Dettagli Recensione
sogni vissuti all'ombra del vento
“Una storia di libri maledetti, l’uomo che li ha scritti, un misterioso personaggio uscito dalle pagine di un romanzo per poterlo bruciare, un tradimento e un’amicizia perduta. È una storia d’amore, di odio e di sogni vissuti all’ombra del vento.”
Partecipe della tetralogia del Cimitero di Libri Dimenticati, “L’ombra del vento” è l’artefice della fama del noto autore spagnolo del novecento Carlos Ruiz Zafon. Lui, attraverso questo romanzo, tocca la storia di una Barcellona nebbiosa sfiancata dalla Guerra Civile, senza però mai rubare la scena ai misteri che ruotano intorno al giovane Daniel Sempere e al suo destino ricco di polvere del passato. Questo misto, quasi contrasto, di mondi e realtà rende il romanzo continuamente innovativo, mantenendo alta l’attenzione del lettore. In altre parole è una costante oscillazione tra il romanzo gotico, la commedia sentimentale e il genere fantasy-horror ma in realtà segue sempre la linea del thriller, diventando continuamente più avvincente. Questo perché per esempio il lettore non può non provare quella leggera morsa allo stomaco per lo spavento durante la lettura: è ricco di colpi di scena improvvisi, momenti di suspense, voci spettrali nel buio, volti sfregiati e demoni interiori.
Devo ammettere però che questa opera rapisce fin da subito: la storia nasce dall’aver scelto un romanzo e questo pian piano diventa sempre più reale come se il romanzo nascesse dalla potenza di un libro che crea un mondo intorno a sé. Questa consapevolezza non può che colpire in particolari gli amanti della lettura che si sentono partecipi nella narrazione dopo sole poche pagine. Eppure dopo non molto perde l’imput genere, presentandosi in maniera statica, molto dettagliato e si concentra per lo più sulla presentazione dei personaggi. La caratterizzazione profonda di questi ha reso così famoso l’autore e l’opera in sé: Zafon non tralascia nessuno, ma pian piano acquisiscono sempre più particolarità e dinamicità; da figure essenziali della storia, diventano dei compagni, degli amici, degli amori. Figure enigmatiche, profonde e divertenti: dall’irresistibile e profondo Fermin Romero da Torres, allo spaventoso ispettore Javier Fumero, fino all’incomprensibile Julian Carax. Sfortunatamente le figure femminile sono meno efficaci poiché a dispetto delle apparenze, partecipano alla storia solo in funzione delle figure maschili, rendendo questo romanzo poco innovativo da questo punto di vista. Compresi e immaginati perfetti i personaggi Zafon ci riporta nel mondo di misteri, segreti e continue scoperte, non lasciando neppure il tempo di riprendere il fiato prima della fine.
Una delle cose più curiose del romanzo è lo stile narrativo usato dall’autore: la sua storia è un intreccio tra altre due, quelle di Daniel e Carax le quali si intrecciano e sovrappongo, in modo che ad un certo punto il primo diventa il doppio del secondo. Tra loro c’è un forte legame dovuto da simili esperienze di vita ma anche da mente e desideri complementari.
È un romanzo che colpisce, attira, diventa un compagno di vita ma anche un maestro: insegna molti valori, esperienze e forse apre anche la mente verso nuove idee ed orizzonti. Un insegnamento particolare che ho colto è dovuto da Daniel il quale, nonostante i propri problemi e la giovane età non si è mai perso d’animo e con molta insistenza è riuscito a giungere al finale di questo romanzo.
“-scrivi-
-Appena arrivo ti scriverò-
-No, non a me. Scrivi dei libri. Scrivili per me. Per Penelope. E conserva i tuoi sogni. Non puoi sapere quando ne avrai bisogno-
-Sempre-“