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Fatherland
 
Fatherland 2024-10-24 12:26:57 lapis
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
lapis Opinione inserita da lapis    24 Ottobre, 2024
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Perdere e ritrovare

Thriller, romanzo fantapolitico, ucronia, non so quale sia la definizione più calzante, sicuramente Fatherland è un’opera che non lascia indifferenti e stimola riflessioni sulla società attuale. Poco importa che parli di un mondo che non esiste, è proprio la cecità di quel mondo a imporre al lettore di interrogarsi sul proprio.

"- Cosa si può fare se si dedica tutta la vita a smascherare i criminali e a poco a poco ci si accorge che i veri criminali sono quelli per cui si lavora? […]
- Immagino che si perda la ragione.
- Oppure può succedere di peggio. La si può ritrovare".

L'autore parte da uno scenario già sperimentato in letteratura: un corso alternativo della storia. La Germania ha vinto il secondo conflitto mondiale e, nel 1965, si appresta a festeggiare il 75mo compleanno di Hitler. Berlino si è ridisegnata ergendo colossali monumenti a testimonianza della propria supremazia. Il resto del mondo si è piegato: l’Europa pullula di paesi fantoccio filonazisti, la Russia cerca di resistere con gli ultimi fuochi di ribellione e persino gli Stati Uniti sono ormai pronti a un accordo.

Nel potente e prospero Terzo Reich non si può parlare, tantomeno dissentire, perché le SS hanno orecchie ovunque e non perdonano. Eppure qualche voce sussurrata sfugge al silenzio. Cosa succede davvero a est? Dove sono finiti milioni di ebrei? Nel corso dell’indagine per omicidio di un gerarca nazista, l’integerrimo poliziotto Xavier March si imbatterà in indizi e sospetti che allargheranno la prospettiva verso interrogativi scomodi e pericolosissimi. March non potrà fare altro che lanciarsi all’inseguimento di una verità terrificante capace di sconvolgere tutto ciò in cui credeva.

"Parlano di fosse comuni, di esperimenti medici, di campi dove la gente entrava e non usciva più. Parlano di milioni di morti. Ma poi arriva l'ambasciatore tedesco tutto elegante e racconta che si tratta soltanto di propaganda comunista. E così nessuno sa cosa è vero e cosa non lo è. E posso aggiungere che alla maggior parte della gente non importa nulla".

Lo storico Robert Harris compone un romanzo in cui fatti documentati e veri personaggi storici si miscelano in modo davvero convincente alla fantasia dell’autore riuscendo, grazie all’espediente del giallo, a bilanciare il gusto per il dettaglio storico e la precisione descrittiva a una narrazione dal ritmo incalzante. Quello che sconvolge il lettore è rendersi conto di non trovarsi al cospetto di un’inconcepibile allucinazione ma di un mondo dalle sembianze credibili, di un potere che si insinua nella mente, di persone normali, concentrate sul proprio benessere, che vivono la propria quotidianità senza farsi troppe domande. Tutto ciò lo rende un romanzo interessantissimo, ieri come oggi.

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