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L'ossessione della vendetta
SPOILER:
Con questo libro Dorn, inizia a unire i puntini delle storie precedenti che erano rimaste in sospeso. Ritroviamo l’ex psichiatra Mark Behrendt ormai diviso tra la sua vita passata e il suo presente da ormai ex alcolista grazie al supporto dell’amica Doreen e dei gruppi di aiuto. Nonostante ciò, il tarlo del passato è ancora lì: Tanja, il suo amore è stata uccisa da un folle e ancora non è riuscito a mettere un punto sulla questione che lo dilania ormai da troppo tempo; ma nonostante tutto la vita continua ad andare avanti finchè non accade qualcosa di totalmente folle e inaspettato. Durante una cena, Doreen scompare, Mark si risveglia dopo essere stato narcotizzato; una chiamata gli spiegherà le prossime mosse che deve fare: se vuole rivedere l’amica, lui deve trovare qualcuno, senza indizi, e ha 2 giorni, 9 ore, 23 minuti per risolvere il rebus. Ed è qui che ricompare la figura di Ellen Roth, protagonista de “La psichiatra”, una donna che ormai non esiste più perché frutto di una crisi dissociativa in conseguenza e un trauma enorme che la donna (Lara Baumann) ha subito da bambina e che poi ha portato a un’escalation di eventi tragici. Ed è proprio così che i due si ritroveranno, ma solo perchè Mark ha il compito di ucciderla. Passo a passo i pezzi del puzzle iniziano ad incastrarsi e si scopre che il folle responsabile della morte di Tanja è esattamente lo stesso psicopatico che sta minacciando di uccidere Doreen. Ma qual è la ragione? Bisogna risalire al passato, a una concatenazione di sfortunati eventi di cui Ellen sembra essere responsabile. Come al solito Dorn, è in grado di raccontare storie in cui la follia è davvero all’estremo e di come, un trauma irrisolto e davvero tragico, possa poi sfociare in un’ossessione estrema e la vendetta una missione macabra dove non importa il male fatto, ma solo il narcisistico risultato, senza pietà. Di Dorn, amo la capacità di descrivere con accuratezza i traumi e la malattia mentale di ogni personaggio con una estrema veridicità. Le sue storie sono sempre ben costruite e piene di colpi di scena e le connessioni tra i dettagli per poi risolvere il “dilemma” sono sempre ben riuscite.