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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    07 Luglio, 2020
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Rapite

Più di tre anni di prigionia. Più di trentatre mesi di torture e violenza.
Quattro ragazze, poi solo tre. Uno scantinato buio, vecchie e solide catene arrugginite alle caviglie o ai polsi sfregano la pelle nuda fino ad escoriarla. La solitudine, la fame, la sete. La paura che lui ritorni, che il suo sguardo si posi su di te invece che sulle altre. Quando non credi più ai miracoli, quando il dolore è insopportabile, quando il tuo aguzzino si appropria anche della tua mente, l’ultima direzione è un senso unico verso la pazzia.

Dopo? Vittime della schiavitù, torneranno mai veramente libere?

Sarah si trasferisce a New York e, sopraffatta dalle molte patologie, affronta gli studi ed il lavoro protetta nel suo appartamento pulitissimo. Dieci anni di psicoterapia non le hanno ridato un’esistenza scevra dall’incubo del vivere, dal terrore che lui torni in libertà, che voglia riprendersi le sue donne.
Jack Derber potrebbe essere scarcerato.

Piatto ricco sulla tavola condivisa con Koethi Zan, qui gli ingredienti sono molti ed appetitosi.
Pecca però di inesperienza l’autrice inciampante su una ragionevolezza claudicante, lasciandoci con la forchetta a mezz’aria a rimpiangere il boccone succulento che ben sappiamo avremmo potuto addentare. Passi che si tratti di narrativa e una buona elasticità sia concessa, è però assolutamente inverosimile – tra le altre cose - che una donna profondamente traumatizzata da violenze estreme, colpita da fobia sociale e da agorafobia, in un battito di ciglia si tuffi in acque libere trasformandosi in novella detective dell’Fbi.
Nonostante l’eco della lettura sia quindi dilettantistico, ammetto che lo svelare la trama – non priva di colpi di scena- in maniera graduale ed il buon incipit del romanzo rendano comunque il thriller piacevole e scorrevole.
Ripongo in libreria tutto sommato soddisfatta, senza celarvi un velo di delusione ad ispessirmi le palpebre. Ha il sapore di un’opportunità perduta, come narrerebbe Icaro di occasioni che eri certo di potere stringere fra le dita per volare in alto, poi in questo luglio rovente il sole scioglie la cera e finisce come finisce, accidenti.

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valentina811 Opinione inserita da valentina811    18 Dicembre, 2015
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Troppe domande senza risposta!

Troppe domande senza risposta!

Questo è uno di quei libri in cui mi piacerebbe sedermi a tavolino con l'autrice con un te in mano e il libro nell'altra e chiederle tutte le risposte alle domande lasciate così senza un perchè.
Il finale sarà stato una sorpresa solo per lei dato che non si è degnata di scrivere uno straccio di spiegazione.
Non ho provato nessuna empatia o compassione per le vittime in questo libro e per una come me è molto strano,tutto sembra scritto sui generis da un dilettante.
Agenti dell'FBI che passano informazioni a una civile come nulla fosse,perquisizioni fatte a casaccio, dato che dopo 10 anni sotto una lista del parquet ci sono ancora gli appunti dello psicopatico.Ma la cosa che mi ha fatto capire che questo libro è stato scritto con i piedi è stato: per quale cavolo di motivo quando 10 anni prima la polizia arrivò e liberò le ragazze la " famosa"! Jennifer non uscì fuori ?? Perchè è restata nascosta ed è addirittura diventata complice del suo rapitore?? Ecco a quante domande dovrebbe dare risposte la scrittrice ,e anche se le venisse in testa di farne un sequel non concluderebbe nulla ,non potrebbe giustificare proprio un bel niente !!
Per cui le 2 stelline sono pure troppo

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Francesca2213 Opinione inserita da Francesca2213    02 Ottobre, 2014
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Jennifer è scomparsa

