Dettagli Recensione
Un killer giustiziere
Un altro episodio della serie “Le donne del club omicidi”, il 22°, scritto in collaborazione, come quasi tutti gli altri, con Maxine Paetro. Questa volta Lindsay Boxer (detective), Cindy Thomas (giornalista), Claire Washburn (medico legale) e Yuki Castellano (avvocato) collaborano a San Francisco per individuare un pericoloso killer dalla mira infallibile: ha ucciso con un solo colpo un atleta (scrivendo sul lunotto posteriore della macchina “Prova Generale”), poi una coppia di coniugi a Chicago, un’altra vittima a Los Angeles ed una quarta a Chicago, tutti con precedenti di spaccio di droga. Da alcune foto segnaletiche viene individuato il killer, un ex militare reduce dall’Afghanistan, probabilmente affetto da disturbo da stress postraumatico, che, in un messaggio,proclama che la sua è un’opera di pulizia contro spacciatori che seminano morte. Il giustiziere non si ferma, cercando le sue vittime in base a criteri ben precisi: altri morti, tutti con un solo preciso colpo, gli ultimi a Baltimora. Viene alla fine individuato e, finalmente, si arrende dichiarando: “hanno vinto ancora gli spacciatori!”. Le donne del club hanno naturalmente un loro ruolo: Lindsay rischierà la vita durante la caccia al killer, Cindy dovrà vedersela con un collega invidioso che la calunnia, Claire dovrà lottare contro un cancro polmonare, operato con successo e con buone speranze per il futuro, Yuky se la dovrà vedere con problemi legali riguardanti un giovane ricattato dalla malavita.
Parallela alla storia principale, corre un’altra vicenda. E’ quella di Dave, un paraplegico convinto che alcuni decessi in Ospedale non siano ben chiari e che un illustre medico provochi intenzionalmente la morte di diversi cardiopatici: Dave accusa apertamente il medico, vorrebbe denunciarlo, arriva a rovinargli l’auto, ma, alla fine, un colpo di scena chiarirà come stanno veramente le cose. E sarà veramente l’unico colpo di scena di tutto il thriller.
Lo stile è quello consueto: sono semplicemente raccontati i fatti, senza troppi approfondimenti.
Di carne al fuoco comunque Patterson ne ha messa molta: il problema della droga e dei traffici legati a sempre nuove sostanze stupefacenti, tanto da indurre l’autore a scrivere di numerosi messaggi di solidarietà sui social per il killer giustiziere, il problema dei veterani reduci dalle guerre, disadattati e traumatizzati, il problema della liceità o no dell’accompagnamento alla morte, il grosso problema delle armi, vendute negli USA ai maggiorenni, in migliaia di negozi e nei supermercati. Sono tutti temi su cui Patterson invita a riflettere.
Il giallo comunque non è dei migliori, la storia procede lentamente, senza grossi colpi di scena. E con finale scontato. Alla fine le quattro donne del club si riuniscono come sempre in un ristorante stellato a festeggiare i loro successi: tutto come al solito.