Dettagli Recensione
In fuga da tutto, unica salvezza.
E’ molto arduo esprimere un’opinione su un capolavoro della letteratura americana, in gestazione da anni, come “Il passeggero”, opera complessa, stratificata, dai mille significati , che induce a riflettere su temi che coinvolgono passato, presente e futuro, l’esistenza umana nella sua totalità. Leggendo, ho paragonato il romanzo ad un altro caposaldo letterario, quell’Ulisse di Joyce, la cui lettura, anni fa, sono riuscito a portare a termine con non poca fatica ed infinita pazienza.
La trama inizia con il rinvenimento, da parte di Bobby Western, il protagonista, sommozzatore di professione (ma anche fisico e pilota di formula 2) di un aereo turistico intatto, adagiato sul fondo marino presso la costa del Mississippi ad una quindicina di metri di profondità: nove cadaveri a bordo, pilota, copilota e sette passeggeri, mancano la scatola nera, il diario di bordo e (si saprà poi) un decimo passeggero, inspiegabilmente non trovato. Bobby non sa spiegarsi il mistero, fatto sta che giorni dopo viene contattato da due agenti (FBI?) che lo interrogano, gli fanno strane domande ritenendolo testimone di qualcosa che non si doveva né vedere né sapere. Quando, giorni dopo, trova l’appartamento sottosopra e perlustrato in ogni angolo, si sente minacciato senza apparenti motivi e decide di far perdere le sue tracce e di allontanarsi, cambiando casa e zona.
Iniziano qui le peregrinazioni di Bobby da uno Stato all’altro, probabilmente controllato a distanza, sempre più disperato, soprattutto quando si accorge che gli sono stati bloccati conto corrente e cassetta di sicurezza, revocato il passaporto, confiscata l’auto: può contare su vecchi amici, con i quali riesce ad incontrarsi, l’amorevole trans Debussy, l’originale e vecchio Borman, il dissacrante Sheldan, si adatta a vivere in capanni in riva al mare ed in abitazioni di fortuna, frequenta bettole, si arrangia con lavori saltuari. Ha tanto tempo per meditare, porsi domande, riflettere. Un amico, Kleine, è in grado di fornirgli una nuova identità, un passaporto ed una carta di identità. Non sa se accettare, sempre più isolato: apparentemente non è accusato di nulla, ma formalmente è “in arresto” ed in fuga.
Parallelamente alla sua storia, vi sono capitoli scritti in corsivo che ne narrano un’altra: quella tragica di sua sorella Alice, giovane, bellissima, genio matematico ed esperta di violini, affetta da schizofrenia e suicidatasi anni prima. Alice, di cui Bobby è stato ed è perdutamente innamorato, vive in un suo mondo, popolato da strani personaggi allucinanti che la assillano con comportamenti grotteschi, capeggiati da un nano focomelico e scurrile, chiamato Kid.
Bobby la porta sempre nel cuore, non osa leggere le sue lettere, pervaso da sensi colpa nei suoi confronti. Lo troviamo infine a Ibiza, frequenta i bar del posto, si perde a contemplare il mare ed i tramonti, lontano da tutto e da tutti, dai meccanismi occulti del potere, da ogni ricordo, da ogni legame. Lontano dalle lunghe discussioni su snervanti problemi di fisica (il padre di Bobby era tra gli inventori della bomba atomica), nucleare e quantistica, di astronomia e di massimi sistemi, con citazioni di geni quali Einstein, Heisenberg, Kant e Schopenhauer. Lontano anche da lunghi colloqui con amici su amare verità di cronaca politica: una spietata analisi sulla famiglia Kennedy, i legami con la mafia locale, una ricostruzione balistica dell’assassinio del Presidente, vent’anni prima, avvenuto con modalità ben diverse da quanto propinato dai media del tempo.
Western, “ultimo pagano sulla terra”, un uomo in fuga alla ricerca ossessiva di sé stesso, di una spiegazione che dia un senso alla vita. Una vita da temere o da amare? Una vita fine a sé stessa o che esita in qualcosa di diverso e imperituro ? Nulla di certo, nulla di consacrato, nulla di sicuro: il pianto disperato dei bimbi alla nascita ha un suo significato.
Lo stile è asciutto, essenziale, colloqui interminabili, uso frequente delle congiunzioni nelle parti narrative, frasi folgoranti da trascrivere e memorizzare: saranno saccheggiate da altri scrittori, afferma G.Wood del New York Times, per i prossimi 150 anni. Pur essendo sostanzialmente un romanzo mozzafiato, che non allenta quasi mai la tensione con una scrittura tutta tesa e potentemente evocativa, non si basa su scene violente (come altri romanzi dell’autore) ma tocca in profondità altri temi che mettono a confronto la coscienza umana e l’esistenza stessa con aspetti della moralità corrente e della scienza.
Anche se a volte nascosta tra le righe, non manca mai, intesa come un malinconico e dolente “mormorio notturno”, la dolente passione di Western per la sorella Alice: “… sapeva che quando sarebbe morto, avrebbe visto il suo volto e sperava di portare con sé quella bellezza nelle tenebre, ultimo pagano sulla terra”.
Indicazioni utili
NB. Agli eventuali lettori, consiglio la rilettura del romanzo almeno un'altra volta, per una miglior comprensione del testo e dei suoi significati. Così come per altri capolavori letterari.