Duma Key
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Molto colore, poca adrenalina...
Copertina a parte (molto bella), DUMA KEY è un romanzo particolare, che alla fine di horror, suspence e tensione ha molto poco. La storia che molto lentamente introduce alla fitta trama del racconto è angosciosa e triste, di sicuro riecheggia e richiama ovviamente ampliandolo di molto l'incidente che lo stesso King ha avuto, per certi versi mi ricorda Insomnia, non so il perchè!
Punto di forza di questo romanzo è la creatività pittorica incontrollata che gradualmente si manifesterà nel protagonista Edgar, creatività dettata (e fatta vedere da King) dal sublime, etimologicamente lo dice la parola stessa= sub limen che letteralmente "andare oltre la soglia". Le vicissitudini successive assumeranno dei contorni misteriosi, sufficentemente interessanti, fino a diventare sempre più drammatici.
A mio avviso, molte parti del racconto, soprattutto nella sua fase iniziale, come tante descrizioni paesagistiche o di stati emozionali interiori, potevano essere omesse per snellire la trama ed il suo andamento.
La parte finale acquista un po' più di interesse ed i misteri vengono svelati a ritroso nel tempo, ma sacrificando la tensione tipica dei suoi libri. In conclusione Duma Key, è un bel romanzo, forse più che romanzo è un bel quadro, ma carente di adrenalina, tensione. Consigliato solo a chi piace il "Paranormal romance".
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NON PRENDETE QUEL PENNELLO!
Mi aspettavo molto di più da questo libro, visto i giudizi favorevoli ricevuti da più parti. Le mie aspettative era quindi ben spalleggiate, ma purtroppo si sono rivelate per me troppo benevole.
La gran parte del libro l’ho trovata troppo attendista, priva di quel ritmo e curiosità che spinge a divorare pagina dopo pagina.
La storia non decolla fino verso la fine del libro, quando gli eventi iniziano finalmente a susseguirsi in maniera più incalzante e ha catturare l’attenzione. Si percepisce che questi dipinti, scaturiti quasi dal nulla dalla mano del protagonista, abbiamo un ruolo inquietante, ma la situazione viene continuamente rimandata e sembra quasi di assistere ad un corso di pittura.
Avrei sicuramente gradito qualche pagina in meno nella parte iniziale e qualche pagina in più nel finale. Ci sarebbe da ridire anche su certe scelte propria nella parte conclusiva del libro; dove alcune situazioni mi sono apparse troppo facili e scontate per uno scrittore del calibro di Stephen King. Forse aveva fretta di finire il romanzo oppure era a secco di idee
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King è sempre King
Potrei fermarmi al titolo di questo piccolo commento, basterebbe per andare sul sicuro con "Duma Key", un romanzo che sprigiona forze completamente Kinghiane dove lo scrittore va sul "sicuro" mettendo in mostra ciò che meglio sa fare. Sto parlando ovviamente della sua particolare arte di farti amare qualsiasi personaggio di un suo libro (si, anche Perse in questo caso), ma soprattutto della sua innata capacità di unire forti sensazioni malinconiche con orrori che a questo giro arrivano tutti assieme ma quando arrivano non perdonano. Lo si potrebbe dividere in due parti "Duma Key", la prima di "studio", la seconda di azione, la bellezza è che ovviamente una parte non può vivere senza l'altra, la seconda mette in ordine eventi in un crescendo da fiato sospeso. Come al solito leggo di un finale poco apprezzato, mi tocca andare controcorrente visto che mi piaciono gli epiloghi svolti come in questo caso.
E così ecco la sua capacità di scegliere un luogo e farlo diventare "mistico", l'apparente "vuoto" di un isola al largo della Florida diventa così scenario ideale di questa storia che è anche un racconto di speranza, sul come si debba sempre andare avanti per sconfiggere i propri mostri. Ennesimo romanzo lunghetto per King, ma come spesso accade durante la lettura vorresti che le pagine mancanti restino sempre tante. Realtà, mistero, orrore.
