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I rischi del leggere troppi mystery
Che una buona fetta dei romanzi di Christie siano fruibili come parte di una serie, perché contengono una quantità di riferimenti gli uni agli altri, non è una novità. "I Sette Quadranti" però non si limita a fare dei piccoli cenni a "Il segreto di Chimneys", ma ne riprendere le ambientazioni (in particolare, la tenuta al centro della storia), diversi personaggi centrali, nonché la figura del Sovrintendente Battle, risolutore principale in entrambe le narrazioni.
La storia parte proprio nella residenza di Lord Catheram, per l'occasione affittata dal magnate dell'industria Sir Oswald Coote; tra i suoi ospiti c'è Gerald "Gerry" Wade, un dormiglione al quale gli amici pensano di fare uno scherzone mettendo di nascosto otto sveglie nella sua camera. La burla però non riesce: al mattino Gerry viene trovato morto e le sveglie sono diventate sette, una circostanza quantomeno bizzarra che, unita ad altri avvenimenti degni di nota, spingono Lady Eileen "Bundle" Brent -la figlia di Lord Catheram- a voler indagare. Questo la porta a rincontrare il già citato Sovrintendente Battle e a scoprire l'esistenza della società segreta chiamata i Sette Quadranti.
Devo ammettere che inizialmente non riponevo troppe speranze in questa serie minore della cara Agatha, in particolare per gli elementi di spionaggio centrali nei due intrecci, visto che le spy story non mi convincono mai del tutto. In questo caso poi c'era un'ulteriore aggravante dal momento che la trama mi faceva pensare non poco a "Poirot e I Quattro", uno dei peggiori romanzi dell'autrice britannica a mio parere. Invece, la risoluzione finale ha saputo fornire una prospettiva inaspettata ed originale alla storia, oltre a rispondere con puntualità ai tanti misteri disseminati nel testo.
Anche la caratterizzazione di Bundle, protagonista de facto del romanzo, mi è piaciuta molto: è una personaggia risoluta e testarda, ma non incosciente per il gusto di esserlo. Il resto del cast è per lo più funzionale alla storia, ma tra loro spiccano la goffaggine di William "Bill" Eversleigh, la pedanteria di George "Ranocchio" Lomax e l'ironia pungente di Lord Catheram, per me protagonista morale di questa simil-duologia.
Inaspettatamente mi senso di promuovere anche il tono molto avventuroso e dinamico della prosa -che ben si intona alla sottotrama dello spionaggio industriale- e l'elemento romance, più incentrato sul lato comico tanto da creare dei momenti genuinamente divertenti, anche se non sempre nelle giuste tempistiche. Non mi ha convinto troppo neppure il ritmo della narrazione, poco omogeneo e non abbastanza incalzante nel finale, dove si sarebbe potuto ottenere un effetto ancor più drammatico ed emozionante.
Mi aspettavo poi qualcosa di più dal personaggio di Battle che, a dispetto di quanto viene rivelato in questa storia, continuo a trovare poco carismatico se confrontato con gli altri detective creati dalla penna di Christie. Speravo ottenesse più spazio anche la spiegazione sulle modalità dei delitti, di solito centrali in un giallo, qui invece relegate ad un chiarimento sbrigativo dato alla protagonista, senza che lei abbia avuto modo di investigare per conto proprio su questo lato del mistero.
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Anche se la tua recensione dà ragione ai miei atavici ricordi