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Rose Madder
 
Rose Madder 2023-05-31 13:45:40 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    31 Mag, 2023
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Omero si starà rivoltando nella tomba

In base alla trama e ad alcune recensioni che ne avevo letto, avevo l'impressione che "Rose Madder" mi sarebbe piaciuto parecchio, eppure ne ho procrastinato per un bel po' la lettura nonostante la Random TBR mi imponesse di completarla entro giugno. La ragione sta nelle tematiche scelte da King per questo romanzo, che sono tutto fuorché leggere e mi mettevano una certa angoscia, pur sapendo che lui aveva le capacità per trattarle nel modo corretto. E così effettivamente è stato, però si tratta senza dubbio di un romanzo molto triggerante, che va letto nel giusto stato mentale.

La premessa narrativa è semplice ma riesce indubbiamente a colpire nel segno: dopo quattordici anni passati ad accettare in silenzio abusi di ogni genere da parte del marito, Rose "Rosie" Diana McClendon trova infine il coraggio di scappare da casa e cercare rifugio in una grande città del Midwest. Il suo tentativo di condurre una vita normale viene però ostacolato da Norman Daniels -che non prende per niente bene la scelta della moglie di lasciarlo- e da un misterioso quadro, al quale Rosie si sente legata come per magia. Il dipinto serve ad introdurre l'elemento paranormale della storia, che diventerà sempre più importante nella narrazione, e perfino decisivo per la risoluzione finale.

Questo lato della storia è forse il motivo principale per cui non l'ho apprezzata quanto speravo: fatica molto ad amalgamarsi in una vicenda tanto ancorata ad eventi verosimili ed ambientazioni reali, dove sentir parlare di quadri magici stona parecchio. Vorrei evitare di fare spoiler, ma devo specificare che il dipinto apre a sua volta le porte ad una parentesi legata alla mitologia classica; mitologia che il caro Stephen sfrutta in modo non proprio ortodosso, mescolando senza ritegno nomi ed eventi in una sorta di antologia destrutturata. Un altro aspetto che potrebbe scoraggiare parecchi è costituito dalle scene di violenza -numerose e grottesche-, che si sommano alle tematiche trattate e rendono la lettura non adatta ai lettori impressionabili o sensibili.

Accantonati però i difetti, passiamo ora ai tanti motivi per cui questo romanzo mi è piaciuto e vorrei consigliarlo anche ad altri, con le dovute precauzioni. E comincerei proprio dal prologo, che è senza dubbio una partenza d'impatto, per nulla edulcorata e con una buona dose di dettagli raccapriccianti, che però non risultano essere fini a se stessi. Come già accennato, il libro tratta poi dei temi molto forti ed attuali -principalmente abusi domestici e violenza di genere, ma anche discriminazione di determinati gruppi sociali- rappresentati non solo nelle scene di violenza fisica, ma anche nelle riflessioni di Norman, che rimandano ad un modo di pensare fin troppo comune ai giorni nostri come trent'anni fa.

L'elemento che ho trovato più riuscito sono però i personaggi; non tanto quelli secondari che, pur caratterizzati come sempre con cura, non risultano particolarmente memorabili, quanto la protagonista e la sua nemesi: per loro King delinea dei ritratti psicologici disturbanti, ma anche estremamente credibili. E se da un lato Rosie acquisisce maggiore sicurezza in se stessa, dimostrando un temperamento ben più energico di quanto ci si aspetterebbe, dall'altro Norman segue una prevedibile (ma non per questo meno shockante) discesa nella completa follia, pur riuscendo ad architettare dei piani di tutto rispetto. La presenza del duplice punto di vista permette inoltre una narrazione senza momenti morti, perché quando la storia di Rosie non presenta eventi rilevanti ci si sposta su Norman e viceversa.

Rispetto all'incipit esplosivo, il finale si trascina un po' troppo e perde di efficacia, ma mi sento comunque di dare qualche punto in più per le strizzatine d'occhio a "Misery" e al mondo de La torre nera: aver conosciuto entrambe queste storie da poco è stata una fortuna, altrimenti mi sarei persa tutti i riferimenti per esempio a Paul Sheldon, al quale staranno fischiando le orecchie per quante volte vengono menzionati i suoi romanzi, e non proprio in termini lusinghieri.

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