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Notevole
Come sempre King riesce a costruire una storia surreale attraverso la potenza di personaggi e luoghi vagamente magici ma realistici. Come se tutto potesse accadere realmente anche al lettore.
Vorrei sapere se King ha composto quest'opera dopo aver visto una mostra di Dalì. Entrambi questi autori nei rispettivi campi artistici sprigionano la stessa potenza espressiva nel costruire anche nel grottesco e nell'assurdo un groviglio di sensazioni ed inquietudini profonde nel pubblico.
La potenza espressiva di Edgar viene dipinta come in un quadro di Dalì dalla menomazione fisica e dalle conseguenze che essa reca nel quotidiano del personaggio.
La storia quindi si sviluppa intorno al dolore solitario dell'handicap fisico per poi planare nel contesto apparentemente amichevole e rigenerante della Florida.
Gli altri personaggi accompagnano il travaglio fisico e psicologico del nostro eroe con singolarità che ne permettono l'evoluzione verso l'inevitabile scontro con la surreale forza oscura celata malignamente dall'autore nell'apparente quanto rassicurante svolta artistica attraverso la quale Edgar coltiva le sue ambizioni di di riscatto. Il desiderio di riappropriarsi della propria vita così brutalmente sconvolta dall'incidente nutre la forza oscura Persie, dormiente nell'isola di Duma Key.
Lo scontro e la lotta per la sopravvivenza fra Edgar e Persie divengono dunque inevitabili assumendo inquietanti risvolti tragicomici. La catarsi finale di Edgar altro non è che un omaggio dell'autore ad un altro grandissimo dell'arte del Novecento: Salvador Dalì.
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Gli altri di King
L'uomo e il mare
Trama avvincente, che tiene incollati e che invita a volere leggere ogni volta "ancora una pagina.."
Vicenda surreale ma efficace ai fini dell'intrattenimento.
Il protagonista Edgar Freemantle riesce a farci entrare pienamente nel suo dramma e nelle sue percezioni e visioni, dopo il terribile incidente a cui è scampato miracolosamente (seppur con la perdita del braccio destro).
La perdita di una parte fisica di sè gli fa però acquisire un dono unico e dai connotati soprannaturali che sarà la sua fortuna e allo stesso tempo causa di dolore immenso e di profondo turbamento.
Non molti i colpi di scena e i momenti "thriller", finale un po' scontato e abbastanza frettoloso a mio parere.
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Home by the sea
La casa vicino al mare, così si intitolava una canzone dei Genesis di tanti anni fa.
Nel nuovo romanzo di Stephen King, Duma Key, è proprio una casa in riva al mare a fare da protagonista. Lei, e l’uomo che la abita. Ma anche lei, e l’anziana donna che la abita. Ma anche, infine, lei e la bambina che quella donna una volta è stata.
Duma Key è una delle isolette che formano quella penisola artificiale unita dai ponti, a sud della Florida. Un posto dove si ritirano persone anziane, o persone che devono far ricominciare la loro vita. Come Edgar Freemantle, che da costruttore milionario si trova ora senza un braccio e senza più la moglie. Come Wireman, che in un’altra vita faceva l’avvocato, quando ancora non aveva un buco nella testa.
Questo nuovo lavoro di King è l’ennesima conferma della sua grandezza, buono almeno quanto La storia di Lisey che lo ha preceduto. Un King che torna nei territori della sua fanciullezza di scrittore, gli anni ’70 e poco oltre.
