scoop?
Rimango allibbito dinnanzi a cotanta semplicità intellettuale e ritengo che lo scalpore del Codice da Vinci abbia fatto tanto bene al suo successo, quanto male alla sua vena artistica. E', infatti, un romanzo scritto bene e che sa il fatto suo al di là della Gioconda.
Voglio esprimere il mio parere dal punto di vista di un ateo che non se ne importa nulla di Maria Maddalena e delle sue relazioni intime: è un libro godibile. La trama è contorta ma non lascia nulla al caso ed i colpi di scena rendono appetibile un'opera voluminosa (in tutti i sensi) che si distacca parecchio dalla pesantezza di altri thriller "storici" e "artistici" che, purtroppo, non riescono ad ereditarne la genialità.
I personaggi sono ben caratterizzati ed equilibrati in un insieme di forze del bene e del male che sfuggono al raziocinio del lettore, mescolandosi in un calderone di mitologia e religione dove il fine ultimo è lo scioglimento di un nodo soffocante, imperioso, necessario. Chi sarà a farlo, poi, non è affare nostro.
Il romanzo è così ben congegnato che potrebbero morire uno ad uno tutti i protagonisti spingendoci ancora a leggerlo, privi di odio e mossi da una cuorisità quasi ancestrale. E, seppur palesemente illusorio, l'enigma di fondo spinge a riflessioni abbasanza profonde o, quantomeno, a tenere il naso dritto dinnanzi alla maestria di un Dan Brown quasi regista.
Ci sarebbe molto da dire su un libro che, però, si rivela estremamente soggettivo: può far letteralmente annoiare taluni, letteralmente impazzire altri. Perciò, dal mio punto di vista, consiglio di leggerlo quantomeno per cultura umanitaria, ma avviso tutti che potrebbe rivelarsi una grande delusione.
A me non è dispiaciuto. Le scene d'azione son ben articolate ed i dialoghi sono mossi da fili molto saldi. Non lo rileggerei alla luce della maturità acquistata col tempo, e questo è secondo me uno dei punti negativi più scuri del romanzo: è così palesemente ironico da poter sembrare un romanzo per adolescenti.
Silas e pochi altri momenti di sangue sviano questo pensiero, ma avvicinano sempre di più l'inquietante ombra del pensiero che adulti e letterati di tutti rispetto (teologi, perfino!!!) abbiano studiato l'opera cadendo completamente nella sua trappola.
Che sia stata o meno pura propaganda, date una chance all'opera.
Il finale, poi, è una piacevole sorpresa. Dan Brown si è addormentato sul computer e, dopo un turbine di colpi di genio, ha deciso di andarsi a prepare il caffé e di scadere in uno dei classici cliché d'epilogo "vedo-non vedo", dove la fantasia muore all'istante.
Approved...o forse no! Sta a voi decidere. A me non è dispiaciuto.
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Leonardo!
Il curatore Jacques Saunière è ucciso nel museo del Louvre.
Lo ritrovano nudo in posa da “uomo vitruviano”, nella sala
Coi dipinti di Leonardo. L’ha giustiziato un monaco albino, l’
Opus Dei sembra reggere le fila misteriose di una faida.
Della morte è sospettato Robert Langdon, che fugge
Inseguito dalla polizia: con Sophie, bella nipote di Saunière.
Cosa significa la sequenza numerica di Fibonacci?
E quale mistero svela il papiro contenuto nel cryptex?
Di tappa in tappa, in una fuga che è anche astuta caccia
Al tesoro, il professore di simbologia svelerà segreti e
Valori del Priorato di Sion, associazione segreta che coltiva
Il culto della Dea e del “femminino”, interpretando in modo
Nuovo il Cenacolo di Leonardo e il simbolo del Santo Graal.
Costituisce questo romanzo un originale intreccio emotivo e
Intrigante: di eresia, arditi riferimenti artistici e thriller.
P.S.: è da leggere, fosse soltanto per comprendere l’enorme quantitativo di tentativi d’imitazione in circolazione! Il romanzo è l’antesignano di un florilegio: quello dei romanzi di un genere letterario che ormai spopola e invade librerie e biblioteche del globo terracqueo ...
Bruno Elpis
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La storia tradita
Non è mia abitudine scrivere stroncature, perché se un’opera non mi piace, chiudo la pagina e penso ad altro; tuttavia, quando quel libro sembra raggiungere un successo planetario, faccio sempre un esame di coscienza per cercare di comprendere i motivi per cui invece il mio gradimento sia risultato nullo. A volte rileggo anche l’opera e poi, se secondo i miei criteri la stessa continua a non incontrare i miei favori, allora, e solo allora, parte la stroncatura.
