Follia
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Letale
La psiche umana e i suoi misteri, una storia raccapricciante.
Nell’apparente tranquillità della campagna inglese il dottor Peter Cleave ci espone il caso clinico della folle e pericolosa storia d’amore tra l’uxoricida Edgard Stark suo paziente e Stella Raphael, sua amica non che moglie del vicedirettore del manicomio criminale Max Raphael.
Stella è una donna profondamente frustrata, e sessualmente insoddisfatta, conosce Edgard Stark artista psicologicamente disturbato, in regime di semilibertà, che si occupa della restaurazione di una serra nella villa dove abita Stella. Durante un ballo organizzato per i pazienti dell’istituto tra i due scoppia una forte passione al limite dell’ossessivo, facendo cadere a pezzi la fragile psiche di una donna rispettabile, con conseguenze disastrose.
Patrick McGrath con una prosa eccezionale fa entrare nella mente dei personaggi, con le loro debolezze emotive, da una parte abbiamo una donna con un forte ascendente sugli uomini ma soggiogata da un squilibrato manipolatore, che annienta la sua preda servendosi della sua anima per soddisfare la propria arte. Dall’altra un marito debole, e apatico, incurante di un matrimonio scontato e dell’insoddisfazione che ne comporta, intento a salvaguardare il buon nome anche difronte l'adulterio della moglie. Una storia maledetta narrata dal punto di vista psichiatrico, ripercorrendo la vicenda con la testimonianza diretta e distaccata di Stella, spiegando il concetto di alienazione mentale che implica un cambiamento profondo della personalità con gesti innaturali e difficili da controllare. La riuscita di questo romanzo sta proprio nella tensione narrativa che tiene incollati alle pagine fino alla fine, con passaggi agghiaccianti, descritti attraverso uno stato mentale alterato.
Incalza il lettore a porsi una domanda “il seme della follia nasce spinto da qualcosa o qualcuno o semplicemente alberga nell'animo e aspetta solo di venir fuori?”
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Lettura morbosa
Fin dalle prime pagine, leggere questo romanzo mi ha dato la stessa sensazione di assistere ad un incidente in autostrada: sapevo benissimo che andando avanti la situazione psicologica e le dinamiche tra i personaggi sarebbero diventate sempre più problematiche e malate, ma ero incapace di staccare gli occhi dal testo per una necessità quasi fisica di capire quale sarebbe stato l'epilogo.
Il primo pregio che si può notare nella prosa di McGrath è infatti la sua eccellente gestione del ritmo narrativo, accostata ad una storia che già di per se risulta intrigante. Ci troviamo infatti nella Gran Bretagna a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso ed il nostro narratore è Peter Cleave, uno psichiatra che lavora all'interno di un grande complesso vittoriano dove vengono rinchiusi criminali con problemi psichici; la storia raccontata dal medico è quella dell'attrazione distruttiva tra il suo paziente Edgar Stark -rinchiuso per un efferato uxoricidio- e Stella Raphael, avvenente moglie del nuovo collega Max.
Questa trama ha delle premesse molto interessanti ma se da un lato l'autore è superbo nel dosare la tensione, non raccontando mai per interno un episodio in modo da tenersi da parte i dettagli più torbidi per un secondo momento, dall'altro mi aspettavo onestamente un intreccio più movimentato. Almeno nelle ultime pagine sarebbe stato utile dare concretezza a tutta la tensione accumulata inserendo più svolte narrative oppure includendo alcuni dei personaggi che ci eravamo lasciati alle spalle nei capitoli precedenti.
In fin dei conti il mio solo problema con "Follia" è stato proprio questo; ho continuato a leggere speranzosa fino all'epilogo ma la scintilla non è mai scoccata, seppur la lettura mi abbia saputo intrattenere senza mai un momento di noia. Il merito di ciò è da attribuirsi soprattutto al cast ed alle dinamiche: la caratterizzazione dei protagonisti è studiata in modo attento, creando personaggi dalla psicologia contorta ma non per questo inverosimili o esagerati. Seguire l'evoluzione dei rapporti risulta di conseguenza molto interessante, in primis per quanto riguarda la relazione malata tra Edgar e Stella, ma anche la dinamica paziente /medico tra lui e Peter -che a tratti sembra travalicare questa eccezione a causa dell'interesse esclusivo dimostrato dal medico- e le storie che lei intreccia con gli altri uomini.
Un romanzo che non esiterei a consigliare per chi cerca una lettura sicuramente coinvolgente e scorrevole, che spinga al tempo stesso a riflettere sui meccanismi della psiche umana, con degli ottimi protagonisti e dei personaggi secondari validi, ma non sfruttati appieno secondo me. Dopo averli introdotti, McGrath sembra lasciarli un po' a se stessi, accantonando nel mentre anche le loro sottotrame; può essere frustrante ma non si tratta di un vero errore: dobbiamo ricordare che tutti gli eventi sono filtrati dallo sguardo di Peter e dai suoi specifici interessi.
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Psicanalisi
Intenso, spietato, folle, ma anche inquietante a un certo punto; sono questi gli ingredienti di questo dramma psicologico.
Ed è tutto scientificamente confezionato per il lettore voglioso di conoscere gli angoli più reconditi della psiche umana, specialmente se questa è deviata.
La follia viene mostrata gradualmente, nella stessa maniera in cui essa viene scoperta; è infatti un processo introspettivo quello che vede una mente sana che lentamente e insospettabilmente, si ammala.
E' un vero abisso nella depravazione, che, capitolo dopo capitolo, è sempre più inquietante e folle, ma non per questo meno analizzata e approfondita.
Difatti, il narratore è uno psichiatra che inevitabilmente si lascia coinvolgere, e redige un minuzioso racconto, in cui psicanalizza alcune vicende che sono recentemente capitate nel suo istituto di igiene mentale.
La narrazione è precisa e profonda, anche se talvolta l'autore sembra dimenticarsi della punteggiatura mangiandosi le virgole, lasciando che alcune frasi diventino troppo lunghe. Ma è comunque ben compensato da una caratterizzazione dei personaggi estremamente realistica; non è infatti un lavoro semplice quello di umanizzare dei personaggi che all'apparenza sembrano essere completamente estranei al lettore.
La storia è talmente analizzata bene che nonostante sia difficile rispecchiarsi nei personaggi, è facile invece comprendere (ma senza giustificare) le loro azioni.
E, secondo me, la morale è proprio questa: a chiunque può capitare di ammalarsi. Il fatto che oggi hai una mente sana, non è una garanzia per domani, perché esistono circostanze, eventi, calamità che potrebbero, senza che neanche tu te ne accorga, danneggiare la tua psiche.
Del resto, i folli non sanno di esserlo, giusto?
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Ossessione
La psicanalisi
L'arte di amare
Il classico e instancabile dramma
“Le donne romantiche, riflettei: non pensano mai al male che fanno in quella loro forsennata ricerca di esperienze forti. In quella loro infatuazione per la libertà.”
Senso di libertà, irrazionalità e ossessione sono solo alcuni dei protagonisti del romanzo di McGrath. In Follia il coraggio di osare rimanendo immobili padroneggia la protagonista Stella, che portando avanti la sua relazione con Edgar riesce finalmente a far trionfare il suo amore più profondo, viscerale e fatale.
Stella Raphael non è una donna qualunque, è la moglie di Max, uno psichiatra rispettato e talentuoso di un manicomio inglese, dalla cui architettura vittoriana trasuda organizzazione e disciplina, “un’architettura morale” prima di tutto. In questo piccolo universo fatto di schemi e matti, Stella vive immersa e sonnolenta, facendo di tanto in tanto capolino sommessamente agli eventi di ordinaria follia dell’ospedale. Rispettata ma non temuta si trascina in questo micro cosmo contemplando la sua amata Londra. Tutto scorre fino all’ineluttabile incontro con la passione. Edgar Stark, omicida efferato e manipolatore affabile che seduce e viene sedotto da Stella, trascinandola in un vortice di segreti e ossessioni che li porteranno a distruggersi a vicenda.
Lo sguardo clinico che segue tutta la narrazione, grazie all'amico (prima che psichiatra) di Stella, Peter, ci mette in evidenza ogni impeto della donna, prevedendone le mosse e anticipandone senza mai sottovalutare l’irrazionalità dell’ossessione amorosa. Una lettura ammaliante e inquieta in cui il dubbio imperante sembra essere: fino a che punto? McGrath con una scrittura attenta, analitica, penetrante ma mai inquisitoria riesce in questo romanzo a far riaffiorare le ferite di Madame Bovary, il rosso sanguinolento di Stendhal, il tumulto di Anna Karenina e perfino l’irosa gelosia di Sonata a Kreutzer. McGrath ci immerge in una realtà in cui ogni dettaglio imperscrutabile ha un valore prima terapeutico nonché vitale e dove il classico dramma senza età che fa dell’amore tormento e follia cattura il nostro interesse fin dalle prime righe.
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Quando l'amore danza con la follia
Follia non è solo il titolo di questo romanzo, contiene già tutto il significato in sé .
All’inizio non ero del tutto convinta che questa storia mi avrebbe entusiasmata, ma ora che l’ho finito posso dire che i suoi meriti sono molto più elevati.
Stella è inebriante.
Attorno tutto “brilla della sua luce riflessa”. Il suo è un personaggio all’apparenza semplice, ma la cui bellezza viene sempre esaltata a straordinaria. Forse perchè Peter, il narratore, era attratto da lei e l’amava segretamente sin dall’inizio?
Stella, moglie di Max, vicedirettore di un ospedale psichiatrico, conduce una vita “normale”, ha un figlio, Charlie, e una casa di cui occuparsi. Ma in reatà le manca qualcosa, non è abbastanza per lei l’ombra di suo marito e l’immagine sfumata della famiglia. Il tutto non la eleva come merita, non la valorizza completamente. Mi chiedo ancora se quello che ha fatto sia giusto, se abbai trovato veramente sè stessa, se abbia raggiunto la vetta del suo essere, se abbia provato ciò che prima non aveva mai provato in prima persona. Per quanto malato, folle e disperato possa essere stato il suo gesto lei era presente, ci ha investito tutta sè stessa, si è lasciata andare e non ha mai avuto rimpianti. Era amore? Non lo so. Stella e Edgar erano incendiati dalla passione, venivano travolti da essa e non vi era possibilità di resistere. Stella adorava tutto di Edgar: l’amante, l’artista, l’assassino, il malato di gelosia. Non avrebbe mai potuto amarlo solo in parte. La sua figura era idealizzata.
Ha dato tutto per lui. Ha perso la sua famiglia e tutte le sicurezze e comodità a cui era abituata. Da quando l’ha incontrato il suo mondo è cambiato, ha iniziato a girare attorno a un altro sole, molto più caldo, molto più vicino. La sera del primo ballo ha segnato l’inizio di una passione disarmante, di un amore catastrofico. E’ possibile che una donna intelligente, affascinante e forte come Stella possa abbandonare la sua vita per un uomo? Lei che era considerata la bellissima moglie del vicedirettore, lei che abbagliava tutti.
Leggendo questo libro mi sono interrogata molte volte. Edgar è arrivato come un uragano, le ha stravolto la vita e se ne è impossessato, l’ha stretta a sé e l’ha fatta danzare, la ha avvolta nella sua arte, nella sua pazzia. Si appartenevano, il mondo circostante non aveva più importanza ai loro occhi, si era svuotato. Non potevano fare a meno l’una dell’altro. Avevano raggiunto il paradiso. Chi ha mai dato prova che il paradiso non sia uno stato d’animo? Che non significhi essere sicuri di se stessi, sentirsi vivi e completi nella propria personale visione? Anche se per un breve momento in tutta l’esistenza? Chi può dire che non si trovi immerso in un paio d’occhi che bruciano e guardano solo te?
Stella è riuscita persino a mantenere in piedi una messainscena all’interno dell’ospedale, a fingere di non pensare più ad Edgar in quel modo, a persuadere Peter del successo del suo percorso di guarigione. Ha anche ricevuto una proposta di matrimonio dal direttore dell’ospedale psichiatrico, lo stesso Peter, quando era ancora considerata una sua paziente. Lui le offriva protezione, una casa sicura, sarebbe stata avvolta da arte, bellezza e da una colta compagnia. Sono certa che Stella non abbia mai voluto ferirlo o deriderlo, ma era fedele a se stessa, alla sua anima, al suo cuore. La prospettiva che le veniva offerta era spoglia di ciò che più che mai aveva bisogno. Sarebbe stata troppo similare ai giorni tutti uguali ‘’vissuti’’ insieme a Max. Ed è cosi che la sera dell’ultimo ballo indossò il vestito che la rese sensazionale, del resto come lo è sempre stata. Quel vestito era lo stesso che portava al primo ballo, quando era tra le braccia di Edgar. Ma non era per dimostrare agli altri che non provava vergogna, non era per il suo orgoglio che lo indossò, ma perchè quello era l’abito con cui si era sposata con lui. Aveva ingannato anche Peter, povero, i suoi sentimenti personali verso Stella avevano intralciato l’analisi clinica. Il mondo senza Edgar non aveva più senso per lei. Il futuro era solo una nuvola di fumo grigio ora che la fiamma sembrava essersi spenta. Non vi era nulla che fosse in grado di riaccenderla.
Rimaneva una favola bianca e malinconica.
Stella non avrebbe più potuto vedere se stessa come ardentemente, eccessivamente e follemente desiderava.
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Il fascino della follia
Attraverso i dettami del diario clinico, uno psichiatra racconta l’amore travolgente e distruttivo che travolge un internato in una clinica psichiatrica con la moglie di uno dei suoi medici.
La trama non è complessa, si basa sul solito cliché della bella giovane e annoiata moglie di un medico, che trova irresistibile il cattivo di turno, e l’andamento morboso delle vicende narrate fanno già intravedere quale sarà il finale della storia, anche per l’atmosfera cupa che sembra avvolgere i protagonisti anche quando sembrano essere felici.
Il libro è scritto con una certa maestria, che seduce fino alla fine.
Interessante l’analisi psicologica che fa il narratore oltre che dei protagonisti, anche per i personaggi di contorno che come un effetto domino subiscono loro malgrado le conseguenze nefaste di questa passione folle ed insana, e nessuno dei personaggi suscita simpatia.
