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La bella e la bestia.
Di Joel Dicker avevo letto tempo fa "La verità sul caso Harry Quebert" del 2012 " , un romanzo del tutto singolare, difficilmente giudicabile. Uno stile nuovo, una trama complessa, piena di imprevisti, uno di quegli esempi di letteratura difficilmente giudicabili, pareri entusiastici o critiche senza appello. Ecco ora l'ultima fatica del nostro autore, una narrazione che lascia il segno, anche per il modo di impostare tutta la storia ed il susseguirsi dei capitoli. Tutto in funzione di una rapina in una famosa gioielleria ginevrina, il 2 luglio del 2022, annunciata all'inizio e portata a termine alla fine del libro: i capitoli costituiscono un lento countdown, con digressioni anche in tempi precedenti, e raccontano tutti gli eventi che precedono. Eventi che vedono implicate due famiglie di Ginevra: quella più modesta di Greg, agente di polizia, e Karine, commessa, con due figli, e quella invece, anch'essa con due figli, più agiata, di Arpad, impiegato di banca, e Sophie, una bionda affascinante, figlia di ricchi ristoratori, vera protagonista e punto intrigante di tutta la storia. Bisogna sapere anche che Greg è morbosamente attratto da Sophie, che spia di nascosto nei momenti più intimi, e che Arpad ha perso il lavoro, all'insaputa della moglie. Sophie, pur legata alla famiglia, ha un passato burrascoso: anni ed anni prima si è fatta irretire da un giovane rapinatore, Fauve, compiendo in coppia con lui due rapine Costui, brillante e pieno di fascino, ha un forte ascendente su Sophie, non esce completamente dalla sua vita: è l'animale selvaggio del titolo, che ama ancora, contraccambiato, la giovane, sedotta dai brividi dell'avventura e da esperienze nuove ed eccitanti. Arpad, sconvolto dalle rivelazioni della moglie, lascia la famiglia: la storia si complica ulteriormente, Greg è coinvolto come poliziotto, l'ultima rapina si concluderà tragicamente ma riuscirà a rimettere in sesto i cocci di una famiglia apparentemente distrutta.
La trama, come già detto, è molto complessa e mette a nudo i rapporti altalenanti tra le due famiglie. Non bastano le acrobazie di Arpad per nascondere alla moglie il licenziamento dal lavoro e le inconfessabili manovre di Greg per spiare Sophie: è l'irrompere di Fauve, l'animale selvaggio, che coinvolge Sophie in un susseguirsi di attività pericolose alle quali lei non può e non sa rinunciare, avida di una vita più libera e carica di emozioni nuove e forti. Le emozioni non mancano, i colpi di scena neppure, tutto sembra svolgersi in un'atmosfera surreale, dove tutto è vero ma nulla sembra realmente vero.
E qui ecco che tornano, forse più accentuate, le perplessità che avevo avuto leggendo anni fa "La verità sul caso Harry Quebert". Perplessità sullo stile narrativo, scarno, essenziale, diretto, privo di approfondimenti sui vari personaggi e di qualsivoglia introspezione psicologica. Fatti, fatti nudi e crudi, semplicemente raccontati come in una lunga e complicata favola.
Ecco, una bella e lunga favola. Ma, a differenza di quanto raccontato solitamente nelle favole, dove i buoni fanno i buoni ed i cattivi solamente i cattivi, qui le caratterizzazioni sono mescolate (ad arte?) : la "buona" Sophie, madre adorabile e sinceramente innamorata di suo marito, è anche un'audace rapinatrice e, attratta dal fascino del brivido, flirta con il selvaggio Fauve, mentre il marito, Arpad, apparentemente fedele e onesto, accetta di partecipare ad una rapina e rivela lati oscuri e violenti del suo carattere. L'animale selvaggio, Fauve, poi, pur conducendo una vita al di fuori da ogni regola, preda degli istinti più imprevedibili, riesce anche a rivelare momenti di tenerezza e di onestà, pagando un prezzo altissimo per questi "cedimenti".
Comunque, a parte qualche riserva sullo stile narrativo, il romanzo è godibile, coinvolgente, non ha momenti di stanca e non deluderà sicuramente chi ama azione e colpi di scena. Segnalo che i salti temporali, in previsione della rapina finale, sono continui e possono creare qualche difficoltà nel seguire il filo del racconto.
Buona lettura!