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Qui Sine Secretum Est Vestrum
Sono rimasta talmente colpita dalla serie A Good Girl's Guide to Murder che appena è arrivata la notizia della pubblicazione di un nuovo romanzo da parte di Jackson ho deciso di fare un preordine, scelta rarissima per me. Avrò fatto bene a dare tanta fiducia alla cara Holly? non proprio, perché forse aspettare l'uscita e leggere prima qualche recensione mi avrebbe preparata meglio a questa lettura, che è abbastanza diversa dalla sua prima trilogia.
Le differenze si notano già a partire dall'ambientazione: lasciamo la provincia inglese per spostarci negli Stati Uniti dove un gruppo di sei amici sta facendo un viaggio in camper per raggiungere Gulf Shores, dove intendono trascorrere la loro spring break. La narrazione è in terza persona, però si focalizza principalmente sui pensieri della diciottenne Redford "Red" Kenny, una ragazza affetta da ADHD che soffre anche di PTSD a seguito di un evento tragico del suo passato. Inoltre Red ha problemi economici, e proprio questo ha spinto i suoi amici ad optare per un viaggio on the road anziché prendere l'aereo come altri loro coetanei; il camper però si ferma in mezzo alla campagna della Carolina del Sud, e non per un banale incidente: fuori dal veicolo un cecchino è pronto a sparare se uno dei ragazzi non rivelerà il segreto del quale è a conoscenza.
Questa è l'idea alla base del romanzo, ma si impiega oltre metà volume per arrivare al punto in cui i personaggi desistono almeno in parte dai tentativi di fuga e capiscono che l'unica via d'uscita per loro è svelare questo fantomatico segreto. In sostanza, il ritmo è molto più lento di quanto mi aspettassi, basandomi sulla sinossi e sul genere di storia raccontata. Oltre a questo problema, la narrazione pecca di una buona introspezione di tutti i protagonisti -che pure sono davvero pochi- e devo dire di non essere rimasta troppo stupita neanche dai colpi di scena: seppur ben studiati, non riescono a impressionare come vorrebbe l'autrice perché sono presenti troppi elementi di foreshadowing. Un'ulteriore difetto riguarda il modo in cui viene dipinto il mondo della mafia, ma in questo caso penso si tratti di un gusto quasi esclusivamente soggettivo.
Queste problematiche si possono però perdonare parzialmente visti i tanti pregi del libro. In primis, si nota una crescita dello stile di Jackson -sia nella scelta del lessico, sia nella capacità di generare dell'ottima tensione narrativa-, tensione che ha un crescendo nel corso della storia e riesce così a trasmettere tutte le emozioni provate dalla protagonista. Ovviamente il climax di questa escalation ansiogena arriva nelle ultime pagine, con la parte più incisiva e riuscita del volume.
Ho apprezzato inoltre come la cara Holly ha reso su carta la degenerazione della cosiddetta civiltà in un arco temporale molto breve, mostrandoci nel finale dei caratteri decisamente diversi da quelli presentati all'inizio. Valida anche la caratterizzazione dei protagonisti, che in poche pagine riescono a diventare familiari, siano simpatici oppure completamente detestabili. E seppur io abbia trovato un po' tediosa la parte centrale, mi è piaciuto leggere di come il gruppo cerca di escogitare dei piani intelligenti ma credibili per scappare.
Tutto considerato, penso di aver inaugurato l'anno con una lettura valida, specialmente perché dal target YA ormai mi aspetto sempre delle mezze delusioni. Parlando a livello emotivo, vi potrei consigliare di chiudere un occhio sui difetti: è una storia che può trasmettere tanto, dietro la patina del thrillerone.
NB: Libro letto in lingua originale