A mano a mano che si va avanti nella lettura si percepisce che la strada imboccata da tutti i personaggi non rende possibile alcuna redenzione, ed il finale secondo me è la cosa meno sorprendente di tutta la narrazione.
In definitiva un bellissimo libro, anche se leggermente meno delle entusiastiche recensioni che ha avuto
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La mente quando crolla
“Stella ammise di non aver mai provato in tutta la sua vita un’attrazione di una tale intensità fisica ed emotiva per qualcuno; era una cosa che conosceva solo di riflesso, per averla percepita negli uomini che la provavano per lei.”
Stella è l’incantevole e volitiva moglie dello psichiatra Max Raphael. Nell’estate del 1959, insieme al figlioletto Charlie, i coniugi Raphael giungono in un ospedale psichiatrico inglese dove Max entra come vicedirettore. La nomina gli viene accordata dal direttore Jack Straffen, nonostante la blanda opposizione del collega Peter, l’anziano psichiatra da anni in quell’istituto.
L’ambiente medico è gradevole, e idoneo alle legittime aspirazioni di carriera di Max. Mentre il piccolo Charlie si diverte a scorrazzare negli spazi esterni alla residenza dei Raphael, Stella sembra a suo agio, giorno dopo giorno, nel ruolo di moglie del promettente dottore.
L’imprevisto è in agguato, e si materializza nella presenza di Edgar Stark, l’aitante operaio chiamato a dare una sistemata alla serra fatiscente che fa parte della residenza dei Raphael. In realtà Edgar è uno scultore, dotato perciò di una certa abilità manuale, ma anche un paziente dell’istituto: vi è stato rinchiuso dopo aver decapitato la moglie, ossessionato dalla presunta “scioltezza” che le imputava nel rapporto con altri uomini.
La prestanza di Edgar Stark, la calcolata disinvoltura, la sua fisicità risvegliano presto in Stella Raphael una certa frenesia ed un lato nascosto: quello “animale”. E’ l’inizio di un’inarrestabile discesa, destinata a trascinare con sé anche altri…
“Follia” è un libro confezionato per suscitare interesse: una storia “borderline” d’amore e di sesso, lo sguardo psicologico (e psichiatrico) attraverso cui narrarla, uno stile scorrevole. Non a caso, a molti è piaciuto, consacrando il “marchio” del suo autore (il libro “alla McGrath”).
In realtà ha dei difetti.
La scelta di fondo è di raccontare la storia in prima persona, attraverso lo psichiatra anziano Peter, amico della famiglia Raphael e, in particolare, molto attento a valutare ciò che Stella rappresenta come tipo psicologico. In questo modo, tutta la prima parte del libro – quella che presiede al rapporto intenso e segreto tra la donna ed Edgar Stark entro le mura dell’istituto – si veste smodatamente di psicoanalisi e non ha quella forza narrativa che proprio all’inizio la storia meriterebbe. Paradossalmente, la scelta di pura narrazione è più evidente in altre parti del volume, quando Peter perde le tracce di Stella, e la parte centrale si fa seguire meglio.
Si arriva così ad un finale nel quale McGrath inserisce vari colpi di scena: alcuni sono mirabilmente piazzati, ma uno di essi, che riguarda l’anziano narratore, risulta piuttosto sorprendente (per non dire difficile da digerire). La vera perdita di efficacia del racconto, però, non è legata tanto alla credibilità dei comportamenti psicologici adottati – in fondo si tratta di un romanzo, anche se lo stile utilizzato tende a farlo dimenticare – quanto al fatto che l’io narrante (sempre Peter) racconti particolari delle vicende di Stella che è inverosimile egli conosca. Nell’ultima parte del libro, infatti, l’atteggiamento della donna nei suoi confronti è di dissimulazione, non di comunicazione.
Quando si arriva alle ultime pagine – dove McGrath si divertirà a far capire al lettore il perché del titolo “Follia” – la piena soddisfazione di chi legge è già compromessa.
L'amore disperato
Inghilterra,fine anni '50, manicomio criminale alle porte di Londra.
La voce narrante è quella di uno psichiatra che esercita in questo tetro istituto e ci illustra le vicende di un collega e la sua consorte.
E' la storia di una passione pericolosa, un'ossessione che ben presto indurrà ad uno dei più efferati delitti.
L'autore è molto abile e coinvolgente nella descrizione dei sentimenti e delle emozioni provate e vissute dalla protagonista femminile, una donna particolarmente 'calda' che si scoprirà poi, durante il dipanarsi della vicenda, morbosamente avvinta dall'amore totalitario per il suo amante, sentimento fortissimo e coinvolgente, mai provato prima, ma alquanto deleterio e distruttivo.
Interessanti spennellature d'epoca vittoriana si presentano qua e là durante lo sviluppo della vicenda facendo sognare il lettore nostalgico dei tempi andati, e non solo, direttamente catapultando chi legge nel mondo della passione smisurata, proibita, senza freni e certo scomoda, muovendosi ad arte tra parole e frasi che nel complesso restituiscono una chiave di lettura introspettiva e psicologica.
In più occasioni l'atmosfera saprà di inquietudini sotterranee e di molto non-detto, e talvolta si potrà giungere a provare un vago senso di disagio e smarrimento, che ad alcuni probabilmente non dispiacerà.
Cit.“Poi successe qualcosa, qualcosa che credo nessuno dei due avesse previsto, se non altro al livello conscio: Edgrar e Stella sottovalutarono – come può capitare a chiunque in circostanze analoghe – la violenza dei sentimenti che si scatenarono in lei. In sostanza, non si resero conto che le barriere della cautela e del senso comune minacciavano di crollare, travolgendo il loro fragile equilibrio.”
Lettura consigliatissima.
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Il sottile confine tra amore ed ossessione
Follia è la storia di un'ossessione amorosa.
Quel tipo di amore che ti imprigiona in una gabbia di disperato egoismo e ti lascia soffocare nel vortice di uno sfrenato desiderio.
Follia è la storia di Stella, donna bellissima e intelligente, moglie di uno psichiatra di successo e madre di Charlie, un bambino come tanti.
Seguendo il marito nei sobborghi di Londra per il suo nuovo incarico da vicedirettore presso un antico manicomio criminale in stile vittoriano, Stella, che vive giornate tediose e ripetitive, consapevole di essere una novella Bovary, nota la presenza di un uomo, Edgar Stark, che da subito le sconvolge i sensi.
Un ballo, un gesto d'intimità e giù, a capofitto nell'abisso.
Dalla semplice conoscenza in poco tempo l'uomo diverrà l'amante che la ricambierà ampiamente: complicità, passione, attrazione sfrenata, comprensione. Tutto quello di cui ha sempre sentito il bisogno ma che suo marito, a causa di un carattere incolore ed insapore, è stato incapace di darle. Ma cosa accade se una storia appena iniziata diventa da subito fin troppo importante?
Cosa accade se l'intensità del sentimento è tale da sconvolgere, oltre ai sensi, anche l'equilibrio emotivo?
Accade che tutto viene messo in gioco.
Il lettore seguirà la storia così come viene raccontata da Peter, psichiatra collega del marito e amico di famiglia. La visuale che ci prospetta è completamente asettica o, per meglio dire, ampiamente clinica.
Nessun eccesso emotivo, nessun giudizio morale, nessuna empatia. Distacco, professionalità e scrupolosità nell'annotare dettagli importanti che possano in qualche modo chiudere il cerchio.
Le parole e le azioni di Stella vengono elaborate, esaminate, previste, calcolate.
Follia è, quindi, una parabola discendente, una pazza corsa verso un precipizio. Il lettore resta avviluppato nelle vicende incapace di reagire, di giudicare e talvolta di comprendere. Può solo lasciarsi attraversare dai vari stadi del dramma.
Mi sono sentita troppo spesso incapace di prendere le parti di qualcuno. Tutto sembra giusto ma allo stesso tempo fortemente errato. La scrittura di McGrath è scorrevole, trasparente ed essenziale.
Notevoli le descrizioni degli esterni che si sposavano benissimo con gli stati d'animo della protagonista, e i luoghi dove la storia si consuma, tra Londra e il Galles, sotto cieli di metallo confortati dalla tipica indifferenza nordica.
Un romanzo introspettivo e psicologico a mio avviso non troppo adatto agli empatici estremisti.
Alla restante parte, ne consiglio fortemente la lettura.
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Stella Karenina
Vi starete chiedendo perché, nel mio titolo, abbia messo un chiaro riferimento al famosissimo personaggio di Lev Tolstoj. Beh, perché non ho potuto fare a meno di cogliere varie analogie tra "Follia" e "Anna Karenina", principalmente nelle protagoniste, ma anche per situazioni specifiche della trama.
Ma procediamo con ordine.
McGrath ha uno stile fresco e scorrevole: vi ritroverete a divorare questo libro a tratti davvero avvincente; ad entrare in empatia con i personaggi, anche se l'unico realmente amabile è il narratore, lo psichiatra Peter Cleave, che si erge al di sopra di tutti in quanto a morale e umanità. Stella, invece, è una di quelle personalità che si possono amare, odiare o compatire, a seconda del lettore che si trova a "giudicarla". Personalmente, l'ho odiata come ho fatto con la Karenina (prima analogia).
Stella è la moglie del promettente psichiatra Max Raphael, appena trasferitasi con lui e suo figlio Charlie in una villa all'interno della struttura psichiatrica in cui suo marito sarà vicedirettore.
L'incontro fatale sarà quello con Edgar Stark, paziente in semilibertà che lavora nella loro serra per ristrutturarla. Stark è un ex scultore internato per una gelosia ossessiva, che lo ha portato a uccidere sua moglie e ad infierire sul suo cadavere. Silenziosamente, tra Edgar e Stella nasce una passione irrefrenabile, favorita dall'insoddisfazione di lei a causa di quel marito freddo, totalmente dedito al lavoro e spaventosamente simile ad Aleksej Aleksandrovic Karenin (seconda analogia, che comprende personaggio e situazione).
Da qui scaturirà una serie di eventi tragici, che manderà completamente in malora la vita di tutti i personaggi principali, trascinati nell'oblio dalla follia dei due amanti che, completamente rapiti dal loro "amore" (puah!), se ne fregheranno di tutte le conseguenze e delle persone a cui stanno facendo del male. Personalmente, devo dire che pur apprezzando la penna dell'autore, la scorrevolezza e i colpi di scena, non ho amato questo libro, così come non ho amato il capolavoro russo (terza analogia, ma strettamente personale). E' probabile che il mio scarso entusiasmo sia generato dall'antipatia che i personaggi come Stella (e Anna) generano in me, ma sospetto che sia dovuto anche al fatto che la psicologia di Stella non mi ha convinto del tutto. A parte tutto è una lettura che consiglio, anche perché starà a voi cogliere la quarta analogia. Se avete letto Anna Karenina ci arriverete, sono sicuro.
"Era come se lo sentisse al suo fianco, sempre. Aveva imparato a fidarsi di lui. Senza una ragione al mondo, ovviamente, o forse proprio per questo, sì, perché si stava convincendo che la fiducia, e la speranza e l'amore sono tali in quanto nascono e crescono a dispetto della ragione."
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Cime Tempestose
CRONACA DI UN'OSSESSIONE
Stella è annoiata, la nuova casa è grande, spaziosa, dispersiva... dovrebbe tenerla impegnata tutto il giorno e invece... sente l'assenza di qualcosa, una mancanza, un vuoto da colmare; nè suo marito Max, rinomato psichiatra in un manicomio criminale, nè suo figlio Charlie, dieci anni di pura curiosità, riescono a soddisfare i suoi bisogni più reconditi.
Ed è qui che entra in scena Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio, affascinante e primitivo, che riuscirà a portare alla luce l'istinto animale nascosto e latente in Stella.
Il destino ha giocato le proprie carte, ora la partita è in mano a loro due, saranno loro a decidere cosa fare, cosa tenere, cosa scartare.
La lettura di questo libro sarà un viaggio nella psiche dei personaggi, tutti, nessuno escluso, sono gli attori di questa 'Follia'; non ci saranno pause, ma sarà un'unica lunga e lenta discesa verso il finale, a tratti evidente, a tratti ambiguo.
Impossibile non restare affascinati dallo stile di questo autore, capace di catturare il lettore senza mai annoiarlo, di stupirlo con colpi di scena e sprazzi di ordinaria follia, a tratti veritieri a tratti apparenti, a tratti devastanti... assolutamente da leggere!
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IL FOLLE AMORE
“Le storie d’amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni…La storia di Stella Raphael è una delle più tristi che io conosca”. Inizia così Peter Clever, amico della famiglia Raphael, psichiatra e voce narrante di questo romanzo, a raccontarci la storia di un amore folle, passionale, disperato, illimitato, distruttivo.
Stella Raphael è la moglie di uno psichiatra-aspirante direttore del manicomio dove è ricoverato Edgar Stark, un artista uxoricida. Edgar è l’uomo che attrae per la sua vitalità animale, per l’intelligenza sottile e superiore, è un uomo dal fascino ombroso, è l’uomo la cui follia dichiarata dagli esperti viene negata da chi, in lui, ha visto l’opportunità di dare una svolta alla propria vita. Stella è una donna di una bellezza sublime e delicata, una donna dalla risposta brillante, una mamma dolce, una moglie finora devota, che vive una vita ordinata e ordinaria, una vita che comincia a starle stretta. Stella è la “Protagonista” per eccellenza, la si vede virtuosa e macchinatrice, audace e debole, di fondo è vittima e carnefice di se stessa, è un personaggio che non lascia indifferenti, nel lettore è capace di suscitare comprensione, antipatia, rabbia, compassione ma forse molto dipende dal background di chi, leggendo, viene catapultato tra gli eventi di questa storia.
L’incontro tra i due fa insinuare giorno dopo giorno una passione che cresce e diventa complicità, la complicità si nutre di speranza per un futuro migliore che a sua volta si concretizza fino a divenire amore. Un amore opportunista? Un amore folle? Un amore impossibile? Chi può dirlo? Chi ha la definizione certa e assoluta di questo sentimento tanto raccontato?
