Dettagli Recensione
Gira la clessidra...ehm, no, il LIBRO
Un lettore, soprattutto appassionato di thriller, enigmi e misteri come me, non può che essere affascinato da un romanzo che contiene non una, bensì due storie collegate tra loro. Capovolgi il libro e ricomincia la magia, perlomeno questa è l’idea, se non fosse che la realtà si rivela molto meno intrigante.
The Turnglass ci presenta due racconti, uno che si svolge a fine Ottocento, l’altro nel 1939 (consiglio assolutamente di iniziare da fine Ottocento, parte BLU).
Nel primo, un medico si reca su un’isola desolata a soccorrere un parente malato e finisce invischiato in una torbida vicenda.
Nel secondo siamo in California, dove Ken Kourian diventa amico dello scrittore Oliver Tooke che muore, apparentemente suicida e anche per lui sarà l’inizio di eventi pericolosi e oscuri.
La trama in sé e il collegamento tra le due storie c’è e funziona, quello che manca a mio avviso è una scrittura che coinvolga, che ci faccia vivere le emozioni dei personaggi, che ci tenga con il fiato sospeso.
L’ambientazione della parte BLU (semplifichiamo chiamandola così) si presta a brividi di terrore, ma non ce n’è neanche uno. L’intera vicenda si svolge in modo lineare, senza suspence e senza clamore, con personaggi sviluppati in modo non approfondito.
Nella parte ROSSA, sebbene in qualche modo si tirino le fila dell’intero intrigo, si presenta il medesimo problema. Una trama che scorre ma solo in avanti, senza veri colpi di scena o emozioni.
Vale per tutte le mie recensioni, ciò che non piace a me può piacere ad altri, quindi, salvo casi disperati, consiglio sempre di leggere un romanzo perché qualcun altro può trovare ciò che invece a me è mancato. Sicuramente mi sento di consigliarlo perché il vincolo che lega le due storie è ben congeniato, sebbene il valore dell’intero romanzo perda moltissimo per una narrazione che non è all'altezza dell'intento.