Dettagli Recensione
Una nuova indagine per Selma
Selma Falck, personaggio nato dalla penna di Anne Holt e conosciuto in prima istanza ne “La pista. La prima indagine di Selma Falck”, torna a colorare le pagine delle opere della scrittrice. Come noto la Holt è stata anche Ministro della Giustizia Norvegese prima che scrittrice di gialli del filone scandinavo. È una personalità molto attenta a quelle che sono le tematiche attuali e dunque non stupisce il fatto che nelle sue stesure vi sia sempre una componente di queste. Tratto comune che talvolta prevarica anche sull’aspetto giallo è il caratterizzarle in modo tale da renderle fotografie di cronaca attuale e costante. Ne “La pista”, infatti, abbiamo conosciuto la protagonista, scoperto un primo spaccato di realtà norvegese, fatto i conti con un mondo molto poco concreto e coerente ma anche ben poco cristallino quanto fatto di falsità, inganni e corruzione. Ne “La tormenta”, invece, ad essere oggetto di problematica prevalente era la svolta conservatrice norvegese con annesse organizzazioni paramilitari reazionarie che minavano al perseguimento delle piste democratiche. Ne “Lo sparo” ad essere trattata e affrontata è la problematica degli affidi e delle adozioni.
Selma Falck è chiamata ancora a investigare. Questa volta, oggetto del suo agire e investigare, è dettato da un omicidio che la vede coinvolta in prima persona in quanto un assassino misterioso uccide una sua cara amica, la parlamentare Linda Bruseth. Nel compiere siffatto atto delittuoso viene colpita e ferita la stessa Selma. Che obiettivo principale dell’omicidio non fosse la Bruseth quanto la Falck? Questo verrebbe da pensare se non fosse che altri due morti brutali si susseguono a questa prima occorsa. A dare una mano a Selma vi sarà l’amico giornalista Lars nonché l’ispettore Fredrik Smedstuen.
Nuovamente ci troviamo davanti a un titolo molto particolare e con un personaggio altrettanto eclettico quanto contradditorio. La Falck è una madre anaffettiva, una donna giocatrice d’azzardo, un’amica premurosa ma anche una nonna affettuosa. Sono proprio i suoi vizi ad averla costretta ad abbandonare la precedente carriera; venuti a galla, non poteva più ometterli al giudizio e al contesto sociale in cui era radicata. Il paradosso del personaggio è evidenziato altresì dalla, invece, profonda empatia ed emotività dei personaggi maschili, quali Lars che antepone i doveri di padre a quelli di professionista o, ancora, l’ispettore Fredrik, che da depresso a causa del divorzio, ritrova la forza di ripartire e ricominciare.
Lo scritto scorre abbastanza rapidamente tra le mani del lettore. Non conquista tanto per lo stile che si presenta fluente ma nella norma. Non particolarmente accattivante o capace di trattenere. La caratteristica principale che ne delinea la forza è data dalla caratterizzazione della società e dallo spaccato che descrive. Si evince di trovarsi davanti a un Paese orgoglioso di se stesso, della propria democrazia, di quelle che sono state le conquiste sociali, con un profondo senso di collettività ma che al tempo stesso non è esente da criticità e pecche quali la corruzione, una burocrazia sempre maggiore e ottusa, un popolo incapace di reagire davvero davanti alla spinta e progressione nazista in modo sempre più aggressivo e cruento. Questo aspetto prevale sulla parte gialla e non fa solo da sfondo.
Accompagna i fatti, conduce sino alla risoluzione del mistero ma non sempre riesce a dar il giusto vigore all’arcano. Il lettore è sì affascinato dallo scritto, dall’enigma e dal caso da risolvere; tuttavia, l’intreccio si presenta più debole e trattiene meno. Incuriosisce e prevale il panorama descritto che offre al conoscitore un aspetto da assaporare e conoscere.