Il lancio del Codice da Vinci è stato a suo tempo una grossa operazione di marketing, un bombardamento mediatico senza precedenti, tanto che a non comprarlo c’era quasi da vergognarsi. Personalmente non l’ho acquistato, ma in cambio me ne sono state donate tre copie da altrettanti soggetti diversi.
Ho iniziato a leggerlo con la miglior predisposizione in quanto supponevo fosse un romanzo storico del tipo di quelli scritti da Ken Follett e invece mi sbagliavo.
Si tratta di un thriller che parte con le migliori intenzioni e che poi lungo il percorso si sgonfia, infarcito di falsità e menzogne che nelle intenzioni dell’autore, tuttavia, sarebbero verità storica.
Ne ho segnate alcune che sono particolarmente eclatanti e che meritano un intervento.
Preciso tuttavia che Dan Brown è particolarmente bravo nel raccontare delle mezze verità adattandole pro domo sua.
In particolare mi riferisco al fatto che Gesù non sia morto sulla croce, che avesse sposato Maria Maddalena e che da questa unione fossero nati dei figli capostipiti di una discendenza regale, i Merovingi. La notizia non è nuova, perché appare in un testo precedente, scritto da tre inglesi, Il Santo Graal, pubblicato in lingua italiana sempre da Mondadori nel 1982. Non solo, però, perché questa supposta verità risulterebbe da un numero consistente, anche se imprecisato, di documenti messi al sicuro da una società segreta (Il Priorato di Sion). Al riguardo nel libro di Brown si precisa che questo Priorato è una setta realmente esistente; del resto nel 1975 presso la Biblioteca Nazionale di Parigi sono state trovate alcune pergamene conosciute come Les Dossiers Secrets in cui sarebbero contenute queste stravolenti rivelazioni. Tuttavia si tratta di falsi, come ammesso dagli stessi compilatori. Del resto il Priorato di Sion è stato fondato nel 1956 da Pierre Plantard, e cioè non molti secoli prima, e dalla sua costituzione è stato caratterizzato dalla produzione di diversi documenti, vere e proprie falsificazioni, tese a ripristinare la monarchia in Francia, di cui, guarda caso, per discendenza merovingia, Plantard sarebbe stato il legittimo pretendente. In questa tela di ragno sono ricompresi anche Les Dossiers Secrets, opera dello stesso Plantard, sul cui contenuto, in buona fede, anche se con pochi scrupoli, i tre inglesi fecero affidamento per scrivere Il Santo Graal. Ora, all’epoca in cui invece Dan Brown provvide a stilare il Codice Da Vinci, la falsità di quei dossier era già nota ed è quindi evidenti che o lui non lo sapeva, oppure che ha preferito ignorarlo.
Nella seconda ipotesi non è improbabile che lo storico inglese volesse screditare la Chiesa cattolica, ma ci si domanda, e non si ha risposta, perché mai, con tanti fatti negativi che possono essere imputati all’istituzione ecclesiastica, si sia preferito costruirne uno fasullo. L’ipotesi, mia, è che fanno molto più notizia presunte rivelazioni su ciò che è alla base della chiesa, magari smitizzando la figura del Cristo, non più divina, ma semplicemente terrena. Ma, se anche fosse, cosa cambierebbe? Un ateo troverebbe una parziale conferma alle sue teorie, ma non potrebbe in ogni caso negare il pensiero sociale e spirituale di un Cristo uomo, pensiero la cui valenza è inalterata da duemila anni e lo sarà per sempre.
Per il resto il thriller è di modesta levatura, troppo veloce e semplicistico nella conclusione, insomma non è più di un normale prodotto di intrattenimento, eppure è stato un best seller incredibile. Sono quasi sicuro però che una gran parte di chi lo ha letto non se ne ricordi più, oppure ne abbia una vaga memoria come di una qualche cosa che doveva essere per forza bella perché tanti, ma veramente tanti, la leggevano.
Non mi sento però di sconsigliarne la lettura, purché la stessa venga eseguita con spirito critico, senza restare abbagliati da rilevazioni spacciate per verità e che invece sono solo dei grossolani falsi.
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Il codice da Vinci
Credo che un pò tutti conoscono questo libro, chi l'ha letto e chi invece ne ha solo sentito parlare.
