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Un paradiso "diverso".
Romanzo distopico, apocalittico e catastrofista che mi ha attratto ed intrappolato nei suoi contenuti fin dalla prima riga. Un vortice che mi ha avviluppato il cervello intrappolandomi nel suo mondo.
Ho letto questo libro due volte, la prima quando ero poco più di un ragazzino, ricordo ancora la sensazione di "vivere" sempre in quel mondo, guardarmi intorno e sperare che succedesse... Ne ero intrappolato, ne ero dipendente, lo desideravo come si desidera l'eroina in crisi di astinenza, lo sognavo come si sogna di fare sesso durante l'adolescenza. Un sogno vero reale, concreto... Bagnato... Ogni volta svegliarsi in questo mondo invece era una delusione cocente...
Il 99 percento della popolazione muore a causa di un virus creato in laboratorio (durante il primo lockdown ci ho ripensato spesso ed è allora che l'ho riletto), ed i pochissimi sopravvissuti si ritrovano a vivere in un contesto urbano senza ordine, né scopo anarchico e libero... Praticamente il mio personale paradiso terrestre...
Il filo conduttore, l'attrattiva principale, l'idea geniale dello "zio King" è proprio questa: "Come spostarsi in un mondo intasato di auto piene di morti che stavano scappando dall’ epidemia? Come ci si procura il cibo? Come ci si protegge? Come risolvere un problema di salute? Come si comportano uomini che "erano normali" ora che sono svincolati dall’ autorità della legge? Come sopravvivvere in una realtà senza autorità, senza leggi, senza istituzioni?"
Punto di forza l'ambientazione e lo sviluppo dei personaggi
La caratterizzazione dei personaggi è magistrale
Una quindicina di personaggi principali, "protagonisti", tira le fila di un vero e proprio mondo costellato di personaggi minori ma memorabili.
Stuart Redman per i buoni, e Lloyd Henreid per i cattivi sono i protagonisti principali, i primi a farci capire come la linea che divide il bene dal male non è poi così marcata, e forse il trovarsi da un lato o dall'altro a volte è solo dovuto al caso, alla situazioni, alla sfortuna, agli amici... Casualità? Predisposizione naturale? Destino?
Randal Flagg è il diavolo a cui si contrappone la veggente ultracentenaria, Mother Abagail, debole nel corpo ma con un cuore che scalda e spinge. Spinge forte i suoi adepti, troppo forte... Il "Bene" è sempre un "Bene" per chi lo subisce?
L'opera procede in un crescendo, intrappolandoci sempre di più tra le sue righe, innamorandoci delle sue pagine piene ed abbondanti ci perdiamo al suo interno come in un lungo, profondo ed interminabile atto sessuale tantrico, Tanto che il finale sembra troppo sbrigativo, troppo deludente, ma purtroppo quando amiamo tanto una storia, la sua fine non può che lasciarci una grande delusione dovuta al taglio netto che questa dolorosa separazione ci impone.
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Commenti
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troppo buono!
Io più rileggo i miei scritti, più mi accorgo di quanto la mia grammatica stia peggiorando con il tempo... Come un vino aperto che diventa aceto...
Comunque il romanzo merita, merita davvero!
Sono sicuro però che se parti "annoiato" dopo aver visto la mole immensa di pagine, tutte scritte "fitte-fitte"... Finirai per fare come me quando devo lavare la mia macchina e rimando sempre!
Dopo aver letto questa bellissima recensione devo aggiungere anche questo libro nelle mie prossime letture.
Io continuo a rileggere i miei scritti e continuo a trovare errori ad ogni rilettura....
Per quanto riguarda invece il leggere più volte i libri che amo, mi capita spesso, il record è per "Guns n'Roses. The truth" dello zio Paisli che ho sempre sul comodino e rileggo ogni volta che non so cosa leggere...
Ancora grazie comunque per l'apprezzamento!
Grazie anche a te per l'apprezzamento!
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La tua recensione mi ha fatto comprendere la portata di questo libro. Però le distopie non riescono a incuriosirmi, per cui a leggere questo libro partirei già 'annoiato' prima d'iniziare.