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Poirot e il mistero di Styles Court
 
Poirot e il mistero di Styles Court 2022-07-16 15:37:47 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    16 Luglio, 2022
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Poirot e il primo mistero da risolvere

«Il grande interesse suscitato nel pubblico da quello che a suo tempo fu battezzato "Il Caso Styles", è ormai scemato. Ciononostante, data la risonanza che ha avuto, sia il mio amico Poirot sia la famiglia interessata mi hanno pregato di scrivere il resoconto dell'intera vicenda. In questo modo si spera di mettere a tacere i pettegolezzi che ancor oggi capita di ascoltare.»

Correva l’anno 1919 quando John Lane, co-fondatore de The Body Head Ltd notò l’opera della Christie. Primo tentativo concreto della scrittrice su spinta e scommessa con la sorella, non unico in famiglia stante i precedenti della madre ma anche i tentativi stessi di Agatha con lavori minori, è solo in questo anno che ella riesce a vedere uno spiraglio di luce per quella che è la sua passione di scrittrice e questo lavoro intitolato erroneamente dalla casa editrice “The Mysteriuous affair of Styles” (che si potrebbe tradurre “Poirot di Styles Court” e di poi noto con “Poirot a Styles Court). Ed ancora, vuoi per l’inesperienza dell’autrice, vuoi per il format, vuoi per le parti rivisitate e modificate tra cui quel famoso capitolo 12 ricostruito oggi solo e soltanto per mezzo di bozze e riferimenti ma al tempo modificato e rappresentante quello che sarà di fatto il successo del personaggio e il modus operandi della narratrice, che lo scritto viene per la prima volta pubblicato nel Regno Unito in quel del 21 gennaio 1921. Prima opera di una serie di cui la Christie aveva già scritto ben due sequel, prima opera che portò a recensioni entusiaste ancor più dei pareri pre-pubblicazione. Un’idea nata su proposta della sorella mentre la Christie lavorava nel dispensario dell’ospedale locale, lei che in quel luogo ha appreso della conoscenza dei veleni di cui era appunto grande esperta.
Ed ecco allora che una morte misteriosa si consegue a Styles Court, forse un avvelenamento, forse una morte misteriosa senza un vero perché ma pur sempre una morte. Un rebus, un incastro di domande e risposte, un cluedo in cui e per cui ci viene fornita anche una piantina per ricostruire luoghi e sposamenti e in cui il lettore stesso è chiamato a interrogarsi e interrogare i personaggi sul misfatto. Per risolvere l’arcano e comprendere della dipartita è Hastings, narratore in prima persona, a decidere di coinvolgere Hercule Poirot. Un uomo alto meno di un metro e sessantacinque ma dal portamento eretto e dignitoso, Hercule. Un uomo dalle labbra a forma di uovo, la testa costantemente inclinata di lato. Le labbra, ancora, ornate da un paio di baffi rigidi da militare e un abbigliamento a dir poco inappuntabile. Uno dei funzionari, al tempo, più in gamba della polizia belga capace adesso di indignarsi e arrabbiarsi per qualsivoglia granello di polvere.

«La fantasia è un'ottima serva, ma una pessima padrona. La spiegazione più semplice quasi sempre si rivela esatta.»

Come anticipato, a narrare la vicenda, è Hastings, amico dell’investigatore che casualmente è ospite della proprietà di Styles Court che appartiene alla matrigna del suo caro amico John Cavendish. Ed è suddetta donna colei che viene resa attrice e protagonista proprio del delitto. Lei che di recente ha sposato Alfred Inglethorp, lei che con quest’uomo più giovane al fianco attira le antipatie di tutti coloro che abitano nella villa per paura di perdere i vantaggi economici ad essa correlati. I sospetti si incentrano sin dal principio su un indiziato numero uno ma Poirot non si fermerà alle apparenze e, pagina dopo pagina, ricostruirà quella che è la vicenda narrata.
Chi potrebbe aver avuto interesse ad avvelenare la matrigna? Lawrence? John? È coinvolto nella vicenda anche il dottor Bauerstein, amico tossicologo? E che ruolo ha Cynthia? Tanti volti, tanti incastri, tanti dubbi e tante domande per un romanzo che si snoda pagina dopo pagina e che porta il lettore a immedesimarsi nei panni dei protagonisti e degli investigatori. Il tutto è avvalorato da una penna precisa, metodica, scrupolosa ma anche ironica. Non mancano gag esilaranti e divertenti soprattutto per quel che riguarda gli scambi di battute tra Hastings e Poirot. La Christie dimostra sin da subito il suo grande talento narrativo e niente, si conferma una delle più grandi romanziere del tempo, scrittrice da cui inevitabilmente ma anche conseguentemente hanno preso ispirazione in molti del contemporaneo.

«L’istinto è una cosa meravigliosa» continuò Poirot. «Non può essere spiegato, né dev'essere ignorato.»

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