Personalmente l'ho letto quando ero ancora una ragazzina ma ricordo perfettamente il contenuto piacevole di questo thriller, semplice e scorrevole, stuzzica la curiosità del lettore. Le critiche rivolte a questo libro secondo me sono dovute al fatto che tocca tasti come la religione, tirare in mezzo "l'ultima cena" e stravolgere quello che sappiamo può suscitare critiche ma a mio avviso resta un libro molto molto molto interessante. Da leggere.
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un titolo controverso
Premetto che ho letto questo libro pochi mesi dopo la sua uscita quindi almeno 7 anni fa.
Ma vorrei dire comunque la mia su questo libro abbastanza controverso. A livello di stile mi piacque, lo lessi con molta facilità e a libro finito, a parte i molti dubbi sui contenuti di carattere religioso, rimasi abbastanza convinto dalla trama e dall'onnisciente professor Langdon, un tuttologo dei simboli occulti e antichi.
Stasera dopo aver visto il titolo tra i tanti che stavo sfogliando mi sono chiesto cosa mi ricordassi della storia e cosa mi avesse colpito.
Riflettendoci mi sono accorto che mi ricordavo la storia perchè un paio di anni fa avevo visto il film con Tom Hanks e, quello che mi era rimasto impresso dalla lettura del romanzo era una serie infinita di dubbi sulle presunte verità evinte dal dipinto de "L'Ultima Cena" di Leonardo.
Tutto il thriller del romanzo scompare davanti ai grandi interrogativi che nascono davanti alla tela di Leonardo. Alla fine la storia fa solo da contorno per la grande rivelazione di Dan Brown.
Insomma un po' poco: credo che un libro sia degno di nota quando ti lascia qualcosa dentro anche a distanza di tanti anni.
Qualcosa che sia un'emozione che può essere provata rileggendo il libro, o un insegnamento rafforzato con il passare degli anni o semplicemente il ricordo di una storia incredibile che ci ha lasciato col fiato sospeso fino all'ultima pagina e che non abbiamo più ritrovato altrove... non filtra nulla di questo attraverso la mia memoria ma solo dubbi sul contenuto aumentati da alcune considerazioni fatte a mente fredda.
Scrivere una storia del genere, seppure scatenando un gran polverone, è stata un'abile mossa da parte di Dan Brown per farsi un nome e avere un'attenzione notevolmente maggiore da quella conferita dalla pubblicazione di "Angeli e Demoni". Guarda caso proprio quest'ultimo, concepito dall'autore come il primo libro della saga di Langdon, è stato pubblicato in Italia dopo "Il codice Da Vinci" , suo seguito ideale, e da lì tutti gli altri.
QUindi se proprio volete leggere Dan Brown decisamente meglio gli altri romanzi.
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Thriller American style
Dan Brown è un professore. Almeno così ci è stato detto quando apparve qualche anno fa, ormai è passato più di un lustro, Il codice Da Vinci secondo tomo delle avventure dell'illustre Prof. Langdon, accademico, detective, spia insomma tutto quello che uno statiunitense perfetto dovrebbe saper fare.
Il libro come thriller story può anche andare: gli ingredienti sono validissimi: intrigo, uno straccetto di love story e il colpo di scena finale che ha spiazzato tutti, tanto da crearne un caso con dibattiti, articoli sui giornali e mezze scomuniche.
Lo stile narrativo è sufficiente, Brown non mostra affatto di essere un docente universitario, ma forse la sua motivazione era di farsi capire da tutti. Il libro quindi ( nella sua versione originale) è adatto anche a chi muove i primi passi nella lingua di Shakespeare e Dickens perché complessivamente scorrevole. Da tralasciare le citazioni storiche, del tutto arbitrarie e spesso prive di fondamento, sembra quasi che Brown sia una sorta di Giacobbo a stelle e strisce perché entrambi affermano seriosamente cose che non esistono.
Con ogni probabilità l'autore, da buon wasp, ha iniziato a sfruttare lo pseudo talento della scrittura per arrotondare il suo magro salario da docente universitario ,pensando anche di scrivere un romanzo facilmente adattabile allo schermo per stile e approccio.
La sua tattica commerciale è riuscita a portargli anche un grosso clamore mediatico che ha contribuito a far vendere le copie del libro ma in altri tempi e in altre nazioni Brown sarebbe rimasto uno scrivano poco dotato costretto a pagare per soddisfare la sua brama di pubblicare libri e a regalarli poi agli amici.
Si consiglia di prendere il romanzo per quello che è: un divertissement che può servire per passare un po' di tempo in spensieratezza magari facendo un paragone con il primo volume Angeli e demoni, ma attenzione a non farlo entrare nella biblioteca personale come opera di pregio o come testo ascrivibile alla letteratura nordamericana perché si compirebbe peccato mortale...