A rendere luminoso questo romanzo è la straordinaria capacità di Patrick McGrath nel far coesistere uno stile fluido ed elegante con una racconto che ci travolge in un turbinio di lotte d’animo, emozioni forti e violente, di pensieri che si vogliono scacciare ma che alla fine hanno la meglio sulla razionalità, di desideri nascosti che esplodono, l'autore fa un attenta analisi psicologica di tutti i personaggi che popolano questo romanzo e di come ognuno, a modo suo, vive con la parte più oscura di se, con la sua bestia nera e come ognuno di loro vede la follia solo negli altri ma non in se stesso.
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Eros e Thanatos
Lo scorrere di una vita ad un certo punto può prevedere, inaspettatamente, una circolarita' ed un ritorno ad una dimensione primaria, un luogo, un accadimento, un semplice particolare, che riporti ad eventi pregressi ma con significati del tutto diversi.
Così un delirio d' amore e una dipendenza ossessiva, manipolatoria, patologica, sfociata in depressione acuta, svuotata del proprio significato ( l' assenza dell 'oggetto d' amore ) non può che condurre ad un vuoto esistenziale incolmabile e al desiderio di autoannientamento ( quando il vivere non ha piu' un senso ).
" Follia " è un iter infernale all' interno di una ossessione amorosa sbocciata tra le mura di un tetro manicomio criminale vittoriano nell' Inghilterra del 1959. Lei, Stella Raphael, moglie di Max Raphael, psichiatra, è una creatura algida, splendida, ammirata per spirito, distacco e sensazionale bellezza. Lui, Edgar Stark, psicopatico ed uxoricida efferato ( anni prima ha decapitato ed enucleato la moglie accecato da folle gelosia ), è un artista dotato di una certa vitalità animale.
Travolti da una irrimediabile necessità, da un disperante vuoto affettivo, da una forte attrazione sessuale, noncuranti dell' oggi, e dei sentimenti altrui, soli ed affamati di amore, precipitano rapidamente in una spirale di eros-thanatos, di passione violenta e psicogena, di conflitto aperto, in una ossessione amorosa senza ritorno sullo sfondo di una Inghilterra ovattata da perbenismo e regole ferree, convenzioni sociali e rigide strutture di appartenenza.
Il mondo della psichiatria, così settario, rinchiuso nella propria forma accademica ed in fredde e spaventose mura nosocomiali, si avvale dell' uso di una sedazione farmacologica inevitabile e protratta, di diagnosi standardizzate ma di difficile collocazione, di sedute mediche interminabili, tra transfert e contro-transfert per scoprire quanto il confine tra normalita' e follia sia sottile, fragile, manipolabile, e quanto la soggettività possa sconfinare in situazioni irrimediabilmente tragiche.
Peter Cleave, psichiatra di Edgar, collega di Max, amico di Stella e suo futuro medico curante, voce narrante, è da molti anni attratto professionalmente da storie d' amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale. Egli traccia i contenuti della storia, ne descrive dettagliatamente i protagonisti, le loro vite, ipotizza, consiglia, trae conclusioni mediche, ma inopinatamente cade in un vortice di passionalità, quella soggettività e coinvolgimento psico-emotivo e di desiderio amoroso che sfocerà in una cattiva diagnosi, oltrepassando i confini medico-paziente, anteponendo il se' ed il soddisfacimento dei propri bisogni al bene del malato e della collettività. " Alcuni psichiatri, infatti, travolti da fatti personali, annullano il confine tra salute e malattia."
Stella è una donna apparentemente forte quanto emotivamente fragile, ha vissuto un ' infanzia anaffettiva e vive incarcerata in un matrimonio di forma, convenienza, perbenismo.
Max, freddo, calcolatore, aggressivo passivo, sospinto dalla madre, la incarcera in una vita asettica, all' interno di un istituto prima e di una provincia tetra e deprimente poi, in un simulacro di vita famigliare. È ambizioso e " forse Stella, più che essergli stata infedele, gli ha rovinato la carriera."
È un matrimonio senza amore e passione, Edgar al contrario è tutto questo, una scintilla, un po' artista ed un po' bambino, ed il suo sguardo intenso e penetrante riaccende in lei la fiamma della fantasia e del desiderio, sostituendosi al figlio Charlie.
È un pazzo ma, prima di tutto, un malato. La sua patologia delirante, ossessiva, bipolare, quella violenza inaccettabile ed improvvisa, afinalistica, quel passato brutale e criminale e quella morbosa gelosia allucinatoria agli occhi di Stella appare normalità. " Quello non era lui, era sempre l' altro " e " su un piano emotivo, non intellettuale, aveva cercato di distinguere l' uomo dalla sua malattia ". Passato l' uragano, sarebbe guarito.
Ad un certo punto a lei non resta che un' unica via di salvezza, mentire, fuggire, ovattare se stessa ed i propri desideri in una prigione famigliare grigia e piovosa, come il paesaggio gallese e l' ostilità dei propri abitanti. L' individualità e la sessualità di Stella, continuamente violate, segnano un ritorno ad un brivido dimenticato, un senso di annientamento, il desiderio di sentirsi vivi, la menzogna una strada verso la salvezza per dimenticare il dolore e rivivere la speranza.
" A volte riusciva a vedere le cose freddamente, ma, come aveva previsto, stava andando tutto in pezzi e non le importava. "
Già, la speranza di un nuovo inizio, o il ricongiungimento con un passato che sembra irrimediabilmente perduto. Stella ormai ha oltrepassato l' isteria, è caduta in una depressione acuta e nuove dinamiche hanno cambiato il costrutto.
Il sonno in fondo non è che una promessa d' oblio ed ormai " abitava un altro mondo, un mondo informale dal quale era difficile togliere lo sguardo ".
La follia che accompagna la trama diviene essenza della stessa, allargata a tutti i personaggi, chi più chi meno, ed aleggia nell' aria accompagnando dubbi e certezze, ma ergendosi a protagonista suprema.
Patrick McGrath ci guida nel proprio universo letterario ( la rappresentazione della mente umana ) attraverso un romanzo neogotico che ci parla appassionatamente ed ossessivamente di follia, malattia, psichiatria, amore, desiderio, relazione, oltrepassando il confine dell' ovvio e ridefinendo continuamente i confini dell' essere.
Ci addentriamo all' interno di un labirinto in cui la verità è difficile da oggettivare perché la complessità della mente ( e della malattia ) e dei sentimenti si erge a protagonista e forme e contenuti cambiano repentinamente. Cade ogni certezza e costruzione narrativa pregressa, rimane una straordinaria lucidità descrittiva e l' amore per il dettaglio oltre che per le sfumature del linguaggio, l' espressività di un singolo gesto ed il significato ( prevalentemente psico- comportamentale ) di ogni parola.
I personaggi navigano nella solitudine di un intreccio ripetuto, ciascuno è soggettività e labirintico mistero, definito ed indefinibile, proprio come la inafferrabile complessità della mente umana.
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amor fou?
Una grande storia d’amore e di sofferenza, attraverso l’occhio clinico di chi la osserva. Una storia da leggere tutta d’un fiato, che si sviluppa sul palcoscenico di un matrimonio criminale vittoriano. Qui uno psichiatra racconta il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie del vicedirettore, ed Edgar Stark, paziente, artista e detenuto per uxoricidio. Un viaggio sofferto all'interno della fortificazione di un'anima tormentata: il lettore viene tuffato a capofitto nei meandri più oscuri della mente umana. Alla fine ci si troverà a chiedersi se la follia che percorre la storia è solo nell’amor fou dei due protagonisti…o anche nell’occhio clinico che la racconta. Avvincente.
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Psiche, passione, delirio
Il racconto della "follia"di Stella Raphael, racchiuso fra due balli annuali organizzati in un ospedale psichiatrico. Durante il primo ballo, Stella è la stimata moglie del vicedirettore dell'ospedale, madre amorevole e perfetta padrona di casa. Un anno dopo, Stella partecipa allo stesso ballo, ma questa volta da paziente, senza più marito né figli, seppur con lo stesso magnifico vestito nero, dedicato a chi, un anno prima, la fece ballare e sentire per la prima volta donna. Cosa è successo nel frattempo? Cosa ha fatto impazzire Stella? La passione delirante, "animale", per Edgar Stark, o qualcosa di più profondo ed ancestrale: l'esplosione incontrollabile di pulsioni recondite ed autodistruttive? Romanzo ipnotico, coinvolgente, scritto meravigliosamente. l mio primo McGrath: una rivelazione.
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Meccanismi della psiche.
Era l’estate del 1959, e il Mental Healt Act era appena diventato legge. All’epoca dei fatti, Stella era sposata con Max Raphael, uno psichiatra criminale chiamato a prestare la sua opera in una struttura tipicamente vittoriana, una cittadella fortificata che si ergeva su un alto colle da cui dominava la campagna circostante caratterizzata da fitte pinete a nord e a ovest, e bassi acquitrini a sud. Dall’unione della coppia era nato Charlie, un bambino di appena dieci anni. La residenza del vicedirettore era sita ad un centinaio di metri dal cancello principale ed altro non era che una grande casa di pietra grigia, uguale a quella dell’ospedale, leggermente in disparte dalla strada interna e nascosta dai pini. Il progetto che maggiormente interessava Max, amante dello stile vittoriano, circa la propria abitazione, era il restauro della vecchia serra in fondo all’orto, una grande costruzione ornamentale del 1800 che era servita al tempo per coltivare orchidee, gigli e molteplici piante tropicali. Ed è qui che entra in gioco Edgar Stark, ex artista dalla personalità forte ed un grande fascino, detenuto all’interno della struttura perché affetto da una patologia psichiatrica grave che lo ha portato a decapitare– ed enucleare – la coniuge. Non riusciva “a vederla”, altro non era che una puttana, una donna dai facili costumi che meritava di essere punita per il suo torto, per avergli impedito di portare a termine la sua opera, per l’appunto, una testa.
Un incontro, un ballo, una ricerca di affetto che da attrazione diventa amore, da amore si tramuta in ossessione e da ossessione si trasforma in tragedia. Un romanzo dove Peter Cleave, io narrante psichiatra, descrive passo dopo passo con la freddezza clinica propria del mestiere, gli automatismi della mente dei tre protagonisti: sia Max che Stella che Edgar si ritrovano a far parte di un meccanismo di degenerazione determinato da un senso di insoddisfazione, di tristezza, di paura, di insicurezze in cui la follia è l’unica strada possibile.
Ma chi è il vero folle? L’uxoricida Edgar? O l’affascinante, triste, malinconica ed inappagata moglie del vicedirettore? O è quest’ultimo stesso, figura di spicco eccessivamente dedita e rapita dal lavoro per potersi anche solo accorgere dei suoi problemi, il vero malato? O è a sua volta l’impenetrabile Peter, col suo apparente distacco e con la sua criptica vita privata, l’affetto da disfunzione? Oppure, semplicemente, tutti sono vittime, preda e meccanismi della follia stessa?
In appena trecento pagine Patrick McGrath dà vita ad un universo di introspezione, dove ciascun personaggio viene inquadrato con poche ma essenziali caratteristiche atte non solo a far entrare il lettore in simbiosi con gli stessi ma anche a comprenderne le dinamiche, i comportamenti, le progressioni. Grazie a queste semplici linee guida, chi entra in contatto con l’elaborato è in grado di analizzare i meccanismi della psiche umana nonché le sue evoluzioni e distorsioni in funzione delle esperienze e degli episodi che fanno parte del vissuto di ciascun essere umano. Nessuno uscirà indenne, ognuno pagherà delle conseguenze di questo pericoloso gioco e di fatto a farne maggiormente le spese sarà Charlie, vittima innocente delle ripicche, della rabbia e della frustrazione degli adulti. Un quadro che porta inevitabilmente il soggetto esterno ad interrogarsi, a cercare di darsi delle risposte.
Con uno stile semplice, leggero e mai appesantito da tecnicismi, lo scrittore dona alla letteratura un testo ricco di contenuti e spunti di riflessione, una perla di rara bellezza da custodire ed apprezzare pagina dopo pagina.
«[..] Quand’è che cominciamo a fare delle distinzioni tra quel che è giusto e quel che è sbagliato? Quando qualcosa ci ferisce o minaccia di farlo». p. 176
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Amore, ossessione, tragedia
L’attrazione diventa amore, l’amore ossessione, l’ossessione tragedia. La follia è la grande protagonista, ma chi è il folle? E’ Edgar, lo scultore uxoricida, genio e sregolatezza? O Stella, bella e triste, che chiede solo di sentirsi viva? Sarà per caso Max, troppo impegnato a curare la psiche degli altri per accorgersi dei suoi problemi? O Peter, con quella sua aria distaccata, impenetrabile, con la sua misteriosa vita privata? E se fossero tutti folli? Ma cos’è, infondo, la follia? Patrick McGrath cerca di spiegarlo attraverso un’opera a metà tra erotismo e psicanalisi, con uno stile leggero e scorrevole e senza appesantire la lettura con nozioni psicologiche troppo tecniche. L’introspezione dei personaggi, pur non essendo molto approfondita, basta a creare un quadro preciso della psiche di ognuno di loro e a comprendere i loro comportamenti e il modo in cui la mente umana in generale possa essere deviata da determinate esperienze o episodi. La storia segue un filone già visto ma non per questo risulta noiosa o scontata e non mancano certo i colpi di scena. Siamo nell’Inghilterra del secondo dopoguerra. Tra le mura di un manicomio criminale nasce un amore clandestino tra il detenuto Edgar Stark e l’affascinante Stella, moglie del vicedirettore dell’istituto, il dottor Max Raphael. Lui è un artista, uno spirito ribelle finito dietro le sbarre dopo aver massacrato la moglie per gelosia. Lei una donna trascurata dal marito e in cerca di nuove emozioni. L’attrazione fisica dà inizio ad un gioco pericoloso che sfocia in un dramma annunciato in cui a farne le spese sono un po’ tutti, dai due protagonisti al marito tradito, finanche alla voce narrante, il dottor Peter Cleave, lo psichiatra che segue Edgar ed è legato ai Raphael da una profonda amicizia. Ma a pagare più di chiunque altro è il piccolo Charlie, figlio di Stella e Max, vittima innocente della follia, delle ripicche e delle frustrazioni degli adulti. “Dentro di sé rivisse quel momento al sole, in cui si era resa conto che sarebbero andati a letto, perché ormai non si potevano più fermare. Era molto semplice: non farlo era impensabile. E quando capisci che non puoi più evitare, o rinviare, o ignorare una necessità, il rischio cessa di essere un deterrente. Stella cercò di spiegarmi questo.”
