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Viaggio nel tempo in modalità facilitata
Sempre in cerca di storie incentrate sui viaggi nel tempo ed i loop temporali, sono incappata nell'ultimo lavoro di McAllister, che avevo una mezza idea di recuperare in lingua. Quando ho saputo dell'imminente traduzione italiana, mi sono precipitata a preordinare una copia che ho iniziato a leggere non appena è stata consegnata dal corriere; tale era il mio interesse per "Posto sbagliato, momento sbagliato". Avrò fatto bene ad auto-procurarmi un simile hype? Ni, ma procediamo con ordine.
La vicenda si apre sulla città di Crosby, nella contea del Merseyside, in una notte di fine ottobre. L'avvocata Jennifer "Jen" Brotherhood è ancora sveglia e sta aspettando il ritorno a casa del figlio Todd, ma quando il ragazzo arriva inizia una colluttazione con un passante che culmina dell'accoltellamento di quest'ultimo. Jen è devastata da questo gesto privo di un'apparente ragione, ma il vero incubo inizia al risveglio, quando si rende conto di essere tornata al giorno precedente il delitto. Da questo spunto comincia la missione della donna per svelare il mistero ed impedire al figlio di diventare un assassino.
Pur nutrendo sempre più dubbi con l'andare avanti della lettura, devo dire che questo incipit continua a convincermi: mi sembra un'ottima idea su cui strutturare una storia thriller che va poi ad inglobare altri generi, dalla fantascienza al chick-lit. Mi sento di promuovere anche il ritmo della narrazione -che rende il romanzo estremamente scorrevole- e la gestione del loop temporale, qui sfruttato in un modo tutt'altro che banale: mi sarei aspettata di assistere ad una sorta di giorno della marmotta, invece Jen comincia un vero e proprio viaggio nel passato, risvegliandosi ogni volta in uno dei suoi corpi precedenti.
L'elemento più riuscito è però l'intreccio mystery legato al delitto commesso da Todd: mi è piaciuta l'idea di seguire un'indagine al contrario, partendo dal crimine per arrivare a comprenderne passo passo le ragioni. Su questa (ultima) nota positiva grava però l'ombra di un difetto, perché il mistero rimane tale fino all'ultima pagina solo per la protagonista; l'autrice sceglie infatti di includere dei capitoli aggiuntivi -da un diverso punto di vista- che lasciano intuire le rivelazioni finali ai lettori già da metà volume.
Le altre problematiche di questo titolo si concentrano sulla gestione della struttura narrativa e la caratterizzazione della protagonista. Ho fatto una gran fatica ad apprezzare Jen, a causa soprattutto della lentezza con cui arriva alla maggior parte delle scoperte: diciamo che non è la più sveglia della cucciolata! inoltre ho trovato un po' frustrante il suo continuo paragonarsi alle altre donne, che sono descritte invariabilmente come bellissime, mentre lei si sente un cesso. La godibilità della prosa è invece mortificata dal senso di predestinazione che permea la storia di Jen -a causa del quale non si riesce a provare una vera tensione- e dai passaggi repentini da una scena all'altra, specialmente quando ci sono dialoghi che vengono troncati di netto.
Rimango poi combattuta per le domande lasciare all'interpretazione dei lettori nel finale e per come l'autrice cerca di enfatizzare l'importanza di Jen in quanto madre; da un lato questo permette di rendere più credibile l'espediente fantascientifico, ma dall'altro si crea un effetto ridondante, in cui sembra di leggere sempre gli stessi pensieri.
Le mie lamentele conclusive sono più che altro dei pet peeves, ad esempio il nome Kelly, che mi mandava in confusione ogni volta perché il mio cervello lo etichettava in automatico come un nome femminile. Non mi ha fatto impazzire neppure la presenza di così tanti brand menzionati nella narrazione (a volte sembrava di essere dentro ad uno spot pubblicitario!) e la qualità del volume: considerato anche il prezzo, la copertina poteva essere realizzata in un cartoncino più solido.