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Povero Leonardo
Personalmente non ho trovato nulla di speciale in questo libro. Okay i colpi di scena ci sono, c'è anche l'azione, ma visto che Dan ha voluto coinvolgere l'arte a tutti i costi beh, gli consiglio vivamente di fare un corso, e di smetterla di fantasticare su dipinti e santi grahal. La ricostruzione di Leonardo è erronea e avvilente, e vedo tutt'oggi ragazzini che in classe chiedono se veramente Leonardo ha fatto/costruito i marchingegni citati nel romanzo.
L'autore avrebbe potuto informarsi un pò meglio sull'arte e l'ingegneria italiana del rinasciemento e sicuramente avrebbe trovato materiale interessante senza inventare fandonie.
Per me è stata durissima arrivare alla fine del libro, e diciamo che ci sono teorie scopiazzate qua e la senza ritegno.
Io dico semplicemente che non mi è piaciuto, interessante la parte sugli intrighi e i colpi di scena, ma il contenuto in se è molto vago.
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- sì
- no
avvincente ma "sleale"
Ho letto questo libri un po di tempo fa e, come molti, sopratutto per il gran parlare che aveva suscitato.
È stato subito chiaro il motivo che ha reso questo uno dei libri più famosi del dcennio secondo me, l'accusa alla chiesa è mirata e decisa e leggendo pagina dopo pagina confesso di essermi sentito adirittura scandalizzato per la miriade si "segreti" che pensavo fossero stati nascosti. Ho voluto poi approfondire online e leggendo scritti di alcuni storici che smascheravano le innumerevoli "inenzioni" dell'autore rendendo il contenuto privo di alcun fondamento di verità, sia dal punto di vista storico che, in misura minore, di quello artistico, è per questo che lo definisco sleale in quanto il tutto nel romanzo è raccontato come fossero fatti realicosa che, come già detto, dopo una breve verifica si rivelano per completamente inventati.
Resta comunque uno tra i migliori libri che abbia letto, definirlo coinvolgente è adirittura riduttivo e, presonlamente, aprezzo anche la scrittura "moderna" nel senso di capitoli corti che rendano possibile la lettura anche a chi a volte ha soli pochi minuti liberi.
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Codice...Brown...
devo dire che stile e piacevolezza del libro sono buonissime.... ossia il libro si legge facilmente con diversi colpi di scena per certi versi anche avvincenti.... bene tutto se questo rimane una lettura estiva sotto l'ombrellone...però... contenuti zero, visione storica - 100 (ma dai...maddalena etc il priorato di sion...) vabbè .... il libro non è un capolavoro e non dice delle verità....(oddio qualcuno le ha prese per vere???) ma l'autore è stato bravo a creare un caso (perlopiù mediatico)
lo consiglio comunque perchè è un caso letterario e tutti possono e devono farsi un'opinione
comunque c'è di meglio....
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Questo abito fa il monaco!
Mi ha lasciata senza fiato!
Per caso questo libro è capitato fra le mie mani e me ne sono innamorata.
Mi è capitato di scambiarlo perchè ad essere sincera non me lo sarei mai comprata nonostante la mia curiosità di capire se poteva fare per me.
Inoltre pensavo fosse un altro caso di quei libri con un ottimo team pubblicitario dietro e invece in questo caso "l'abito fa il monaco"!
La scrittura di Dan Brown è molto facile, usa terminologie semplificate e comprensibili anche per chi è alle sue prime armi con questo genere, rendendo il libro alla portata di tutti.
E' scorrevole e risveglia la curiosità per il passato e per la storia e credetemi se vi dico che io quella materia l'ho sempre odiata. Ma adesso capisco perchè. Non veniva raccontata bene.
Devo ammettere che ho fatto fatica a staccarmi dal libro e posso quasi dire che l'ho bevuto!
E di gusto!
I personaggi sono interessanti e non passa troppo tempo prima di affezionarcisi a loro, nonostante i colpi di scena a volte un po scontati e necessari per creare l'avventura.
Le vicende si svolgono i 24 ore e sono veloci, scorrevoli e per nulla noiose.
Tutta la storia di Leonardo Da vinci, L'ultima Cena, le simbologie varie, la differenza delle croci, le vicende dei templari e tutto ciò che concerne la "storia" (in quanto materia di studio) che è inserita nel libro non è per nulla monotona e anzi, rende interessante la lettura creando e stimolando la criosità di volerne sapere di più.
In questo libro c'è la giusta dose di fascino, mistero e storia in un mix frizzante e interessante.
