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Basta paragoni esagerati!
Qualche mese fa ho letto ed apprezzato l'esordio di North, ed avendo poi trovato il suo secondo romanzo ad un ottimo prezzo su Amazon ho pensato fosse l'occasione giusta per approfondire la sua bibliografia senza lasciar passare troppo tempo, come solitamente faccio con tanti autori. La lettura ravvicinata dei due libri mi ha permesso anche di notare parecchie somiglianze, sia nella prosa del caro Alex che nel tipo di storia raccontata: ci troviamo nuovamente nella provincia inglese dove un delitto avvenuto anni prima sembra avere ripercussioni tragiche sul presente.
La narrazione parte a Featherbank dal brutale omicidio di un ragazzino ad opera di due coetanei, che apparentemente hanno agito per portare a compimento una sorta di rituale: venticinque anni prima a Gritten una cerimonia analoga sembra aver permesso ad uno degli assassini di scomparire nel nulla dopo aver commesso il crimine, evento che ha dato il via a numerose speculazioni sulla vicenda. Ci troviamo quindi a seguire due punti di vista, uno in terza persona e l'altro in prima. Il primo è quello della detective Amanda Beck, incaricata di indagare sul delitto avvenuto a Featherbank, che bel presto arriverà a collegare le due storie. Il secondo è affidato al docente Paul Adams, da poco tornato a Gritten per occuparsi dell'anziana madre, che da adolescente è stato fortemente coinvolto nel piano ideato da Charles "Charlie" Crabtree e William "Billy" Roberts; attraverso questo POV vediamo infatti diversi capitoli ambientati nel passato.
Se anche voi avete già letto "L'uomo dei sussurri", un paio di questi nomi non vi suoneranno nuovi: Amanda e la per nulla bucolica Featherbank erano infatti al centro della narrazione in quel romanzo. Non mi aspettavo affatto che North collegare in modo così evidente i suoi libri: è stata sicuramente una sorpresa carina, anche se avrei preferito venisse specificato nella sinossi. Sinossi in cui la CE ha ben pensato di includere invece un altro tipo di informazione, in particolare paragonando questo scrittore a Stephen King; capisco che sia un'associazione facile visto il genere di narrazioni create da entrambi, ma si tratta di autori su livelli abbastanza distanti. A mio avviso, il caro Alex scrive molto bene, ma confrontarlo con King è un azzardo infelice che lo svilisce senza motivo.
A parte una sinossi da rivedere, questo romanzo ha un altro paio di difetti riconducibili all'eccessiva semplicità delle descrizioni, sia delle ambientazioni decisamente anonime, sia dei caratteri dei personaggi non troppo memorabili. Non aiuta la scelta di optare sempre per nomi molto comuni, nonostante ciò li renda di certo verosimili.
A rendere però questo titolo un valido thriller abbiamo un ritmo incredibilmente incalzante ed un buon intreccio della parte mystery, che soprattutto nel finale regala degli ottimi colpi di scena, imprevedibili seppur penalizzanti in parte dalla traduzione non sempre perfetta. Promuovo a pieni voti anche la prosa di North, dallo stile scorrevole ma non per questo superficiale, in grado di gestire senza difficoltà i due POV, rendendo entrambi interessanti.
Ora non mi resta che incrociare le dita perché Mondadori porti in Italia anche "The Angel Maker", la prossima pubblicazione dell'autore, nonostante lo scarso riscontro ottenuto da "Le ombre" nel nostro Paese.