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QUESTIONE DI FEGATO
Ha appena compiuto 76 anni, scrive da una vita, ha all’attivo circa 80 romanzi ed un numero spropositato di altri scritti, lavora tuttora sei ore al giorno tutti i giorni eccetto che a Natale ed il giorno del suo compleanno, e quando non scrive, legge.
Non i suoi libri, quelli dei colleghi, e li legge puntualmente con umiltà e passione.
È il Re di nome e di fatto, è Stephen King: scordatevi qualsiasi etichetta che hanno voluto affibiargli a forza.
Lui è semplicemente un narratore, un bravissimo affabulatore dalla fantasia fervida e affascinante, ed in più, sa esteriorizzare perfettamente quanto inventa, nero su bianco.
“Holly” è il suo ultimo romanzo.
Di cosa parla?
Oh…potremmo dire, certo, che è un mystery, anche seriale, la storia di una detective, già presente in alcuni romanzi precedenti, che indaga stavolta su un serial killer.
Può essere anche questo, perché no: tuttavia, non è un giallo qualsiasi, è un romanzo di Stephen King. Una bella storia, scritta ancora meglio, un libro corposo, di spessore, di contenuto delizioso, una buona lettura che merita e ripaga il lettore del tempo e dell’attenzione che gli dedica.
La protagonista Holly Gibney è agli antipodi di qualsiasi poliziotto o investigatore di cui abbiate letto, direste piuttosto che è una sfigata, vittima di una madre ansiosa e soffocante, oppressiva ed egoista, e quindi ha dei grossi problemi di interazione sociale e di identità personale.
Un protagonista insulsa e banale, forse, ma quanto di più comune e intrinsecamente reale si possa incontrare nella vita di ogni giorno.
Una giovane donna che incontra, e si scontra, con il reale; il vero, il comune, il quotidiano, spesso celato sotto una patina insulsa, una pseudo normalità che supera sempre qualsiasi fantasia, ti spiazza ogni volta lasciandoti sgomento, e ogni volta finisci per assuefarti fino alla successiva, perché la realtà sa essere atroce e mai inverosimile, ed è assai più seria e facile ad incontrarsi di quanto si creda.
Come il Covid, per esempio. O gli attentati, gli assalti al Campidoglio, le guerre…chi lo avrebbe mai detto prima che avvenissero? Magari nell’immaginario collettivo faceva più paura essere vittima di un cannibale come il dottor Lecter, no? Quello che adorava il fegato alla veneziana, ricordate?
Serve fegato per scrivere di quelle cose, ma Stephen King non ne scrive, sarebbe troppo banale, fa di più, fa quello che gli riesce meglio. Il Re fa altro nei suoi libri: compara.
Mette a confronto la realtà e la fantasia.
Confronta un orrore reale quale può essere la pedofilia, il bullismo, l’incesto, la guerra, tutti i guasti troppo spesso celati dall’ipocrisia e dal perbenismo della società americana, con gli horror stereotipati quali il vampiro, il mostro informe che vive nelle fogne e si cela dietro le sembianze di un pagliaccio, un demone in grado di possedere uomini e macchine.
Cosa pensate sia peggio? Stephen King lo chiede sempre, infine, al suo fedele lettore.
Anche “Holly” non fa eccezione: più che altro, è l’accorta, incisiva, dettagliata descrizione di certa America trumpiana. Falsa, bugiarda, ingannevole, illusoria…e pericolosa.
Dove, sotto uno strato di cultura, di pacata e illuminata saggezza, di professionalità, di tolleranza e apertura mentale nei confronti del prossimo, si cela invece il disprezzo per i diversi, i poveri, i non allineati, gli invertiti, al punto da definire ancora dentro di sé gli omosessuali con il termine di “maricon”, l’equivalente di froci o ricchioni, definizione politicamente scorretta, e di cui con ipocrisia e falsità si disapprova pubblicamente l’uso con toni sdegnati.
Il tutto in circa 500 pagine, nessuna delle quali appare superflua, ognuna redatta con cura e attenzione, soprattutto con rispetto ed amore per chi lo legge.
Questo amore, ricambiato, è alla base del suo successo: King gode dello stesso carisma del sovrano amato dai suoi sudditi perché il suo operato è volto, prima di ogni altra cosa, al benessere del suo popolo. Per questo è il Re, il più grande, l’unico, il migliore.
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Anch'io non ho mai letto King, anche se mi riprometto sempre di farlo. Ma sono un po' fifona :)
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