Lo consiglio anche perchè sono donna e sono fiera e contenta di aver scoperto alcune cose che non credevo (Non voglio spoilerare, bisogna leggerlo).
Offre spunti di riflessione notevoli sulla religione e ha risposto a vari quesiti interiori che avevo lasciato in sospeso, rafforzando alcune mie idee e per altre invece, mi ha fatto rivalutare ilpunto di vista.
Nonostante sia consapevole che è una storia inventata (anche se molti tratti storici sono reali) ciò non toglie che è giusto guardare, valutare e giudicare la moneta per entrabe le facce che ha per poi proseguire nel proprio cammino.
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Il Santo Graal..per Dan Brown!
Questo per me è il Santo Graal di Dan Brown. Ha trovato dei contenuti interessanti, un titolo ispirato e un motore narrativo moderno..non male!
Sulla trama non c'è nulla da dire sennò si svelano particolari =) comunque piena di colpi di scena e ben studiata questo romanzo è una corsa continua verso la fine. Coinvolgente.
Lo stile proprio del Sig. Brown non mi fa impazzire, a tratti noioso soprattutto nelle descrizioni, ma tutto sommato il libro è bello scorrevole.
Il personaggio principale, Prof. Langdon, è estremamente ben pensato. Accademico belloccio lo si pensa come un Prof. universitario e questo intriga. Da sottolineare anche la figura dell'antagonista, Silas, che enigmatica e violenta cattura l'attenzione.
Parlando dei contenuti si può dir solo che dipende dai palati. Ritengo che più uno sia laico più lo legga per quello che è, un romanzo/thriller; quando invece si cerca qualcosa nelle righe sulla storia del Santo Graal e ci si fa prendere in maniera negativa può dispiacere e magari offendere. A parer mio è tutto bello che inventato quindi leggetelo a cuor leggero!
Romanzo interessante.
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Capolavoro o robaccia?
-"Dan Brown è uno dei personaggi del mio romanzo Il pendolo di Foucault, in cui si parla di gente che incomincia a credere nel ciarpame occultista.
-(intervistatore) Ma sembra che lei stesso sia interessato alla cabala, all'alchimia e ad altre pratiche occulte di cui parla nel suo libro.
-No, nel pendolo di Foucault ho rappresentato quel tipo di persone in maniera grottesca. Ecco perché Dan Brown è una delle mie creature."
(Intervista ad Umberto Eco)
Condivido pienamente questa opinione. Dan Brown ha trovato e proposto nel suo romanzo degli argomenti occulti che attirano inevitabilmente il Lettore e che lo spingono a leggere i suoi libri. Sebbene non apprezzo molto il suo stile, devo ammettere che il romanzo mi ha coinvolto ed è stato di piacevole lettura. Grazie a delle frasi lasciate in sospeso alla fine di ogni capitolo, l'autore attira chiunque si appresti a leggere le pagine, inibendo la sua capacità di critica. Ma finito il romanzo e riflettendo su ciò che si è appena letto è palese che tutta la storia è un "ciarpame occultista". Si mescolano arte, storia, società segrete e gruppi religiosi mentre si fanno allusioni al limite del blasfemo. Certo, non bisogna credere a ciò che ci dice il libro, ma tutti si saranno chiesti: è vero ciò che dice?. No. Il codice da Vinci è un romanzo che ha il chiaro scopo di vendere e ci è riuscito benissimo. Devo ammettere che come libro non mi è dispiaciuto anche se ho disprezzato le idee dell'autore sull'arte. Quello che il libro ci dice non va preso per oro colato, bensì va considerato come un espediente che ha la mera funzione di attirare compratori. Messo in chiaro questo punto, va notato che i contenuti del libro sono scarsi (priorato di Sion, Maddalena, Gesù) e anche la trama, inizialmente intrigante, subisce un cedimento a circa metà della storia creando una conclusione prevedibile e scontata. Il codice da Vinci ha però la capacità unica di far credere al Lettore che ciò che vi si dice sia vero e anch'io prima di riuscire a considerare il libro per quello che è (un prodotto di marketing e non un romanzo storico), ho dovuto faticare. Se si riesce a considerare il libro come un testo di fantasia, allora può essere una lettura abbastanza piacevole.....ma certo, il libro NON è affatto un capolavoro.
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- sì
- no
Grande successo di pubblico ma ……
IL CODICE DA VINCI
IL libro è un bel mix che potrebbe risultare interessante ed intrigante; c’è un po’ di poliziesco, di spionaggio, di thriller, di storia, di arte e perfino una storia d’amore!!!!