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L'amore. Esiste, e basta.
Leggendo la trama sembrerebbe alto il rischio di ritrovarsi tra le mani uno dei soliti polpettoni nel più classico stile Harmony: la storia di una passione travolgente vissuta da una donna, Stella Raphael, moglie di uno psichiatra di origini benestanti, moralmente integro e consacrato al lavoro, verso Edgar Stark, scultore e uomo con una personalità forte ma ambigua, disturbata, detenuto per uxoricidio nella stessa struttura in cui lavora il marito di Stella.
Sin dalle prime pagine, però, s'intuisce la qualità e lo spessore di questo romanzo: l'autore affida alle parole di un altro psichiatra, collega del marito di Stella ed amico di famiglia, la narrazione e l'analisi 'medica' della malattia di Stella, una malattia chiamata amore.
Che l'amore possa essere distruttivo, che possa degenerare in follia, è noto a tutti... storie simili sono all'ordine del giorno.. in genere però si raccontano solo gli effetti, la tragica conclusione.
In questo libro, invece, ne viene mostrata la causa e ne vengono descritti i sintomi in modo chiaro, dettagliato, con rigore scientifico... e nella scienza, nella psichiatria, si confida anche per la ricerca di una cura.
Ma come si può curare con la razionalità qualcosa che nasce e s'alimenta nell'irrazionalità?
Stella è una donna bellissima, affascinante ma l'unica valvola di sfogo per il suo cuore è il figlio Charlie; il marito, troppo dedito al lavoro, a malapena la guarda. Il cuore di Stella, però, brucia... arde di una passionalità a lungo trattenuta e sul punto di esplodere.
Per questo motivo quando incontra Edgar, paziente in quello stesso manicomio che il marito di Stella ambisce a dirigere raggiungendo così l'apice della sua carriera, pur conoscendo il suo passato di uomo violento, turbato, che uccise la moglie a colpi di martello abbagliato da una gelosia immotivata, Stella non riesce comunque a frenare il suo desiderio di calore, di passione, di vita.
E poco alla volta, tutto per Stella diventa vacuo, futile, secondario.. tutto tranne Edgar. Persino il figlio, prima unico contenitore del suo amore, diventa ora un ostacolo, quasi odiato perchè riflette l'immagine del marito, di una vita senza illusioni e di una morte prematura dell'anima.
Non voglio dilungarmi ulteriormente sulla storia, ma gli spunti di riflessione sono veramente tanti. E credo che i sentimenti, gli stati d'animo descritti in questo romanzo siano condivisibili da molti, perlomeno da coloro che hanno vissuto una storia d'amore intensa, particolare, fuori dagli schemi.
"Già, l'amore" dissi. "Parliamo di questo sentimento che non riuscivi a dominare. Come lo descriveresti?". Qui Stella fece un'altra pausa. Poi, con voce stanca, riprese:
"Se non lo sai non posso spiegartelo."
"Allora non si può definire? Non se ne può parlare? E' una cosa che nasce, che non si può ignorare, che distrugge la vita delle persone. Ma non possiamo dire nient'altro. Esiste, e basta."
"Queste sono parole, Peter" mormorò Stella.
Già... parole, solo parole. E' da stupidi cercare di spiegare, di capire, di studiare, di curare l'amore. Può essere solo vissuto. Ed è significativo l'epilogo, inaspettato ed impensabile come ogni conseguenza dell'amore: la follia di Stella 'contagia' persino i 'luminari', studiosi di quella mente che non sempre è in grado di sovrastare e dominare gli istinti del cuore.
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STREGATA
Magnetico, incalzante, sensuale. Follia, nel titolo italiano, è un capolavoro di magnetismo: come Edgar per Stella, la follia d'amore incolla il lettore al libro con una suspence da giallo tutta incentrata sull'erotismo malato che anima i due protagonisti e sul desiderio inconscio di essere posseduti dal veleno dolce della passione. Quando lo lessi rimasi affascinata dalla sete di lettura che ha instillato in me questo libro. Non riuscivo a smettere di leggere.
Ancora una pagina, ancora una pagina ed era notte fonda.
Questo ricordo: l'attrazione letale che ho provato, come quella di Edgar e Stella
Amore e thanatos, passione e ossessione, follia e autodistruzione.
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Amore e malattia
"Già l'amore" dissi. "Parliamo di questo sentimento che non riuscivi a dominare. Come lo descriveresti?". Qui Stella fece un'altra pausa. Poi, con voce stanca, riprese: "Se non lo sai non posso spiegartelo".
"Allora non si può definire? Non se ne può parlare? È una cosa che nasce, che non si può ignorare, che distrugge la vita delle persone. Ma non possiamo dire nient'altro. Esiste, e basta".
"Queste sono parole, Peter" mormorò Stella.
Già leggendo questo breve stralcio sulla fascetta alla fine del libro, si può facilmente capire da che angolazione l'amore viene trattato in questo libro. Lo psichiatra Peter Cleave ci racconta la storia di Stella Raphael, infelicemente sposata col suo collega Max (con cui ha anche un figlio, Charlie), nel più classico dei matrimoni caduti nell'abitudine e nella monotonia della quotidianità. I sensi di Stella, donna bellissima e passionale, saranno risvegliati dall'arrivo all'ospedale psichiatrico di Edgar Stark, efferato uxoricida per gelosia compulsiva. L'attrazione tra i due scatta definitivamente al ballo d'ospedale, che segnerà l'inizio di una storia d'amore e soprattutto di passione che porterà Stella a mettere a repentaglio la stabilità della vita sua e della sua famiglia, ignorando i consigli della ragione e seguendo gli istinti. Ma Edgar è malato e, quando Stella aprirà gli occhi, sarà troppo tardi per uscirne mentalmente illesa; dovrà dunque affrontare le violentissime conseguenze di questa passione vissuta senza un briciolo di razionalità. Il punto finale del libro coincide con l'anniversario di quando tutto è iniziato e ancora una volta, 365 giorni dopo, il secondo ballo d'ospedale segnerà la svolta finale, chiudendo il cerchio di questa passione distruttiva.
Un libro che scorre via velocemente, catturando l'interesse di chiunque sia appassionato alla conoscenza della psiche umana e di ciò che la può sconvolgere. Essendo filtrato dalle riflessioni e dalle parole di un narratore psichiatra, necessariamente la caratteristica principale del libro è la profonda indagine dei comportamenti e dei pensieri di ciascun personaggio. Al centro dell'analisi vi è l'amore inteso come passione che travolge i sensi e scombussola la vita di chi, come Stella, si lascia guidare dagli ardori del proprio corpo, inebriando la propria mente di un sentimento in grado di curare l'insofferenza per l'apatia del suo matrimonio. L'assenza di razionalità nel modo di vivere questo sentimento lo porta però a degenerare in follia e ossessione, al punto da giungere a dimenticare il figlio, fino ad arrivare al disprezzo per sè e per la propria vita, che sopraggiungono, inevitabilmente, nel momento in cui Edgar rivela la sua natura.
Nella contesa tra la fallacia razionale di tale passione e la forza indomabile di questa stessa, il finale sarà il trionfo dell'istinto, che appare inevitabile fin dall'inizio del libro ma che allo stesso tempo risulta inaspettato nei suoi esiti.
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FOLLIA sarebbe dire che questo è un bel libro
Questo libro l'ho letto un po' di tempo fa proprio perché molte persone me lo avevano acclamato con entusiasmo. Mi sono lasciata persuadere un po' proprio dall'entusiasmo e un po' dal tema della malattia mentale.
Ho trovato invece un feuilleton su un'ossessione puramente sessuale facendo leva sul tema della follia per trovare una giustificazione pseudo-valida.
Anche io ho trovato la storia di Stella irritante e i personaggi assolutamente algidi. Oltretutto più il romanzo procedeva, più sapevo esattamente dove sarebbe andato a parare l'autore... una prevedibilità e scontatezza al limite della decenza.
Lei che si innamora di un malato psichiatrico, lei che fugge con lui, il marito assolutamente incapace di ogni reazione degna di uomo, la suocera che la odia, la povertà in nome dell'amore.
Suvvia. Stiamo parlando di follia e sembra di vedere una telenovela.
Se volete leggere un libro vero sulla follia leggete Una stanza piena di gente.
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AMORE FOLLE
Il titolo di questo romanzo è lo specchio letterale e non metaforico di quanto narrato al suo interno. E’ la storia, l’incredibile storia d’amore, di due persone fuori dal comune, accecate da emozioni contrastanti e devianti che però fanno capire quanto a volte le storie più trascinanti siano quelle che vengono vissute così, senza censure.
L’ambientazione è più che reale e la descrizione dei dettagli permette al lettore di immedesimarsi in tutto e per tutto in quel che legge.
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Quando l' Amore diventa una 'malattia'
Capire chi è il vero folle in questo romanzo è un' impresa ardua. Credo che il titolo 'Follia' sia inteso in generale. Senza alcun dubbio un bellissimo libro, ben strutturato. Ho provato un astio immediato nei confronti di Stella, la protagonista,egoista e crudele, sfociato in odio nel momento un cui non impedisce la morte del figlio. Il suo menefreghismo dopo la tragedia mi ha provocato una rabbia indescrivibile. Lo psicoterapeuta, (voce narrante), mi ha lasciato perplessa, non mi sarei aspettata che il suo comportamento alla fine risultasse così ambiguo. Il finale è stato come è giusto doveva essere.
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Asylum
Le pennellate vigorose, cupe e melodrammatiche di Pierre Soulages sulla copertina dell'ultima edizione di "Follia" sono la più fedele rappresentazione delle impalcature mentali di Stella, protagonista di questo romanzo psicologico dell'universalmente osannato McGrath.
Stella, bella nell'aspetto, moglie di psichiatra criminale e madre di un bimbo di appena dieci anni, è incardinata nei ranghi di un'esistenza in apparenza risolta quando, nella calda estate del 1959, decide di rompere gli argini dell'ordinarietà. E lo fa nel modo più sconvolgente. Ingaggia una relazione passionale di natura ossessiva con un criminale uxoricida, Edgar Stark, uomo intelligente, astuto, dalla "vitalità animale", stimato scultore, completamente schiavo della sua arte e della sua follia.
Il marito di Stella, Max Raphael, uomo votato alla carriera e dalla madre ingombrante, è il vicedirettore della struttura manicomiale inglese che ospita Stark. A narrare le drammatiche e distruttive vicende della protagonista, distorta paladina della libertà di scelta, è la benevola voce di Peter Cleave, anch'egli psichiatra nel medesimo ospedale, che segue personalmente Stark ("era uno dei miei" ripete più volte nel corso della narrazione).
L'ambientazione scelta da MacGrath è austera come solo può esserlo una struttura manicomiale criminale costruita seguendo le lineari regole architettoniche vittoriane, "un'architettura morale, che esprime regolarità, disciplina e organizzazione". È contro questa pulizia di luoghi e di intenti, contro l'asfissiante disciplina sociale che Stella decide di stagliarsi in favore del disordine, dell'emotività esasperata, dell'azzardo e perfino dell'anaffettività. La moglie e madre decide di non brillare di luce riflessa, ma di far onore al suo nome, Stella appunto, e splendere di una propria torbida lucidità.
E allora sceglie la sua temeraria ossessione anche a costo di subirne lo squallore:
"basta stare in un lurido buco e guardarsi allo specchio per vedere qualcosa di altrettanto lurido, e cominciare a comportarsi di conseguenza."
"Follia", il cui titolo originale è "Asylum", termine ambivalente (rifugio e manicomio) e dalla sonorità inquietante, è un romanzo a strati, in cui i ruoli si capovolgono, in cui la voce del forte si fa flebile e il debole mostra un vigore inaspettato e in cui persino la voce narrante procede quietamente come un corso d'acqua sotterraneo per poi riemergere in superficie con sconvolgente e propulsiva ambiguità. E così l' incipit, in apparenza banale, "le storie d'amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni" assume man mano che gli eventi ci vengono mostrati, attraverso lo sguardo a volte "svagato" di Peter Cleave, una pregnanza tutta nuova.
Lo stile di MacGrath è sicuramente accattivante. La costruzione del personaggio di Stella quale campione di ostinazione, se si riesce a porre resistenza alla naturale forza ammaliatrice di MacGrath, viene fuori nitidamente così come le considerazioni del lettore su sentimenti, famiglie e loro simulacri, vite a-normali o folli, e sulla psichiatria, guest star del libro.
Una buona lettura. Da consigliare, indubbiamente.
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Storia di ordinaria follia
Dire follia è come dire pazzia, tutto è follia quando non è omologato nei canoni prettamente riconosciuti come elementi raziocinanti dal pensiero dell’uomo, tutto è pazzia se non rientra nel contesto ordinato delle cose…è folle chi non si da un contegno.
La storia si svolge in un manicomio criminale inglese nel 1959. Il perfetto follow up della malattia mentale è stato assolto dr McGrath! Clinicamente ci siamo.
Follia è un romanzo ben congegnato,ben strutturato e ben definito. La malattia mentale è descritta in maniera impeccabile, il comportamento deviato dei protagonisti non fa una piega sul decorso degli eventi fino al prevedibile epilogo finale.
McGrath è uno scrittore che mastica psichiatria come Dan Brown decodifica e smanetta numeri e segni ed è chiaro che l’esperienza nelle conoscenze e la geniale attitudine a forgiare argomenti “particolari” porta alle creazione di opere che a primo impatto sembrano perfetti vademecum per dare motivazioni scientificamente corretti a determinati accadimenti e alla loro evoluzione.
“La psichiatria attrae chi ha il terrore di diventare pazzo.”
Avrei molte cose da dire su quello che non mi ha convinto sul caso clinico, ma farei molti spoiler….
Del libro salvo l’amore romanzato, che stuzzica e infastidisce, che fagocita il lettore nell’abisso dell’amore folle, questo è il caso di dire “impazzire” d’amore.