Zio Steve ci porta in un territorio che a prima vista è conosciuto, la storia dell’uomo mutilato apre la mente a cento diverse strade, ma che poi si rivela pieno di nuovi elementi, sempre più accerchianti. Il lettore si trova a essere trasportato in Florida, alla mostra dei quadri che Edgar ha disegnato nel giro di poche settimane. Prima di cominciare a capire davvero alcune delle stranezze che erano accadute nelle pagine precedenti, stranezze che gli faranno capire poi pian piano quello che accadrà ai suoi eroi. Perché di questo si tratta, protagonisti di una storia che si dipana in anni di misteri, creature che arrivano dall’impossibile, ricordi, paure, amori e dolore. “Dio ci punisce per quello che non riusciamo a immaginare”, è una delle stupende frasi attribuite all’ex avvocato Wireman, nuovi regali che il Re ci pone davanti agli occhi. Grazie zio!
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inganniamo noi stessi stessi così spesso
Nonostante le ultime, ridondanti e a parer mio ingiustificate(comprenderete il significato del termine "ingiustificate" molto meglio dopo la lettura di questo romanzo) critiche nei confronti dei più recenti lavori kinghiani, "Duma Key" rappresenta sicuramente un'opera di magistrale forgiatura, grazie alla fluidità e scorrevolezza(oltre che alla ormai standardizzata piacevolezza)della narrazione ed al mirabile ibrido tra suspance e atavico terrore che ritorna dagli abissi("abyssus abyssum invocat").La tematica con cui si apre il sipario sulle vicende di Edgar Freemantle è quella del "cambio di vita";infatti a conseguenza di un tragico incidente, il grande magnate dell'edilizia si ritroverà mancante del braccio destro e con lesioni temporanee all'area di Broca.In aggiunta a tutto ciò, già psicologicamnete e fisicamente devastante, la moglie di Edgar, Pam , decide di promuovere un'azione legale volta a chiedere il divorzio dal menomato marito. Questo bitume di tragici e sfortunati incovenienti porta il nostro protagonista a prendere la "decisione da un milione di dollari" ovvero "mollo tutto e cambio completamente la mia vita.(tra l'altro..chi di noi non vi ha mai pensato).Così accade,infatti Edgar si trasferisce su un'apparentemente innoqua ed incontaminata isola della Florida(Duma Key),e durante la sua "nuova vita" incontra il secondo protagonista dell'opera, ovvero l' ex avvocato Jerome Wireman, che, per la mia modesta opinione, rappresenta uno dei meglio riusciti protagonisti della finzione letteraria(giudicate voi muchacho!)e la signora Elisabeth ,anziana donna afflitta dal morbo di Alzheimer e circondata da un alone di misteri. Durante quello che appare un placido trascorrere del tempo, Edgar si scopre però pittore, artista di talento innegabile ma con uno strano ed inspiegabilmente tetro repertorio di soggetti e con la capacità di influenzare la realtà tramite le sue pitture. Le curiose suggestioni del paesaggio assumono significati sinistri e i sogni diventano raccapricciante realtà...Qualcosa o qualcuno si sta servendo di Edgar per liberarsi da un millenario sonno forzato.Si scoprirà poi che l'anziana Elisabeth , da bambina , fu vittima della medesima possessione.Da qui in poi si snoda un labirito di misteri e sensazioni,che molto ha da spartire con il genere generalmente nominato "triller", che spingerà il lettore negli angoli più oscuri della mente, rievocando emozioni di cui (noi lettori)eravamo diventati comletamente estranei.L'occhio di King è sempre rivolto ad un esame attento del passato che sta alle spalle delle persone, tempo che fù il quale lascia il lettore sbigottito durante la narrazione: è grazie all'analisi del passato che si capiscono molti comportameti della vecchia Elisabeth e del signor Wireman.Il romanzo sicuramente vi sconvolgerà(sono molto di parte siccome King è uno dei miei scrittori preferiti)ma spero vi piaccia anche la mia recensione e vi sia soprattutto utile nella scelta e comprensione di questo manoscritto....forse"yes"forse"no.
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bello e inquietante!
Questo romanzo è uno dei king migliori degli ultimi anni, bella anche la copertina!
Un uomo, un incidente, una casa, oscure presenze, un talento nascosto per la pittura...ingredienti che fanno di Duma Kay un romanzo che ti prende molto e ti "unisce" al protagonista stesso della storia!