Un libro claustrofobico. Pensi di leggere un thriller così per passare tempo,un libro di cui non si è sentito molto parlare e invece ti ritrovi nelle mani un libro,un thriller da paura.
DOPO inizia con la ricerca della nostra Sarah della serenità,lei ha vissuto un grosso trauma,che non riesce a superare nonostante le infinite cure di cui si avvale,tra psicologi e polizia sempre a proteggerla. Sarah ha un pallino fisso che l'assilla e questo ci riporta al suo inquietante passato. Sarah e stata rapita insieme alla sua amica Jennifer da uno psicopatico all'uscita di una festa. Vengono rinchiuse in uno scantinato insieme ad altre due donne: Tracy e Christine. Jennifer viene rinchiusa in una specie di bara da cui non uscirà più e dopo un pò quella bara viene riportata nello scantinato vuota. Jack Derber è il loro aguzzino l'uomo che usa queste donne per scopi scientifici,facendo appunto,esperimenti su di loro e sulla loro soglia del dolore. Le tortura,le sevizia,le porta ad annullare se stessi per accogliere un nuovo io. Jack Derber infatti fa parte di una "setta" con a capo Naoh Philben. Questa setta religiosa si occupa principalmente di traffico di donne.
I personaggi sono tanti tra cui le principali tre: Sarah,Tracy e Christine,ma abbiamo personaggi secondari altrettanto importanti come Adele,che per quanto ambigua le porterà alla salvezza,abbiamo Ray un uomo che si interessa di casi misteriosi e di comportamenti crudeli delle persone,che ha un ruolo molto secondario,ma che vale la pena citare. Lasciando stare i personaggi la storia è ben articolata,ti tiene incollata alla pagina fino all'ultima,fin quanto non dici "WOOOW"....
Il finale molto aperto che potrebbe presagire un seguito,ma non si sa.
Facile da leggere e bellissimo!!

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alessio Opinione inserita da alessio    12 Luglio, 2014
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Ottimo libro

Chi è in realtà Jack Derber? un assassino, un rapitore o un pazzo? Che si diverte a torturare delle ragazze per semplice “hobby” oppure dietro a questa orribile pratica si nasconde qualcosa di più grande?

Be per scoprirlo basta leggere questo ottimo libro scritto da Koethi Zan che come suo esordio a me è piaciuto molto. La storia comincia proprio dalla fine dell’incubo per le protagoniste Sarah,Tracy, Christine, e Jennifer quattro ragazze rapite e torturate per anni,e rinchiuse in uno scantinato a sopportare le sevizie del loro aguzzino.
Dieci anni dopo la loro liberazione Sarah vuole ritrovare il corpo della sua migliore amica Jennifer, scomparsa dopo alcuni mesi di prigionia, per dimostrare all’ udienza finale che Jack Derber è un mostro che non può ritornare in libertà, ma deve rimanere chiuso in cella per sempre. Per portare a termine questa missione Sarah dovrà affrontare le sue paure e superarle per scoprire fino in fondo la verità.
Il libro è scritto molto bene, regala una lettura fluida e scorrevole, i capitoli non sono lunghi, buona la descrizione dei vari personaggi e luoghi,ottima la descrizione dello stato d’animo delle protagoniste fino al colpo di scena finale.
Il libro mi è piaciuto molto, l'ho letto in pochi giorni,ho gradito molto anche il modo di scrivere di questa autrice perché è stata brava a lasciare alla fine di ogni capitolo quella giusta suspense e curiosità in modo tale da spingermi a leggere fino alla fine senza mai perdere il filo del discorso. Attendo un suo prossimo lavoro con la speranza che rimanga fedele a questo tipo di scrittura.
Buona Lettura

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GENERE THRILLER
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Gondes Opinione inserita da Gondes    02 Mag, 2014
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Potenziale non sfruttato

Ho trovato questa lettura molto interessante per l’argomento trattato è cioè la scomparsa di giovani donne. Le cronache di ogni giorno ci raccontano realtà purtroppo molto simili a quelle narrate in questo romanzo. L’impostazione di come l’autrice ha voluto raccontare la storia è molto interessante, e cioè partendo dalla fine. Quello che invece sembra più carente è la modalità di stesura.
La sensazione che ho avuto è stata quella di un libro con un grande potenziale, che però è stato sfruttato solamente in parte. Forse per l’inesperienza di questa scrittrice americana o forse per una scelta editoriale. Così come è confezionato, è un libro adatto ad un vasto pubblico essendo una lettura particolarmente “facile e diretta”. Qualche approfondimento in più, su aspetti psicologici ed investigativi avrebbe sicuramente giovato al libro e dato spessore alla storia.
Dopo pochi capitoli si può già intuire il finale, in quanto pur mascherati all’interno della storia, ci sono elementi che portano sulla strada giusta. Quello di anticipare il finale è un gioco che faccio spesso quando leggo i così detti thriller, anche se questo non si può certo classificare in questa categoria.

