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Delitti in collegio
Lucinda Riley, scrittrice prolifica , scomparsa prematuramente, ci lascia un libro postumo avvincente, in cui lei si cimenta per la prima volta con il genere giallo. Il libro è intitolato Delitti a Fleat House, e la prova è ampiamente superata.
Il romanzo, ambientato per la maggior parte in un austero collegio, chiamato Fleat House, :
“La più antica delle otto pensioni in cui alloggiavano gli alunni della St. Stephen’s School, doveva il proprio nome al preside che l’aveva costruita oltre centocinquant’anni prima. Noto come “il Sacco di pulci” tra gli studenti che lo abitavano, l’orrendo edificio vittoriano di mattoni rossi era stato convertito in alloggi studenteschi subito dopo la guerra.”,
vede un giovane ospite, certo Charlie Cavendish, che viene trovato morto. Inizialmente si pensa a causa di una crisi epilettica molto forte, poi ci si accorge che è deceduto per shock anafilattico, dovuto all’ingestione di aspirina, di cui era notoriamente allergico. Chi ha somministrato le compresse? Non certo da solo, perché lui era al corrente della sua allergia. Ad indagare è un ispettore donna, Hunter Jazz, che in seguito ad un evento che l’ha segnata per sempre, è riluttante a tornare in servizio:
“Se non altro quell’ispettore donna, che con quei lunghi capelli di un bel colore rosso dorato le ricordava una giovane Rita Hayworth, a quanto le aveva raccontato il signor Jones era convinta che non fosse stato commesso alcun crimine. “
Riuscirà a scoprire la verità?
Un libro denso,
“Un austero college inglese, morti misteriose e segreti sepolti nel tempo”,
il romanzo ha tutti gli ingredienti essenziali per essere un ottimo romanzo di genere. La mole è cospicua, ma la prosa è fluida e scorrevole. Completano il quadro una minuziosa raffigurazione dei personaggi e di ambienti. Una commistione di romanzi gialli e rosa per un libro che si fa apprezzare. Adatto a queste serate invernali e tempestose.