Eccellente la descrizione del luogo...sembra di sentire veramente il rumore del mare e il fruscio delle conchiglie...da brivido nel descrivere gli "ospiti" che si celano nei quadri...insomma, un romanzo tutto da leggere e farsi trascinare nella mente e nell'animo di Edgard!
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Big Pink
Questo libro può essere tranquillamente sezionato in sue parti ben evidenti e separate, da una parte la vicenda umana di una persona diversamente abile, dall'altro la vicenda horror. La prima parte è senza dubbio la più piacevole e riuscita, addirittura toccante in molte parti, la seconda invece è meno coinvolgente e la trovata finale quantomeno dubbia. Nel complesso un romanzo piacevole e leggibilissimo, da non lascirsi sfuggire, la cui unica pecca è, in parte, il finale.
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Commento
Contiene spoiler.
Diciamocelo: se dobbiamo valutarlo come libro sull'amicizia, sulla vita, sulla necessita' di reagire alle difficolta', sul destino, questo e' un ottimo libro, da 8 almeno (tendo a non sparare 10 cosi' a caso...). Ma se vogliamo valutarlo come libro horror, mammamia, il finale e' una cosa indecente anche per un ragazzetto di 16 anni!
Ma comunque tutta la trama soffre di grossi problemi di coerenza!
Perche' Perse vive nell'acqua salata e teme quella dolce?
Che c'azzecca l'argento?
Quale sarebbe il suo fantomatico potere tanto sbandierato dal protagonista Edgar ("fino a che non entrammo in quella casa non capii quanto fosse potente Perse"), se ne finale la povera Perse e' praticamente inerme?
Quale sarebbe realmente il collegamento fra Perse e l'abilita' pittorica se Edgar, nel finale, nonostante Perse sia stata imprigionata a dovere, riesce ancora autonomamente a disegnare un uragano su Duma che si materializza realmente sull'isola?
Sopratutto perche' Perse ha bisogno di un collegamento "spirituale" con Elizaberh prima e con Edgar poi, se da sola ha gia' il potere di convincere le persone ad ucciderne altre? A che pro!?!?
Che razza di esercito sarebbe uno zombie malandato in compagnia di due bimbette isteriche urlanti?
E poi il finale con la statuetta animata che da' morsi sul torace... ma chi l'ha scritta sta roba?
Secondo me ha messo su un gran baraccone che fa acqua da tutte le parti come la nave del romanzo!
Per me e' raggiunge la sufficienza solo grazie alle prime 500 pagine, che raccontano una storia di amicizia e speranza veramente memorabile!
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duma key
dopo alcuni romanzi deludenti, a mio parere stephen king ritorna al livello che gli è consono. duma key è un libro che porrei al livello medio dello scrittore, che è peraltro un livello molto buono, anche se un gradino sotto i miei preferiti che sono Shining, It, Pet Sematary, Stagioni diverse, Christine, Misery e delizie enumerando. Un costruttore scampato alla morte con gravi mutilazioni si scopre pittore nel contesto esotico della Florida e del Golfo del Messico:il suo talento pittorico, collegato all'azione di un'entità misteriosa, produce opere che condizionano il mondo circostante. King svolge con maestria la trama avvincente, costruisce dei bei personaggi e rende convincente tutto, persino cio' che convincente non parrebbe. il piccolo difetto è la consueta prolissità derivante dal fatto che il Nostro e un gran gigione, ama sentirsi e aggiunge una pagina anche solo per giustificare una battuta di spirito. godibilissimo romanzo, che ci riporta il king "classico", molto lontano da bizzarrie tipo Tommyknockers, Desperation o mezzi libretti simili. chi lo ma gli perdona tutto ma ancora di più se azzecca il libro. E questo è azzaccato. In pieno.
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Decisamente buono!
