Dettagli Recensione
Fermata senza viaggio
Uno scrittore di successo ha abbandonato la ribalta da alcuni anni, non ha più pubblicato alcun romanzo e si è silenziosamente eclissato dal suo pubblico.
Una sera tre uomini si introducono nella sua villa per quella che sembrerebbe una rapina ma uno dei rapinatori ha qualcosa di molto personale da rinfacciare allo scrittore e finisce per ucciderlo. I rapinatori fuggono con un bottino composto da denaro contante e da un certo numero di taccuini su cui lo scrittore avrebbe preso appunti per futuri romanzi .
Ma non riusciranno a godersi il malloppo, due di loro ci lasciano la pelle e l'unico sopravvissuto viene arrestato per un altro crimine e condannato all'ergastolo.
La valigia col bottino rimane sepolta per trent'anni in un bosco fino a che un ragazzino con problemi familiari non la ritrova casualmente , dapprima usa i soldi per aiutare la famiglia poi, crescendo si appassiona di letteratura, in particolare dell'autore di tre romanzi di grande successo assassinato
trent'anni prima durante una rapina finita male, ci metterà a questo punto molto poco a capire l'importanza dei taccuini che dapprima lo affascinano dal punto di vista letterario, immaginate di poter leggere i nuovi romanzi mai pubblicati del vostro autore preferito, poi protraendosi i problemi finanziari dei suoi ed essendo terminati i contanti nella valigia, decide di far fruttare i preziosi taccuini cercando di venderli sul mercato delle opere letterarie rare ma commette un'imprudenza che lo mette in serio pericolo. Nel frattempo il ladro dei taccuini ha scontato gli anni minimi previsti dalla legge americana come ergastolo e una volta uscito l'unica sua ragione di vita è tornare in possesso di quanto aveva rubato e accuratamente nascosto in un bosco, è disposto a tutto pur di tornarne in possesso accecato da una rabbia covata per oltre trent'anni.
La situazione per il giovane protagonista diventerà rapidamente drammatica ma troverà degli insospettabili ed inattesi alleati.
Tornano temi cari al Re come il rapporto a volte malato tra l'autore e i suoi lettori (Misery) , l'adolescenza con le sue difficoltà nel crescere e nel rapportarsi con il mondo degli adulti e via discorrendo .
King si avventura nel genere poliziesco portandosi appresso la consuetà capacità di raccontare storie e personaggi ma fuori dal suo territorio in cui il fantastico ed ilsoprannaturale trasfigurano la realtà o servono da espediente per descrivere le paure che ci portiamo dentro, alle prese con incubi totalmente reali senza ombre e sussuri, perde un pò di smalto e scrive una storia che scorre anche bene ma non da brividi, manca clamorosamente di pathos nonostante la drammaticità delle situazioni .
Ti sembra di stare guardando un telefilm alla TV in cui sai che i buoni alla fine la scamperanno (la scamperanno ? Non dico nulla) e in fondo non riesci ad entrare in quel mondo alternativo che di solito crea King perchè quello di questo romanzo assomiglia troppo alla nostra realtà quotidiana, non ti fa "viaggiare".
Un King in tono minore come ha giustamente sottolineato qualcuno, godibile ma che non rimane nel cuore e per un affezionato lettore del Maestro è una pecca enorme.
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