"Già, l'amore" dissi. "Parliamo di questo sentimento che non riuscivi a dominare. Come lo descriveresti?". Qui Stella fece un'altra pausa. Poi, con voce stanca, riprese: "Se non lo sai non posso spiegartelo".
"Allora non si può definire? Non se ne può parlare? E' una cosa che nasce, che non si può ignorare, che distrugge la vita delle persone. Ma non possiamo dire nient'altro. Esiste, e basta"
Edgar non è di certo l’unico deviato di questa storia, Stella si ammala sotto gli occhi di tutti divenendo un istrione senza sfinteri mentali, Max uno psichiatra sempliciotto e ingenuo e Peter Cleeve voce narrante e psichiatra che assiste quasi con occhio impersonale, asettico e voyeuristico tutta la tresca dall’inizio concedendosi a cedimenti e decisioni quasi frettolosi che avrebbero stupito di più se avesse scavato e messo a nudo il vero animo di tutti i personaggi compreso il suo.
“E in ogni caso io sono un medico, non ho nulla da rimproverare a chi si ammala. E come potrei rimproverare a te di esserti innamorata?”
Anche questo è amore!
L’amore morboso, l’amore molesto, l’amore sessualmente compulsivo, l’amore che non conosce ragione e vince su tutto, velando e annullando l’amore di una madre verso un figlio…infatti stiamo parlando di pura follia, circoscritta in un manicomio criminale poco lontano da Londra.
Indicazioni utili
-Pozzoromolo
-Esercizi sulla madre
di Luigi Romolo Carrino
-I cariolanti di Sacha Naspini
Vita!
E' un romanzo che va letto attentamente, quasi a ritornare indietro, al passaggio precedente. Profondo per le sue vaste tematiche. Amore, follia-cosciente, intrigo, e il propinarsi continuo della voluta evasione dal mondo reale. Il potersi rifugiare in quello che sono i nostri sogni, i nostri drammi esistenziali intrisi da mille paure e da tanti dubbi. In questo scritto tutto è attuale e fuori dagli schemi! Sembrerebbe un romanzo irreale... dove il raziocinio esula, e lascia posto all'atteggiamento primitivo e selvaggio della fuga dalla realtà. Da quella realtà che stretta stretta ci accompagna, e che invece vorrebbe rompere argini, indugi e barriere insormontabili.
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Elpilogo n. 13 - Potere dell'analisi
Quest’opera mi ha catturato perché descrive perfettamente l’evoluzione di un sentimento estremo: nasce con sorpresa, si insinua nei tessuti del corpo e della mente, si radica in una passione che lievita, diviene ossessione, trasgressione, autodistruzione.
Siamo in Inghilterra e corre l’anno 1959. In un tetro manicomio criminale uno psichiatra illustra il climax di un caso clinico, che ha visto Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra dell'ospedale, innamorarsi di Edgar Stark, un artista detenuto nella clinica a causa di un feroce uxoricidio. In un primo tempo, la storia procede attraverso sotterfugi e incontri clandestini.
Stella intuisce il pericolo, ciononostante non esita a distruggere il suo matrimonio e la sua vita familiare. Perché non riesce a contrastare l’esplodere di una passione che innanzitutto è attrazione fisica e sessuale, talmente magnetica da sconfinare nella mania. Talmente potente da far precipitare chi la vive nel baratro della follia, passando attraverso una serie di disavventure e disgrazie.
La narrazione è molto efficace, condotta com’è dal punto di vista dell’analista, che narra in modo piuttosto impersonale il precipitare degli eventi. Nella razionalità dell’esposizione, il colpo di coda finale, che l’autore magistralmente riserva, giunge beffardo sul lettore come il morso di una serpe.
Bruno Elpis
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Quando un amore è malato
L'amore "malato" di Stella, ti coinvolge e ti turba.... Stella è la tipica donna dei nostri giorni insoddisfatta del proprio matrimonio, di una vita che forse tutti invidierebbero per l'agio, ma forse è proprio questo che la spingerà a farsi travolgere da una passione fisica quasi brutale verso un uomo che non è altro che un paziente dell'istituto psichiatrico dove lavora il proprio marito.
La lussuria di ciò che è sbagliato desiderare, il rischio di essere scoperti, o di diventare lei stessa VITTIMA del proprio amore clandestino, la trascineranno in un oblio e in un declino irreversibile.
Scorrevole e piacevole nella lettura, questo romanzo vi porterà in un' analisi introspettiva di un amore malato, nella perdita della coscienza di ciò che è importante, ossia la famiglia, è un libro che metterà in discussione la capacità distruttiva che in certi casi e per certi aspetti l'amore può indurre a fare.....perdendo la consapevolezza di ciò che siamo, ciò che diventeremo e la terra bruciata che ci girerà intorno.....Drammatico e coinvolgente è una storia intricata di vite che sembrerebbero parallele ma che invece si intrecciano come fili di una ragnatela dalla quale non si può rimanere vivi.
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Avvincente
Uno dei libri più belli che abbia mai letto!!!!!
Questo romanzo mi ha turbato positivamente, si tratta di uno di quei libri che rimangono nella mente anche mentre non stai leggendo.
Il titolo originale è "Asylum". Questo è spiegato dal fatto che lo scrittore trascorre gran parte della sua infanzia nel manicomio criminale di Broadmoor, sede di lavoro del padre, respirando l'atmosfera oscura di un ambiente grondante malattia e sofferenza.
Il romanzo narra la storia d'amore tra Stella, bellissima moglie di uno psichiatra del manicomio, ed Edgar un artista uxoricida. Nonostante la vita della donna sembri perfetta, non è una moglie soddisfatta, è delusa dalla vita grama che svolge e mal si adatta alla vita all'interno dell'ospedale psichiatrico e al ruolo di moglie; depressa per la monotonia delle sue giornate e trascurata dal marito troppo preso dal suo lavoro e dai suoi pazienti, incontra l'artista Edgar, rinchiuso nel manicomio, accusato di aver massacrato la moglie per una folle ed ingiustificata gelosia.
Stella se ne innamora perdutamente, non può evitare di provare per lui una fortissima attrazione sessuale alla quale cede andando incontro ad una serie di rischi. Con l'andare del tempo diventa del tutto dipendente dal suo amante al punto tale di fuggire con lui a Londra lasciando tutto e tutti, compreso suo figlio Charlie. Da qui cominciano una serie di vicissitudini molto avvincenti e che non vi sto a raccontare per non rovinare il finale del libro.
Basta dirvi che l'ho letto in pochissime ore!!!!!
All'inizio per Stella si prova compassione perché appare come una donna fortemente depressa e fragile. Questo sentimento lascia il posto alla rabbia e alla disapprovazione quando questa donna abbandona il figlio per seguire il suo grande amore.
Si prova anche un sentimento di pena per Max, il marito abbandonato; questo personaggio suscita sentimenti contrastanti: senza dubbio è la vittima sentimentale e professionale di questa donna malata ma è anche il carnefice di se stesso proprio perché, nonostante faccia lo psichiatra, non riesce a capire la moglie che gli manda messaggi di aiuto prima di lasciarsi del tutto travolgere dall'amore per Edgar.
Il romanzo è narrato in prima persona da Peter Cleave, amico della coppia e psichiatra dell'ospedale. Questo è un personaggio che avrà un ruolo chiave nel libro, all'inizio è in ombra ma poi sboccerà fino ad avere un ruolo primario.
Ho amato questo libro fin dalle prime righe perché descrive l'amore in tutte le sue sfaccettature: l'amore folle, l'amore incondizionato, l'amore malato, l'amore drammatico.
Quando ci si innamora, ci si lascia travolgere da un sentimento che non si può frenare. Arriva inaspettato e ci rapisce portandoci in luoghi della mente di cui non immaginavamo nemmeno l'esistenza. Non possiamo fare altro che seguirlo, assecondarlo.
"Già,l'amore. Come lo descriveresti? Non si può definire,non se ne può parlare. é una cosa che nasce,che non si può ignorare. Non possiamo dire nient'altro. Esiste, e basta." (Patrick McGrath)
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Follia
La storia è appassionante però il tono è un po' omogeneo e certi momenti particolarmente drammatici o la parte finale sembrano sbrigati troppo frettolosamente. Forse potevano essere scritti con un po' più partecipazione, magari minima, vista l'amicizia tra l'io narrante e la coppia. Sembra che lo scrittore abbia paura di suscitare emozioni nel lettore riguardo all'evento più tragico; ci tiene fin troppo a lasciare intatto il tono distaccato del medico il cui unico interesse è quello dello scienziato. Qualche eccezione in un paio di punti avrebbero giovato alla storia. Comunque è un bel libro, pieno di suspense e scritto come fosse l'esposizione di un caso clinico. Io trovo però la scena del lago e la reazione della madre, soprattutto i giorni dopo, poco verosimile nonostante l'autore avesse posto nelle pagine precedenti tutte le premesse a quella reazione. (Forse è da quella che nasce il titolo del libro?)
E la proposta dello psichiatra la trovo poco professionale e poco umana (il medico non si scomoda nemmeno a togliere alla donna che giudica molto interessata al sesso i dubbi sulla propria omosessualità). Una proposta simile giustifica in un certo senso il finale. Pone dei dubbi su chi sia il folle tra tutti: il marito incapace di mostrare sentimenti (ammesso che li provi), l'io narrante che sembra piuttosto simile al marito (non parla mai esplicitamente di sentimenti). Le due persone squilibrate sono le meno anaffettive ma questo credo che cozzi con tutte le teorie psichiatriche a quanto ne so.
La storia tra i due pazzi è infatti una ossessione, una storia di sesso con tanti tratti patologici ma anche con caratteri di affettività che mancano alle cosiddette relazioni normali. Anzi in certi momenti gli aspetti sentimentali diventano particolarmente importanti. Nel finale sembra quasi che l'autore scavalcando l'io narrante, che non è poi così onnisciente,insinui il dubbio di un filo conduttore o di una relazione che trascenda la capacità medica di comprendere. Qualcosa al di là o forse anche al di sopra della normalità? Tutto sommato la follia è considerata con un pizzico di quell'ammirazione e di sfuggita di quell'idealizzazione che oltrepassa l'orrore e che possono permettersi solo gli spettatori esterni (come il figlio di uno psichiatra).
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se questa non è follia
non avevo mai letto niente di questo autore e non ho potuto non esserne rapita. la trama incalza, le parole vanno una dietro l'altra, cosi' come le pagine. un dotttore, la voce narrante, un flashback lungo un libro che non annoia mai. la follia della protagonista e del suo folle amore - adulterio. la follia di una passione in cui ci riconosceremo. e quel finale, quel finale che vale tutte le pagine lette. scusatemi non mi sento di dire niente della trama. non ne vale la pena. leggetelo, e capirete.
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Uno stile che rapisce
Quando ho acquistato questo libro, ero andata in libreria con lo scopo di cercare uno di quegli adorabili libri con le pagine di cartone spesse 1 centimetro da regalare al mio nipotino; a missione compiuta, ho dato una rapida occhiata ai saggi prima di andar via e nel mucchio, fuori posto come ad auto-imputarsi una valenza saggistica, “Follia” di McGrath ha immancabilmente attirato la mia attenzione.
Di solito più che comprare libri, preferisco “adottarne” qualcuno in biblioteca, ma stavolta ho fatto un’eccezione, quasi avessi paura a lasciarlo lì tutto solo in mezzo ai suoi pretenziosi cugini Saggi.
Ebbene, quando è l’istinto a parlare di solito vale la pena di ascoltarlo.
La trama si sviluppa in un intreccio narrativo che più che sorprendere colpendo alle spalle dopo un incipit in sordina, come forse mi aspettavo, mi ha accompagnata tenendomi per mano nello snodarsi di eventi tanto tragici quanto ovvi e inesorabili.
L’atto di svolgimento di avvenimenti drammatici è sbrigato in poche essenziali battute, mentre l’attenzione spasmodica dell’autore è tutta rivolta alla fitta rete dei retroscena, che giustificano l’inevitabilità di quanto accade, tirando fuori il lettore dalla sua solita nicchia del “ma chi se lo aspettava?!” e privandolo della possibilità (di consueto offerta su un piatto d’argento) di identificarsi e poi “soffrire” con i protagonisti, inserendolo viceversa gradualmente e sapientemente nella lucida prospettiva dell’interpretazione psichiatrica.
Tuttavia a poco a poco tale lucidità lascia intravedere qualche falla che apre al lettore una strada interpretativa indipendente, inducendo a mettere in dubbio l’oggettività della voce narrante; così ci si trova come in un gioco di specchi a improvvisare un proprio tentativo di psicanalisi di chi scrive, in un cambio repentino e disarmante di prospettive.
Qualche parola sullo stile: scorrevole e trascinante come un fiume in piena, mai barocco, sempre coinvolgente nella sua linearità; l’assenza dei consueti fronzoli non concede distrazioni al lettore, e a mio avviso sono questi gli strumenti che permettono a McGrath di avvolgerci tutti con sé nel perverso e soffocante manto di un amore folle.
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crescente follia..
Cosa succede quando una donna, moglie di uno psichiatra, futuro direttore del manicomio, benestante e facente parte dell'alta società, si innamora di un paziente che ha ucciso sua moglie in un atto paranoico?
Succede che tutto degenera alla follia.
Mcgrath mi deve ancora deludere e con questo libro mi ha conquistata.
Scritto benissimo e scorrevole, le pagine si sfogliano che è un piacere.
Suscita curiosità dall'inizio alla fine e appena decidi di chiudere il libro per poterti riposare, ecco che capita qualcosa che ti fa cambiare idea.
E' un libro un po crudo, dove l'amore ossessivo e paranoico arriva a livelli inimmaginabili.
Dove la morte di un caro viene surclassata dall'assenza dell'amore perduto.
Un crescere di ansia, erotismo velato delle cose sottointese e non scritte, caduta lenta verso l'oblio, il buio e i meccanismi irrazionali dell'anima.
I personaggi sono ben definiti tanto che ho trovato facile immedesimarmi e capire la scena dai vari punti di vista.
Come ha detto qualcuno prima di me, difficile da digerire perchè si parla di un amore malato, un amore estremo, un amore in cui niente ha confine, non ha un'etica ne spiegazione.