King è tornato?? Ho letto da molte parti questa considerazione ma a mio modestissimo parere non se n'era mai andato. Magari nel periodo immediatamente successivo all'incidente può aver avuto un pò di calo ma pur mantenendo un livello sempre più che buono. Il libro in questione colpisce ancora una volta per la capacità descrittiva, per la cura dei particolari e per il profilo dei personaggi (l'adorabile Wireman su tutti). La trama è interessante soprattutto nella seconda parte e il racconto riesce in alcuni passaggi ad emozionare. Per gli amanti del Re inoltre saranno piacevoli le analogie con altre opere come ad esempio "Mucchio d'ossa" e "Rose Madder".
Assolutamente consigliato anche se trattandosi di King confesso di essere decisamente di parte.
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King
King è tornato! Con i suoi personaggi complessi e le dinamiche brillanti che li caratterizzano tanto, da renderli reali. Lo stile è quello classico di king, estremamente discorsivo, ricco di citazioni che dimostrano la cultura del prof. Un pò prolisso? Si, è vero, ma può permetterselo e non c'è motivo per affannarsi a leggerlo in due giorni. Questo libro và gustato con calma in tutte le sue sfumature.
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In memoria dell'Isola
Ci sono sempre stati dei pregiudizi nei confronti di quelli scrittori che scrivono (anzi sfornano) più di un libro l'anno e Stephen King è sempre stato criticato per questa sua fertilità. Ma una gallina dalle uova d'oro depone più uova alla settimana e sono comunque tutte d'oro; ebbene Il Re è una gallina che depone tanti libri e (quasi) tutti di ottima qualità.
Quest' ultimo libro ne è la dimostrazione.
Con delle allettanti premesse, una vecchia Lady in carrozzella dall'animo dolce e gentile con un oscuro passato alle spalle, un ex-avvocato in un periodo di stallo tra una vita trascorsa nelle aule di tribunale e un futuro non proprio aureo (dotato di un cinico senso dell'umorismo e con un bagaglio di citazioni infinito) e un cinquantenne vittima di un terribile incidente che gli ha portato via il braccio destro (fortuna che è mancino, è proprio questo che distingue un libro dalla realtà) che scopre una potenzialità che non sapeva di possedere, e infine un' isola, il punto catalizzatore dove convergono e si intrecciano queste tre vite richiamate da forze oscure e inimmaginabili (ma d'altronde dio ci punisce sempre per ciò che non sappiamo immaginare, perla di saggezza che in fondo è la morale di tutti i lavori del Re), Stephen King ci porta nel lato oscuro dell'arte dove dietro a un incantevole paesaggio dai mille suoni e colori si cela una realtà grigia e afona.
L'apparenza inganna (d'altronde gli uomini ingannano così tante volte loro stessi che potrebbero farlo diventare un mestiere) è questo che Edgar Freemantle scoprirà col passare del tempo in quell'isola dove la vita trascorre nell'oblio di una pace apparente, dove la memoria viene nascosta sotto un sipario di luci e false speranze.
E quando la realtà verrà a galla come un geyser sottomarino allora sarà una successione di avvenimenti orrendi che squarteranno il bozzolo dove la sua vita si cullava al ritmo delle onde e al cicaleccio delle conchiglie sotto Big Pink.
Adoro la capacità di King di stravolgere gli avvenimenti in poche pagine senza togliere continuità alla storia, la quale, che prima era così lineare da farti chiedere quando sarebbe finita tutta quella pacchia, diventa un susseguirsi di reazioni e controreazioni simultanee ma senza che la fine appaia affrettata. Inoltre mi colpisce il suo talento nel rendere un personaggio (per es. Wireman o Elizabeth) così allo stesso tempo umano e divino, così ieratico e saggio e allo stesso tempo debole e insicuro.
Di certo come libro non siamo ai livelli di Misery o di Mucchio d'Ossa, le descrizioni sono diminuite di consistenza e i fatti prevalgono sulla psiche e in alcuni casi le emozioni sembrano poco accentuate anche quando dovrebbero esserlo, ma la storia è originale e i personaggi unici e "vivi".
