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Specchietto per le allodole
Agatha Christie è la mia scrittrice preferita, dunque questo romanzo che ipotizza cosa possa essere accaduto durante la sua scomparsa di 10 giorni realmente avvenuta mi incuriosiva molto.
Purtroppo quello che più mi ha deluso a conti fatti è proprio il personaggio della scrittrice. Non so quanto di vero ci sia nel suo carattere e nella sua personalità e quanto sia stato romanzato ai fini della trama, ma mi sembra impossibile che la donna capace di ideare trame così articolate e geniali fosse così approssimativa, svampita e a tratti "sciocca".
E nondimeno anche il colonnello e diversi altri personaggi sembrano cambiare spesso idea in modo repentino, innamorandosi e disamorandosi all'improvviso.
Il romanzo si sviluppa su due linee temporali, il presente (ovvero i giorni in cui Agatha è scomparsa) e i flashback del passato della vera protagonista del romanzo, Naan, l'amante e futura moglie del colonnello Christie. Questi ultimi per me in assoluto la parte più interessante della trama.
Le due linee temporali ovviamente finiranno per intrecciarsi fino a spiegare il perché delle azioni di Naan ed anche il movente degli omicidi avvenuti, a cui però viene dedicato uno spazio quasi nullo. Non mi aspettavo un giallo con indagine in piena regola chiaramente, ma la scarsissima professionalità del poliziotto unita al menefreghismo generale di tutti di fronte a omicidi e assassino mi ha comunque stupito.
In ultimo il finale lascia con l'amaro in bocca, l'ho trovato un po' inconcludente.
Probabilmente avevo aspettative troppo alte perché anche solo leggere il nome "Agatha Christie" in copertina alza l'asticella, è un libro tutto sommato gradevole che si legge in modo scorrevole, ma nel complesso non l'ho apprezzato perché ho trovato tutto davvero poco credibile. Peccato.