Il libro parte molto bene sia per lo stile con cui è scritto sia per la trama, è senza dubbio avvincente ed accattivante, abbastanza descrittivo, sembra promettere veramente bene; ma proprio quando l’attenzione del lettore è conquistata: a circa metà libro c’è un cedimento nella trama che diventa di colpo banale e scontata.
La storia d’amore sul finale (ma che si intuisce aimè subito) tra i due protagonisti si poteva anche evitare.
In conclusione il libro, nonostante il suo indiscutibile successo, personalmente non mi ha convinto. Peccato!
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codice Da Vinci: grande successo di pubblico ma...
IL CODICE DA VINCI
IL libro è un bel mix che potrebbe risultare interessante ed intrigante; c’è un po’ di poliziesco, di spionaggio, di thriller, di storia, di arte e perfino una storia d’amore!!!!
Il libro parte molto bene sia per lo stile con cui è scritto sia per la trama, è senza dubbio avvincente ed accattivante, abbastanza descrittivo, sembra promettere veramente bene; ma proprio quando l’attenzione del lettore è conquistata: a circa metà libro c’è un cedimento nella trama che diventa di colpo banale e scontata.
La storia d’amore sul finale (ma che si intuisce aimè subito) tra i due protagonisti si poteva anche evitare.
In conclusione il libro, nonostante il suo indiscutibile successo, personalmente non mi ha convinto. Peccato!
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Un romanzo , non un saggio
Gran furbone Dan Brown. Riesce a confezionare una buona trama con temi particolarmente suggestivi come il santo graal e i cavalieri templari. Un libro di chiaro intento commerciale, e di immediata presa sul pubblico. Detto questo non l’ho trovato malvagio, i capitoli si fanno leggere , lo stile è chiaro e fluido, le vicende interessanti e accattivanti.
Trovo che però sia necessario cercare di vedere il codice per quello che è: un romanzo, un thriller. Effettivamente sono presenti parecchi spunti storici (il più delle volte inesatti e fuorvianti) abilmente sfruttati, ma è pur vero che non siamo in presenza di un saggio , e qualche scivolone (anche se sarebbe meglio evitare) ci può stare, d’altronde io non sono uno storico e tante sottigliezze non le ho neanche colte. Sarebbe giusto pensare a questo romanzo come ad un’opera di fantasia , senza dargli valori che effettivamente non ha , e non può in alcun modo avere.
Ogni tanto qualche suggestione anche se non perfettamente aderente alla realtà può essere divertente.
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Tante fandonie...ma mi è piaciuto!
Ai tempi in cui è stato pubblicato era risultato innovativo ed intrigante, e come tante persone anch'io mi lasciai trasportare dagli intrighi storico-religiosi che compongono le pagine di questo bel thriller.
Ovviamente ci troviamo di fronte ad un libro i cui contenuti non devo essere presi come "storia", ma come semplice narrazione, nata per "piacere" non per "docere - insegnare".
Lo stile è da sceneggiatura, ma nonostante tutto, riesce perfettamente a captare l'attenzione del lettore, che divora il libro per cercare di inserire l'ultima tessera di quel puzzle che tanto ha fatto scalpore e clamore.
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La biblioteca dei morti di G. Cooper;
L'ignoranza che si fa parola.
E' spiacevole ma, dal mio punto di vista, doveroso, segnalare quanto questo libriccino risulti privo di qualsivoglia valore.
Come un ventre pregno di bubbole, il narrato si sprigiona lentamente su fotogrammi arcaici, talvolta addirittura desueti, di luoghi comuni sbilanciati fra pseudoesoterismo e superstizione!
Personaggi improbabili esperti in discipline universitarie calde di esotica immaginazione...
Ma torniamo al luogo comune, che è il vero personaggio principale del romanzetto: Dan Brown ne ha realizzato una sorta di antologia elegiaca!
La Maddalena, gli Illuminati, il Graal, il Priorato!!!
Bum!
Ed ecco che per forza d'inerzia tutti, ma proprio tutti, compiono un tuffo da Copacabana nell'esoterismo...iniziatico...!
Tanto siamo in Italia! Dove ci sia male...c'è la Massoneria...
E allora giù di brutto, caro Dan Brown: parliamo, o meglio, facciamo parlare gli altri di cose che non conoscono.
E' bello aprire bocca riempiendosela di parole sconosciute!
Sei come quei venditori ambulanti di accendini, con la differenza che quelli non si permettono di insegnare a Prometeo la conoscenza del Fuoco.
Ci provi,d'accordo.
