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Partenza lenta e viaggio senza scossoni
I romanzi di Dicker non sono fatti per lettori impazienti. Lo si vede subito dal peso di ogni volume, ma lo si impara poco alla volta mentre si leggono i libri. La storia c'è, ci sono anche tutti gli elementi di un buon giallo, ma ci sono raccontati senza fretta. E non lasciamoci tentare e sbirciamo nell'ultimo capitolo, perché ci toglieremmo tutto il piacere della lettura. Sì perché quelli di questo autore non sono probabilmente dei grandi gialli, ma sono delle belle storie raccontare con abilità, piene di sfaccettature, con storie dentro le storie che non sono solo funzionali alla soluzione di un delitto, ma che hanno anche una vita propria. In questo volume lo scrittore Joel decide di rintanarsi per un po' di tempo in un hotel di lusso sulle alpi svizzere. Qui completerà il suo nuovo romanzo e si leccherà le ferite per la fine di una storia d'amore e cercherà di elaborare il lutto per il suo editore nonché mentore e grande amico. Il caso lo fa alloggiare nella camera in cui anni prima c'è stato un omicidio rimasto irrisolto. Da quella scoperta e dalle insistenza della sua enigmatica vicina di camera partono le indagini. Così poco alla volta consociamo i protagonisti di una vicenda ambientata nel ricco mondo dei banchieri svizzeri. Con Joel rispolveriamo vecchi rancori, assistiamo al nascere di amori contrastati, partecipiamo a incontri dove si tessono intrighi. Solo alla fine scopriamo finalmente chi è l'assassino. A quel punto dopo esserci saziati con con tutte queste storie la soluzione dell'enigma ci sta bene quanto un bel caffè a fine pasto.