Dettagli Recensione
Cyber giallo
Parto con il consigliare a tutti di leggere la versione cartacea perché quella digitale ha molti problemi. Le chat tra alcuni personaggi (i moderatori del gioco online al centro della vicenda) che costituiscono una parte consistente del libro sono scritte con un carattere diverso su un background grigio, e sono disposte su più colonne; questo fa sì che ci si debba spostare verticalmente e orizzontalmente nella stessa pagina, alcune parti risultino tagliate e l’Ebook reader spesso si blocchi del tutto.
La copertina della versione cartacea è a mio parere talmente brutta da respingere il potenziale acquirente, ma fatevi coraggio.
Fatta questa premessa devo dire che da amante della serie su Cormoran Strike ho apprezzato molto “Un cuore nero inchiostro” pur ritenendolo il più debole della serie.
Come sempre la Rowling scrive divinamente e ti tiene incollato alle pagine, sei talmente intrigato dallo scoprire la vera identità di Anomia da non voler mai smettere di leggere.
Il romanzo è molto lungo (quasi 1200 pagine) e colmo di personaggi, ma nonostante questo scorrevole.
La trama ruota attorno a un gioco online (poco più di una chat animata in realtà) ispirata a una popolare serie animata su Youtube i cui creatori, Edie e Josh, poco prima di firmare per un adattamento cinematografico vengono brutalmente accoltellati nello stesso cimitero in cui avevano avuto l’idea della serie.
Tutti sono convinti che il colpevole sia il misterioso Anomia, uno dei due creatori del gioco, che da anni tormentava Edie online e sembrava la conoscesse molto bene, riuscendo a diffondere sempre informazioni riservate sul suo conto prima di chiunque.
Da qui partono le indagini che si sviluppano contemporaneamente sue due fronti: online (all’interno del gioco e su Twitter) e nel mondo reale, tra coloro che erano vicini a Edie e Josh ed avevano lavorato alla serie animata.
Quello che personalmente non mi ha convinto affatto è la risoluzione finale del caso, così come l’identità del colpevole. E purtroppo un finale così “buttato via” che ti delude va a inficiare un po’ tutta l’esperienza di lettura.
Il misterioso Anomia appare molto intelligente e accorto per tutta la durata delle indagini, pianifica gli omicidi con cura senza lasciare tracce, riesce ad essere sempre un passo avanti a investigatori e polizia, ad ingannare persino quello considerato da tutti “una mente geniale”, eppure sul finale sembra emotivo, insulso, istintivo. Il movente? Nebuloso a voler essere generosi.
Speravo che almeno per una volta la risoluzione del caso sarebbe stata meno “cruenta”, perché questa cosa che puntualmente Strike, Robin o entrambi alla fine vengano aggrediti/accoltellati dal colpevole francamente mi ha stufato (così come l’inconcludente attrazione fra i due), e invece no, si segue il solito copione che stavolta però risulta davvero una forzatura.
Nonostante il gran numero di pagine restano molti elementi oscuri, cose non chiare oppure decisamente poco credibili (la spiegazione data alle telefonate con la voce contraffatta che chiedevano di esumare la vittima, per citarne una). Alcuni elementi sembrano persino venire dimenticati e non analizzati (come il dipinto/collage di Nils).
Come Anomia si sia procurato armi e attrezzatura speciale viene liquidato con un vago “tizio gli ha spiegato tutto a proposito di criptovalute e darkweb”.
Come si sono conosciuti i due creatori del gioco Anomia e Morehouse? Non lo sapremo mai.
E una cosa che non apprezzo mai sono gli aperti depistaggi: Morehouse che definisce Anomia “come sua sorella” ne è un esempio.
Altra cosa non soddisfacente è che l’esclusione dei sospetti avviene solo verificando l’attività online di Anomia mentre questi sono sotto sorveglianza. Il tema del cyberbullismo è interessante, ma mi sono mancate le indagini appassionanti del volume precedente della serie, che era un “classico” cold case da manuale.
Rispetto ai primi volumi della serie sembra che i ruoli tra i due investigatori siano invertiti: Robin è brillante e in pratica risolve il 90% del caso, Strike da investigatore eccezionale si è trasformato nell’ombra di sé stesso: va in giro bevendo birra, fumando sigarette elettroniche e non, soffrendo per la gamba dolorante ma concludendo poco. Si riscatterà alla fine, con l’intuizione che sbriglierà la matassa seppur molto in ritardo.
Le chat tra moderatori tanto bistrattate e ritenute da alcuni noiose sono state per me molto interessanti, ed è lì che hanno origine i due dettagli più geniali del piano di Anomia (e della trama). Alla fine una rivelazione in particolare ti fa pensare "come ho fatto a non accorgermi per tutte le quasi 1200 pagine che questa particolare interazione non c'è mai stata?". Eppure è così, non te ne accorgi.
Nel complesso è un romanzo avvincente, particolare, che ti cattura, ma c'è la percezione che non sia "perfetto" come i precedenti ma anzi abbia parecchie stonature. Troppo prolisso in certi punti e troppo frettoloso in altri. Se si sono apprezzati gli altri volumi va assolutamente letto (dovrebbe essere il penultimo, quindi manca solo il gran finale) ma pur essendo comprensibile anche a sé stante non lo consiglierei per iniziare ad approcciarsi alla serie.
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Commenti
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Francamente su alcuni passaggi della tua analisi sono parzialmente concorde. Anomia viene descritto come un personaggio sicuro di sé etc quando è nel gioco ma è inquadrato subito come una persona decisamente vittima di umori e psicosi tanto che in più occasioni emerge questa sua instabilità. Senza spoilerare, basta che pensi al passaggio "della spinta". Giusto per fare un esempio, ma ci sono altri passaggi in cui emerge la sua instabilità e più va avanti la lettura e più viene fuori anche nel gioco stesso. Anche per me le chat sono state molto interessanti e se lette con attenzione erano anche capaci di rivelare molti aspetti affatto scontati. Sto cercando di non spoilerare ma verrebbe proprio da citare il passaggio/ i passaggi del libro in questione. :-)
A mio modesto parere ha osato tanto la Rowling e a livello strutturale ha creato l'episodio più complesso della saga. Chiaro, nella mole e nella struttura, qualche falla c'è ma sinceramente l'ho proprio apprezzato e non sono riuscita a staccarmi dalle pagine sino alla conclusione.
Come sempre però la lettura resta un qualcosa di soggettivo e come tale è percepita. Io ad esempio ho trovato che loro abbiano "escluso" troppo rapidamente alcuni personaggi quali possibili colpevoli e che quindi le cose siano state un po' troppo complicate quando il risultato si sarebbe comunque raggiunto anche con meno. Ma è una visione mia. Felice di aver letto la tua analisi e averne parlato con te. Buon proseguimento