Dettagli Recensione
Horror troppo raffinato
È proprio vero non si giudica un libro dalla copertina o in questo caso dal titolo
Il professore Montague antropologo, appassionato di fenomeni paranormali, decide di studiare più da vicino, una casa considerata infestata “Hill House” in apparenza “normale”. Al suo fianco tre giovani ragazzi, protagonisti di eventi paranormali, secondo il professore la loro presenza può favorire il manifestarsi delle presenze soprannaturali.
Shirley Jackson ci propone un romanzo gotico-horror. L’idea di una storia con protagonisti i fantasmi, l’ambientazione enigmatica, l’analisi psichica dei personaggi, la loro ambiguità potevano essere buoni elementi per un romanzo avvincente ma purtroppo a mio avviso con uno stile lento, noioso e facilmente prevedibile, non riesce a decollare. Quando mi imbattei in questo romanzo lessi la trama, catturandomi comincia a leggerlo, le storie horror hanno da sempre attirato la mia attenzione, suscitandomi un brivido di paura, l’ansia di qualcuno alle spalle, i colpi di scena che non potresti mai immaginare, e la capacità di tenermi in sospeso fino alla fine, d'altronde è ciò che cerco quando decido di leggere questo genere, ma purtroppo L’incubo di Hill House non è riuscito a trasmettermi. Forse mi feci condizionare dal maestro del brivido Stephen King, mi dissi “chi meglio di lui può giudicare un horror” nel suo saggio Danse Macabre dichiara che una delle sue maggiori influenze è proprio questo romanzo, (non ho ben capito come sia possibile, ma le sensazioni che un romanzo trasmette per fortuna di chi scrive sono estremamente soggettive). Horror? Direi proprio di no. Lo classificherei tra i romanzi psicologici, perché emergono lati oscuri dei personaggi, il quadro di vita che conducono e i loro rapporti sociali, e gli eventi che li hanno caratterizzati, mentre sono assenti passaggi davvero inquietanti, con un finale che lascia diverse interpretazioni.