Dettagli Recensione
Top 100 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Le case degli altri sono più belle?
Secondo romanzo che leggo di questa autrice e nuovamente mi sorprende la scorrevolezza della prosa.
Entriamo nelle vite di Jacob e Theo Hunt e della loro mamma, tra improvvise crisi e difficoltà che vengono superate con tanto impegno.
Theo soffre il doversi comportare da fratello maggiore pur non essendolo, intervenire per evitare che tutto volga al peggio in un attimo, perché è improvvisamente finito il latte di soia. Per Jacob, adolescente autistico, sarebbe l’inizio di una burrasca.
Jacob ha la passione per i casi giudiziari, è molto loquace e dotato di acuta intelligenza, chiuso nel suo mondo ci prova a comunicare con gli altri, anche se non gli è ben chiaro come fare.
Un breve contatto può sconvolgerlo.
A due anni ha iniziato a non voler udire nessuno.
Nel 1995 arriva la diagnosi di Asperger.
“Tu come fai? Domandai dopo un istante.
Poteva capitare a me, rispose.”
La routine delle nostre abitazioni, delle nostre vite, la diamo per scontata, certa, e ci lascia indifferenti, ma in altre case può essere l’unico modo per andare avanti e farcela. Dovremmo apprezzare di più la nostra noiosa quotidianità che ci consente di scegliere se seguirla pedissequamente oppure no.
Anche se il romanzo è strutturato come un giallo, la curiosità di capire chi ha commesso cosa, passa in secondo piano, ciò che voglio sapere è come la mente di Jacob elabora ciò che è accaduto. Come lo vive e percepisce.
E’ un romanzo corale e questo lo rende particolarmente interessante, ci consente di conoscere i pensieri di tutti i protagonisti che a turno diventano narratori.
Difficile non schierarsi dalla parte della giuria che ha il compito di deliberare su una materia così complessa.
Il finale del romanzo è forse, dico forse, leggermente scontato, ma questo non è importante. Penso che l’autrice abbia voluto condividere un aspetto della vita degli altri che a troppi sfugge.
Il finale è ciò che mi interessa meno, tuttavia lo giudico un po’ frettoloso considerando le oltre seicento pagine. Forse è una scelta deliberata, affinché la nostra lettura si concentri su altro, sulla conoscenza di questa famiglia e sulle sue difficoltà, su questa mamma che fa da collante, imperfetta ma perfetta, su questi figli fragili e all’apparenza indifesi, sempre presenti nonostante appaiano altrove.
Ne consiglio senz’altro la lettura, per aprire la mente e posare lo sguardo su ciò che spesso ci circonda ma ignoriamo. Su ciò che per noi è banalmente ovvio.
La piatta quotidianità è spesso una fortuna, per altri una conquista.
Apprezzare la normalità a volte è auspicabile. Per alcuni il suo quotidiano raggiungimento una vittoria.
Buone prossime letture.
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Questa autrice mi è del tutto sconosciuta.