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fede.book21 Opinione inserita da fede.book21    28 Aprile, 2014
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Leggerlo si ma senza troppe aspettative

Consiglierei questo libro agli amanti non solo dei thriller ma anche della psicologia.
Al contrario di molti altri libri che raccontano di rapimenti di persone, questa storia si svolge diversamente perché all'inizio del libro il rapimento è già avvenuto e il colpevole è già in carcere.
Diventa quindi interessante capire come affronteranno la vita le vittime dopo tale trauma e verremo a conoscenza di ciò che è successo soltanto a sprazzi durante la lettura.
Il materiale di questo libro è ottimo, peccato che la penna dietro al racconto non sia stata proprio scorrevole, ho avuto difficoltà ad appassionarmi a queste pagine, ma nel complesso consiglio agli amanti del genere di leggerlo almeno una volta.
Magari prima di leggere questo libro, se cercate libri di questo genere vi consiglio ''Scomparsa'' di Chevy Stevens e ''Non ti addormentare'' di S.J.Watson. Simili ma molto ben scritti .

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Scomparsa'' di Chevy Stevens

''Non ti addormentare'' di S.J.Watson

Libri si Sophie Hannah
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    16 Febbraio, 2014
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POTENZIALITA' LASCIATE ALLO STADIO EMBRIONALE

Finora ho letto diversi thriller travestiti da romanzo, questo pensavo non facesse eccezione… L’idea di partenza è molto buona,Jack Derber, titolato professore universitario, ama praticare come “hobby”, la tortura e le sevizie su giovani ragazze, tenendole imprigionate nel proprio scantinato, Derber è un’omicida, un sadico, un “uomo nero” nel vero senso del termine. Non ha una coscienza, non prova pietà, pena, solo un sottile pruriginoso piacere, studia le vittime come se fossero cavie da laboratorio, annotando tutte le reazioni, comportamenti, sofferenze risultanti dal proprio operare…
Ebbene, mi direte: Uao! Un thriller a tutti gli effetti… Ahimè non proprio. Ritengo che sia corretto classificarlo come romanzo, tutta la vicenda è edulcorata, a tratti abbozzata, Derber non lo si conosce, se non attraverso il racconto di Sarah, una delle vittime riuscita a sfuggirgli, con il merito di aver ottenuto anche la liberazione di Tracy e Christine, le sue due compagne di prigionia, purtroppo la sua migliore amica Jennifer non ce l’ha fatta.
Sono passati dieci anni dalla liberazione, le donne non si frequentano e non sanno quasi nulla l’una dell’altra, Derber è in prigione, con la non remota possibilità di poter uscire in pochi mesi. Sarah non è ancora riuscita a rifarsi una vita (ammesso che ciò possa essere possibile..). Abita da sola a New York, città scelta perché garantisce l’anonimato e l’indifferenza per come si conduce la propria vita, oltre che essere una città sempre affollata, e , quindi offrire più possibilità di ottenere aiuto in caso di emergenza.Sarah lavora da casa, non frequenta nessuno, si fa recapitare la spesa, e, grazie alla disponibilità del portiere, filtra tutta una serie di altre incombenze che la possono costringere ad uscire dal palazzo.
E’ in analisi con la dottoressa Simmons da quando è stata liberata, soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo, agorafobia (paura degli spazi aperti, affollati, di viaggiare…),di afefobia (repulsione per il contatto fisico), oltre che di un disturbo post- traumatico da stress.
Insomma, mi dovete spiegare come sia possibile che nel giro di qualche ora, appena ventilata la possibilità che Derber possa uscire dal carcere, la donna si trasforma in “Wonder Woman”, sale e scende da aerei girando tutta l’America, cerca e parla con un numero imprecisato di persone, si mette in pericolo, gira di notte, ritrova le sue due compagne di sventura e, in pochi giorni, porta alla luce nuove piste di indagine mai battute dall’FBI……. Riesce persino a trovare materiale scottante nella villa del professore ( ma dai!!!!! Vuoi che possa proprio essere così facile?).
Insomma, forze dell’Ordine incompetenti, psicoterapisti altrettanto incompetenti. La vittima riesce dopo dieci anni a riportare ogni cosa al proprio posto, compreso il proprio insuperabile disagio….
Storia avvincente, per carità, la scrittura è fluida, si arriva al termine del libro senza particolari intoppi, se non con un’impressione di superficialità nel gestire una trama così accattivante, e, al posto dell’approfondimento di alcuni personaggi ed aspetti psicologici, l’inverosimiglianza vera e propria di certi passaggi….
Una storia con molte parti rimaste allo stato embrionale (peccato).Per non parlare della fine (che non svelo ovviamente..)…
Che dire, un libro che può leggere anche chi non ama i thriller puri, con tranquillità; sicuramente non vi farà passare notti insonni, e nemmeno rimarrà nella vostra biblioteca come lettura da custodire tra le migliori.
Senza infamia e senza lode…