Credo che lo consiglierei a chi volesse addentrarsi nell'oscurità della psiche e provare angoscia per le cose che Mcgrath non si ferma a spiegare ma che lascia in sospeso.
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Follia.
L'amore che porta alla FOLLIA!
Stella, bella e affascinante, è la moglie di Max lo psichiatra di un manicomio, trascurata ed infelice si innamora di Edgar un uomo internato per aver ucciso la moglie.
Un romanzo forte, deciso, che ci racconta delle debolezze dei vari personaggi che popolano il libro delle loro sofferenze, desideri, passioni, eccentricità, tutto ruota intorno alla figura di Stella una donna che inganna tutto e tutti e che vive tutto l'amore e l'odio nel più profondo di sé stessa, annientando anche il sentimento per il proprio figlio, rasentando la FOLLIA.
Consiglio vivamente di leggerlo, particolare e potente!
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FOLLIA E' AMORE?
Mc Grath non mi ha delusa nemmeno questa volta.
E’ un libro difficile da digerire, oserei dire scomodo, impegna il lettore ad una riflessione profonda, utile per una completa definizione dei personaggi,ma utile anche per la vita; eh già! Proprio così, dal canto mio l’autore ha la capacità di sondare profondamente i recessi della mente umana, tanto da riuscire a fare leva anche su piccole o grandi nostre caratteristiche, legate ai sentimenti, al rapportarsi in famiglia….
Dipinge una coppia come tante, della medio, alta borghesia con un figlio di 10 anni, un marito che come professione fa lo psichiatra criminale ed una moglie che lo segue nel suo nuovo trasferimento, indice di un prossimo ruolo professionale più importante.
Il rapporto tra i due è germogliato, ma dopo anni di convivenza si è avvizzito e stabilizzato su una sorta di convivenza e quotidianità pacifica e piatta. Nessuno si aspetta sorprese dall’altro,lui, Max Raphael ,uomo dedito al lavoro, silenzioso,malinconico, molto dipendente ancora dalla figura materna,che risulta essere ingombrante ed invadente anche per il potere che esercita economicamente sulla famiglia del figlio; lei, Stella Raphael,donna intelligente, posata, molto bella, che incarna perfettamente il ruolo di moglie e padrona di casa, che ha però dentro sé una grande solitudine e frustrazione che non la rendono una donna appagata; l’altro, Edgar Stark paziente della Clinica uxoricida e artista di aspetto imponente, istintivo, quasi animalesco, che in regime di semilibertà Max ingaggia per la rimessa a nuovo della serra.
E’ in questo frangente che i due si conoscono, si studiano, si annusano mi verrebbe da dire, e crudo e spietato scoppia un sentimento forte e distruttivo che Stella definisce amore.
La storia è narrata da Peter Cleave, maturo psichiatra della Clinica che ha in cura Edgar e frequenta assiduamente la coppia Max-Stella, in amicizia… Una sorta di burattinaio, o anche di un entomologo che viene informato della frequentazione tra paziente e moglie del Collega, ma non interviene, si nutre quasi di questa storia con curiosità e aspettativa, commettendo gravissimi errori di valutazione che porteranno ad un epilogo inaspettato e duro da accettare anche per lui stesso.
Questo libro parla di amore? Amore tra coniugi, tra amanti, filiale, sicuramente sì; parla anche della possibilità che questo sentimento forte e puro possa assumere connotazioni malate quali l’ossessione e la vera patologia.
E’ un libro che parla di follia? Anche….
La domanda forse più esatta è dove rimane il confine tra le due. O forse dovrei citare un testo di una canzone di Povia che dice testualmente: “ Evviva i pazzi che hanno capito cos’è l’amore.”
Riflettete anche voi…….
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Razionalità della follia
Follia di Patrick McGrath
Già dalle prime pagine si entra in un atmosfera drammatica, si è avvolti da un impalpabile tragicità. La storia si svolge all’interno di un ospedale psichiatrico, dove risiedono, in una casa distaccata dall’ospedale, i coniugi Max e Stella Raphael insieme al loro figlio Charlie. I due coniugi vivono un rapporto pieno di difficoltà e di frustrazioni. Al carattere debole di Max si contrappone quello ossessivo di sua moglie. Stella si sente una donna trascurata e inoltre vivere in quel posto lontano da Londra la rende depressa. In ospedale è ricoverato Edgar Stark, scultore uxoricida che grazie alla semilibertà all’interno dell’ospedale, si propone di ristrutturare la serra della casa dei Raphael. Qui avviene la conoscenza tra Edgar e Stella dove nasce l’infatuazione sessuale e amorosa e per Stella, che viveva da una lunga negazione nel rapporto matrimoniale, è stato facile cadere in una storia passionale il cui sviluppo porterà alla distruzione di quattro persone. Quando Edgar riesce ad evadere dall’ospedale, Stella decide di abbandonare la famiglia per unirsi a lui dove il susseguirsi di avvenimenti sconcertanti la convincono, in un barlume di coscienza, a lasciarlo per tornare a casa, stanca ed esausta. Stella era stata messa in guardia, dalla personalità violenta di Edgar, ma lei era riuscita ad avvolgere in una nebbia questo aspetto perché desiderava l’altro Edgar: forte, passionale, uno spirito libero. Il ritorno a casa, non fu assolutamente positivo; il marito venne licenziato dall’ospedale e tutti i presupposti di diventare direttore caddero e la sua carriera prese una discesa fallimentare; accettò, come semplice psichiatra un posto in un ospedale nel nord del Galles. Qui si consumò la tragedia, con la morte del figlio Charlie, morte che venne imputata alla madre che subì le conseguenze successive con il ricovero nello stesso ospedale, dove era nata la tragedia, sotto le cure del dott Cleave Peter. L’ultimo atto di questo dramma, con la complicità involontaria del dott Cleave, avvenuta durante un colloquio terapeutico, ebbe termine dopo la sera del ballo che annualmente si teneva in ospedale; Stella si era preparata da diversi giorni a porre fine alla sua vita ingerendo dei forti barbiturici.
Patrick McGrath, in questo suo romanzo, è riuscito a penetrare nelle zone più nascoste della psiche umana; mi ha sconvolto e appassionato.
Ho trovato fantastico lo stile, non mi era capitato di leggere un romanzo in cui lo scrittore utilizza contemporaneamente sia la prima che la terza persona.
Soldi spesi bene per questo libro!!!
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"Follia"
La nostra mente è un balcone aperto sul mondo, o uno sgabuzzino fatiscente. Può diventare uno strumento verso l’ampliamento di noi stessi o una gabbia nella quale possiamo chiuderci fino a morire.
Questo è quello che ho pensato chiudendo questo romanzo.
La sensazione che questa storia mi ha lasciato rimasta è ambigua, cupa, nerastra.
Stella Raphael è la moglie del vicedirettore di un manicomio criminale inglese.
Le calde giornate estive trascorrono lente, come la sua vita, un po’ vuota un po’ spenta.
Lì, nel giardino della sua casa, a ristrutturare la serra c’è Edgar Stark, un detenuto in semi-libertà, scultore ed uxoricida.
Lei lo vede, lo sente, gli si avvicina attratta come una falena dal fuoco.
Diventano amanti, complici.
Quando Edgar fugge dal manicomio, lei abbandona tutto, figlio, marito e casa, per raggiungerlo in un decadente magazzino londinese.
Qui, nella miseria delle pareti che la circondano, Stella si accorge per la prima volta della malattia di Edgar, delle sue fissazioni, le sue paranoie. Lui la maltratta, la picchia, lei scappa da lui, ma mai, neanche un momento, lo rinnega.
In un susseguirsi di vicende nefaste, Stella vortica sempre più tenacemente e sempre più silenziosamente nel vortice della follia, sino ad un finale che è l’apice dell’espressione della malattia che la sta mangiando.
Se questa a grandi linee è la storia, ciò che mi ha suscitato questo romanzo richiederebbe pagine e pagine per essere spiegato. Sin dal principio, quando capisco che a narrare le vicende è Peter, lo psichiatra che poi avrà in cura Stella, mi sento estranea, sensazione che permane allo scorrere delle pagine.
Stella non mi ispira compassione, né comprensione. Stella mi irrita.
Edgar Stark non ha alcun fascino, i loro incontri sessuali non hanno acceso il minimo barlume di eccitazione nella mia testa, non mi hanno fatto pensare neanche per un secondo ad una coppia di amanti disperati.
I personaggi che li contornano sono anch’essi privi di caratteristiche positive: il marito è debole, la suocera meschina; anche le altre figure che compaiono nel corso della narrazione mancano di una struttura forte, sono fantasmi, fragili.
La totale assenza di aspetti positivi è, a mio avviso una scelta dell’autore per impedirci di avere punti fermi, di appigliarci. Lui ci vuole trascinare lentamente ed inesorabilmente nello stesso burrone che inghiotte Stella, vuole farci vedere come il buio della mente possa essere capace di rendere buio tutto ciò che lo circonda.
Perché questa non è una storia d’amore, né impossibile né folle. Questo è un caso clinico, quello della follia di Stella Raphael.
Peter racconta un pensiero di Stella: “Ma quello che aveva davanti non era lui. Era un altro. A meno che l’uomo del giardino non se lo fosse inventato lei a misura dei propri bisogni.”
La mente folle di Stella per qualche motivo si costruisce una gabbia, che ha la faccia, il corpo, le labbra di Edgar Stark; ci si chiude dentro e ci si lascia prosciugare.
Un libro consigliato per la capacità di fagocitare in una storia difficile, buia, che lascia storditi, affaticati, forse infastiditi, ma che, ponendoci da un punto di vista razionale, va in realtà a stuzzicare proprio quegli angoli della nostra mente dove la razionalità si perde.
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Cos'è la follia?
Aprite questo libro e addentratevi in una lunga seduta psichiatrica, il paziente si chiama Stella e, per ironia della sorte, è la moglie di uno psichiatra.
Lei e il marito vanno a vivere all'interno di un manicomio criminale, l'interesse principale di lui è la carriera, lei è la classica moglie trascurata che non ha altro da fare se non badare alla casa e al figlio.
Stella non è entusiasta di questa vita, non lo è per niente, ha bisogno di qualcosa, o di qualcuno, che la faccia sentire viva.
Quel qualcuno un giorno arriva, in veste di manutentore della serra, ma non è una persona qualunque.
Lui è Edgar Stark, rinchiuso nel manicomio per aver ucciso in modo brutale la moglie, ma questo a Stella non interessa, lei è affascinata da lui, ed è ricambiata.
Dalle occhiate al sesso il passaggio è breve, ma la domanda principale è: "Perchè Stella, pur sapendo chi è Edgar e quanto sia pericoloso, se ne innamora?"
L'amore è cieco, ma forse, in questo caso, bisognerebbe definirlo folle!
L'ossessione di Stella per Edgar trascinerà lei e la sua famiglia in una serie di eventi con un finale....(vorrei evitare di essere accusato di spoiler quindi lascio dei semplici puntini di sospensione)
Questa è la storia, a grandi linee, narrata da uno psichiatra che aveva preso in cura Stella, lei è un caso molto interessante per il suo lavoro.
Lungo tutto il romanzo la pazzia di Stella passa dall'ossessione sessuale per un folle criminale fino ad una lucida follia.
Il problema principale per lei è l'ossessione sessuale per Edgar, probabilmente generata da un'intesa inesistente nel letto coniugale.
Il fatto che il marito la trascuri potrebbe rendere comprensibile il suo tradimento, potrebbe quasi giustificarlo, se non fosse che l'amante è un pazzo criminale!
Successivamente lei si concede anche ad altri uomini, come se avesse bisogno di dimostrare al mondo, e soprattutto a se stessa, di essere una donna desiderabile e, al tempo stesso, far del male al marito come in una sorta di vendetta.
-Tu mi hai sempre trascurata e io vado a letto con chiunque ci provi-
I suoi rapporti sessuali sembrano però avere un comune denominatore: lei non decide mai niente, è sempre passiva ed accetta qualunque amante.
Personalmente il libro non mi è piaciuto molto, forse è più adatto ad uno psichiatra quale io non sono.
La storia di Stella, le sue follie, i suoi comportamenti al limite dell'irritante, il marito senza spina dorsale, la suocera che disprezza il figlio e la nuora, lo psichiatra narrante e gli altri personaggi di contorno non mi hanno dato emozioni di nessun tipo.
Forse non avevo lo stato d'animo giusto, forse non l'ho capito, ma questo è quello che penso.
Viste e considerate le ottime recensioni precedenti mi preparo alla crocifissione e ad una pletora di pollici versi.
Grazie
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- sì
- no
FOLLIA VS DEPRESSIONE
Due righe di biografia dell’autore in premessa, perche’ dopo un centinaio di pagine ho sentito la necessita’ di capire la genesi di questo scrittore, capire se effettivamente McGrath potesse avere a che fare con la psichiatria. Ed infatti :
Patrick McGrath e’ uno scrittore inglese. Il padre lavorava come psichiatra nel manicomio criminale di Broadmoor, dove il giovane Patrick passa gran parte della propria infanzia. Nel 1971 si trasferisce in Canada per lavorare nell'ospedale di Oakridge. Malgrado però i desideri del padre, McGrath non prende la strada della psichiatria, preferendogli quella della letteratura.
E’ un libro molto mentale.
Credevo fosse passionale, invece no. L’ho trovato molto cerebrale, piacevolmente psichiatrico.
L’io narrante e’ Peter, primario di psichiatria in un manicomio criminale, siamo nell’anno 1959.
E’ lui con il suo tono distaccato, che ci racconta l’evolversi della storia che ha riempito ed oscurato la vita di Stella, moglie di un collega psichiatra e di Edgar, suo paziente, ricoverato nel manicomio in seguito all’omicidio della moglie.
Forse qualcuno ha trovato o trovera’ gli estremi di una passione amorosa in questa vicenda.
Io no.
Io ho trovato solo una cupa infatuazione sessuale ossessiva e soffocante.
Generata dalla follia clinica di Edgard da un lato e dalla noia di una moglie insoddisfatta e depressa dall’altro.
Forse scaturita e governata dalla voglia di emergere, di sentirsi addosso il calore della vita correndo sul filo tagliente del rischio, dell’indomabile necessita’ di osare e di lasciarsi travolgere dagli eventi.
