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Elementare, mio caro Hastings
Con grande lentezza -ma senza particolare ansia, visto che il tempo per recuperare i classici c'è sempre- procede la mia esplorazione nella corposa "serie" di volumi dedicati alla figura di Hercule Poirot, sicuramente l'investigatore più famoso creato da Agatha Christie. Dopo una partenza randomica ho corretto il tiro, e ora sto seguendo grosso modo l'ordine di pubblicazione; e infatti, dopo avervi parlato dei suoi primi due romanzi, andiamo adesso ad analizzare l'antologia di metà anni Venti "Hercules Poirot indaga".
Composta da undici racconti brevi se non brevissimi, questa raccolta è in realtà una sorta di ripubblicazione di storie già comparse nel corso del 1923 sulla rivista inglese The Sketch. Il narratore ha sempre la voce del capitano Arthur Hastings, grande amico e biografo ufficioso del detective belga, che segue quest'ultimo mentre risolve casi di omicidio, recupera gioielli rubati o salva in extremis vittime di rapimento. Hastings non è il solo personaggio ricorrente, infatti in diversi racconti rivediamo l'ispettore di Scotland Yard James Japp, già comparso in "Poirot a Styles Court".
Come sempre, le storie così brevi non riescono a darmi la stessa soddisfazione dei romanzi, e pur partendo avvantaggiata perché già conosco i due personaggi principali, trovo che il resto del cast sia composto da figure bidimensionali al massimo. Anche le ambientazioni e la prosa non vengono troppo curati, con la conseguenza di doversi focalizzare esclusivamente sull'intreccio, che per fortuna è quasi sempre molto valido e capace di colpire pur con poche pagine a disposizione. Un'altro aspetto ben riuscito è l'umorismo, in particolare nelle frecciatine non proprio sottili che Poirot lancia ad Hastings ed alla sua scarsa perspicacia.
Per quanto spassoso da leggere (soprattutto quando è convinto a torto di aver capito tutto) il POV del capitano ha il deficit di rendere in alcuni casi la risoluzione un po' troppo facile: in pratica è sufficiente ignorare completamente ciò che lui da per assodato per individuare il colpevole. Questo però non rendere meno godibile la lettura, anche perché a volte Hastings si limita a seguire Poirot da mero spettatore, senza neppure azzardare una delle sue ipotesi campate per aria.
Per quanto mi riguarda, i racconti che ho apprezzato maggiormente sono "Il furto di gioielli al Grand Metropolitan" e "La sparizione del signor Davenheim", perché in entrambi i casi una parte della rivelazione finale enunciata da Poirot mi ha del tutto spiazzata: sono sicuramente le storie che reputo più interessanti e, pur non contando più di una ventina di pagine l'una, capaci di lasciare il segno.
Non sarà quindi all'altezza dei romanzi veri e propri, eppure mi sento di consigliare questa antologia, sia ai lettori che come me intendono recuperare ogni testo disponibile sull'immodesto detective belga, sia a chi non l'ha ancora conosciuto e vorrebbe farsi un'idea sul personaggio senza dedicarci troppo tempo. Ed in particolare agli orfani dei racconti di Arthur Conan Doyle, che troveranno nella dinamica tra Poirot ed Hastings molti punti in comune con il duo composto da Sherlock e Watson.