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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    04 Febbraio, 2014
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Superficiale

“Dopo” titolo modesto per un romanzo ancor più modesto. Un thriller psicologico, che avrebbe potuto essere approfondito e sfruttato meglio, in termini di idee e contenuti.
L’idea di base è buona: la vittima di un aguzzino psicopatico, affetto da quella che amo definire “lucida follia” si ritrova ad indagare su un passato che vorrebbe dimenticare. Per quanto il personaggio principale sia: fragile, traumatizzato e psicologicamente distrutto, trova la forza di affrontare le sue paure per ritrovare il cadavere della sua migliore amica, e dimostrare che Jack Derber non è solo un sadico seviziatore ma anche un assassino. Per evitare che questi ottenga la libertà vigilata, lei e le sue compagne di sventura, le superstiti di una prigionia ricca di sevizie durata anni, sono chiamate a rivivere le loro esperienze in un processo d’appello.Questo però spingera la protagonista ad un indagine improbabile, che imancabilmente coinvolgere anche le sue ex compagne di prigionia.
Il testo è scritto a mo di diario terapeutico, in cui la protagonista esprime considerazioni, ricordi e analizza se stessa cercando di metabolizzare e superare il trauma della prigionia, miscelando il tutto che le indagini fai da te che intraprende i modo un po’ improbabile. Questo fa si che il coinvolgimento sia alto e in efftti mi ha spinto verso la fine, però non basta. No, io personalmente mi aspettavo un approfondimento diverso, per tutto il testo le angherie e le sevizie sono solo abbozzate, per lo più vagamente accennate, ma anche lo stato d’animo e psicologico, che la protagonista vive in quei momenti e tratteggiato appena. Manca di quella sana e cinica crudeltà ( che a volte risulta al limite della morbosità) che certamente a molti avrebbe fatto storcere il naso ma avrebbe restituito al lettore un testo di ben altro spessore .
Sarebbe bastato anche solo approfondire il rapporto tra le tre prigioniere, che a detta della protagonista era una sorta di gioco al massacro per salvarsi la pelle oppure rendere piu avvincente la situazione estrema a cui sono state sottoposte avrebbe aperto argomenti ancor più angoscianti e molto più interessanti. Invece ci sono solo degli accenni su cui si fonda buona parte di tutto il romanzo. Per tutto il libro mi aspettavo il momento in cui finalmente avrebbe avuto il coraggio di affrontare l’argomento di petto ma niente sono rimasto proprio a bocca asciutta.
Altra nota dolente sono i tentativi di colpo di scena, che a mio avviso sono risultati banali, e almeno uno in particolare, scontato.
In termini di stile non abbiamo molto da dire, semplice, scorrevole, e la trama molto lineare ci restituiscono a mio parere un trhiller da ombrellone, carino ma che non riesce ad andare più in la di un : “beh tutto sommato poteva andarmi peggio”
In conclusione un thriller soft che stona rispetto alla vicenda raccontata.

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A chi vuole un thriller non troppo pulp
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Rokiweb Opinione inserita da Rokiweb    27 Gennaio, 2014
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E DOPO...