Permettimi come cliente, tuttavia, di riderti in faccia.
Scusa, ma vuoi vendere la scoperta dell'acqua calda a chi ha inventato il termoregolamentatore?
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Carino, ma con un finale deludente
Ho letto il libro qualche anno fa, e l'ho riletto di nuovo; mi ha entusiasmato come la prima volta, per lo stile fresco e lineare della scrittura di Dan Brown, ma nulla di più. I contenuti sono scontati, nonostante serviti coi ferri del mestiere. Il ritmo narrativo è incalzante, i dialoghi filano bene, i personaggi rispecchiano appieno la personalità che l'autore ha voluto darli, eppure non convince del tutto. Mi riferisco all'impegno storico, e non, che l'autore ha voluto caricarsi alle spalle. Il libro avrebbe avuto molta più credibilità se il finale avesse avuto uno sbocco diverso. Si vede che a Brown non era venuto nulla di diverso in mente. Rileggendolo, comunque, ho passato un bel wekend.
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Il codice "Dan Brown"
E' il romanzo che ha fatto conoscere Dan Brown a tutto il mondo ed è anche il suo più bello.
L'ho letto appena uscito, ma ne ricordo ogni minimo particolare tanto è estato l'entusiasmo con cui l'ho divorato in un paio di giorni.
Faccio fatica a capire i denigratori, sembra quasi siano mossi da chissà quali pregiudizi. Non si vanta di essere un saggio sulla "Verità", ma un romanzo che ha saputo costruire una storia avvincente e piena di colpi di scena basandosi su alcuni degli intrighi e misteri della storia della Chiesa.
Non sono uno storico dell'arte quindi non metto in dubbio che ci possano essere anche degli "sfondoni" relativi alle opere di Leonardo da Vinci, ma per me resta un thriller bellissimo, scritto come Dio comanda (eh eh), che va valutato per la sua capacità di tenere il lettore incollato fino all'ultima pagina.
Una volta tanto mi sento di dire che è un libro che merita la pubblicità che ha avuto.
Da leggere.
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Un misterioso codice...
E' un libro che suscita stupore e una certa dose di curiosità...
L'unica particolarità che non mi ha del tutto convinto è lo stile...l'ho trovato ostico e non troppo scorrevole...
Comunque la storia è affascinante..
Un omicidio singolare e uno studioso chiamato ad indagare su questa morte e all'inizio ritenuto lui stesso colpevole....
Il mistero si infittisce e lo studioso con l'aiuto della nipote del defunto Curatore del Louvre ripercorre il cammino del Santo Grall, uno dei misteri più nascosti che potrebbe compromettere le verità trasmesse dalla chiesa cattolica..
Molto suggestiva e migliore del libro la trasposizione cinematografica...che ha il pregio di non appesantire lo spettatore...
In complesso un bel libro...
Consigliato..
Saluti.
Ginseng666
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Femminismo in salsa "New Age"
Un successo planetario prevedibile e giustificato.
Dan Brown ha mischiato sapientemente gli ingredienti di una miscela esplosiva.
Lo stile è semplice, la storia tocca argomenti di forte interesse, la tesi di fondo è estremamente controversa, e soprattutto la rivelazione dei misteri viene resa credibile da una miriade di informazioni distaccate dalla trama e presentate come ovvie e documentate.
Verità e fantasia, fatti documentati e illazioni, in un vortice che può confondere il lettore fino al punto di portarlo a mettere in discussione i pilastri della realtà in cui ha vissuto, spingendolo a volersi documentare una volta finito il romanzo.
Un successo meritato che, pur non essendo un capolavoro che ti cambia la vita, consente di riflettere su temi quali l'importanza della donna e l'equilibrio del rapporto con l'uomo, la relatività della storia e la sacralità del sesso.
Consigliato a tutti coloro che non vi cercano un "nuovo testo sacro".
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Controcorrente
L'ho letto in tempi non sospetti, appena uscito, quando Brown non era ancora "danbrown", a me è piaciuto invece parecchio.
Certamente lui è furbissimo a tirare fuori tutti gli argomenti per suscitare interesse, ma c'è anche da dire che la pubblicità al suo libro più che altro l'ha alimentata la Chiesa, con la sua bollatura di "eresia".
Un libro senza pretese di Vangelo, tanto per restare in tema, che si legge d'un fiato e che spinge, chi vuole, ad approfondire gli argomenti trattati, come mi pare sia successo leggendo le altre opinioni.
