Dettagli Recensione
Un gioco un po' troppo veloce
ATTENZIONE qualche piccolo spoiler generico nella recensione.
Zappingando su Netflix tempo fa, mi sono imbattuta per caso in "La ragazza di neve", serie tratta dal primo romanzo dell'autore. Mi era mediamente piaciuta quindi, quando ho trovato "Il gioco dell'anima" in libreria, mi sono detta "perché no?".
Mi è piaciuto questo libro?
Dire un brutale NO forse è troppo, ma non tornerei a comprarlo.
Il pacchetto si presentava ricco di elementi interessanti: una trama allettante con dei presupposti ottimi per un thriller ovvero un omicidio inquietante, una protagonista con più demoni dei killer e una New York cupa e spaventosa, nonché acclamanti recensioni di grandi voci del genere.
Cosa è mancato per accendere la scintilla?
Andiamo per ordine.
La scrittura non brilla per originalità e compaiono qua e là frasi da guru che vuole insegnarti la vita, più fastidiose che illuminanti. Nel complesso piacevole, ma non memorabile.
La trama parte da ottimi spunti ma si dipana in modo che ho trovato troppo forzato. L'intreccio è coinvolgente e in fondo ben costruito, ma piccolo SPOILER, misteri rimasti insoluti per anni si chiariscono nel giro di pochissimi giorni. Questo espediente del tempo contato, chiaramente usato dall'autore per creare suspence, rende troppo semplicistiche le conclusioni, nonché svalorizza proprio "il gioco dell'anima" che dà il titolo al romanzo, nessuno spoiler qui.
Questo punto si ricollega ai personaggi. Vedere la serie non mi ha dato un background e mi sono approcciata ai protagonisti per la prima volta e in modo neutro. Miren Triggs, protagonista con un grande trauma del passato, si presenta come un fulcro di paure che le impediscono di godere a pieno della sua vita. Un’evoluzione dei personaggi all’interno di una storia è auspicabile e sicuramente spesso necessaria, purché sia anche commisurata al punto di partenza. Come gli eventi che si accalcano con paurosa velocità, anche l’evoluzione di Miren segue la stessa frenesia. Se non ne critico la possibilità in termini reali, mi risulta quasi assurdo che, come la soluzione di un mistero, anche i patemi che hanno riempito gran parte delle pagine facciano Puff come per magia.
Nel complesso una lettura che non sgradevole, ma lascia un segno molto molto labile.