“DOPO” romanzo d’esordio di Koethi Zan, è un thriller sui generis. Perché l’ho classificato così? Perché sembra che parte dalla fine della storia…appunto sembra! Fin dall’inizio siamo a conoscenza dei fatti, è tutto molto chiaro, semplice, è scritto tutto nero su bianco. Quattro ragazze vengono rapite e rinchiuse in uno scantinato, subiscono torture fisiche e psicologiche. Conosciamo i loro nomi Sarah, Christine, Tracy e Jennifer, quest’ultima non si salverà. L’autrice ci informa anche del nome del rapitore Jack Derber, è lui che le ha torturate per oltre mille giorni e, attualmente, si trova in carcere da dieci anni accusato di rapimento. Come tutto questo sia avvenuto lo si deve a Sarah, in un momento di distrazione del rapitore, Jack, è riuscita a scappare ed a chiedere aiuto. E adesso cosa succede?
La voce narrante di questo libro è quella di Sarah, ci racconterà come le tre ragazze dell’epoca, e donne adesso, hanno vissuto il “dopo” di questa terribile prigionia. Come sono cambiate le loro vite dopo dieci anni dall’accaduto, che cosa è rimasto della loro personalità, come hanno superato quei mille giorni di torture. Come si riesce a metabolizzare un’esperienza così distruttiva? Quando credi di essere al sicuro da tutto quell’orrore, quando pensi che tutto sia finito, come apprendi la notizia che il tuo carceriere potrebbe uscire di prigione? Come reagisci alla telefonata dell’FBI quando ti dice che ha bisogno di te, di Sarah, della sua testimonianza e delle altre due ragazze? Ci sono misteri che non sono stati svelati, ci sono vuoti di memoria da colmare, e ci sono segreti che vengono a galla. C’è tanta omertà tra la gente, paura, diffidenza. Si ritroveranno le ragazze ed avrà inizio una loro indagine personale, perché il “mostro” non deve uscire.
Si scontreranno, si confronteranno nei loro ricordi, ci saranno dei chiarimenti, mostreranno il loro lato fragile, il loro rancore, e il loro lato combattivo. Malgrado tutto questo saranno unite fino alla fine.
Un romanzo ricco di emozioni, di contraddizioni, di come la paura può trasformare una persona fragile in una persona determinata, combattiva. Uno stile di scrittura scorrevole, semplice ed essenziale, sa come sollecitare la lettura nel lettore. Senza essere mai volgare, senza essere morbosa nella spiegazione dei fatti, è tutto molto soft, lascia molto all’immaginazione.
I personaggi sono ben caratterizzati, e le emozioni, le angosce sono palpabili. Una descrizione visiva degli ambienti e dei luoghi, molto realistica.
La storia di questo libro potrebbe rispecchiare un fatto di cronaca vera, solo che di solito veniamo a conoscenza dei fatti, e difficilmente sappiamo come è il dopo, l’autrice ha provato a spiegarcelo e devo dire che le è riuscito molto bene.

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Lady Aileen Opinione inserita da Lady Aileen    18 Gennaio, 2014
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La lista dei mai non è servita

Mi piace leggere thriller e sono sempre alla ricerca di trame intriganti, a giudicare dalle premesse questo sembrava proprio fare al caso mio, peccato per i personaggi.
Le vicende sono narrate in prima persona da Sarah, una sopravvissuta ad una prigionia durata circa tre anni (una prigionia fatta di torture sia fisiche che psicologiche). Sarah racconta il suo dramma attraverso frequenti flashback, intrecciandoli con il presente. Sono infatti passati dieci anni dalla sua liberazione e Sarah ha cambiato identità, vive a New York, lavora in casa per evitare contatti con l'esterno, è affetta da disturbo ossessivo-compulsivo, agorafobia, afefobia e disturbo
post-traumatico da stress (incontra a domicilio tre volte a settimana una psicoterapeuta). Prima di questo evento, aveva già le sue paranoie e alcune fobie tanto che aveva compilato LA LISTA DEI MAI in cui sono presenti i pericoli a cui può essere sottoposta una persona ma non è servito a nulla.
Durante la sua prigionia non è stata sola ma ci sono state altre tre donne, una delle quali era la sua migliore amica, successivamente verrà uccisa e il corpo mai ritrovato. Ora l'uomo colpevole sta per uscire di prigione e per evitarlo Sarah decide di provare a cercare il corpo della sua amica ma non può farcela da sola, così chiede aiuto alle donne che hanno condiviso la sua prigionia.
Lo stile è scorrevole e veloce, non mancano svolte inaspettate e il colpo di scena finale sorprendente (avevo già una vaga idea di cosa aveva escogitato l'autrice, solo che non conoscevo come si sarebbe incastrato il tutto).
Quello che invece mi ha lasciato un po' perplessa è la caratterizzazione dei personaggi. Sarah ci viene presentata come una donna che dopo dieci anni è ancora affetta da vari disturbi e improvvisamente riesce a lasciare l'appartamento, ritrovarsi di nuovo nelle grinfie di folli, prendere vari voli aerei, risolvere un mistero e uscirne indenne. Questo cambiamento di personalità mi è sembrato troppo repentino.
Anche per le altre donne rapite le cose non vanno meglio. Per esempio, Christine dapprima decide che non vuole avere niente a che fare con questa ricerca del corpo, perfino il pericolo che potrebbero correre le sue due figlie non riesce a farle cambiare idea ma poi improvvisamente decide di unirsi alla ricerca del corpo.
L'idea di base è intrigante e la storia è abbastanza inquietante e coinvolgente (sono stati inseriti molti elementi per far progredire la trama: le sette religiose, BDSM, gli intrighi nel mondo accademico dell'Università e la moglie del rapitore scomparsa).
Un thriller che mette in primo piano la determinazione e la forza di una donna.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Gennaio, 2014
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LA LISTA DEI MAI