Da leggere senza pregiudizi
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UN SUCCESSO PLANETARIO INSPIEGABILE
UN SUCCESSO PLANETARIO INSPIEGABILE
Sì, Dan Brown sa mischiare con astuzia gli ingredienti del ganere , ma, se l'azione corre , la suspence latita , le conoscenze sono confuse e sommarie, i personaggi squadrati con l'accetta e largamente prevedibili.
U n testo pronto per essere tradotto in film , come è puntualmente accaduto.
Chi ha avuto la ventura di ascoltare le trasmissioni TV del furbesco S.Giacobbo , conosce poi a menadito l'argomento e gli sviluppi del plot.Quindi, trova questo libro per nulla emozionante, anzi scontato.emozionante.
L'ho pure riletto per capire i motivi del successo planetario.
Naturalmente è stato sponsorizzato oltre ogni ragionevole limite ed è piaciuto al pubblico di bocca buona o ignaro della polverosa storia.
Inutile dire che l'equazione etimologicqa San Graal= Sang real , non torna assolutamente.
Insomma non capisco le cause di questo trionfo
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più azione che thriller
non mi è piaciuto per niente lo stile di brown: suspence elementarissima, capitoli ridottissimi e troppo spesso sospesi per tenere il lettore appiccicato al testo, troppa azione e poca speculazione filosofica..
io penso che la suspence nasca dall'arte di saper governare il flusso della narrazione e che sia un'emozione che non possa essere ottenuta da mezzi creati ad hoc, ma sia una naturale conseguenza del saper raccontare proprio di un autore.
malgrado la complessità e l'interesse che poteva suscitare l'argomento, brown lo commercializza e lo fa diventare accessibile a chiunque (forse proprio qua stanno tutti i suoi meriti!). lo consiglio a chi vuole fare un tuffo non troppo profondo curiosando in campo religioso, senza rinunciare alla frenesia dell'azione.
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orribile
Questo libro dal successo planetario è di rara bruttezza per due ordini di motivi. Tutta la teoria, affascinante, non è farina del sacco dell'autore che ha copiato ed anche male teorie portate avanti da vari studiosi, questo mi sembra già una buona ragione. Il giallo invece che dovrebbe aver scritto lui è lacunoso e fa acqua da tutte le parti, leggi leggi in attesa di qualcosa di non ben definito che non arriva mai. Alla fine il libro non piace e francamente annoia. Se il successo è legato quindi alle teorie inserite allora dovremmo ringraziare i vari studiosi che ci hanno lavorato per anni e non l'autore che si è dimostrato solo bravo a scopiazzare.
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Ha fatto epoca!
Anche questo è un romanzo che ho letto nel 2004, quando il libro era appena stato pubblicato e non aveva ancora riscosso lo strepitoso successo che tutti conosciamo. Quindi non ero influenzato dal clamore che ne è poi derivato.
L'ho trovato, nel suo genere, un vero gioiello. Un intrigo diabolico, architettato con una ricchezza di dettagli storici, artistici e di fantasia che ne fanno un capostitpite di quei romanzi che mescolano abilmente personaggi e vicende realmente accaduti ad invenzioni di fantasia.
E' impossibile smettere di leggere un capitolo dopo l'altro, tanto l'intensità della vicenda si snoda con un susseguirsi di colpi di scena, trovate al limite dell'incredibile e rivelazioni di misteri millenari dentro i quali siamo nati e cresciuti ma ai quali non facciamo mai caso.
Un vero tripudio perfettamente miscelato di storia dell'arte, cristianesimo, scienza, esoterismo, denaro, poteri occulti talmente ben costruito da sembrare verosimile e scatenare un putiferio mediatico sulla fondamentale domanda se Cristo avesse avuto dei figli con la Maddalena.
Per essere un "semplice" romanzo non è niente male.....
Insomma deve essere letto!!!
Il film che ne è stato tratto è praticamente incomprensibile a chi non ha letto il libro.
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Un guazzabuglio
Centinaia di pagine di: dialoghi improbabili, frasi costituite da soggetto-verbo-predicato che nemmeno un bimbo delle elementari, parodie di personaggi (l'eroe con un orologio di Topolino al polso?!), anticlericalismo protestante da ricondurre il più incallito ateo alla chiesa cattolica, teorie inammissibili e ridicole scopiazzate da un altro libraccio come "Il Santo Graal" di Baigent, Leigh e Lincoln; tutto ciò rende questo "libro" una roba indigesta, buona solo per stare sotto l'ombrellone con la canicola, senza l'obbligo di capirci qualcosa né di riflettere sul perché si sprechi in questa maniera della preziosa carta. Una perdita di tempo completa e colpevole.
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