Dettagli Recensione
La sindrome di Shehrazade
Paul Sheldon riemerge da uno stato di incoscienza: si trova in una camera che non ha mai visto, accudito da una donna che non conosce, ha un intenso dolore alle gambe. Piano piano comincia a ricordare: era andato a finire di scrivere il suo nuovo libro in Colorado e, arrivato alla conclusione del romanzo, aveva deciso d’impulso di prendere la macchina e viaggiare verso ovest, invece di salire sul solito aereo per New York. Ma si era messo alla guida dopo aver bevuto troppi bicchieri di champagne e, per giunta, era incappato in una bufera di neve. Aveva avuto un brutto incidente stradale: era ridotto davvero male. E adesso perché non era in ospedale? E quella donna che l’aveva tirato fuori dall’auto, alimentato con flebo e imbottito di antidolorifici a base di codeina, chi era? E cosa voleva da lui?
Nel corso di un racconto intenso, che vi porterà nel climax di angoscia, paura e disperazione provate da Paul, potrete avere la risposta ad ognuno di questi interrogativi.
“Misery”, capolavoro dell’horror pubblicato nel 1987, è un romanzo che riesce a tenere il lettore incollato alla pagina dall’inizio alla fine della narrazione. In un primo momento vogliamo capire cosa è successo, vogliamo conoscere Annie, vogliamo sapere fin dove si può spingere il suo essere psicopatica. In seguito ci schieriamo con Paul, personaggio estremamente convincente: coraggioso e anche vigliacco, vizioso e capace di resistere, vittima che però riesce a reagire, scrittore popolare che sa padroneggiare perfettamente la sua arte. Come non rimanere affascinati dall’uomo che, chiuso in una micidiale spirale di terrore, cerca di ricavarsi un passaggio verso la salvezza scrivendo una storia che sia in grado di piacere alla sua aguzzina? Ci troviamo catapultati lì vicino e ci immaginiamo di sussurrargli: “Paul, Puoi! Non lasciarti distruggere dall’orrore, non smettere di provarci, non arrenderti anche se è quasi impossibile!”
“Misery” è un romanzo veramente avvincente, scritto in modo magistrale da Stephen King. Contiene anche interessanti riflessioni sulla scrittura, sulla letteratura e più in generale sull’arte popolare. Non lasciamoci allontanare da quest’ultima a causa di un atteggiamento troppo snob. Non sottovalutiamo il suo potere sulla vita delle persone.
Buona lettura!
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Commenti
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In realtà anche io non ho letto tanto di King. Ultimamente però anche la critica lo sta inserendo fra i grandi autori della letteratura statunitense contemporanea. Credo che questo romanzo sia valido. Certo dipende anche dal gusto personale e da cosa si ha voglia di leggere in un determinato momento. Io dopo tanti mattoni e letture pesanti e noiose avevo bisogno di qualcosa di avvincente.
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Non ho mai letto il famosissimo autore. Probabilmente mi son perso qualcosa.