Un romanzo da più di 5 stelle

Non c’è niente di più importante della libertà. E se ci venisse tolta, come reagiremmo? Se venissimo rapite, torturate e tenute prigioniere per un tempo lunghissimo, cosa cambierebbe nella nostra coscienza? Se continuassimo a vivere di stenti, completamente nude, affamate e al buio, ci ritroveremmo forse a desiderare la morte? E se, ad un certo punto, la morte e la libertà cominciassero a coincidere nella nostra mente seviziata?
Se ci interroghiamo sul perché ci è capitata una cosa tanto tremenda, possiamo dunque arrivare alla conclusione che forse ce la siamo cercata? Perché un pazzo sadico ha scelto proprio noi? Incarniamo per lui la vittima perfetta?
Per rispondere a questa catena di domande, c’è DOPO, il thriller psicologico di Koethi Zan, che studia a fondo la condizione della vittima, “il tormento profondo dovuto alla sensazione di aver fallito”, di essersi lasciate intrappolare.
Questa condizione di prigionia e schiavitù non finisce nemmeno dopo la liberazione e ci viene spiegata dalla protagonista di questo romanzo, Sarah, una qualunque studentessa, che in un momento sereno è stata più vulnerabile delle altre, proprio lei che non era mai stata una ragazza leggera e che anzi aveva sempre pianificato tutta la sua vita attraverso lunghe liste di mai, ossia di situazioni potenzialmente pericolose in cui non doversi mai trovare. Eppure, nonostante la sua costante attenzione per stare alla larga dai pericoli, vi è incorsa lo stesso. Ma è stata fortunata, se così si può dire: dopo più di mille giorni di prigionia è riuscita a fuggire perché, un giorno, in mezzo a quel mare di sofferenza, ha deciso di usare il cervello perché ha provato “un istinto profondo votato unicamente alla fuga” ed è stato più forte di tutto il resto.
A distanza di dieci anni, le sembra di vivere tranquilla, trincerata in un lussuoso appartamento da cui non esce mai e inventa scuse con se stessa e con gli altri per apparire normale, ma sa di non esserlo: il suo equilibrio mentale è ancora notevolmente scosso dal dolore del passato.
Ma Jack Derber, l’uomo che l’ha tenuta prigioniera, potrebbe uscire dal carcere e tornare a cercarla se lei non riesce ad impedirlo. Così, come ha trovato disperatamente il coraggio una volta per fuggire dalla casa in cui era stata resa una schiava, decide di farsi forza, superando le sue ossessioni, le sue innumerevoli fobie, per fare tutto il possibile affinché lui non possa uscire di prigione e rifare tutto nuovamente. L’unico modo che ha per impedirlo è trovare il cadavere perduto della sua migliore amica, Jennifer, che, per un periodo, è stata imprigionata con lei. Se Sarah ha già vissuto una volta l’inferno, in questo romanzo, è pronta a rituffarcisi dentro e il lettore con lei. Entrambi sanno già che non sarà una passeggiata.
DOPO è un romanzo che tratta di vittimologia e scava nella mente del carnefice, attraversando antiche discipline di tortura, anche filosofiche e letterarie, e di tecniche scientifiche di dominazione e condizionamento della mente umana fino ai leggendari lavaggi del cervello.
La vicenda ricorda in parte storie realmente accadute, come quella del carnefice Gary Heidnik, ma si dipana in modo più intricato fra vicende personali, segreti e dettagli nascosti nella mente.
Un thriller psicologico, appassionante, avvincente e da cui ci si stacca a fatica proprio perché cattura la mente.

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Donato Carrisi, Lars Kepler e Wulf Dorn
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