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La fiamma nel buio
 
La fiamma nel buio 2024-08-05 16:01:31 FrancoAntonio
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    05 Agosto, 2024
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Harry Bosch gioca su più tavoli

Harry Bosch è in pensione ormai da anni, ma, nonostante i numerosi problemi di salute, non ha smesso di occuparsi dei casi irrisolti.
Al ritorno dal funerale del suo mentore, John Jack Thompson, il poliziotto che gli ha insegnato tutto, la vedova gli fa avere un vecchio fascicolo d’indagine che il marito s’era portato a casa andando in pensione. Bosch, incuriositosi dopo aver esaminate le carte, si trova a farsi domande sull’omicidio di un ragazzo avvenuto oltre vent’anni prima e restato irrisolto, classificato come delitto nel giro della droga. Ma ci sono cose che non tornano affatto nella vecchia indagine, piuttosto affrettata, e, soprattutto, sul fatto che John Jack abbia, sostanzialmente, sottratto il fascicolo all’ufficio, senza nemmeno metterci mano.
Però, Harry ha anche altri casi da risolvere. Ha appena aiutato il fratellastro, l’avv. Mickey Haller, a far cadere le accuse per l’omicidio di un giudice mosse a carico di un suo cliente, ma non accetta che l’assassino resti impunito. Giacché i poliziotti incaricati del caso non intendono riaprire le indagini, convinti come sono che il colpevole sia proprio colui che Harry ha contribuito a liberare, si sente in obbligo, lui, di scoprire il vero autore del crimine.
Infine c’è pure la brutta storia di un ragazzo morto bruciato vivo nella sua tenda, in un accampamento di homeless. Le indagini preliminari le ha fatte la sua amica Renée Ballard, investigatrice del turno di notte a Hollywood. Parrebbe un tragico incidente: la stufetta che s’è ribaltata e ha incendiato tutto. Ma Ballard non ne è assolutamente convinta, tuttavia, ufficialmente, non ha l’autorità di investigare visto che il caso è stato trasferito al Dipartimento dei Vigili del Fuoco; però, ufficiosamente…
I due cocciuti detective si trovano così a collaborare in parallelo e “sotto traccia” su quei tre casi con la testardaggine che caratterizza entrambi. Le sorprese non mancheranno, salteranno fuori inquietanti connessioni, ed entrambi correranno seri rischi personali.

È assai difficile che Michael Connelly deluda. È un maestro dei gialli in particolare in quelli definiti police procedural, cioè quelli incentrati sulle minuziose attività che i poliziotti debbono seguire e dove i metodi e le tempistiche del Los Angeles Police Department vengono accuratamente osservati e descritti. Anche in questo caso la narrazione procede spedita come un meccanismo ben oliato, magari non abbiamo molta suspense e non sempre l’azione è travolgente, ma non si incappa mai in un calo di attenzione e la lettura è piacevole dalla prima pagina all’ultima.
Nonostante le storie siano sostanzialmente tre che si intrecciano tra loro e con le vicende personali e familiari dei due detective, è facile seguirne il dipanarsi e restarne attratti e coinvolti.
In passato, leggendo i romanzi di Connelly, ero rimasto affascinato dal fatto che, in essi, l’A. non dimenticasse mai di affrontare il lato umano delle questioni, sia approfondendo le personalità, le caratteristiche e le tortuosità dei protagonisti, sia sviscerando il lato psicologico anche dei delinquenti.
In questo romanzo, forse, questo aspetto è meno presente, ma, ormai, Hieronymus Bosch è oltremodo familiare ai lettori di Connelly, in quanto protagonista di decine di storie. Pure la detective Renée Ballard, la spigolosa poliziotta relegata al turno di notte (definito dai colleghi “l’ultimo spettacolo”) per il passato scontro con uno dei suoi capi, ormai è persona nota e ben delineata in passato, quindi si sente meno la necessità di una introspezione psicologica dei due.
Però le preoccupazioni di padre di Bosch non possono che renderci simpatico e decisamente umano il suo personaggio, mentre la scontrosa riottosità di Ballard, e principalmente, i motivi per i quali la donna è così dura con sé stessa e con gli altri. sono comunque elementi caratterizzanti e qualificanti della storia.
Insomma si tratta di un buon libro, ben scritto e piacevole a leggersi, del genere utile a “staccare la spina per qualche ora” per una immersione totale nell’indagine di polizia.

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