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Carne contaminata
Tangeri. Sarah, moglie del vice commissario Driss Ikker, subisce uno stupro all'interno della sua abitazione, mentre il marito è fuori per un viaggio di lavoro. La scoperta del tragico evento fa precipitare immediatamente l'uomo in un baratro di disperazione e rabbia che lo allontana dalla consorte violata, quasi la donna, fino ad allora amata e rispettata, fosse ormai contaminata nel corpo e nell'anima. La sua mentalità maschilista mette in secondo piano il dolore e i bisogni di Sarah, l'amore che fino ad allora lo ha legato alla sua metà, l'empatia che, in momenti come questo, avrebbe dovuto avvicinare i coniugi ancora di più, per cedere il posto alla rabbia, alla sete di vendetta, all'orgoglio ferito. Sembra quasi che il vero torto lo abbia subito lui, marito e padrone, violato nella virtù e nel diritto di proprietà, e che quello patito dalla moglie sia soltanto un danno accessorio. Sarah cercherà in ogni modo di tornare alla vecchia complicità, all'ormai consolidata intimità, al solito menage, trovando però un muro invalicabile fatto di pregiudizio, maschilismo, furore. Estromesso per ovvi motivi dall'indagine per la ricerca del colpevole, disgustato dall'atteggiamento dei suoi colleghi, pronti a malmenare e gettare in galera il primo venuto pur di chiudere un caso di cui fondamentalmente non gli importa nulla, spinto dalla sete di vendetta, Driss seguirà un proprio filone d'inchiesta che, a partire da un gioiello ritrovato sul luogo del misfatto, lo porterà a ficcare il naso nei più altolocati ambienti tangerini, fino a giungere alla scoperta di una sorprendente e ancor più amara verità. Quello di Khadra è un noir con tutti gli elementi del genere, ma che va ben oltre l'aspetto poliziesco della vicenda, inoltrandosi nei recessi della mente umana e raccontando reazioni psicologiche diverse, alcune tutt'altro che condivisibili come quella del protagonista, che spiazzano e in un certo senso infastidiscono il lettore, ma che si rivelano purtroppo più vere e comuni di quanto si possa pensare. Sullo sfondo una società tangerina in particolare, ma in generale marocchina, magrebina, ma potremmo dire universale, sporca, corrotta, arrivista, dove dominano insaziabili l'ambizione, la sete di potere e denaro, la lussuria incontrollabile, dove la fallocrazia imperante tende troppo spesso a trasformare in colpevoli le vittime di violenza sessuale, dove l'onore machista conta più della tragedia fisica e mentale di chi lo stupro lo subisce sulla propria pelle, dove il corpo profanato diventa nient'altro che "carne contaminata", problema di minor conto rispetto a quello, considerato ben più grave, subito dall'uomo: l'affronto.
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Non ho mai letto il noto autore. Mi incuriosisce però. Probabilmente questo non è tra i suoi libri migliori.