Qualsiasi sia il costo.
Questa non e’ una storia d’amore a mio avviso, e’ una storia di malattia mentale, di privazione, di sofferenza, di ingiustizia , di plagio, di passione incontrollabile, del grigio dell’anima e del grigio della mente riflesse nel grigio del cielo alla periferia di Londra.
Questo e’ un dramma. Da qualsiasi angolatura io lo osservi. Un dramma.
Ho provato una forte antipatia nei confronti di Stella fin dalle prime pagine e forse solo quando l’ho vista indossare il suo abito da sposa nero ho riscontrato un po’ di coerenza in questa donna.
Ma al di là delle mie simpatie o antipatie personali, non posso negare sia un bellissimo romanzo, un ritmo incalzante, senza un momento di tregua.
Eccellente la penna dell’autore, dà esattamente la sensazione di essere spettatore di una seduta psichiatrica, non dice mai una parola di troppo, ogni indizio sapientemente occultato o moderatamente esposto senza darti modo di sapere effettivamente quale sara’ l’esito di questa tormentata vicenda.
Follia, oscura ossessione .
Buona lettura.
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Follia
Follia...follia...follia.
Il primo pensiero che si è sviluppato nella mia mente è stato quale significato attribuire a questo termine e quale significato ne avrebbe attribuito l'autore.
Rivolgo a voi, altri lettori, la seguente domanda: "cos'è la follia?"
Una interpretazione che darò penso si adatti al contesto, riferendomi comunque alla trama...
E' come una siringa ipodermica, sottile, silenziosa ed efficace come il suo ago, dal contenuto che può variare in base alla necessità ed alla capacità; da quale luogo occulto nascono i comportamenti dei protagonisti: Edgar, Stella, Max, Peter?
Ritorniamo alla follia??? No, parliamo di normalità...la normalità può essere definita come il conformismo alle regole sociali? Va bene ma chi le stabilisce queste regole??? E perchè una singola persona dovrebbe riconoscerle??? E quanto durano, un giorno, un mese un anno??? la normalità conforma le mode o sono le mode a conformare i canoni di normalità???
Scusate le mie digressioni ma le scelte di Stella durante tutta l'opera sono frutto di follia, normalità, passione, amore...non lo scopriremo mai, forse, ma McGrath ha la capacità di condurci attraverso un romanzo nei meandri di un trattato di psichiatria ed è proprio questo che mi porta ad attribuire all'opera il massimo dei voti in contenuto.
Per quanto riguarda lo stile sono un po' scettico, perchè la trama parte molto a rilento e le sequenze, seppur accelerate nell'evolversi dei rapporti tra i personaggi, non mi ha entusiasmato al punto tale da portarmi ad appassionarmi alla lettura.
Questo libro, a parere dello scrivente, va letto per la caratteristica costruttiva e del contenuto, l'argomento non è dei più leggeri ma è di sicuro interesse...a chi non piacerebbe viaggiare nei pensieri di un folle e nei pensieri dei suoi psicoterapeuti???
Lo definirei, come ho precedentemente accennato, un trattato romanzato di psichiatria, sottile ed arguto fino all'ultima riga.
Provate a giudicare i personaggi e rispondete alle mie domande...è una sfida dell'autore, ed una provocazione anche mia.
Buona lettura a tutti.
Syd
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FOLLIA
“ma come ti sembrava l’idea che tutto il tuo mondo fosse in pericolo ? Non so era inebriante ?”
“essermi innamorata questo mi sembrava inebriante”
“Già l’amore, parliamo di questo sentimento che non riuscivi a dominare. Come lo descriveresti ?”
“se non lo sai non posso spiegartelo”
Stella non poteva spiegare l’amore per Edgard al suo medico, perché è difficile spiegare un amore cosi totale , così unico, e forse si, così totalmente folle.
Era più folle Edgard, che aveva ucciso la moglie per gelosia ? O forse era più folle Stella che si era innamorata di quest’uomo ? Leggendo questo libro a volte viene da pensare che lo sia il lettore che giudica folle questo amore.
L’ho comprato perché invogliata dalle splendide recensioni lette, l’ho preso un pomeriggio e ho iniziato a sfogliarlo ai giardinetti dove avevo portato mio figlio, volevo prima finire quello iniziato a casa ma non è andata così, è stato subito amore, non sono più riuscita a staccarmene, questo libro ti prende dalla prima all’ultima pagina, e non puoi più farne a meno, devi a tutti i costi andare avanti e cercare di salvare Stella, sperare fino in fondo in una sua rinascita e nel lieto fine.
All’inizio l’ho giudicata questa donna frustrata che cerca l’amore, poi ho cercato di capirla e infine l’ho compatita, si, sono veramente molte le emozioni e le sensazioni che questo stupendo personaggio suscita nel lettore, e la capacità dell’autore stà proprio nel fatto di riuscire a farle vivere tutte , pur utilizzando una scrittura semplice e scorrevole, bravissimo!!
La voce narrante è quella di Peter, amico della Stella borghese, la moglie del vice direttore bella perfetta ed elegante , e , in seguito psichiatra di quello che rimane della stessa donna dopo l’uragano Edgard , è lui ad introdurci nell’inferno di questa ossessione d’amore ,nei meandri delle loro menti offuscate dalla passione , e lui che cerca di spiegarci e spiegarsi cosa sia la follia dell’amore, e questa prospettiva ha forse reso ancora più interessante il testo perché ci offre l’opportunità di vedere gli eventi anche dal punto di vista della psichiatria e non solo con il cuore o la razionalità.
Ancora una volta grazie ai lettori di qlibri per avermi invogliato a questa lettura con le loro bellissime recensioni e grazie a Stefania ,la commessa che riesce sempre a consigliarmi bene!!
Non so se si è capito ma consiglio veramente la lettura di questo stupendo libro.
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Follia
Quando si sente parlare di "follia", si è indotti a pensare a eventi plateali, spesso esagerati o, ancora, drammatici (ad esempio la Follia omicida). Ma la Follia, prima che nelle azioni, va ricercata nel dramma interiore che la provoca, nella scintilla emotiva che fa crollare le mura della razionalità, dell'inibizione e della prudenza; è una forza inarrestabile che domina e annichilisce la ragionevolezza. In questo disarmante romanzo di McGrath, la Follia si concretizza in Stella, una donna che, rasentando il bovarismo, rifiuta la sua condizione di mediocre donna borgese, anelando ad una libertà da ricercare nella storia passionale con Edgar, un uxoricida recluso nel centro psichiatrico dove il marito della donna lavora. Tuttavia "Follia" non è una storia d'amore, né quella di un rapporto extraconiugale, sarebbe scontato; il romanzo è un'acuta indagine psicologica che esamina il dramma interiore di una persona, una tragedia della volontà più o meno consapevole. Lampante in tale prospettiva è la scelta dell'autore di affidare ad un medico psichiatrico la narrazione della vicenda: filtrata da uno sguardo "esperto", la storia si snoda tra pagine d'intensa analisi interiore e altre di gesti che, seppur apparentemente folli, trovano giustificazione nell'esperienza personale della protagonista (accertato che Stella sia tale). Però, paradossalmente, sono l'ambiente stesso della clinica psichiatrica, il sentirsi continuamente indagata come una cavia, l'insoddisfazione della propria condizione, i fattori che spingono Stella a compiere le sue azioni, le quali, pur nella loro irrazionalità, appaiono pienamente giustificate. E mentre prende forma la drammatica vita di Stella, si delineano sullo sfondo le ombre di una società (identificata nel romanzo dalla clinica) che si ferma all'aspetto esteriore, che rifiuta l'indagine psicologica scaricando e sminuendo una tragedia interiore in mera pazzia. Ma attenzione, Stella non è completamente folle: le sue azioni seguono un filo logico, consapevole o no, facendo sì che la mancata comprensione dei suoi gesti sia una denuncia dell'autore contro la superficialità. La Follia è quella che un osservatore non attento vede, ma il dramma della protagonista è fulcro del romanzo; forse, quello di Stella, è il desiderio di essere capita, compresa e soprattutto aiutata. Tuttavia né il marito, nè il narratore, né Edgar la comprendono, cangiano i suoi comportamenti in istinti animaleschi e folli; nemmeno gli appelli taciuti (ma ugualmente chiari) di Stella smuovono dall'inattività una società che antepone l'apparenza a tutto il resto. Senza alcuna ancora di salvezza, l'anelito di Stella alla libertà si trasforma in Ossessione, in una tragica spersonalizzazione destinata a divenire puro odio. E' proprio in questa prospettiva che Stella cede alla staticità, trascendendo i limiti della comprensione ( e di quella che si può chiamare pietà) e assumendo, agli occhi della gente, le sembianze di un mostro. Il tutto in una drammatica circostanza che segna il vero punto d'arrivo del romanzo; il resto del libro ne è la naturale conseguenza.
Si dice che la grandezza di una romanzo non si misuri soltanto nello stile, ma anche nella sua capacità di adattarsi alla società in cui viene letto, alla sua tendenza di avvicinarsi al vero: ebbene, Follia è molto più realistico di tanti altri romanzi che voglionoi essere tali; quella che appare come Follia è tale soltanto in termini assoluti (una contraddizione), ma è logica e spiegabile nell'ottica di una dramma interiore. Stella ha perso il controllo non per una mera passione, ma per un mancato interessamento nei suoi confronti.
Poco tempo fa mi è capitato di visitare un centro di recupero e la prima impressione è stata quella di essere all'interno della clinica di Follia: regnavano sovrani un idillio apparente e una freddezza che, seppur mascherata, traspariva dai volti dei pazienti lì presenti. Inutile specificare che la mia impressione è stata negativa. Bene, se un romanzo è capace di coinvolgere a tal punto un lettore, non si può far altro che riconoscerlo come un grande libro. Soparattutto se aggiungo che, a un gesto drammatico come quello di Stella, ho assistito veramente. Fortunatamente, però, allora, c'era qualcuno pronto a parlare e a scalfire il muro di una grande sofferenza interiore.
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Follia o liberta?
Questo libro è stato una piacevole scoperta in quanto fino ad oggi non mi era ancora capitato di approcciarmi a romanzi dal contenuto così….. “psicologico”. Follia ha avuto il merito di condurmi sempre più in profondità nei meandri delle menti di Stella ed Edgar, nella loro torbida storia di amore, sesso, segreti e complicità, una strada senza uscita che ha portato entrambi al capolinea, ad un punto di non ritorno.
McGrath racconta dettagliatamente la passione travolgente che si innesca all’interno della cornice di un manicomio criminale tra Stella, moglie di uno psichiatra che lavora nell’ospedale, ed Edgar, artista-detenuto paranoico, accusato dell’omicidio della moglie. I due si incontrano, si innamorano e contro ogni logica si lasciano trasportare dal sentimento adottando comportamenti via via sempre più rischiosi e pericolosi, mettendo in pericolo le loro vite e quelle delle persone che gli stanno attorno. Follia è la storia di una discesa agli inferi tra due persone che al di là delle convenzioni sociali accettano coraggiosamente ma soprattutto incoscientemente, di perdere loro stessi e vivere intensamente una storia impossibile che lascerà un segno indelebile nelle vite di molti. In particolare modo Stella trova in Edgar il riscatto, la possibilità di affrancarsi da una vita che non riesce più a condurre nonostante il suo ruolo di moglie e madre.
Consigliato a chi ama letture forti, Follia, grazie alle capaci mani di McGrath ha il potere di incatenare il lettore in una vicenda cupa, quasi claustrofobica, che fin dalle prime pagine è impregnata di un notevole pessimismo.
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Le conseguenze dell’amore
“E quale sarebbe l’inizio? Io credo Edgar e tu?”
Si, per Stella tutto ha inizio da Edgar, lo psicopatico uxoricida che incontra nell’ospedale psichiatrico dove il marito è vicedirettore. Stella, invece, è la moglie bellissima di Max, insipido psichiatra dedito al lavoro e succube della madre. Si annoia, vuole risistemare la residenza all’interno del parco dell’istituto, dove lei, suo figlio Charlie, e il marito vanno a vivere.
Edgar è impiegato nei lavori di restauro nella vecchia serra in fondo all’orto, è stato un affermato artista, prima di uccidere ferocemente la moglie per un folle attacco di gelosia. E' un uomo forte, trasmette passione e vigore mentre lavora, e gli incontri con Stella nella serra prima casuali, diventano via via più frequenti, intensi.
Poi c’è il ballo. Edgar stringe forte Stella a se, la sconvolge, disorienta i suoi sensi, ne scatena la passione. “Essermi innamorata, questo mi sembrava inebriante”
In amore si è un po’ folli, no? Vogliamo lasciarci andare, cogliendone l’attimo, sublimandolo, vorremmo che non finisse mai, ci stordisce, esalta i nostri sensi, e nello stesso tempo ci fa perdere il contatto con la realtà. E’ adrenalina pura.
L’attimo, lo dice la parola stessa, non dura però in eterno, non possiamo calcolarlo, ma sappiamo che poi finisce, ci fa ritornare sulla terra, in mezzo ai “comuni mortali”. E’ così, “lo sappiamo”.
Patrick McGrath, invece, l’amore folle di Edgar e Stella ce lo descrive con gli occhi e la mente di Peter, psichiatra amico di famiglia, che lo vivrà in terza persona, raccontandocene la storia e del suo tentativo di razionalizzarla per poi curarne le inaspettate conseguenze.
“Follia”, non è solo un libro, è una turbinosa discesa nei meandri della psiche umana, scatenata da un’ossessione amorosa bruciante e irreversibile.
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Il cuore ha sempre ragione?
C’era una volta un’importante casa automobilistica che decise di servirsi delle parole di un filosofo olandese per la creazione del suo nuovo spot pubblicitario. Lo spot, tra le altre cose, recitava più o meno così: “Osservate con quanta previdenza la natura ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell'uomo più passione che ragione… La vita umana non è altro che un gioco della Follia.” E concludeva con la “frasona” ad effetto: “Il cuore ha sempre ragione.”
