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Il pirata della strada
I protagonisti di questo giallo fanno il loro ingresso chiamati come “il ragazzo che presto sarebbe morto” e “l’uomo che presto avrebbe ucciso”. Diciamo che l’autore crea già la storia, svela già il finale, anche se è solo il primo anello della storia e crea uno spartiacque. E’ un giallo che fa riflettere su quanto una vita normale può cambiare, anche a seguito di un solo evento. Come le palle da biliardo che, nel loro percorso, cozzano contro altre palle e cambiano direzione imprevedibilmente, o forse perché era scritto che avrebbero preso quella via. Il primo anello, che è di fatto un incidente, crea un domino, una catena di eventi, e di errori, in cui il pirata della strada diventa sempre più colpevole e sempre meno scusabile. Tra il primo e l’ultimo anello della catena stupisce quanto sia assente la voce della coscienza. Così come stupisce anche la bravura del commissario nel ricostruire e collegare gli eventi, pur essendo così tanto coinvolto in prima persona, aspetto che potrebbe fargli perdere di lucidità. Intuizioni e pregiudizi hanno un odore molto simile. In questa storia si respira odore di solitudine, di tristezza ed anche un po' di follia.
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