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Una vittima da sacrificare.
La storia inizia con la fuga da un campo di prigionia tedesco di due francesi, Bernard e Gervais. Siamo nel 1941, i due riescono nel loro intento, rifugiandosi su un treno, sempre all'erta e con il terrore di essere scoperti. A Lione scendono di soppiatto e Bernard, nell'intrico di binari dello snodo ferroviario, viene travolto da un convoglio perdendo la vita. Gervais, disperato, prosegue a piedi: ha un indirizzo dove abita Hélène, la madrina di Bernard, raggiunge a fatica l'abitazione e, sono passati tanti anni, si fa passare per Bernard, non avendo il coraggio di dire la triste verità: viene accolto amorevolmente anche dalla sorella di Hélène, Agnes, rifocillato e ospitato in una camera libera. Inizia così la vicenda narrata da Pierre Boileau e Pierre Ayraud, autori di una lunga serie di romanzi polizieschi, alcuni dei quali oggetto di versione cinematografica da parte di Hitchcock e Clouzot: l'opera è datata 1955, questa del 2024 è la prima edizione digitale. Iniziano anche i tormenti del cosiddetto Bernard: le due sorelle lo coccolano, riescono lentamente a sedurlo con la proposta, da parte di Hélène, di sposarlo. Le due, all'apparenza ingenue e sincere, hanno un carattere subdolo e intrigante: lui vorrebbe parlare apertamente, cancellare dubbi, presentarsi con la sue vera identità, intuendo anche, da spifferi e bisbigli, che la verità è già ben nota alle due ospitanti.
L'arrivo improvviso della sorella di Bernard, Julia, spariglia le carte e complica i rapporti tra i protagonisti: c'è in ballo un'eredità milionaria da parte di un vecchio zio di Bernard, i soldi fanno gola , il gioco si fa duro anche perché la nuova arrivata viene a sapere la vera identità del fuggitivo dalla prigionia. Due eventi mortali (uno da fuoco tedesco, l'altro da probabile avvelenamento) complicano (o semplificano) la storia: Hélène e il cosiddetto Bernard si sposano, ma il diabolico disegno della donna prosegue inesorabile, giorno dopo giorno, confidando nella debolezza della vittima designata, acquiescente e ormai rassegnata.
Il romanzo si svolge tutto in un ambiente claustrofobico, all'interno di un appartamento dal fascino sinistro: il fuggitivo, alle prese con due e poi con tre donne, vorrebbe chiarire la sua posizione ma è messo a tacere subdolamente da sorrisi, piccoli favori, mosse pietose: per lui è una partita persa, sembra dibattersi sempre più stancamente nella rete di un ragno esperto che ha bene in mente un suo piano criminoso.
Grande l'abilità degli autori nel dosare i momenti dell'intrigo. I personaggi sembrano sempre sull'orlo di una crisi di nervi, poi, come se nulla fosse, si adattano, quasi forzatamente, ad un comportamento normale, freddo, distaccato, fintamente amichevole e collaborativo. Soprattutto sul carattere delle tre donne gli autori mostrano uno studio psicologico accurato, adeguato a ciascuna di esse: una passionale e poco razionale, l'altra fredda, decisa, determinata, l'altra ancora (l'ultima arrivata) volgare e capace di fingere senza rimorsi...
Un romanzo che scava nei meandri più occulti della mente umana, e che , pur dopo settant'anni dalla prima uscita, riesce a rivelarsi ancora amaramente attuale.