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L'uomo che scompare
Non amo questo autore solo perché è francese, anche se forse questa cosa mi influenza un po'… Lo adoro perché è geniale, è capace di creare universi paralleli, personaggi e nodi alternativi. Apparentemente surreali, impossibili, ma che poi hanno una spiegazione logica, incredibile, che lega gli eventi, che dà le risposte a tutte le tue domande e che, sempre, stravolge i tuoi pensieri di lettore. In questa storia ci sono salti nel tempo bruschi ed inspiegabili, entri in un tunnel di supposizioni ed autospiegazioni assurdo ed intrigante. Perché c’è un uomo che, a causa della maledizione dei 24 venti, vive un giorno all’anno per 24 anni e questo è un divario che squilibra la sua vita e quella di tutte le persone attorno a lui, dal nonno, che sa, alla compagna, che scopre, ai figli, che accettano. A ognuno di questi suoi giorni deve conferire l’intensità di una corsa sulle montagne russe, perché lui stesso è figura intermittente della sua stessa vita. E’ un libro che sprigiona vita, perché ti fa comprendere la bellezza dell’istante presente. E’ adrenalinico, scoppiettante, scaravoltante. E la copertina, con una clessidra stilizzata, che simboleggia il trascorrere del tempo senza pietà, è folgorante.
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