È inutile dirvi che la pubblicità in questione riscosse un enorme successo, tutti rimasero incantati davanti allo schermo a godersi i tre minuti scarsi di “follia” e tutti, o quasi, fecero proprie le parole del caro vecchio Erasmo da Rotterdam fino ad allora semisconosciuto alle masse.
Perché la Follia affascina. La Follia è spesso associata all’arte, alla stravaganza, all’unicità di chi “folle” lo è. E poi la Follia è Amore. Chi non ha mai fatto “pazzie”in nome dell’Amore? Chi non ha mai avvertito quel “friccichio” al petto e non si è sentito capace di compiere qualsiasi genere d’azione per inseguire il cuore e chi lo aveva fatto prigioniero?
Molti si chiederanno: e che c’entra tutto questo con il romanzo? Niente, non c’entra sostanzialmente nulla, ma sappiate che leggendo il libro di McGrath potreste magari ricredervi rispetto all’assoluto e affascinante tema dell’Amore Folle. Perché nel romanzo di Follia si parla, ma di Follia autentica, incarnata dalla figura di Edgar, detenuto in un manicomio per uxoricidio, e dal folle tentativo di Stella, moglie del vicedirettore dell’istituto, di abbandonarsi completamente e contro ogni ragionevolezza alla passione nei confronti del paziente stesso. La vicenda, ambientata nell’Inghilterra del 1959, è narrata da Peter, psichiatra che ha in cura Edgar e che mano a mano traccia l’analisi dettagliata della psiche dei due innamorati mettendo in luce la distruzione che il rapporto causa intimamente ai due protagonisti e nelle sfere esterne che li riguardano. Poggiata su un stile alquanto semplice, la storia è ben costruita ed in grado di tenere alte l’attesa e le aspettative del lettore che si ritrova emotivamente e pienamente coinvolto nell’amara vicenda senza sapere esattamente, fino alla fine, cosa sperare. Ciò che tuttavia schiaffeggia dalle pagine, costringendo ad un’immedesimazione attenta ed inquisitoria con la protagonista, è la figura maestralmente delineata di Stella, donna all’apparenza forte e decisa, estrosa al punto giusto, pronta ad andare contro ogni conformismo ed ogni autorità pur di inseguire i propri sentimenti. Ma è veramente un’eroina, questa donna che non si fa scrupolo ad immolare la propria esistenza e quella delle persone a lei più vicine in nome di un Amore che non ha più confini? È veramente un’eroina una donna che non sa più distinguere e operarsi per la salvezza del proprio corpo e del proprio spirito?
Questo libro per me ha significato molto. L’ho sentito come fuoco sulla pelle e dentro l’anima. È stato, perdonate la nota confidenziale, come il riscatto da un passato in cui, contro la famosa e indiscutibile convinzione in base alla quale “a me non succederà mai!”, in un “Edgar” mi ci ero imbattuta .
E allora continuo a chiedermi: ma il cuore, ha veramente sempre ragione?
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Un'ossessione pericolosa
Mai in questi ultimi tempi ho letto un libro così bello! Grazie alle numerose recensioni positive su questo libro, mi sono lasciata trascinare anch'io all'interno della storia e non me ne pento affatto!
All'apparenza mi sembrava un semplice romanzo rosa, ma poi mi sono resa conto che è qualcosa di molto più complesso e stupendo, perchè non è solo una storia d'amore: è un ossessione, dettata dal sesso e dalla passione, tra Edgar Stark, un artista psicopatico uxoricida, e Stella Raphael, moglie di uno psichiatra.
Fin da subito si intuisce che non sarà una relazione affatto semplice, sia per l'adulterio da parte di lei, sia per il tipo e la personalità delle due persone che si amano e si possiedono. Perchè questo complicato amore avrà conseguenze catastrofiche: vite distrutte, esistenze rovinate, perdite irreparabili, odio e indifferenza.
Mi è piaciuta molto l'idea dell'autore di far narrare la storia ad uno psichiatra del manicomio: infatti egli analizza e riassume l'intera vicenza con occhio critico, senza attribuire colpe o meriti a nessuno in particolare, concentrandosi particolarmente sulla psiche umana, e devo dire che l'ho trovata un'idea geniale e perfetta.
E poi ho ammirato molto il personaggio di Stella: una donna determinata, sempre pronta a combattere per ciò che vuole, che se ne infischia del male che le sue azioni causano e delle persone che la giudicano. E'sicuramente ciò che la porterà verso la tragedia, ma non ho potuto fare a meno di apprezzare questo aspetto in particolare.
In parole povere: questo libro merita veramente di essere letto, perchè non leggerlo è una vera e propria follia.
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Il Dono
Ormai mi ero rattristata.
Mi ero rattristata perchè non riuscivo a ritrovare più quel libro che mi risvegliasse dal mio coma lettarario. All'improvviso è arrivato lui, come un'illuminazione, come l'arcobaleno dopo la tempesta, come l'acqua frizzante dopo il caffè. Mi ci voleva proprio.
[Entro nella libreria, come sempre in 5 anni; come al solito lui dietro il bancone, che sebbene fossi una cliente fissa, ancora non mi aveva rivolto la parola, anche se aveva ascoltato ormai i miei discorsi più strambi sui libri. All'improssivo prendo “Follia” e decido di comprarlo. Al bancone, dopo 5 lunghissimi anni, il proprietario mi dice, con gli occhi illuminati: “Sono contento che tu l'abbia preso! E' un libro straordinario”.
Esco dalla libreria euforica, semplicemente perchè quell'uomo mi aveva rivolto la parola..
Cos'avrà questo libro di tanto straordinario?]
… Ed ora eccomi qui, dopo aver aggiunto alla mia Top 5, esattamente dopo il Mio Grande Orwell, “Follia” di Patrick McGrath.
Sono passati tre giorni dalla fine della lettura, ma non ero riuscita ancora a scriverci niente. Quando qualcosa è importate, davvero importante, ho paura a cristallizzarla, come con una recensione, perchè mi rendi conto che poi non può rimanere nulla che un puro e semplice ricordo.
Un ricordo che però fa male, se penso al libro.
Ho ancora i brividi.. ho ancora gli occhi lucidi per aver letto un libro tale da farmi rinascere quei sentimenti che ormai stavo dimenticando.
Quando vedo Follia sulla mensola penso a quanto sia stata fortunata ad averlo comprato. E' come un dono. A volte è così; pensi a come avresti fatto senza quel libro, e sei fiera delle delle tue scelte e ti godi a pieno la tua “gloria”.
Follia è una storia struggente. Quando l'amore non è più un semplice/complesso rapporto tra due persone, ma diventa un'entità troppo forte, addirittura oltre l'irrazionale, oltre tutto.. Follia è... Follia, è Ossessione, è Passione, è Morte. Non credo sia possibile descrivere in maniera così perfetta un amore simile, come Patrick ha saputo fare. Stai là, incollata sulle pagine che scorrono, ma che tu vorresti bloccare, anche se non ci riesci. Con le palpebre che non ti si chiudono, sebbene la stanchezza, perchè diventa irrispettoso abbandonare a metà un capolavoro del genere. Glielo dovevo, a Patrick. Come gli dovevo questo elogio.
“Follia”.... Mi piace prenderlo come un dono regalatomi da quella parte della mia anima che ha deciso che quel giorno avrei dovuto portarlo a casa..... quel trionfo!
Troppo maestoso per riuscirne a parlare in maniera dignitosa, senza sminuirlo, troppo intimo per poterlo spiegare.
[Scusate, non parlo molto del libro in sè, ma con Follia non mi escono le parole giuste. Forse non avrei dovuto scriverci la recensione, non avrei dovuto azzardarmi.. il ricordo è ancora troppo "bollente" per riuscirne a parlare con una sorta di nonchalance. Mi sento quasi una stupida!]
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Follia
La difficoltà nell’esprimere un’opinione su questo romanzo sta nell’evitare di svelare i particolari di una trama che fa proprio di alcuni punti di svolta delle chiavi di lettura.
Ma ci proverò.
La prima impressione è che la protagonista sia Stella. E per Stella è facile scivolare su un parallelismo con altre figure letterarie, quali Emma Bovary: volendo ridurre all’osso il racconto (gran brutta operazione…) si tratta anche in questo caso di una donna che vorrebbe fuggire da un marito (nel caso di Stella, da Max), che ha un figlio (Charlie) e la cui nuova passione amorosa (Edgar Stark, un malato di mente, in cura all’ospedale, che ha staccato la testa a sua moglie) la porterà a gesti estremi. Volendo consigliare, oggi, un romanzo che tratti questo tema, più che Flaubert consiglierei McGrath (lo so, può sembrare una scivolata dal punto di vista letterario, il consiglio, ma il mio riferimento è solo alla trama).
La storia si svolge in Inghilterra, fine anni ’50, in un manicomio che la voce narrante della storia, Peter, – amico di Max e di Stella e, alla fine, anche psichiatra di Stella –, ritiene essere la naturale “società” in cui debba vivere Stella. Per Peter, però, Stella col suo tradimento non solo ha infranto le leggi del matrimonio e della famiglia, ma anche di questa “società”.
Trama a parte, in Follia c’è altro.
Innanzitutto c’è un accurato e profondo “studio” psicologico di Stella (ma non solo), cosa che rappresenta forse la principale bellezza del romanzo.
Un personaggio chiave è Peter, che, attraverso l’interpretazione che si sforza di dare alla vita di Stella, mette a nudo tutte le sue debolezze.
Il lettore, però, viene più portato a vedere Stella come protagonista e a seguirne il percorso, da una vita apparentemente normale alla più profonda depressione. L’elemento scatenante di questa depressione viene lapidariamente decretato proprio da Peter, quando, per “studiare” Stella, le chiede di parlare della sua storia, e lei lo interroga dicendo “E quale sarebbe l’inizio?”. Peter risponde “Io credo Edgar. E tu?” Ma l’inizio dei turbamenti di Stella non nascono solo dalla passione amorosa per Edgar, come fa intendere, al termine di quel breve dialogo, uno sguardo di Stella che Peter non riesce a capire.
Non è solo la storia di un tradimento. Né di un matrimonio fallito. Sarebbe troppo poco.
È il tormento di una donna alla ricerca di libertà (l'idea di Peter in proposito è che “le donne romantiche non pensano mai al male che fanno… in quella loro infatuazione per la libertà”). O forse è la storia di una donna che vorrebbe semplicemente essere capita. Ché nessuno nel romanzo la capisce, pur vivendo in un ospedale/"società" che della comprensione (anche medica) dovrebbe avere un punto cardine. Non la capisce il marito, che, psichiatra anch’egli, pur vivendole a fianco non avverte nulla del matrimonio che scricchiola. Non la capisce Peter, che alla fine (non dico in quali circostanze) decreta il suo fallimento di psichiatra asserendo (parlando di una situazione da lui agognata, ma improbabile) “sarei arrivato a conoscerla”, facendo intendere che fino ad allora non l’aveva affatto conosciuta. Non la capisce, il suo amante criminale, Edgar, che la definisce addirittura “un animale” scambiando la sua ricerca di amore per istinti bestiali. E teme anche di non essere capita dal figlio, Charlie, per il quale ha paura che il padre “gli rubi l’anima”.
Per una donna così il destino verso la depressione è segnato. È solo da raggiungere. E il punto culmine della storia è proprio la conclamazione esteriore di una depressione a lungo covata, in un momento (drammatico) in cui la sua immobilità viene addirittura scambiata per pazzia.
Perdonate alcuni passeggi un po’ criptici, ma ho cercato di rispettare l’impegno iniziale.
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coinvolgente...
personalmente mi sono avvicinato a questo autore leggendo una recensione su Qlibri; la lettura di "Follia" è stata micidiale, lo stile narrativo è altamente coinvolgente e ti fa immaginare in maniera molto vivida e reale le scene che stai leggendo.
Tutta la narrazione è stato un crescendo di emozioni con l'attesa dell'evento finale che l'autore ha ben saputo coltivare lasciando il lettore sempre in 'attesa' di qualcosa che sai sta per succedere...
Veramente bello, sono contento di aver scoperto questo autore che riesce con una semplicità disarmante a scrivere storie che trattano temi come le emozioni umane. di per sè complesse, delicate e molto difficile da rappresentare in forma scritta.
La descrizione dei personaggi, le atmosfere, le passioni umane vengono rappresentate con forza e lasciano sul lettore una traccia indelebile che, alla fine del libro, continua a sopravvivere (..ed a farci riflettere...) per lungo tempo.
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FOLLIA
“Le storie d’amore contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni”
Queste sono le prime parole pronunciate da uno dei protagonisti che si accinge a raccontare il caso clinico più intrigante e coinvolgente che abbia mai avuto nella sua carriera di clinico.
“Follia” di Patrick McGrath ambientato in Inghilterra nel 1959 all’interno di un manicomio criminale è una grande storia d’amore, di ossessione, di passione, di follia e di morte; tutto questo è meravigliosamente descritto dagl’occhi ormai perdutamente turbati di un psichiatra che osserva questa storia mentre nasce, si sviluppa e muore rimanendone totalmente coinvolto.
La bellezza di questo romanzo consiste proprio nel trasmettere completamente al lettore l’angoscia e gli stati d’animo dei protagonisti; l’ossessione e la follia non aleggiano nel romanzo: si toccano con mano e si mescolano ora garbatamente ora in modo più violento all’amore.
Sin dalle primissime pagine emergono ben delineate e distinte le personalità di tutti i protagonisti, l’autore descrive con estrema precisione com’ è la vita all’interno di un manicomio criminale; è quasi una fotografia quella che ci regala Mcgrath e forse un ritratto così preciso si deve anche al fatto che l’autore è figlio di uno psichiatra ed ha vissuto fin da bambino in queste strutture.
E’ un romanzo molto intenso, crudo, reale che cattura totalmente l’interesse e che può trasportare il lettore su un piano diverso: quello della follia e dell’ossessione.
In alcuni punti la storia può avere dei rallentamenti ma sono solo delle pause, che consentono al lettore di riflettere ed interrogarsi su quanto le follie e le ossessioni d’amore possano essere distruttive.
Anche questo è un romanzo che o si ama o si odia, né consiglio comunque la lettura non solo per il contenuto ma anche per la sua capacità di farci assaporare ed esplorare piani diversi di percezione della realtà: una realtà ossessionata e folle.
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