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Un'indagine per tutti, con una soluzione per pochi
Ennesimo caso di un libro al quale non ero particolarmente interessata, ma che ho comunque voluto recuperare durante una promozione un paio di anni fa, convinta tra l'altro si trattasse di una storia autoconclusiva. Capirete quindi la mia perplessità quando vidi la dicitura sulla copertina de "Il guardiano dei coccodrilli" che lo indicava come il primo capitolo di una serie, quando nell'immagine presente sullo store online non c'era nessuna scritta! Poco male, perché l'indagine al centro della narrazione ha una sua conclusione soddisfacente in questo volume, che lo rende quindi fruibile come standalone.
La narrazione si dipana nell'arco di pochi giorni di un caldo agosto a Copenaghen e parte con il ritrovamento del cadavere di una giovane donna in un appartamento del centro città; a rendere inusuale l'omicidio sono gli orribili tagli che deturpano il viso della vittima. Mentre gli investigatori Jeppe "Jeppesen" Kørner ed Anette Werner portano avanti l'indagine, la proprietaria del condominio ed aspirante scrittrice Esther de Laurenti inizia a sospettare che esista un legame tra il delitto e la trama del manoscritto al quale sta lavorando.
Oltre a questi tre punti di vista principali, il libro segue brevemente anche la poliziotta Sara Saidani, che si occupa del lato informatico delle indagini. Devo dire di aver apprezzato la caratterizzazione di tutte e tre le protagoniste femminili: non ricalcano affatto degli stereotipi, ed ognuna di loro si dimostra forte a modo proprio. Più in generale, ho apprezzato come nessuno dei personaggi venga dipinto in una luce totalmente positiva o negativa: sia tra le persone coinvolte nel delitto sia tra gli investigatori sono presenti individui buoni che purtroppo sbagliano ferendo il prossimo, o figure capaci di commettere azioni malvagie con una valida motivazione.
Ho trovato ben riuscito anche l'intreccio, che dimostra una struttura complessa eppure solida, le descrizioni ricche di dettagli della città di Copenaghen ed il modo in cui viene raccontata l'indagine, rendendola comprensibile anche ad un neofita. In particolare, penso a come l'autrice sia riuscita a delineare in modo chiaro e verisimile i vari passaggi compiuti dalla polizia, includendo anche tanti elementi di contemporaneità (in primis, i social) che aiutano a svecchiare in parte un genere -quello del giallo con il detective depresso per protagonista- un po' stantio.
Ovviamente non è stata una lettura priva di difetti, seppur scusabili dal momento che questo è solo l'esordio di Engberg. A mio avviso, quasi tutti i personaggi maschili ricalcano dei cliché piattini, compreso Jeppe dal quale mi aspettavo uno sviluppo meno prevedibile. Mi ha poi infastidito scoprire che la parte secondo me più intrigante ed originale dalla trama (ossia il collegamento tra l'omicidio ed il romanzo di Esther) impiegasse fin troppo per concretizzarsi.
Nel complesso però lo reputo un libro più che valido, ma non so ancora se recupererò gli altri volumi della serie perché in Italia hanno toppato l'ordine di pubblicazione e, per ora, risultano disponibili solo il terzo ed il quarto capitolo della pentalogia purtroppo.