Se nelle prime trecento pagine ci si chiede quand'è che arriva la imminente catastrofe, più avanti si va più ci si immedesima (e innamora) dei personaggi fino a quando non si arriva a sperare (invani) di trovare alla fine del libro la stessa incosciente gioia delle pagine in cui ci si sta soffermando.
Nel complesso un'ottimo libro consigliato non solo ai fan (seguaci) del Re ma anche agli amanti dell'arte vista come una profonda intuizione ibernata nell'animo umano.
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Mi inchino
Ho appena divorato Duma Key. Mi inchino di fronte alla scrittura geniale e alla bella prova d'autore di S.K. Molto curati i personaggi, su tutti Wireman e Kamen, lo psichiatra. La trama, psicologicamente molto intensa per circa metà libro, deriva poi forse un pò troppo verso il soprannaturale. Comunque eccellente il mix di poetica, rigore stilistico e approfondimento psicologico. L'ho letto di corsa senza trovarlo mai scontato e senza avvertire la minima pesantezza. Bellezza è verità.
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Delusione
Quest'ultimo libro di King mi ha un po' delusa. Riesco a vedere più lati negativi piuttosto che positivi. Come prima cosa penso che si sarebbe potuto ridurre almeno della metà, infatti le prime 500 pagine a momenti sembrano interessanti a momenti sembrano nn finire più. In generale la storia è troppo lenta. Certe volte un po' pesantuccia. In particolare mon mi è piaciuta la NON reazione del protagonista agli effetti paranormali dei suoi quadri, e il fatto che abbia accettato tutto molto tranquillamente. Sono rimasta sconcerata del fatto che nn mi abbia provocato paura neanche per un istante!!! Addirittura mi ha strappato due lacrime quando Edgar incontra la figlia morta.
Di positivo si può notare con evidenza lo stile di scrittura impeccabile come sempre. Per quanto riguarda la storia invece, mi ha quasi commosso la bellissima amicizia che nasce tra Edgar e Wireman. E' un peccato poi che quest'ultimo muoia, anche se nn per mano di Perse.
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King è tornato!
Finalmente dopo più di 12 anni il vero Stephen King è tornato! è da IL MIGLIO VERDE (1996) che non leggevo un romanzo di questo autore così profondo,cosi vero,così inquietante e anche così triste! : Indimenticabili le pagine nelle quali Wireman,il miglior amico del protagonista,racconta con strazio la drammatica morte della moglie e della figlia e del suo tentato suicidio :ha cercato di spararsi in testa...ma è riuscito a sopravvivere. i personaggi sono così veri e reali che sembra quasi di sentirli e vederli..la psicologia di questi ultimi è indagata in profondità..ci si ritrova davanti delle persone autentiche. Con DUMA KEY ritorna anche il tema dell'amicizia...tanto caro al King della vecchie opere. Il rapporto confidenziale e di reciproco affetto che pian piano si instaura tra Edgar e Wireman è tra i più belli,i più veri e i più profondi che abbia letto e vissuto (...in senso letterario) negli ultimi anni. Anche il tema del dolore è parte principale del romanzo : il protagonista si trasferisce in quest'isola del golfo messicano (Duma Key) per riprendersi dai danni fisici e psicologici (descritti superbamente) riportati dopo un gravissimo incidente sul posto di lavoro....dove Edgar ha perso un braccio. La Parte horror si estende nelle ultime 100 pagine del romanzo..risultano più che godibili. Non è proprio terrore quello che si prova leggendole...ma una profonda e gravosa inquietudine...che,tirata per le lunghe,risulta più nefasta e angosciante che mai. Non perdetevi assolutamente questo bellissimo romanzo. King è l'unico romanziere commerciale americano che non intedo affossare..e per un solo e semplice motivo : SA SCRIVERE!
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