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Molly
Decidere di avvicinarsi alla lettura di un libro quale “La cameriera” di Nita Prose significa scegliere un titolo che potrà avere delle tinte di giallo ma che è bene precisare non essere la linea guida e il vero focus dello scritto. Infatti è vero che l’opera ha quale oggetto un omicidio che avviene in un hotel e che vede coinvolta una cameriera ma è anche vero che ciò che più ha un risvolto in questo è l’aspetto sociale, la dinamica sociale sottesa ivi compresa inerente alla malattia. Vi è dunque una componente “gialla” ma se il lettore si aspetta solo questa o prevalentemente questa, resterà deluso.
Molly è la protagonista dello scritto, lavora come cameriera in un prestigioso hotel e da sempre ha vissuto con una nonna che ha edulcorato il mondo per lei. Adesso che la nonna è morta ella si ritrova sola, non ha amici, è considerata stramba perché non riesce ad avere rapporti sociali, è anaffettiva, non riesce a comprendere quello che è lo stato d’animo di chi le sta davanti, è esageramene precisa, cosa anche controproducente, non ha consapevolezza della realtà che la circonda. Eppure, nonostante ciò, ha anche tutti i suoi rituali, le sue abitudini e ama il suo lavoro proprio per quella meticolosità che comporta.
Quando Molly ritrova il corpo, non resiste nel compiere una piccola azione. Tuttavia, durante l’interrogatorio, a insospettire è però il suo atteggiamento. Ha un temperamento forte nonostante la sua incapacità emozionale e relazionale, questo la porta a essere una sospettata. A ciò si aggiungano le risposte che spiazzano gli agenti ma anche una rete fatta di inganni che vede Molly protagonista e vittima sacrificale perfetta stante la sua ingenuità.
Tuttavia c’è chi vede la vera Molly e decide di aiutarla. Il portiere dell’hotel e la figlia Charlotte, avvocato, o ancora il lavapiatti Juan Manuel, coinvolto in modo speculare nella storia, desiderano e decidono di prestarle aiuto. Ecco allora il risvolto che esula dal giallo perché la protagonista decide di far leva sulla situazione per renderla propria e in particolare per sfruttarla come occasione di crescita.
Ci saranno alti e bassi, aspetti più o meno interessanti, una protagonista che si amerà o si odierà, il tutto per uno scritto narrato in modo semplice, che non ha particolari pretese che ha anche una impostazione simil sceneggiatura. Non stupisce l’intento di realizzarne una trasposizione in pellicola e i diritti già ceduti al fine.
Un libro che non colpisce dunque per il giallo quanto per le riflessioni sottese sul pregiudizio, l’autenticità, la diversità, l’accettazione e che per questo può deludere le aspettative. Non si può certo gridare al bestseller, al romanzo da non perdere, al libro più bello mai letto e anzi, il lettore avvezzo, qualche domanda sui motivi del suo spopolare e del suo successo, viene naturale porsela.
Un romanzo, dunque, che per suo contenuto divide. O lascia un senso di retrogusto un poco amaro, di insoddisfazione, di qualcosa di sfuggente e incompleto o conquista e trattiene tra le sue pagine tanto da portare il conoscitore a desiderare di leggere ancora altro della narratrice. In ogni caso una lettura rapida e non troppo impegnativa.
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